Una catastrofe naturale si è abbattuta su Haiti, della cui
portata ancora intravediamo solo la superficie. Gli haitiani dovranno
lottare per ricostruire le loro vite e le loro case, forse per decenni
considerando l'entità senza precedenti del crollo, sia fisico
che sociale.
Eppure, nonostante l'imprevedibilità dei terremoti, il disastro
è contro natura, una mostruosità dei nostri tempi.
L'entità dei danni causati dal terremoto fa parte del costo
dello sfruttamento incontrollato, che in ogni momento mette il profitto
prima della salute, della sicurezza e del benessere del popolo di Haiti.
Mentre il mondo sta guardando - pronto ad aiutare - il potere vede una
grande opportunità. Gli operai e i contadini di Haiti lottano da
decenni per i loro diritti anche al più elementare livello di
esistenza, mentre le forze di occupazione delle Nazioni Unite, lo Stato
e le élite dominanti hanno mantenuto inesorabilmente la miseria
sociale. Ora che Port-Au-Prince non è altro che macerie, nuove
opportunità si presentano alla classe dirigente di ricostruire
Haiti nei loro stessi interessi.
Ma allo stesso modo, i lavoratori e contadini haitiani potrebbero far
valere il loro diritto ad una loro Haiti, una in cui essi non saranno
più costretti a vivere in edifici pericolanti, né
dovranno lavorare solo per riempire le tasche delle élite, che
siano straniere o locali.
Quando si smetterà di guardare l'orrore e si passerà ad
agire in modo incisivo, i progressisti potranno offrire un'alternativa.
C'è un desiderio, forte e bello, di fare qualcosa per aiutare
gli altri nel momento di bisogno. Le nostre azioni sono più
forti quando ci organizziamo e facciamo uno sforzo concertato e unito.
Già da ora possiamo fare un impatto profondissimo, impegnandoci
ad agire in solidarietà direttamente con i movimenti
sociali autonomi di Haiti.
Essi rappresentano la migliore opzione per il popolo haitiano e sono
più bisognosi. Allo stesso tempo, siamo nella posizione migliore
per aiutare, in quanto persone impegnate a batterci contro un sistema
che serve a sfruttare tutti noi. Chiediamo la solidarietà dei
singoli a favore dei singoli impegnati in una lotta comune. Non si
tratta solo di soldi per aiutare, ma anche e soprattutto un
atto autonomo ed indipendente di solidarietà internazionale, che
evidenzi il fallimento delle forze di occupazione, delle multinazionali
e delle élite haitiane, che sono i principali responsabili per
aver portato Haiti allo sfacelo.
Ci sarà un fiume di aiuti e di denaro, dati in forma di
carità. Fino alla prossima catastrofe. La nostra azione di
solidarietà non dovrebbe essere, in qualunque forma, solo un
atto di aiuto umanitario. Non dovrebbe essere un atto apolitico e non
dobbiamo dare carta bianca a coloro che vogliono sfruttare la
sofferenza degli altri.
Dovrà essere invece un atto di solidarietà con la
popolazione in lotta di Haiti e con le loro organizzazioni, respingendo
al contempo l'élite haitiana e il suo apparato statale
totalmente inetto, che ha portato Haiti al fallimento. Il terremoto
è una catastrofe naturale, è vero, ma lo Stato di Haiti,
la miseria delle masse e l'ignobile ingiustizia dell'ordine sociale non
sono naturali.
Siamo in contatto con una di queste organizzazioni, Batay Ouvriye, e
metteremo le nostre risorse e il nostro tempo a loro sostegno, per
aiutare la ricostruzione dopo il disastro e per mantenere la lotta per
un Haiti migliore e un mondo migliore.
Batay Ouvriye è un'organizzazione combattiva di base degli
operai e dei contadini i cui membri sono lavoratori e lavoratrici in
tutto Haiti, ma soprattutto nelle zone di estremo sfruttamento, ossia
nei laboratori clandestini e nelle zone franche. Noi abbiamo
organizzato un modo per inviare denaro a Batay Ouvriye. Se altri
vogliono anche loro inviare denaro, possono scrivere a
miamiautonomyandsolidarity@yahoo.com
Miami Autonomy & Solidarity
http://miamiautonomyandsolidarity.wordpress.com/> and Batay Ouvriye
Haiti Solidarity Network