Umanità Nova, n.1 del 17 gennaio 2010, anno 90

22 anni di autogestione e non è finita


Un po' di storia...
Il 30 maggio 1987 vengono occupati gli spazi inutilizzati dell'ex mercato ortofrutticolo di Udine in via Volturno, nasce così il Centro Sociale Autogestito. L'esperienza costituiva il punto di arrivo di una lunga e articolata elaborazione, sviluppatasi negli anni precedenti, sulla necessità di spazi sociali, dalla Bassa Friulana (da ricordare tra l'altro lo "storico" concerto punk a Torviscosa nel 1982), a Udine, ad altre parti del Friuli, e da una precedente occupazione dell'ex centro schermografico di via Colugna (1985). "Con questa azione diretta, volta all'apertura di nuovi spazi sociali espressivi culturali autogestiti in prima persona senza ingerenze da parte di partiti o associazioni preconfezionate, diamo vita ad uno spazio dove creare propri momenti di produzione culturale antagonista, dove realizzare una socialità non mercificata, dove l'unità tra diversi si esplichi nella forma più matura della libertà, dove crescere individualmente, collettivamente ed ideologicamente, rifiutando ghetti urbani, eroina e disgregazione sociale" (volantino 30.5.87, firmato Gruppo per il centro sociale autogestito, Kollettivo Farcs).
Autogestione, confronto assembleare, sensibilità libertaria, musica autoprodotta, lotta alle droghe pesanti e occhio critico a quelle leggere, antimilitarismo, ecofemminismo, valorizzazione della lingua e della cultura locale, ecologia sociale, radicamento nelle lotte del territorio e nella difesa dell'ambiente sono sempre stati i cardini dell'azione del CSA. Tralasciando l'elevatissimo numero di concerti, iniziative culturali, assemblee pubbliche su temi di attualità svolti in questi 22 anni, si possono ricordare (senza alcuna pretesa di completezza):
l'apertura nel dicembre 1990 di un centro autogestito di prima accoglienza per immigrati in una delle due palazzine dell'ex mercato. Il centro viene violentemente sgomberato con un ingente spiegamento di polizia alle 4,45 del 20 dicembre 1991 per essere poi riaperto alcuni mesi dopo. Segue un attentato con bottiglie incendiarie nella notte del 20 luglio 1993, cui risponde una grande manifestazione antirazzista. Il centro di prima accoglienza ha funzionato fino al giugno 2006, costituendo praticamente l'unica esperienza fattiva in città, a fronte della politica parolaia delle istituzioni. Successivamente il CSA ha collaborato attivamente alla lotta contro l'istituzione del CPT di Gradisca. L'esperienza, nei primi anni '90, della rivista USMIS riviste par gnovis culturis furlanis e planetariis e dell'omonimo spazio culturale ed espositivo situato nella "cantina" sotto il centro di prima accoglienza, la solidarietà con gli altri spazi autogestiti (es. occupazione del CSA Farkadize nel 1994 a San Giorgio di Nogaro). L'attività femminista, dal 1992, del collettivo Dumbles – Feminis furlanis libertariis, l'impegno antimilitarista contro tutte le guerre (più o meno "umanitarie") che si sono susseguite in questi anni ed il sostegno dato ad obiettori di coscienza totali, la trasmissione settimanale Zardins magnetics a Radio Onde furlane. L'impegno contro la costruzione del Palazzo della Regione (un vero e proprio ecomostro) nell'area dell'ex mercato ortofrutticolo. Purtroppo l'obiettivo non è stato conseguito, ma è solo grazie al CSA se le due palazzine (di grande interesse architettonico) si sono salvate dalle ruspe. La mobilitazione in tutte le battaglie ambientali sul territorio dalla Bassa Friulana alla Carnia, dalle Valli al Tagliamento, dalla lotta contro l'elettrosmog a quella recente contro la TAV (che ha avuto i suoi momenti di punta nelle grandi manifestazioni del 1° maggio 2006, 2007 e 2008 a Cervignano).
Alla fine di maggio 2006 i lavori per il Palazzo della Regione sono alle fasi conclusive e si avvicina il momento dello sgombero. A parole sia Regione che Comune che Prefettura riconoscono la necessità di dare una nuova sede al CSA, nei fatti si palleggiano le responsabilità col consueto gioco dello scaricabarile. È il Centro Sociale a risolvere il problema "trasferendosi" il 2 giugno nella palazzina di via Scalo Nuovo, di proprietà delle Ferrovie, abbandonata da anni. Sei camion di rifiuti vengono portati in discarica, cortile ed edificio vengono ripuliti e l'attività prosegue (sia pure in uno spazio decisamente più piccolo). Il passaggio alla nuova sede genera una denuncia per occupazione a carico di 36 persone (il processo è in corso). Tra le attività che hanno avuto maggiore sviluppo nell'ultimo periodo bisogna ricordare le riuscite mobilitazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini organizzate dal Movimento Studentesco e dal Collettivo Makhno e le iniziative antifasciste (non ultima la mobilitazione contro l'arrivo a Udine del negazionista Irving nel settembre 2009). 

LA REPRESSIONE IN FRIULI: perquisizioni, denunce, condanne, sgomberi...
Ma nell'ultimo anno si sono abbattuti sul Friuli  livelli di repressione finora sconosciuti. Ricordiamo solo, un anno fa, l'arresto di alcuni esponenti dei "disobbedienti" nell'Isontino con l'inverosimile accusa di spaccio di stupefacenti e più recentemente il fuoco di sbarramento contro il Sunsplash, un festival Reggae di notorietà internazionale che si teneva ad Osoppo (l'ultima volta era stato inaugurato dalla Ministra giamaicana della Cultura in persona) costretto a trasferirsi nella più ospitale Spagna per i continui controlli e denunce. Sulla "normale" vicenda del processo contro i 36 presunti occupanti di via Scalo nuovo si sono innestati una serie di eventi di inaudita gravità. Settembre 2008: i carabinieri compiono una perquisizione a sorpresa del CSA, forzano le porte e sequestrano computer e documenti. Il pretesto è dato da una denuncia presentata da una giornalista di estrema destra, molestata via internet da qualche ignoto. Gli inquirenti cercano di scaricare sui frequentatori del CSA, contro cui la giornalista aveva scritto alcuni velenosi articoli, la responsabilità delle molestie. Dalla perquisizione si origina una ulteriore denuncia per occupazione contro i titolari dei contratti Enel e telefono. Ottobre 2008: proteste contro la "riforma" Gelmini, la polizia interviene durante un'occupazione del liceo scientifico "Marinelli" di Udine identificando i presenti. Ordinaria amministrazione? Settembre 2009: poco dopo la manifestazione contro la presenza del negazionista Irving a Udine il sito libertario regionale viene danneggiato da un attacco hacker. Il sito era stato querelato dalla solita giornalista. I danni sono così gravi da obbligare a trasmigrare presso un altro provider. Coincidenze? Novembre 2009: due studenti maggiorenni del "Marinelli" si vedono notificare un decreto penale di condanna a 15 giorni di arresto (commutati in una multa di 570 euro a testa) per l'occupazione della scuola dell'anno precedente, per altri 25 di studenti (minorenni all'epoca) la causa è pendente davanti al Tribunale dei minori. Probabilmente è la prima volta che l'occupazione di una scuola provoca una condanna penale. Grande sconcerto in città: il preside nega di aver presentato denuncia e si dice "sgomento" per l'accaduto, persino alcuni deputati (tra i quali l'ex PM Casson) presentano un'interpellanza parlamentare sull'argomento. 10 dicembre 2009 i Carabinieri, su ordine della Magistratura, effettuano il "sequestro preventivo" del Centro Sociale Autogestito apponendo i sigilli ai locali. Otto studenti (quasi tutti minorenni) presenti per una riunione del Movimento Studentesco vengono identificati, fotografati, pesantemente intimiditi e nei giorni successivi convocati in caserma per vedersi notificare una denuncia per occupazione. Notare che le Ferrovie, proprietarie dello stabile, non hanno mai richiesto alcun sequestro che risulta quindi il risultato di un'autonoma iniziativa di Carabinieri e Magistratura. Anche la formula del "sequestro preventivo" di uno spazio occupato è del tutto inedita. Il rischio è che, come spesso è successo in passato nel bene e nel male (pensiamo alla nascita della Protezione civile e al "modello Illy") questa Regione costituisca una sorta di "laboratorio" per ricette da applicare nel resto del Paese. La prima risposta allo sgombero è stata, sabato 19 dicembre, un corteo che, nonostante le proibitive condizioni atmosferiche (sul Friuli si era scatenata nelle ore precedenti una vera e propria bufera di neve) ha visto sfilare per le vie della città oltre trecento persone arrivate a portare la loro fattiva solidarietà agli sgomberati (da notare che quasi tutte le delegazioni provenienti da fuori città sono state bloccate dall'impercorribilità delle strade). A questa manifestazione (in solidarietà anche con il contemporaneo corteo di Torino, con cui è stato effettuato un collegamento radiofonico grazie a radio Black out) è seguito un presidio informativo in centro a Udine il 30 dicembre e un riuscito "pignarul" [falò epifanico] realizzato la sera del 6 gennaio in via Scalo nuovo di fronte all'edificio "sequestrato" del CSA. Tutte le manifestazioni hanno visto una significativa partecipazione. Altre iniziative sono in cantiere.

Litio

Per seguirle in tempo reale:
http://csascalonuovo.noblogs.org/
http://www.info-action.net/
http://zardinsmagnetics.noblogs.org/

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