Con l'incedere della crisi economica e sociale, in diversi paesi
europei Stato e Capitale stanno stringendo sempre più intime
alleanze per contrastare l'azione delle classi subalterne attraverso
una delle possibili strategie di lotta a loro disposizione:
l'anarcosindacalismo.
In Italia, la più rappresentativa organizzazione sindacale che
si ispira ai principi dell'azione diretta, dell'autogestione e al
federalismo sindacale è l'Unione Sindacale Italiana – sezione
italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori.
Da diverso tempo l'agibilità sindacale di questa organizzazione
è contrastata dall'azione repressiva di alcune istituzioni
pubbliche e private che tendono ad espropriare i locali della sede
nazionale a Milano (viale Bligny 22) o, peggio ancora, discreditando a
mezzo stampa come è avvenuto recentemente dalle colonne del
quotidiano "La Repubblica" in cui si associava il "petardino" esploso
all'Università Bocconi di Milano alla vertenza legale in corso
tra l'USI-AIT e la proprietà di viale Bligny 22 ossia la stessa
università destinataria del regalo fattogli dall'amministrazione
comunale milanese.
Ma in questo articolo è intenzione riportare altre due vicende
altrettanto importanti che si stanno svolgendo in Portogallo e in
Germania.
A Lisbona, il 25 aprile del 2007 si tenne una partecipata
manifestazione dichiaratamente antifascista e anticapitalista per
celebrare la fine della dittatura fascista avvenuta nel 1974 e a fronte
di una forte ascesa elettorale dell'estrema destra nel paese. Al
termine del corteo, avvenuto senza alcun incidente, ma con la massiccia
e provocatoria presenza della polizia in tenuta anti-sommossa, una
parte consistente dei partecipanti si recò verso il quartiere
Chiado della capitale portoghese. Qui, ormai senza più vie di
fuga, avvennero violente cariche poliziesche che portarono al ferimento
di molte persone e soprattutto all'arresto di 11 partecipanti al
corteo. Da due anni a questa parte è continuata, a tamburo
battente, una campagna diffamatoria contro gli arrestati e soprattutto
contro gli ambienti anarchici e anarcosindacalisti presenti nella
capitale. In questo forte clima repressivo, il 22 gennaio 2010 è
iniziato il processo con un impianto accusatorio molto pesante: le
accuse sono "aggressione, ingiurie aggravate e disobbedienza civile",
punibili con pene da 6 mesi a 5 anni di carcere.
Nonostante il clima intimidatorio, i divieti a presenziare alle udienze
processuali per i solidali agli arrestati, un piccolo gruppo di
compagni è riuscito ad aprire uno striscione di
solidarietà di fronte al luogo in cui si tiene il processo.
Gli aderenti alla Sezione Portoghese dell'A.I.T. invitano quindi alla
mobilitazione e alla solidarietà internazionale nel proseguo di
quello che, giustamente, hanno definito "processo-farsa". A Berlino
invece, capitale della "democratica" e riunificata Germania,
l'organizzazione anarcosindacalista FAU, aderente all'A.I.T., dal
giugno 2009 ha intrapreso una lotta vertenziale all'interno del cinema
Babylon atta al conseguimento di un Accordo Collettivo aziendale.
Le nuove e radicali forme di lotta intraprese dagli aderenti alla
FAU-AIT e dai lavoratori della catena dei cinema Babylon hanno avuto
molta eco in tutto il paese soprattutto per la riscoperta di un potente
strumento di lotta come quello del boicottaggio.
Messi alle strette, i vertici aziendali hanno accettato di negoziare
con i lavoratori ma scegliendo, come referente sindacale, il sindacato
Verd.di aderente alla DGB privo di ogni reale presenza riconosciuta dai
lavoratori della catena di cinema. Questo sindacato è il
classico esempio di organizzazione corporativa e concertativa
riconosciuta da stato e padronato e che si adopera
affinché sia impedito, con qualsiasi strumento, un reale
processo di autorganizzazione sindacale ad opera dei lavoratori stessi.
Quindi i vertici aziendali dalla Babylon hanno chiamato in giudizio
diverse volte l'organizzazione FAU-AIT e l'11 dicembre ultimo scorso,
il Tribunale di Berlino ha proibito l'attività sindacale della
FAU-Berlino e, conseguentemente, di tutta l'organizzazione sul suolo
tedesco. Inoltre la condanna prevede anche l'ingente multa di 250.000€
e la conseguente reclusione qualora non venga ottemperata la sentenza.
Di fatto l'intera organizzazione viene posta nelle condizioni di
illegalità come non avveniva dalle leggi prussiane del 1914 e
naziste del 1933.
La solidarietà internazionale, così come si sta
già esprimendo in diversi paesi europei, non può che non
richiedere che tale sentenza venga revocata al fine del ripristino
della più totale libertà di scelta e di organizzazione
per i lavoratori nel loro processo di emancipazione e liberazione dal
giogo di stato e capitale.
Come "Umanità Nova" continueremo a seguire, informare e
solidarizzare con quanto verrà messo in campo nel prossimo
periodo.
A cura di Paolo Masala