Umanità Nova, n.3 del 31 gennaio 2010, anno 90

Obiezione all’incoscienza


Duemila euro per un aborto. È quanto pagherebbero ogni anno centinaia di donne pur di interrompere illegalmente una gravidanza in una clinica privata, di cui il 32% riguarda donne immigrate. Forse è il risultato di questa inchiesta della magistratura, il cui fascicolo è nelle mani del p.m. G. Arlomede (famosa per aver chiesto sei mesi di reclusione ad un marocchino reo di non aver lasciato l'Italia a sue spese nonostante la manifesta carenza finanziaria per acquistare il biglietto), ad aver portato la dott.ssa C. Mantovani, vicepresidente nazionale per il Nord Italia dell'Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), il 5 dicembre scorso, ad inviare un messaggio all'Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici (AIGOC) per congratularsi e augurare un felice inizio ed un grande futuro associativo.
A trent'anni dall'entrata in vigore della 194, il numero di medici obiettori è impressionante: lo sono il 72% dei medici e il 57% dei primari e solo il 39,5% degli ospedali assicura la presenza di personale non obiettore disponibile per ogni turno (secondo Aogoi, l'associazione ostetrici ginecologi ospedalieri).
 Questo dato, tra l'altro, evidenzia un principio cardine dell'ordine: un medico obiettore ha l'obbligo di prestare assistenza sanitaria se manca un sostituto, pena la radiazione dall'albo professionale, il licenziamento e il risarcimento del danno. Nella realtà, invece, avviene spesso che siano i pazienti a girovagare alla ricerca di un ospedale che lo accolga (come avvenuto, ad esempio, nel caso Englaro). L'obiezione che garantisce denaro e carriera non riguarda soltanto i medici.
Da anni la CEI punta all'obiezione di farmacisti. Il monarca vaticano ha ribadito più volte di non vendere alcuni farmaci, soprattutto riguardanti anticoncezionali come la pillola del giorno dopo o preservativi, appellandosi a "comportamenti purissimi". Imponendo con gli appelli e con le leggi, che lo stato italiano è sempre lieto di avallare unanime, le persone vengono abbandonate a loro stesse e a volte sono vittime di complicazioni, spesso mortali.
Secondo da FIGO (International Federation Gynecology and Obstetrix), nel mondo, ogni minuto una donna muore per cause correlate alla gravidanza, 110 sono vittime di complicazioni legate alla stessa, tra le quali un feticidio "femminile", quasi 6 donne sono infettate dall'HIV e 650 da una malattia sessualmente trasmissibile.
Ogni due minuti una donna muore per cancro alla cervice, e ogni otto per complicanze correlate ad aborti compiuti in condizioni di non sicurezza.
Mentre è emerso che il 90% delle donne in Italia possiede informazioni insufficienti su questi temi, solo nel 45% delle strutture è previsto un monitoraggio delle mamme a rischio, e il tempo di informazione prima della dismissione post-partum è inadeguato per il 72% dei ginecologi. Il dott. Riccardo Poli, presidente del Centro di Bioetica Santa Gianna Beretta Molla, finanziato dalla Facoltà Teologica dell'Italia centrale e dalla Conferenza Episcopale Toscana, insieme al prof. G. Noia, responsabile del Centro di Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli di Roma, hanno pensato bene, invece, di spiegare ed esaltare il ruolo dell'AIGOC in difesa dell'obiezione di coscienza coniugata con una formazione bioetica manovrata dall'ideologia cattolica come spiegato e sostenuto dai Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ignoranza e obbedienza, è il motto di chi sulla vita delle persone ci gestisce denaro e potere.

'Gnazio

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