12 dicembre e dintorni
Era prevedibile che per il 40° della strage di piazza Fontana si
tenessero molte iniziative: quei morti pesano ancora e la ferita,
aperta con quella bomba, sanguina ancora proiettando i suoi effetti
fino ad oggi.
Da parte anarchica molte sono state le energie profuse per ricordare il
contesto e per denunciare il senso dell'operazione che, colpendo in
primis gli anarchici, intendeva aprire la strada ad un colpo di Stato
in stile ellenico sotto l'egida statunitense.
Dal 23 novembre all'11 dicembre, nell'ambito di un'iniziativa
organizzata ottimamente dai "Partigiani in ogni quartiere" – un
coordinamento di realtà nato intorno al Torchiera, nei giorni
dell'insediamento in quartiere di Cuore Nero - nostri compagni (Finzi,
Lanza e Varengo) insieme a Saverio Ferrari dell' "Osservatorio
democratico sulle nuove destre" e Aldo Giannuli sono intervenuti, a
rotazione, in una quindicina di scuole secondarie superiori di Milano e
Monza per portare la loro testimonianza e il loro contributo di
comprensione di questo crimine di Stato. Diverse migliaia di studenti
hanno riempito le Aule magne seguendo, generalmente con molta
attenzione, gli interventi dei relatori accompagnati da un video
prodotto e commentato dal LAPSUS (Laboratorio di ricerca animato da un
gruppo di studenti di Storia della Statale di Milano), da una mostra
fotografica e, in almeno 7 scuole, da un bello spettacolo
teatrale del CTAS incentrato sulla strage e sull'assassinio del
compagno Pinelli.
L'11 dicembre, nel corso delle manifestazioni studentesche e dei
partecipanti allo sciopero della Funzione pubblica CGIL, incontratesi a
Piazza Fontana, si è tenuto un volantinaggio e la distribuzione
di Umanità Nova nei pressi della lapide che ricorda l'omicidio
di Pino Pinelli, posta sempre nella stessa piazza.
Per le manifestazioni tenutesi nel pomeriggio del 12 dicembre rimando
al resoconto pubblicato sul n. 45 a. 2009 di UN. Nella sera del
12, presso il Leoncavallo Spa, si è tenuta una serata
organizzata dal Circolo Ponte della Ghisolfa, che ha visto la
partecipazione, oltre di un folto pubblico, di Balilli e
Fenoglio, autori di un libro a fumetti su piazza Fontana, Piero
Scaramucci, coautore del libro 'Una storia quasi soltanto mia' con
Licia Pinelli, Roberto Gargamelli e Saverio Ferrari. Nel corso della
serata è stato trasmesso una parte del recentissimo
video-intervista al Generale Maletti nel quale uno dei principali
responsabili dei servizi segreti d'allora conferma la pista
statal-ordinovista della strage.
Il 13 dicembre poi trasferta di Lanza, Moroni e Varengo alla Casona di
Ponticelli, in provincia di Bologna, ove, organizzato dall'Associazione
Primo Moroni e dal Circolo Berneri, si è tenuto un dibattito sul
tema, alla presenza di una cinquantina di compagni, seguito da un
ottima cena e dallo spettacolo 'Morte accidentale di un anarchico' a
cura del Circolo Iqbal Masih di Bologna.
Il 14 alle 21 iniziativa allo Spazio Micene, a cura della Federazione
Anarchica Milanese e del Micene stesso, con proiezione del video del
LAPSUS, corteo per le vie del quartiere con omaggio alla lapide posta
sulla casa di Pino Pinelli con l'aggiunta di una targa ("Milano non
dimentica 40 anni di ingiustizie, lottando per un futuro migliore, ti
ricordiamo per sempre"), i canti del Coro del Micene e
l'intervento finale di Franco Schirone sulla figura del nostro compagno
assassinato. Un centinaio i partecipanti.
Infine il 15 dicembre, organizzato dal Ponte della Ghisolfa in
collaborazione con il Teatro della cooperativa, serata in ricordo di
Pino e di Valpreda con interventi teatrali del gruppo del C.S.
Baraonda, di Renato Sarti e Paolo Rossi, intramezzati dagli interventi
di Mauro Decortes, degli avvocati Luca Boneschi e Gigi Mariani, che
hanno ripercorso le fasi della persecuzione antianarchica, di Lello
Valitutti che, con un toccante discorso, ha riconfermato la
testimonianza di allora, mai raccolta da alcun giudice, di Saverio
Ferrari, di un rappresentante dell'Associazione dei familiari vittime
della strage di Piazza Fontana e di Massimo Varengo, che ha evidenziato
l'insostenibilità della tesi del 'malore attivo'. Teatro
strapieno.
Nella stessa notte poi mentre Valitutti, accompagnato da amici e
compagni, si recava in Questura per depositare un mazzo di fiori in
ricordo e omaggio di Pinelli, un gruppo di nove compagni del Kollettivo
Nuova Resistenza veniva fermato mentre sui muri posteriori della
Questura tracciava con lo spray scritte per ricordare non solo
l'omicidio di Pino ma anche quelli di Giuliani, di Aldrovandi, del
giovane greco Alexis, di Cucchi. Accompagnati in Questura, venivano
identificati e uno di loro indagato per 'imbrattamento'.
L'incaricato
Si è svolta con pieno successo il 12 dicembre l'iniziativa
regionale per il quarantennale delle bombe contro i lavoratori (piazza
Fontana) e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli. L'iniziativa, che ha
voluto collegare il ricordo del passato (e la ricerca di una
verità ancora volutamente negata) alla situazione attuale
è stata promossa - con la sigla comune di Assemblea Anarchica
Marchigiana - dall'Unione Sindacale Italiana-AIT, dai gruppi, dalle
federazioni, dai centri studi e dalle individualità anarchiche e
libertarie delle Marche
Il primo appuntamento si è svolto al cippo della resistenza, nei
pressi di Porta Pia davanti al porto. Una quarantina di compagni
(nonostante le avverse condizioni climatiche) si sono radunati con le
loro bandiere. Un ritratto di Pinelli è stato appoggiato al
cippo. Portava la scritta: "Giuseppe Pinelli anarchico e partigiano,
ucciso dallo stato il 15 dicembre del 1969". Careri per l'USI e Paolo
Braschi hanno brevemente ricordato la figura di Pinelli
(dall'esperienza partigiana alla militanza anarchica ed
anarcosindacalista) e la sua uccisione. Un toccante momento che
è proseguito col canto della ballata di Pinelli e la deposizione
di garofani rossi attorno alla foto di Pino.
Un'ora dopo nella centrale sede cittadina dell'ANPI si è svolta
una conferenza dibattito sulle tematiche scaturite dai fatti del 12
dicembre cui hanno presenziato numerosi interessati, anche diversi da
coloro che avevano partecipato alla commemorazione delle 16,00.
Proiettato inizialmente un breve video, che ha suscitato molto
interesse, con la ricostruzione, fatta da Gian Maria Volontè e
da altri attori, dell'interrogatorio di Pinelli in questura e
dell'assurdità delle tesi poliziesche sul suo suicidio. È
seguita la lettura (da parte di una compagna di Ancona) della lettera
che la moglie di Pinelli (Licia) e le figle (Claudia e Silvia) hanno
inviato ai presenti per aver organizzato una simile iniziativa e per
mantenere vivo il ricordo di Pino. È iniziata quindi la
conferenza intervallata dai "Liberi cantori della Marca" che hanno
magistralmente proposto ballate e canti su Pinelli, la resistenza e la
tradizione anarchica.
Careri, per l'Archivio dell'USI, ha illustrato il perché
dell'iniziativa, il suo collegamento alla realtà attuale
antifascista e di conflittualità sociale, soffermandosi (con
dati d'archivio) sulla figura del giovane partigiano Pinelli (aveva 16
anni) nel contesto delle brigate anarchiche milanesi che ebbero un
ruolo importantissimo nella lotta partigiana e nella liberazione di
Milano.
La parte centrale e più importante della conferenza è
stata la testimonianza e la relazione di Paolo Braschi, del gruppo
degli anarchici milanesi che (insieme a Pinelli) operavano nel 1968-69.
Braschi ha reso vivi i ricordi delle grandi lotte di quegli anni,
riuscendo a creare grande attenzione tra i presenti e a costruire anche
agganci con la dura situazione sociale di oggi. Incarcerato (e accusato
ingiustamente) per le bombe dell'aprile del 1969 (vera e propria prova
generale di quella che sarà la strategia iniziata con la strage
di dicembre e la persecuzione degli anarchici), Braschi ha raccontato
la sua terribile esperienza negli interrogatori della questura milanese
(la stessa "squadra" che interrogherà e ucciderà
Pinelli), le minacce e le botte subite, il ruolo in quei mesi di
Calabresi, Guida, Allegra, Panizza ed infine il clima reazionario del
periodo che inizierà la lunga strada delle stragi di stato,
della repressione delle lotte (sindacali e sociali) e della limitazione
degli spazi di libertà.
Poi i racconti del carcere dove apprende della morte di Pinelli, la
scarcerazione, la campagna di controinformazione, la figura di Valpreda
e tanti altri episodi di straordinario interesse storiografico e
politico (tutta la testimonianza e la relazione di Braschi è
stata registrata).
L'intervento di Braschi ha prodotto in sala un forte interesse e subito
dopo la sua conclusione si è aperto spontaneamente un dibattito
ricco e appassionato. Tra tutti ricordiamo l'intervento dell'avvocato
Rino che si trovava a Milano in quel dicembre del '69 e ci ha
raccontato la sua testimonianza e ha posto interessanti quesiti
sull'assurdità legale della non incriminazione dei poliziotti
che interrogavano Pinelli (anche nell'ipotesi del suicidio) per la loro
oggettiva responsabilità nell'accaduto. Segnaliamo anche
l'intervento di Mario, anziano compagno anarchico, che ha ricordato
come fu vissuto ad Ancona l'annuncio della strage e poi la notizia
dell'uccisione di Pino (Pinelli collaborava ed era legato alla
redazione dell'Internazionale che Luciano Farinelli pubblicava ad
Ancona). Un applauso dei presenti ha ricordato anche quello che fu
l'impegno anarchico di Farinelli nella nostra città.
Dopo questo primo dibattito che ha coinvolto diversi presenti, i lavori
sono proseguito con l'interessante e precisa relazione di Donato Romito
della Federazione dei Comunisti Anarchici, che ha messo in luce i fatti
e i retroscena del '69 e quelli degli anni successivi inserendoli in un
contesto di analisi più complessivo sulle strategie che muovono
le dinamiche politiche ed economiche del nostro paese.
A conclusione alcuni nuovi interventi di dibattito e quindi le note finali di un canto anarchico.
Una giornata importante che ha coinvolto realmente chi vi ha
partecipato, una strada da seguire con nuove iniziative già in
cantiere per i prossimi mesi.
Un'ultimo ringraziamento va ai due digossini in borghese presenti per
tutto il tempo in sala. A loro va dato il merito di aver retto
(nonostante l'evidente sofferenza visibile nei loro volti) più
di tre ore di relazioni, dibattiti e ballate certo non congeniali ai
loro reali interessi. Alla fine, per loro fortuna, l'orario di lavoro
è terminato e hanno potuto abbandonare la sala. Visto che, non
volendo, sono stati ripresi nelle foto fatte da molti presenti agli
oratori, ai musicisti e (ahimè) anche al pubblico della sala,
saremo lieti di scambiare le nostre foto che li riguardano con i
filmini fatti a tutto campo e in maniera esagerata dai loro colleghi ai
partecipanti al raduno al cippo della resistenza.
Assemblea Anarchica Marchigiana
Anche a Novara, il pomeriggio del 12 dicembre, è stata
ricordata la tragedia di piazza Fontana. Il Circolo Zabriskie Point ha
organizzato un presidio in piazza Gramsci. Sono stati distribuiti
volantini rievocativi e divulgativi, nei quali erano rammentati (agli
smemorati ed ai giovani parzialmente incolpevoli di nulla sapere) i
fatti del 1969 e le successive tragiche conseguenze. A partire dall'ora
maledetta (le 16.37, il momento dell'esplosione) è iniziato un
piccolo improvvisato concerto per voci, chitarra e fisarmonica, grazie
al quale si sono riportati alla memoria canti vecchi e nuovi della
tradizione anarchica.
Circolo Zabriskie Point Novara
In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Stato di
piazza Fontana e dell'assassinio di Giuseppe Pinelli, il Coordinamento
Anarchico Palermitano ha dato vita ad alcune iniziative di lotta e di
riflessione. Il 12 dicembre, i compagni del Coordinamento hanno
partecipato a una piazza tematica insieme ad altre realtà di
movimento che si è svolta in centro storico allestendo una
mostra documentaria sulla strage. Un corteo notturno ha poi concluso la
giornata. La mattina del 15 dicembre, il Coordinamento Anarchico ha
organizzato un presidio informativo sui tragici fatti di quarant'anni
fa con particolare riferimento alla vicenda di Pino Pinelli. Nel
pomeriggio, si è svolto un dibattito pubblico nell'aula magna
del Liceo artistico "Catalano" alla presenza di una sessantina tra
allievi e docenti della scuola. Molto apprezzati gli interventi dei
relatori, Antonio Cardella e Salvo Vaccaro, che hanno offerto
testimonianze e analisi sulla strategia della tensione e su quanto sia
sempre attuale la criminalità del potere. Il successo
dell'iniziativa e l'interesse suscitato nei ragazzi dimostrano quanto
sia importante fornire alle giovani generazioni strumenti adeguati per
conoscere il passato e leggere criticamente il presente.
Gruppo "Alfonso Failla" - FAI
Il 19 dicembre i Gruppi Anarchici Riuniti di Carrara (Gruppo
Germinal Carrara, Circolo G. Fiaschi Carrara, Circolo Malatesta
Gragnana e Circolo Lodovici Vico Torano) hanno deposto una corona di
fiori sulla tomba del compagno Pinelli, nel cimitero di Carrara. La
gelida e nevosa giornata non ha impedito a un nutrito gruppo di
compagni di essere presente alla commemorazione. La giornata è
continuata nel pomeriggio, presso la sede provvisoria del Gruppo
Germinal nella quale è stata allestita una mostra informativa
sulle stragi di stato, la strategia della tensione e le vittime della
violenza poliziesca. Durante il pomeriggio si sono esibiti il gruppo
musicale La Ciurma e Donato Landini che hanno intrattenuto i presenti
con canzoni tratte dal repertorio anarchico.
redC
Il 19 dicembre a Reggio Emilia si è tenuta la manifestazione
provinciale contro il razzismo, organizzata dal comitato no pacchetto
sicurezza, a cui aderiscono oltre quaranta associazioni culturali,
politiche e sindacali.
La manifestazione ha visto la partecipazione di circa 1000 persone nei
momenti di massima affluenza. Nonostante il tempo avverso, le
temperature proibitive e l'impraticabilità delle strade, le
lamentele di Lega e commercianti e cambi di percorsi voluti dalla
questura, il corteo, vivace e colorato, ha sfilato lungo un percorso
che si è snodato per il centro storico della città.
All'altezza di Piazza del Monte un banchetto della Lega (3 loschi
figuri) è stato oscurato da un cordone di compagni.
Molti interventi hanno ricordato gli effetti nocivi del pacchetto
sicurezza, le vittime della violenza di stato fuori e dentro
cie/carceri e come il potere voglia scaricare sui più deboli gli
effetti della crisi.
Giova ricordare, tra l'altro che il pacchetto è stato applicato
pesantemente a Reggio Emilia: prima con il divieto di manifestare il
sabato (provvedimento sospeso fino ad aprile a causa della forte
mobilitazione profusa dai compagni su tal fronte) poi con centinaia di
perquisizioni e di fermi a danni di "clandestini".
Il corteo si è concluso in Piazza Prampolini, davanti al Municipio, dove ci sono stati gli interventi conclusivi.
Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi,
associazioni,sindacati, migranti, Sinti e Rom. Buona la partecipazione
della Federazione Anarchica Reggiana, presente con un suo furgone e con
un luminoso striscione con su scritto "La nostra patria è il
mondo intero". La Federazione Anarchica Reggiana è impegnata nel
Comitata No Pacchetto Sicurezza fin dalla sua nascita. Questa scadenza
dimostra ancora una volta
l'importanza di un lavoro aperto, fatto dal basso che punti a
coinvolgere migranti e cittadinanza per contrastare le politiche
autoritarie e razziste.
FAI reggiana
Lunedì 28 dicembre, in occasione del decimo anniversario del
rogo del Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani
in cui persero la vita sei immigrati dopo un tentativo di fuga, si
è tenuto un presidio antirazzista organizzato dal locale
Coordinamento per la Pace insieme a molte altre associazioni e forze
politiche trapanesi e siciliane. La manifestazione, alla quale hanno
partecipato diverse decine di persone, si è svolta proprio
davanti il centro di detenzione per immigrati. Come sempre accade in
questi casi, il presidio è servito a creare un ponte tra chi
è dentro e chi è fuori. Gli immigrati hanno manifestato
tutto il loro apprezzamento per l'iniziativa, mostrando cartelli
improvvisati che inneggiavano alla libertà e scandendo slogan
contro il governo e contro le politiche razziste. Dalle parole degli
immigrati si sono potute riscontrare le solite condizioni di
invivibilità del "Serraino Vulpitta" (acqua fredda, pasti
insufficienti, scarsa assistenza medica, provocazioni poliziesche) che
sono all'origine delle proteste e dei tentativi di fuga sempre molto
frequenti. Particolarmente visibile la presenza dei compagni del
Coordinamento Anarchico Palermitano, in piazza con megafono, bandiere e
striscioni per esprimere la solidarietà antirazzista contro ogni
frontiera. Oltre al ricordo della strage, la giornata di lotta si
è caratterizzata per la denuncia della costruzione del nuovo
centro di identificazione ed espulsione della città che, assai
probabilmente, sostituirà il "Serraino Vulpitta". Si tratta di
una struttura molto più grande, ubicata all'estrema periferia
della città, in un'area sostanzialmente disabitata a ridosso
dell'autostrada e della statale per Palermo. Un nuovo «monumento
al razzismo di stato» (così come si legge nel documento di
indizione della manifestazione) fortemente voluto dal Ministero
dell'interno con l'avallo dei poteri forti della città.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Nella notte tra il 10 e l'11 gennaio a Parma sono stati posizionati
due grossi striscioni in solidarietà alla rivolta degli
immigrati di Rosarno su un ponte all'imbocco della tangenziale,
fungente da collegamento tra la città e l'area industriale, che
sarebbe stata raggiunta entro poche ore da numerosi lavoratori. Gli
striscioni, firmati dal gruppo anarchico A. Cieri / Fai di Parma,
riportano le scritte "Rosarno: la violenza è dello stato" e
"Solidarietà agli immigrati" per smascherare la vera origine
della violenza xenofoba strumentale alle politiche razziste del governo
che, attraverso mal simulati strumenti legislativi, arma la mano delle
mafie locali sostenute e coadiuvate da comuni cittadini condizionati
dalle mistificazioni securitarie della politica ufficiale.
II messaggio dello stato e delle mafie è chiaro: alzare la testa
in modo diretto per ribellarsi al cancro sociale della riduzione in
schiavitù, voluta e sostenuta dalla Ndrangheta e dai più
alti livelli istituzionali, non è possibile se non al prezzo di
un criminale soffocamento - con la violenza dei linciaggi, delle
deportazioni e delle demolizioni - di ogni voce di dissenso e di ogni
embrione di resistenza sociale.
c. e v.
per il gruppo anarchico A.Cieri/FAI di Parma
Un intreccio tra film di spionaggio e maccartismo anni cinquanta. Se
malavita comune e malavita… padronale si alleano, lo scenario è
da brividi. Il luogo è l'Alfa Romeo di Arese, tra minacce di
ristrutturazione e i soldi dell'Expo 2015 che risvegliano voglia di
speculazione. La situazione è intricata, meglio andare per
ordine. All'inizio di dicembre 2009 Carmelo D'Arpa, delegato RSU dello
Slai Cobas riceve una lettera di licenziamento dalla Innova Service, la
società di servizi che gestisce la portineria sud ovest
dell'azienda, oltre a vari servizi di manutenzione e giardinaggio.
Innova Service è diretta dalla stessa titolare della ADM, che
gestisce anche la portineria est. Ad aprile scorso gli scagnozzi di
questa società aggredirono due delegati Slai, costretti al
ricovero in ospedale.
Il licenziamento è giustificato dalla somma di provvedimenti
disciplinari, ovviamente uno più pretestuoso dell'altro. Da anni
lo Slai Cobas denuncia le angherie di questi rambo di periferia, gente
che indossa la divisa dell'esercito del Guatemala e conserva in
macchina mazze da baseball della X Mas. A dicembre le ultime della
serie, abolizione del servizio mensa, in barba agli accordi sindacali,
e niente festività patronale. Negli ultimi mesi sono partite
più di 150 lettere di contestazione, con provvedimenti
disciplinari, multe, sospensioni.
Ma chi sono i gestori di queste due società? Il quotidiano
Repubblica, il 28 novembre scrive in un articolo che la titolare
dell'ADM sarebbe colpevole di aver messo una cimice nell'ufficio di un
manager del comune di Milano e che il capo del personale è stato
arrestato dalla squadra mobile per corruzione. Avrebbe pagato un
maresciallo dei carabinieri per ottenere appalti per le intercettazioni
e avere informazioni attinte da banche dati del Ministero
dell'Interno. Nel corso delle indagini negli uffici di Innova
Service e ADM viene trovata una relazione dei carabinieri su Corrado
Delle Donne, coordinatore nazionale dello Slai e sulla lotta dei
lavoratori dell'Innse.
I delegati dello Slai chiedono l'intervento del Prefetto per
commissionare le due società, controllate tra l'altro dal
governo Usa.
Poco dopo gli ispettori Inps fanno un sopralluogo all'Alfa e comunicano
a Innova Service l'annullamento della cassa integrazione a partire da
giugno, intimando il pieno pagamento di questo periodo ai lavoratori.
Innova Service manda un telegramma a tutti i cassaintegrati e li
richiama al lavoro. Per vendicarsi, evidentemente, licenzia
Carmelo D'Arpa.
Ci si chiede come sia tollerabile che portinerie e servizi dell'Alfa
siano gestiti da una simile azienda. Lo Slai chiede di nuovo il
commissariamento di Innova Service e ADM, l'assunzione dei lavoratori
in una nuova società di servizi, l'assunzione dei precari, il
ritiro dei licenziamenti per rappresaglia. Poi obiettivi e richieste
più generali: blocco dei trasferimenti a Torino, rispetto degli
accordi sull'auto ecologica, blocco dei progetti speculativi sull'area.
La Redazione di Bel Lavoro