Un po' di storia...
Il 30 maggio 1987 vengono occupati gli spazi inutilizzati dell'ex
mercato ortofrutticolo di Udine in via Volturno, nasce così il
Centro Sociale Autogestito. L'esperienza costituiva il punto di arrivo
di una lunga e articolata elaborazione, sviluppatasi negli anni
precedenti, sulla necessità di spazi sociali, dalla Bassa
Friulana (da ricordare tra l'altro lo "storico" concerto punk a
Torviscosa nel 1982), a Udine, ad altre parti del Friuli, e da una
precedente occupazione dell'ex centro schermografico di via Colugna
(1985). "Con questa azione diretta, volta all'apertura di nuovi spazi
sociali espressivi culturali autogestiti in prima persona senza
ingerenze da parte di partiti o associazioni preconfezionate, diamo
vita ad uno spazio dove creare propri momenti di produzione culturale
antagonista, dove realizzare una socialità non mercificata, dove
l'unità tra diversi si esplichi nella forma più matura
della libertà, dove crescere individualmente, collettivamente ed
ideologicamente, rifiutando ghetti urbani, eroina e disgregazione
sociale" (volantino 30.5.87, firmato Gruppo per il centro sociale
autogestito, Kollettivo Farcs).
Autogestione, confronto assembleare, sensibilità libertaria,
musica autoprodotta, lotta alle droghe pesanti e occhio critico a
quelle leggere, antimilitarismo, ecofemminismo, valorizzazione della
lingua e della cultura locale, ecologia sociale, radicamento nelle
lotte del territorio e nella difesa dell'ambiente sono sempre stati i
cardini dell'azione del CSA. Tralasciando l'elevatissimo numero di
concerti, iniziative culturali, assemblee pubbliche su temi di
attualità svolti in questi 22 anni, si possono ricordare (senza
alcuna pretesa di completezza):
l'apertura nel dicembre 1990 di un centro autogestito di prima
accoglienza per immigrati in una delle due palazzine dell'ex mercato.
Il centro viene violentemente sgomberato con un ingente spiegamento di
polizia alle 4,45 del 20 dicembre 1991 per essere poi riaperto alcuni
mesi dopo. Segue un attentato con bottiglie incendiarie nella notte del
20 luglio 1993, cui risponde una grande manifestazione antirazzista. Il
centro di prima accoglienza ha funzionato fino al giugno 2006,
costituendo praticamente l'unica esperienza fattiva in città, a
fronte della politica parolaia delle istituzioni. Successivamente il
CSA ha collaborato attivamente alla lotta contro l'istituzione del CPT
di Gradisca. L'esperienza, nei primi anni '90, della rivista USMIS
riviste par gnovis culturis furlanis e planetariis e dell'omonimo
spazio culturale ed espositivo situato nella "cantina" sotto il centro
di prima accoglienza, la solidarietà con gli altri spazi
autogestiti (es. occupazione del CSA Farkadize nel 1994 a San Giorgio
di Nogaro). L'attività femminista, dal 1992, del collettivo
Dumbles – Feminis furlanis libertariis, l'impegno antimilitarista
contro tutte le guerre (più o meno "umanitarie") che si sono
susseguite in questi anni ed il sostegno dato ad obiettori di coscienza
totali, la trasmissione settimanale Zardins magnetics a Radio Onde
furlane. L'impegno contro la costruzione del Palazzo della Regione (un
vero e proprio ecomostro) nell'area dell'ex mercato ortofrutticolo.
Purtroppo l'obiettivo non è stato conseguito, ma è solo
grazie al CSA se le due palazzine (di grande interesse architettonico)
si sono salvate dalle ruspe. La mobilitazione in tutte le battaglie
ambientali sul territorio dalla Bassa Friulana alla Carnia, dalle Valli
al Tagliamento, dalla lotta contro l'elettrosmog a quella recente
contro la TAV (che ha avuto i suoi momenti di punta nelle grandi
manifestazioni del 1° maggio 2006, 2007 e 2008 a Cervignano).
Alla fine di maggio 2006 i lavori per il Palazzo della Regione sono
alle fasi conclusive e si avvicina il momento dello sgombero. A parole
sia Regione che Comune che Prefettura riconoscono la necessità
di dare una nuova sede al CSA, nei fatti si palleggiano le
responsabilità col consueto gioco dello scaricabarile. È
il Centro Sociale a risolvere il problema "trasferendosi" il 2 giugno
nella palazzina di via Scalo Nuovo, di proprietà delle Ferrovie,
abbandonata da anni. Sei camion di rifiuti vengono portati in
discarica, cortile ed edificio vengono ripuliti e l'attività
prosegue (sia pure in uno spazio decisamente più piccolo). Il
passaggio alla nuova sede genera una denuncia per occupazione a carico
di 36 persone (il processo è in corso). Tra le attività
che hanno avuto maggiore sviluppo nell'ultimo periodo bisogna ricordare
le riuscite mobilitazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini
organizzate dal Movimento Studentesco e dal Collettivo Makhno e le
iniziative antifasciste (non ultima la mobilitazione contro l'arrivo a
Udine del negazionista Irving nel settembre 2009).
LA REPRESSIONE IN FRIULI: perquisizioni, denunce, condanne, sgomberi...
Ma nell'ultimo anno si sono abbattuti sul Friuli livelli di
repressione finora sconosciuti. Ricordiamo solo, un anno fa, l'arresto
di alcuni esponenti dei "disobbedienti" nell'Isontino con
l'inverosimile accusa di spaccio di stupefacenti e più
recentemente il fuoco di sbarramento contro il Sunsplash, un festival
Reggae di notorietà internazionale che si teneva ad Osoppo
(l'ultima volta era stato inaugurato dalla Ministra giamaicana della
Cultura in persona) costretto a trasferirsi nella più ospitale
Spagna per i continui controlli e denunce. Sulla "normale" vicenda del
processo contro i 36 presunti occupanti di via Scalo nuovo si sono
innestati una serie di eventi di inaudita gravità. Settembre
2008: i carabinieri compiono una perquisizione a sorpresa del CSA,
forzano le porte e sequestrano computer e documenti. Il pretesto
è dato da una denuncia presentata da una giornalista di estrema
destra, molestata via internet da qualche ignoto. Gli inquirenti
cercano di scaricare sui frequentatori del CSA, contro cui la
giornalista aveva scritto alcuni velenosi articoli, la
responsabilità delle molestie. Dalla perquisizione si origina
una ulteriore denuncia per occupazione contro i titolari dei contratti
Enel e telefono. Ottobre 2008: proteste contro la "riforma" Gelmini, la
polizia interviene durante un'occupazione del liceo scientifico
"Marinelli" di Udine identificando i presenti. Ordinaria
amministrazione? Settembre 2009: poco dopo la manifestazione contro la
presenza del negazionista Irving a Udine il sito libertario regionale
viene danneggiato da un attacco hacker. Il sito era stato querelato
dalla solita giornalista. I danni sono così gravi da obbligare a
trasmigrare presso un altro provider. Coincidenze? Novembre 2009: due
studenti maggiorenni del "Marinelli" si vedono notificare un decreto
penale di condanna a 15 giorni di arresto (commutati in una multa di
570 euro a testa) per l'occupazione della scuola dell'anno precedente,
per altri 25 di studenti (minorenni all'epoca) la causa è
pendente davanti al Tribunale dei minori. Probabilmente è la
prima volta che l'occupazione di una scuola provoca una condanna
penale. Grande sconcerto in città: il preside nega di aver
presentato denuncia e si dice "sgomento" per l'accaduto, persino alcuni
deputati (tra i quali l'ex PM Casson) presentano un'interpellanza
parlamentare sull'argomento. 10 dicembre 2009 i Carabinieri, su ordine
della Magistratura, effettuano il "sequestro preventivo" del Centro
Sociale Autogestito apponendo i sigilli ai locali. Otto studenti (quasi
tutti minorenni) presenti per una riunione del Movimento Studentesco
vengono identificati, fotografati, pesantemente intimiditi e nei giorni
successivi convocati in caserma per vedersi notificare una denuncia per
occupazione. Notare che le Ferrovie, proprietarie dello stabile, non
hanno mai richiesto alcun sequestro che risulta quindi il risultato di
un'autonoma iniziativa di Carabinieri e Magistratura. Anche la formula
del "sequestro preventivo" di uno spazio occupato è del tutto
inedita. Il rischio è che, come spesso è successo in
passato nel bene e nel male (pensiamo alla nascita della Protezione
civile e al "modello Illy") questa Regione costituisca una sorta di
"laboratorio" per ricette da applicare nel resto del Paese. La prima
risposta allo sgombero è stata, sabato 19 dicembre, un corteo
che, nonostante le proibitive condizioni atmosferiche (sul Friuli si
era scatenata nelle ore precedenti una vera e propria bufera di neve)
ha visto sfilare per le vie della città oltre trecento persone
arrivate a portare la loro fattiva solidarietà agli sgomberati
(da notare che quasi tutte le delegazioni provenienti da fuori
città sono state bloccate dall'impercorribilità delle
strade). A questa manifestazione (in solidarietà anche con il
contemporaneo corteo di Torino, con cui è stato effettuato un
collegamento radiofonico grazie a radio Black out) è seguito un
presidio informativo in centro a Udine il 30 dicembre e un riuscito
"pignarul" [falò epifanico] realizzato la sera del 6 gennaio in
via Scalo nuovo di fronte all'edificio "sequestrato" del CSA. Tutte le
manifestazioni hanno visto una significativa partecipazione. Altre
iniziative sono in cantiere.
Litio
Per seguirle in tempo reale:
http://csascalonuovo.noblogs.org/
http://www.info-action.net/
http://zardinsmagnetics.noblogs.org/