Umanità Nova, n.3 del 31 gennaio 2010, anno 90

Della straordinaria follia del sistema


Segnaliamo qui tre notizie significative apparse nei giorni scorsi su alcuni giornali locali o su siti internet che testimoniano la brutalità del sistema.

A Napoli condannati due poliziotti per la mattanza della Caserma Raniero nel marzo del 2001; 2 anni e 8 mesi la condanna per le violenze, gli oltraggi e le sevizie ai manifestanti reclusi in quella che si è poi dimostrata essere la prova generale dei massacri di Genova.
Si ricorderà come quel 17 marzo si svolgesse una delle tante manifestazioni contro la globalizzazione; in quella data si svolgeva a Napoli il Global Forum, non un organismo internazionale come era stato per le manifestazioni contro l'OCSE di qualche mese prima a Bologna, ma un incontro "informale" dei big mondiali in visto della definizione dell'agenda del nascente G8. Il movimento (i giornali borghesi parlarono di 20 mila persone in corteo) andò deciso a violare la "zona rossa", ma prima che qualsiasi azione potesse essere messa in atto dai manifestanti partì una carica furibonda ed una vera caccia all'uomo che coinvolse sia manifestanti che passanti. Le retate si svilupparono nelle strade (anche lontano dal luogo dei primi scontri) e negli ospedali; alcune persone furono tirare giù dalle ambulanze e caricate a calci e pugni sui cellulari; alla caserma Raniero si sperimentò il modello stadio "cileno" con soprusi di ogni genere nei confronti dei fermati.
I due poliziotti condannati sono sicuramente dei "capri espiatori" di ben più ampie responsabilità; l'ex grande capo della Polizia, Di Gennaro, famigerato anche per i fatti di Genova; l'allora ministri degli interni, il "democratico" Bianco del governo D'Alema.

A Livorno, quasi in spregio alla manifestazione di qualche giorno prima, viene consegnata ai legali della madre di Marcello Lonzi, Maria Ciuffi, la perizia medico-legale. Maria Ciuffi, indignata, sporge denuncia contro la questura.
Il contenuto della perizia è, per l'ennesima volta, contraddittorio, incompleto, evasivo.
Proprio mentre il carcere fa emergere (come nel caso di Stefano Cucchi) perizie che evidenziano i pestaggi subiti da Marcello nella questura di Livorno, la questura e la procura vorrebbero avvalorare la tesi dell'incidente.

A Ferrara inizia una nuova fase della lunga battaglia della famiglia di Federico Aldrovandi per ottenere verità e giustizia. Un processo per omissione, falsa testimonianza e favoreggiamento si è aperto contro quattro poliziotti della questura di Ferrara che avrebbero coperto i loro colleghi autori del pestaggio. Emerge così nell'aula di un tribunale quella pratica che i "colleghi" esercitano quotidianamente dando ampia copertura se non convinta partecipazione alle bravate dei manganellatori di turno.
Salvo poi, quando imputati, a fare lo scaricabarile. Le omissioni della questura, per altro, avrebbero "giustificato" le sottovalutazioni che portarono la procura a "insabbiare" il caso.
La condanna dei poliziotti "mele marce" assolverà comunque il sistema.

A cura della RedB

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