Umanità Nova, n.1 del 17 gennaio 2010, anno 90

informAzione


12 dicembre e dintorni

Milano

Era prevedibile che per il 40° della strage di piazza Fontana si tenessero molte iniziative: quei morti pesano ancora e la ferita, aperta con quella bomba, sanguina ancora proiettando i suoi effetti fino ad oggi.
Da parte anarchica molte sono state le energie profuse per ricordare il contesto e per denunciare il senso dell'operazione che, colpendo in primis gli anarchici, intendeva aprire la strada ad un colpo di Stato in stile ellenico sotto l'egida statunitense.
Dal 23 novembre all'11 dicembre, nell'ambito di un'iniziativa organizzata ottimamente dai "Partigiani in ogni quartiere" – un coordinamento di realtà nato intorno al Torchiera, nei giorni dell'insediamento in quartiere di Cuore Nero - nostri compagni (Finzi, Lanza e Varengo) insieme a Saverio Ferrari dell' "Osservatorio democratico sulle nuove destre" e Aldo Giannuli sono intervenuti, a rotazione, in una quindicina di scuole secondarie superiori di Milano e Monza per portare la loro testimonianza e il loro contributo di comprensione di questo crimine di Stato. Diverse migliaia di studenti hanno riempito le Aule magne seguendo, generalmente con molta attenzione, gli interventi dei relatori accompagnati da un video prodotto e commentato dal LAPSUS (Laboratorio di ricerca animato da un gruppo di studenti di Storia della Statale di Milano), da una mostra fotografica e,  in almeno 7 scuole, da un bello spettacolo teatrale del CTAS incentrato sulla strage e sull'assassinio del compagno Pinelli.
L'11 dicembre, nel corso delle manifestazioni studentesche e dei partecipanti allo sciopero della Funzione pubblica CGIL, incontratesi a Piazza Fontana, si è tenuto un volantinaggio e la distribuzione di Umanità Nova nei pressi della lapide che ricorda l'omicidio di Pino Pinelli, posta sempre nella stessa piazza.
Per le manifestazioni tenutesi nel pomeriggio del 12 dicembre rimando al resoconto pubblicato sul n. 45 a. 2009 di UN.  Nella sera del 12, presso il Leoncavallo Spa, si è tenuta una serata organizzata dal Circolo Ponte della Ghisolfa, che ha visto la partecipazione, oltre di un folto pubblico, di  Balilli e Fenoglio, autori di un libro a fumetti su piazza Fontana, Piero Scaramucci, coautore del libro 'Una storia quasi soltanto mia' con Licia Pinelli, Roberto Gargamelli e Saverio Ferrari. Nel corso della serata è stato trasmesso una parte del recentissimo video-intervista al Generale Maletti nel quale uno dei principali responsabili dei servizi segreti d'allora conferma la pista statal-ordinovista della strage.
Il 13 dicembre poi trasferta di Lanza, Moroni e Varengo alla Casona di Ponticelli, in provincia di Bologna, ove, organizzato dall'Associazione Primo Moroni e dal Circolo Berneri, si è tenuto un dibattito sul tema, alla presenza di una cinquantina di compagni, seguito da un ottima cena e dallo spettacolo 'Morte accidentale di un anarchico' a cura del Circolo Iqbal Masih di Bologna.
Il 14 alle 21 iniziativa allo Spazio Micene, a cura della Federazione Anarchica Milanese e del Micene stesso, con proiezione del video del LAPSUS, corteo per le vie del quartiere con omaggio alla lapide posta sulla casa di Pino Pinelli con l'aggiunta di una targa ("Milano non dimentica 40 anni di ingiustizie, lottando per un futuro migliore, ti ricordiamo per sempre"),  i canti del Coro del Micene e l'intervento finale di Franco Schirone sulla figura del nostro compagno assassinato. Un centinaio i partecipanti.
Infine il 15 dicembre, organizzato dal Ponte della Ghisolfa in collaborazione con il Teatro della cooperativa, serata in ricordo di Pino e di Valpreda con interventi teatrali del gruppo del C.S. Baraonda, di Renato Sarti e Paolo Rossi, intramezzati dagli interventi di Mauro Decortes, degli avvocati Luca Boneschi e Gigi Mariani, che hanno ripercorso le fasi della persecuzione antianarchica, di Lello Valitutti che, con un toccante discorso, ha riconfermato la testimonianza di allora, mai raccolta da alcun giudice, di Saverio Ferrari, di un rappresentante dell'Associazione dei familiari vittime della strage di Piazza Fontana e di Massimo Varengo, che ha evidenziato l'insostenibilità della tesi del 'malore attivo'. Teatro strapieno.
Nella stessa notte poi mentre Valitutti, accompagnato da amici e compagni, si recava in Questura per depositare un mazzo di fiori in ricordo e omaggio di Pinelli, un gruppo di nove compagni del Kollettivo Nuova Resistenza veniva fermato mentre sui muri posteriori della Questura tracciava con lo spray scritte per ricordare non solo l'omicidio di Pino ma anche quelli di Giuliani, di Aldrovandi, del giovane greco Alexis, di Cucchi. Accompagnati in Questura, venivano identificati e uno di loro indagato per 'imbrattamento'.

L'incaricato

Ancona

Si è svolta con pieno successo il 12 dicembre l'iniziativa regionale per il quarantennale delle bombe contro i lavoratori (piazza Fontana) e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli. L'iniziativa, che ha voluto collegare il ricordo del passato (e la ricerca di una verità ancora volutamente negata) alla situazione attuale è stata promossa - con la sigla comune di Assemblea Anarchica Marchigiana - dall'Unione Sindacale Italiana-AIT, dai gruppi, dalle federazioni, dai centri studi e dalle individualità anarchiche e libertarie delle Marche
Il primo appuntamento si è svolto al cippo della resistenza, nei pressi di Porta Pia davanti al porto. Una quarantina di compagni (nonostante le avverse condizioni climatiche) si sono radunati con le loro bandiere. Un ritratto di Pinelli è stato appoggiato al cippo. Portava la scritta: "Giuseppe Pinelli anarchico e partigiano, ucciso dallo stato il 15 dicembre del 1969". Careri per l'USI e Paolo Braschi hanno brevemente ricordato la figura di Pinelli (dall'esperienza partigiana alla militanza anarchica ed anarcosindacalista) e la sua uccisione. Un toccante momento che è proseguito col canto della ballata di Pinelli e la deposizione di garofani rossi attorno alla foto di Pino.
Un'ora dopo nella centrale sede cittadina dell'ANPI si è svolta una conferenza dibattito sulle tematiche scaturite dai fatti del 12 dicembre cui hanno presenziato numerosi interessati, anche diversi da coloro che avevano partecipato alla commemorazione delle 16,00. Proiettato inizialmente un breve video, che ha suscitato molto interesse, con la ricostruzione, fatta da Gian Maria Volontè e da altri attori, dell'interrogatorio di Pinelli in questura e dell'assurdità delle tesi poliziesche sul suo suicidio. È seguita la lettura (da parte di una compagna di Ancona) della lettera che la moglie di Pinelli (Licia) e le figle (Claudia e Silvia) hanno inviato ai presenti per aver organizzato una simile iniziativa e per mantenere vivo il ricordo di Pino. È iniziata quindi la conferenza intervallata dai "Liberi cantori della Marca" che hanno magistralmente proposto ballate e canti su Pinelli, la resistenza e la tradizione anarchica.
Careri, per l'Archivio dell'USI, ha illustrato il perché dell'iniziativa, il suo collegamento alla realtà attuale antifascista e di conflittualità sociale, soffermandosi (con dati d'archivio) sulla figura del giovane partigiano Pinelli (aveva 16 anni) nel contesto delle brigate anarchiche milanesi che ebbero un ruolo importantissimo nella lotta partigiana e nella liberazione di Milano.
La parte centrale e più importante della conferenza è stata la testimonianza e la relazione di Paolo Braschi, del gruppo degli anarchici milanesi che (insieme a Pinelli) operavano nel 1968-69. Braschi ha reso vivi i ricordi delle grandi lotte di quegli anni, riuscendo a creare grande attenzione tra i presenti e a costruire anche agganci con la dura situazione sociale di oggi. Incarcerato (e accusato ingiustamente) per le bombe dell'aprile del 1969 (vera e propria prova generale di quella che sarà la strategia iniziata con la strage di dicembre e la persecuzione degli anarchici), Braschi ha raccontato la sua terribile esperienza negli interrogatori della questura milanese (la stessa "squadra" che interrogherà e ucciderà Pinelli), le minacce e le botte subite, il ruolo in quei mesi di Calabresi, Guida, Allegra, Panizza ed infine il clima reazionario del periodo che inizierà la lunga strada delle stragi di stato, della repressione delle lotte (sindacali e sociali) e della limitazione degli spazi di libertà.
Poi i racconti del carcere dove apprende della morte di Pinelli, la scarcerazione, la campagna di controinformazione, la figura di Valpreda e tanti altri episodi di straordinario interesse storiografico e politico (tutta la testimonianza e la relazione di Braschi è stata registrata).
L'intervento di Braschi ha prodotto in sala un forte interesse e subito dopo la sua conclusione si è aperto spontaneamente un dibattito ricco e appassionato. Tra tutti ricordiamo l'intervento dell'avvocato Rino che si trovava a Milano in quel dicembre del '69 e ci ha raccontato la sua testimonianza e ha posto interessanti quesiti sull'assurdità legale della non incriminazione dei poliziotti che interrogavano Pinelli (anche nell'ipotesi del suicidio) per la loro oggettiva responsabilità nell'accaduto. Segnaliamo anche l'intervento di Mario, anziano compagno anarchico, che ha ricordato come fu vissuto ad Ancona l'annuncio della strage e poi la notizia dell'uccisione di Pino (Pinelli collaborava ed era legato alla redazione dell'Internazionale che Luciano Farinelli pubblicava ad Ancona). Un applauso dei presenti ha ricordato anche quello che fu l'impegno anarchico di Farinelli nella nostra città.
Dopo questo primo dibattito che ha coinvolto diversi presenti, i lavori sono proseguito con l'interessante e precisa relazione di Donato Romito della Federazione dei Comunisti Anarchici, che ha messo in luce i fatti e i retroscena del '69 e quelli degli anni successivi inserendoli in un contesto di analisi più complessivo sulle strategie che muovono le dinamiche politiche ed economiche del nostro paese.
A conclusione alcuni nuovi interventi di dibattito e quindi le note finali di un canto anarchico.
Una giornata importante che ha coinvolto realmente chi vi ha partecipato, una strada da seguire con nuove iniziative già in cantiere per i prossimi mesi.
Un'ultimo ringraziamento va ai due digossini in borghese presenti per tutto il tempo in sala. A loro va dato il merito di aver retto (nonostante l'evidente sofferenza visibile nei loro volti) più di tre ore di relazioni, dibattiti e ballate certo non congeniali ai loro reali interessi. Alla fine, per loro fortuna, l'orario di lavoro è terminato e hanno potuto abbandonare la sala. Visto che, non volendo, sono stati ripresi nelle foto fatte da molti presenti agli oratori, ai musicisti e (ahimè) anche al pubblico della sala, saremo lieti di scambiare le nostre foto che li riguardano con i filmini fatti a tutto campo e in maniera esagerata dai loro colleghi ai partecipanti al raduno al cippo della resistenza.

Assemblea Anarchica Marchigiana

Novara

Anche a Novara, il pomeriggio del 12 dicembre, è stata ricordata la tragedia di piazza Fontana. Il Circolo Zabriskie Point ha organizzato un presidio in piazza Gramsci. Sono stati distribuiti volantini rievocativi e divulgativi, nei quali erano rammentati (agli smemorati ed ai giovani parzialmente incolpevoli di nulla sapere) i fatti del 1969 e le successive tragiche conseguenze. A partire dall'ora maledetta (le 16.37, il momento dell'esplosione) è iniziato un piccolo improvvisato concerto per voci, chitarra e fisarmonica, grazie al quale si sono riportati alla memoria canti vecchi e nuovi della tradizione anarchica.

Circolo Zabriskie Point Novara

Palermo

In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Stato di piazza Fontana e dell'assassinio di Giuseppe Pinelli, il Coordinamento Anarchico Palermitano ha dato vita ad alcune iniziative di lotta e di riflessione. Il 12 dicembre, i compagni del Coordinamento hanno partecipato a una piazza tematica insieme ad altre realtà di movimento che si è svolta in centro storico allestendo una mostra documentaria sulla strage. Un corteo notturno ha poi concluso la giornata. La mattina del 15 dicembre, il Coordinamento Anarchico ha organizzato un presidio informativo sui tragici fatti di quarant'anni fa con particolare riferimento alla vicenda di Pino Pinelli. Nel pomeriggio, si è svolto un dibattito pubblico nell'aula magna del Liceo artistico "Catalano" alla presenza di una sessantina tra allievi e docenti della scuola. Molto apprezzati gli interventi dei relatori, Antonio Cardella e Salvo Vaccaro, che hanno offerto testimonianze e analisi sulla strategia della tensione e su quanto sia sempre attuale la criminalità del potere. Il successo dell'iniziativa e l'interesse suscitato nei ragazzi dimostrano quanto sia importante fornire alle giovani generazioni strumenti adeguati per conoscere il passato e leggere criticamente il presente.

Gruppo "Alfonso Failla" - FAI

Carrara

Il 19 dicembre i Gruppi Anarchici Riuniti di Carrara (Gruppo Germinal Carrara, Circolo G. Fiaschi Carrara, Circolo Malatesta Gragnana e Circolo Lodovici Vico Torano) hanno deposto una corona di fiori sulla tomba del compagno Pinelli, nel cimitero di Carrara. La gelida e nevosa giornata non ha impedito a un nutrito gruppo di compagni di essere presente alla commemorazione. La giornata è continuata nel pomeriggio, presso la sede provvisoria del Gruppo Germinal nella quale è stata allestita una mostra informativa sulle stragi di stato, la strategia della tensione e le vittime della violenza poliziesca. Durante il pomeriggio si sono esibiti il gruppo musicale La Ciurma e Donato Landini che hanno intrattenuto i presenti con canzoni tratte dal repertorio anarchico.

redC

Reggio Emilia. No al pacchetto sicurezza

Il 19 dicembre a Reggio Emilia si è tenuta la manifestazione provinciale contro il razzismo, organizzata dal comitato no pacchetto sicurezza, a cui aderiscono oltre quaranta associazioni culturali, politiche e sindacali.
La manifestazione ha visto la partecipazione di circa 1000 persone nei momenti di massima affluenza. Nonostante il tempo avverso, le temperature proibitive e l'impraticabilità delle strade, le lamentele di Lega e commercianti e cambi di percorsi voluti dalla questura, il corteo, vivace e colorato, ha sfilato lungo un percorso che si è snodato per il centro storico della città. All'altezza di Piazza del Monte un banchetto della Lega (3 loschi figuri) è stato oscurato da un cordone di compagni.
Molti interventi hanno ricordato gli effetti nocivi del pacchetto
sicurezza, le vittime della violenza di stato fuori e dentro cie/carceri e come il potere voglia scaricare sui più deboli gli effetti della crisi.
Giova ricordare, tra l'altro che il pacchetto è stato applicato
pesantemente a Reggio Emilia: prima con il divieto di manifestare il sabato (provvedimento sospeso fino ad aprile a causa della forte mobilitazione profusa dai compagni su tal fronte) poi con centinaia di perquisizioni e di fermi a danni di "clandestini".
Il corteo si è concluso in Piazza Prampolini, davanti al Municipio, dove ci sono stati gli interventi conclusivi.
Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi, associazioni,sindacati, migranti, Sinti e Rom. Buona la partecipazione della Federazione Anarchica Reggiana, presente con un suo furgone e con un luminoso striscione con su scritto "La nostra patria è il mondo intero". La Federazione Anarchica Reggiana è impegnata nel Comitata No Pacchetto Sicurezza fin dalla sua nascita. Questa scadenza dimostra ancora una volta
l'importanza di un lavoro aperto, fatto dal basso che punti a coinvolgere migranti e cittadinanza per contrastare le politiche autoritarie e razziste.

FAI reggiana

Trapani. Presidio antirazzista

Lunedì 28 dicembre, in occasione del decimo anniversario del rogo del Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani in cui persero la vita sei immigrati dopo un tentativo di fuga, si è tenuto un presidio antirazzista organizzato dal locale Coordinamento per la Pace insieme a molte altre associazioni e forze politiche trapanesi e siciliane. La manifestazione, alla quale hanno partecipato diverse decine di persone, si è svolta proprio davanti il centro di detenzione per immigrati. Come sempre accade in questi casi, il presidio è servito a creare un ponte tra chi è dentro e chi è fuori. Gli immigrati hanno manifestato tutto il loro apprezzamento per l'iniziativa, mostrando cartelli improvvisati che inneggiavano alla libertà e scandendo slogan contro il governo e contro le politiche razziste. Dalle parole degli immigrati si sono potute riscontrare le solite condizioni di invivibilità del "Serraino Vulpitta" (acqua fredda, pasti insufficienti, scarsa assistenza medica, provocazioni poliziesche) che sono all'origine delle proteste e dei tentativi di fuga sempre molto frequenti. Particolarmente visibile la presenza dei compagni del Coordinamento Anarchico Palermitano, in piazza con megafono, bandiere e striscioni per esprimere la solidarietà antirazzista contro ogni frontiera. Oltre al ricordo della strage, la giornata di lotta si è caratterizzata per la denuncia della costruzione del nuovo centro di identificazione ed espulsione della città che, assai probabilmente, sostituirà il "Serraino Vulpitta". Si tratta di una struttura molto più grande, ubicata all'estrema periferia della città, in un'area sostanzialmente disabitata a ridosso dell'autostrada e della statale per Palermo. Un nuovo «monumento al razzismo di stato» (così come si legge nel documento di indizione della manifestazione) fortemente voluto dal Ministero dell'interno con l'avallo dei poteri forti della città.

TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Parma. Solidarietà alla rivolta degli immigrati di Rosarno

Nella notte tra il 10 e l'11 gennaio a Parma sono stati posizionati due grossi striscioni in solidarietà alla rivolta degli immigrati di Rosarno su un ponte all'imbocco della tangenziale, fungente da collegamento tra la città e l'area industriale, che sarebbe stata raggiunta entro poche ore da numerosi lavoratori. Gli striscioni, firmati dal gruppo anarchico A. Cieri / Fai di Parma, riportano le scritte "Rosarno: la violenza è dello stato" e "Solidarietà agli immigrati" per smascherare la vera origine della violenza xenofoba strumentale alle politiche razziste del governo che, attraverso mal simulati strumenti legislativi, arma la mano delle mafie locali sostenute e coadiuvate da comuni cittadini condizionati dalle mistificazioni securitarie della politica ufficiale.
II messaggio dello stato e delle mafie è chiaro: alzare la testa in modo diretto per ribellarsi al cancro sociale della riduzione in schiavitù, voluta e sostenuta dalla Ndrangheta e dai più alti livelli istituzionali, non è possibile se non al prezzo di un criminale soffocamento - con la violenza dei linciaggi, delle deportazioni e delle demolizioni - di ogni voce di dissenso e di ogni embrione di resistenza sociale.

c. e v.
per il gruppo anarchico A.Cieri/FAI di Parma

Arese. Affare intricato all'Alfa Romeo

Un intreccio tra film di spionaggio e maccartismo anni cinquanta. Se malavita comune e malavita… padronale si alleano, lo scenario è da brividi. Il luogo è l'Alfa Romeo di Arese, tra minacce di ristrutturazione e i soldi dell'Expo 2015 che risvegliano voglia di speculazione. La situazione è intricata, meglio andare per ordine. All'inizio di dicembre 2009 Carmelo D'Arpa, delegato RSU dello Slai Cobas riceve una lettera di licenziamento dalla Innova Service, la società di servizi che gestisce la portineria sud ovest dell'azienda, oltre a vari servizi di manutenzione e giardinaggio. Innova Service è diretta dalla stessa titolare della ADM, che gestisce anche la portineria est. Ad aprile scorso gli scagnozzi di questa società aggredirono due delegati Slai, costretti al ricovero in ospedale.
Il licenziamento è giustificato dalla somma di provvedimenti disciplinari, ovviamente uno più pretestuoso dell'altro. Da anni lo Slai Cobas denuncia le angherie di questi rambo di periferia, gente che indossa la divisa dell'esercito del Guatemala e conserva in macchina mazze da baseball della X Mas. A dicembre le ultime della serie, abolizione del servizio mensa, in barba agli accordi sindacali, e niente festività patronale. Negli ultimi mesi sono partite più di 150 lettere di contestazione, con provvedimenti disciplinari, multe, sospensioni.
Ma chi sono i gestori di queste due società? Il quotidiano Repubblica, il 28 novembre scrive in un articolo che la titolare dell'ADM sarebbe colpevole di aver messo una cimice nell'ufficio di un manager del comune di Milano e che il capo del personale è stato arrestato dalla squadra mobile per corruzione. Avrebbe pagato un maresciallo dei carabinieri per ottenere appalti per le intercettazioni e avere informazioni attinte da banche dati del Ministero dell'Interno.  Nel corso delle indagini negli uffici di Innova Service e ADM viene trovata una relazione dei carabinieri su Corrado Delle Donne, coordinatore nazionale dello Slai e sulla lotta dei lavoratori dell'Innse.
I delegati dello Slai chiedono l'intervento del Prefetto per commissionare le due società, controllate tra l'altro dal governo Usa.
Poco dopo gli ispettori Inps fanno un sopralluogo all'Alfa e comunicano a Innova Service l'annullamento della cassa integrazione a partire da giugno, intimando il pieno pagamento di questo periodo ai lavoratori. Innova Service manda un telegramma a tutti i cassaintegrati e li richiama al lavoro. Per vendicarsi, evidentemente,  licenzia Carmelo D'Arpa.
Ci si chiede come sia tollerabile che portinerie e servizi dell'Alfa siano gestiti da una simile azienda. Lo Slai chiede di nuovo il commissariamento di Innova Service e ADM, l'assunzione dei lavoratori in una nuova società di servizi, l'assunzione dei precari, il ritiro dei licenziamenti per rappresaglia. Poi obiettivi e richieste più generali: blocco dei trasferimenti a Torino, rispetto degli accordi sull'auto ecologica, blocco dei progetti speculativi sull'area.

La Redazione di Bel Lavoro     

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