"La Lega Nord ha scelto il luogo della sua campagna elettorale a
Milano; il luogo dove soffiare sul fuoco del razzismo, dell'odio verso
il diverso. Questo luogo è via Pietro Crespi, una piccola strada
che collega Viale Monza a Via Giacosa, dietro il parco Trotter. Siamo
nel cuore di un quartiere multietnico, dove nei precedenti mesi il
giornale più autorevole e 'moderato' d'Italia ha deciso di
unirsi allo sport più in voga nel Bel Paese: additare
l'immigrato come causa di tutti i mali. C'è degrado nel
quartiere? Non è perché le condizioni di vita di chi ci
abita sono peggiorate, no! È colpa degli immigrati! C'è
il problema di gente che gira ubriaca fin dalla mattina presto? Non
è perché l'alcolismo si sta diffondendo nelle classi
lavoratrici, come rimedio fasullo ad una vita fatta di sacrifici e
sofferenze, no! È colpa dell'immigrato! Le case stanno scendendo
di prezzo ed i lavoratori che si erano comprati la casa con tanti
sacrifici si trovano strozzati dal mutuo? Non è perché le
Banche hanno la proprietà reale su tutta la zona, avendo
concesso mutui a costi spaventosi, no! È colpa degli immigrati!"
Questo è quanto si afferma in un comunicato del comitato antirazzista milanese.
Nella riunione della FAM, nella serata di giovedì 14 gennaio, il
compagno che vive in quella zona, esprime tutte le sue preoccupazione
sulla situazione che si sta creando. Sono arrivate, nel giro di pochi
mesi, a 20 le incursioni da parte della polizia, che entra con forza e
prepotenza nei singoli appartamenti del suo palazzo, in una spietata
caccia contro gli immigrati "irregolari". All'intervento pesante della
polizia si affianca sovente quello della stampa e del telegiornale
regionale sotto il controllo leghista che fanno uscire servizi con
informazioni deformate. Spesso si affiancano anche noti personaggi
della politica locale, quali consiglieri della Lega e lo stesso
famigerato Salvini (capogruppo leghista al comune di Milano) colui, per
intenderci, che ha proposto di dividere le carrozze dei mezzi pubblici,
per separare quelle riservate agli italiani dalle altre destinate agli
immigrati. Anche il giorno precedente, afferma il compagno, mentre si
stava recando al lavoro, uscendo dal portone che dà sulla
strada, viene abbagliato dai fari delle telecamere, puntate su quel
luogo, con in più la presenza ingombrante del solito consigliere
leghista. Quando ha reagito sdegnato, gridando la sua protesta, si
è visto circondato da digos e poliziotti. L'accanimento e il
ripetersi di questi avvenimenti e il tipo di concentramento di forze
politiche, conclude il compagno, significa che quel luogo è
stato scelto dalla Lega per scatenare la propria sporca campagna
elettorale di stampo razzista.
Continua il comunicato del comitato:
"La Lega Nord fa presa su i settori più beceri e ignoranti, sui
fascisti in pectore che si sentono ringalluzziti, sulla
meschinità e tutti quei veleni che purtroppo crescono anche
negli strati più popolari. Così danno vita ad un
fantomatico 'Comitato per via Pietro Crespi', che ha avuto l'ardire di
tappezzare la via di volantini in cui chiede l'intervento delle forze
dell'ordine contro chi beve o mangia un panino in strada." Il comitato
antirazzista, come prima risposta, ha dato appuntamento per
"venerdì 15 gennaio in via Pietro Crespi alle 18,30, per
mangiare, bere, discutere e dire la nostra liberamente… allo scopo di
fermare la Lega dovunque cerca di guadagnare terreno"
Il 'picnic' di strada è stato molto vivace e partecipato, con
una consistente ed entusiasta presenza di immigrati che vivono nel
quartiere. È stata predisposta una tavolata, ai bordi della
strada, con cibarie e bevande a disposizione del pubblico. Si è
fatto notare, a poca distanza, una folta 'delegazione' della digos e
poliziotti vari. È solo l'inizio, le feste in strada
continueranno.
RedM
Sabato 16 gennaio, nel pomeriggio, si è svolta la
manifestazione nel quartiere San Siro, per fermare gli sgomberi delle
case e dello "Spazio Micene" e per difendere il quartiere dai progetti
dell'Aler e del Comune. Tra i principali promotori della manifestazione
il "Comitato abitanti San Siro", che ha sede nello "Spazio Micene" e il
Centro stesso, luogo di autorganizzazione sociale (dove è anche
attivo un importante doposcuola per bambini di immigrati), di
controcultura (tra le iniziative è da ricordare quella che si
svolge il 14 dicembre, in collaborazione con la FAM, in memoria di
Pinelli che abitava nei pressi, dove da alcuni anni è stata
posta una targa in ricordo).
È un po' di tempo che l'Aler sta attivando e intensificando la
politica degli sfratti. Nel 2009 dall'Aler sono state sgomberate a
Milano 252 case. Se si calcola che il costo di ogni sgombero è
di 3350 euro, sono stati spesi 844.200 euro per buttare in mezzo a una
strada tante famiglie. Mentre se si assegnassero le 500 case vuote di
edilizia popolare al costo di 75 euro mensili, entrerebbero nelle casse
dell'ente 900.000 euro all'anno. Si potrebbero costruire nuovi
appartamenti, dal momento che su 131.000 domande per alloggi pubblici
presentate in Italia nel 2006, soltanto 10.457 sono state soddisfatte.
Inoltre, l'Aler e il Comune hanno in progetto di trasformare San Siro
in un quartiere per ricchi verso l'EXPO 2015, buttando fuori quelli
senza contratto, ma anche quelli che ce l'hanno. Il 15 dicembre a
palazzo Marino si è riunita la commissione Sviluppo del
Territorio, dove il Presidente dell'Aler dichiarava: "A San Siro le
case popolari sono a poca distanza dove sorgerà City Life, se
possiamo costruire case a poca distanza e i residenti ne hanno un segno
tangibile, iniziamo a liberare 6mila alloggi, e non è escluso
che parte di quell'area possa essere rimessa sul mercato…"
Il progetto è chiaro: trasformare San Siro in un quartiere per
ricchi, sgomberando tutti gli occupanti per necessità, senza
trovare una soluzione abitativa.
L'appuntamento per la manifestazione era piazza Selinunte, dove sono
confluite aree dei centri sociali e abitanti del quartiere. Diverse
centinaia hanno attraversato per circa 2 ore e mezzo gran parte del
quartiere, scandendo slogan contro gli sgomberi, intervallati da
interventi di protesta. Alla fine la manifestazione si è
conclusa in via Micene, davanti alla sede dello "Spazio Micene", dove
è stato ribadito l'appuntamento per la mattina del 19 gennaio,
quando è stato preannunciato lo sgombero del Centro stesso.
L'ultimo appello è stato quello a partecipare alla
manifestazione di protesta, indetta per le ore 20 davanti a S.Vittore,
per protestare contro la tragica morte di Mohamed El Abouby, uno dei
protagonisti della rivolta di agosto in via Corelli.
RedM
Nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 gennaio è
morto nel carcere di a S. Vittore Mohammed El Abbouby, uno dei 14
rivoltosi di Corelli arrestati lo scorso agosto; insieme ai suoi
compagni di lotta aveva denunciato l'aberrazione dei CIE e il
comportamento inqualificabile dell'Ispettore-capo Vittorio Addesso,
autore di violenze sessuali contro Joey, detenuta nigeriana che
attualmente si trova nel carcere di Como.
La notizia diramata dall'istituzione carceraria parlava subito di
suicidio. Alcuni media hanno invece parlato di un "incidente". Ma in
entrambi i casi i dubbi sono molti. A Mohammed mancava solo un mese di
carcere e dal contenuto delle lettere che si scambiava con il comitato
non era emerso nessun "segnale"
Il comitato antirazzista milanese ha espresso subito "rabbia e il
nostro dolore per la perdita di un compagno che ha pagato con la vita
il suo coraggio", aggiungendo poi: "il razzismo di stato prima ha
rinchiuso Mohamed e i suoi compagni dentro il CIE, poi li ha
incarcerati a S.Vittore, infine li ha condannati senza
possibilità di appello (questo è il ruolo della custodia
cautelare applicata a piene mani, in particolare contro gli immigrati,
anche per condanne di lievissima entità); ed infine lo ha
ucciso. Quanto basta per parlare apertamente di omicidio di stato
Sabato un centinaio di compagne e compagni si sono ritrovati sotto il
carcere. Gli slogan e una presenza rumorosa hanno suscitato la risposta
solidale di molti detenuti.
Da alcune corrispondenze con il comitato antirazzista milanese
In seguito ai gravi fatti avvenuti nelle scorse settimane a Rosarno
e per lanciare un messaggio solidale a tutti coloro che subiscono
questo clima xenofobo e repressivo, sabato 16 gennaio 2009 si è
tenuto a Reggio Emilia un presidio per informare e sensibilizzare sulla
condizione dei migranti in Italia.
L'iniziativa, che si è svolta nella principale piazza della
città, è durata un paio d'ore, dalle 15 alle 17, ed ha
visto la partecipazione di diverse centinaia di persone.
Al presidio, lanciato da Associazione Città Migrante hanno
aderito gran parte delle realtà antirazziste reggiane compreso
la FAI Reggiana (con un proprio volantino) ed il Comitato No Pacchetto
sicurezza, organizzatore della manifestazione del 19 dicembre scorso.
L'incaricato
Il 16 gennaio la rete antirazzista composta da esponenti di Cosenza
e Lamezia si è recata, in delegazione, presso il CIE di Lamezia
Terme per fare visita a dieci detenuti migranti provenienti dal campo
di Crotone dove erano stati portati a seguito delle tristi vicende di
Rosarno. Lo scopo della visita era quello di constatare le loro
condizioni in modo da offrire supporto legale oltre che
solidarietà e vicinanza da parte delle realtà di
movimento della Calabria. La delegazione accompagnata dall'onorevole
Cesare Marini ha incontrato numerose difficoltà per entrare
all'interno del CIE; è stata, infatti, negata la
possibilità ad esponenti della rete e a personale legale di
entrare; addirittura lo stesso onorevole è stato lasciato
entrare, da solo, dopo cinquanta minuti di incomprensibile
attesa. È la prima volta che assistiamo ad un simile evento!
Durante la breve visita dell'onorevole la delegazione ha raccolto, da
dietro le sbarre, i racconti di alcuni ragazzi detenuti, l'ennesimo
grido di rabbia e disperazione che raccogliamo ogni volta che ci
troviamo in questi autentici lager dei nostri giorni. Tutti chiedevano
a gran voce che noi entrassimo per constatare coi nostri occhi le
aberranti condizioni in cui sopravvivono e lamentavano il fatto di
essere totalmente abbandonati da Dio e dal mondo. A questo si
aggiungono le numerose provocazioni di cui la delegazione è
stata oggetto da parte di sedicenti giornalisti.
Non è che una tappa del percorso di lotta intrapreso dalla rete
antirazzista calabrese che andrà avanti nei prossimi giorni, in
vista dell'assemblea nazionale antirazzista che si terrà il
prossimo 24 gennaio a Roma.
Rete antirazzista
Una serata da ripetere. L'assemblea con i compagni di Parma di
"Diritti in casa – Rete di lotta per la casa", molto densa e
interessante non ha avuto la partecipazione che avrebbe meritato.
Purtroppo le lunghe notti insonni ai presidi no tav hanno assorbito
grandi energie a tutti.
L'esperienza che ci hanno raccontato Emilia, Valentina e Cristian dura
ormai da dieci anni e ha segnato in modo positivo la città.
Lì, non diversamente da Torino, solo la speculazione sembrava
farla da padrona, espellendo dai quartieri "riqualificati" i più
poveri per trasformarsi, poco a poco, in vetrina per chi viene da
fuori.
La lotta intrapresa a fianco dei senza casa, un tempo solo immigrati,
oggi anche italiani poveri, ha dato, nonostante la repressione,
numerosi frutti. Delle 20 case occupate oggi ne restano più di
una decina, mentre sempre più capillare è diventato il
lavoro di inchiesta e l'azione per impedire gli sfratti.
Dalla loro storica "roccaforte", l'ex casa cantoniera di via Mantova, a
lungo occupata e oggi in comodato gratuito, partono sempre nuove
iniziative: dallo sportello casa all'occupazione di spazi sociali che
mirano ad un coinvolgimento diretto della gente dei quartieri popolari.
Ne è scaturito un ampio confronto di idee ed esperienze utile
per sviluppare sinergie e trarre nuove idee per le lotte di domani.
M. M.
Dopo qualche mese di stasi, il comitato NOTAV di Trieste e del Carso
(in cui sono presenti dall'inizio vari anarchici e libertari), ha
ripreso le attività. Giovedì 14 si è svolta nel
popolare quartiere di Roiano una riuscita serata informativa che ha
visto una buona partecipazione di abitanti della zona. Vari membri del
comitato hanno spiegato sia cosa comporterebbe il progetto per il
quartiere (uno dei più colpiti dai lavori) che in generale tutte
le ragioni del NO all'alta velocità.
Un intervento ha poi espresso la piena solidarietà del comitato
ai movimenti NOTAV che a Torino e in Valsusa proprio in questi giorni
si stanno nuovamente "mettendo in mezzo" e contrastando l'inizio dei
sondaggi.
Durante la serata nasce anche l'idea di un presidio di
solidarietà. E così sabato 16 in una piazza centrale
nonostante il vento, il freddo glaciale, il pochissimo tempo per
organizzarsi e il cambio di piazza imposto dalla Digos all'ultimo, una
ventina di persone hanno manifestato l'appoggio ai comitati NOTAV
piemontesi attraverso centinaia di volantini e striscioni suscitando
anche l'interesse di alcuni media locali. Per i prossimi mesi sono in
cantiere altre iniziative.
per contatti:
notavtriestecarso@gmail.com
un compagno
La giunta di Pecorara, paese del piacentino e luogo simbolo della
resistenza al nazifascismo, ha deliberato la settimana scorsa la
cancellazione di Piazza XXV Aprile. Piazza 25 aprile si chiamerà
così piazza Jacopo da Pecorara, cardinale vissuto a cavallo fra
il XII e XIII secolo. La proposta era stata lanciata nei giorni
precedenti da Pdl e Lega Nord. [...] Per rispondere a questa grave
decisione l'Anpi ha deciso di lanciare un assemblea tra i propri
iscritti e simpatizzanti che si terrà il 22 gennaio, alle ore
18, nella sede piacentina.
RedB
Giovedì 7 gennaio è stato sgomberato lo Spazio Sociale
Autogestito Antagonista Guernica. Un altro spazio della città di
Modena ritornerà al degrado ed alla desolazione così come
è tuttora per la Casa Cantoniera di via Canaletto che gli ex
occupanti di Libera occuparono nel 2005 e che fu sgomberata dopo
16 giorni.
Con lo sgombero del Guernica è stato ripristinato l'ordine di Stato e Capitale.
Il messaggio è chiaro o ti affidi allo Stato ed alle sue leggi,
a qualche mafia partitica, a qualche finanziamento europeo garantito
dal politico di turno, oppure ti iscrivi alla camera di commercio, apri
partita iva e diventi impresa economica.
Una socialità libera e non mercificata non è prevista
né tollerata dalla legalità del legislatore. Il paradosso
è che mentre si sgomberano "pericolosi" luoghi di
socialità c'è chi riesce ad affondare decine di navi
cariche di rifiuti tossici e radioattivi, c'è chi riesce a
sfruttare migliaia di migranti come schiavi, c'è chi riesce a
spacciare ai propri soldati proiettili all'uranio impoverito,
c'è chi non controlla vagoni a GPL che esplodono nelle stazioni
e ci sarebbe tanto altro da rimarcare non ultima la legalità
delle morti bianche sul lavoro.
La lezione quindi è chiara, tutto ciò che serve alla
legge dello sfruttamento e del controllo sociale è lecito
ciò che vi sfugge va eliminato, cioè sgomberato. La lotta
per liberare nuovi spazi sociali e per difendere l'autogestione
continua, il 31 dicembre abbiamo fatto un corteo notturno nel centro
della città per ribadire l'importanza di questi temi, non ci
fermerà di certo né la repressione, né l'assessore
Marino.
Solidarietà ai denunciati del Guernica e a tutti gli spazi sociali autogestiti sotto sgombero.
Spazio sociale Libera/Collettivo anarchico de "Gli Agitati"