Duemila euro per un aborto. È quanto pagherebbero ogni anno
centinaia di donne pur di interrompere illegalmente una gravidanza in
una clinica privata, di cui il 32% riguarda donne immigrate. Forse
è il risultato di questa inchiesta della magistratura, il cui
fascicolo è nelle mani del p.m. G. Arlomede (famosa per aver
chiesto sei mesi di reclusione ad un marocchino reo di non aver
lasciato l'Italia a sue spese nonostante la manifesta carenza
finanziaria per acquistare il biglietto), ad aver portato la dott.ssa
C. Mantovani, vicepresidente nazionale per il Nord Italia
dell'Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), il 5 dicembre
scorso, ad inviare un messaggio all'Associazione Italiana Ginecologi
Ostetrici Cattolici (AIGOC) per congratularsi e augurare un felice
inizio ed un grande futuro associativo.
A trent'anni dall'entrata in vigore della 194, il numero di medici
obiettori è impressionante: lo sono il 72% dei medici e il 57%
dei primari e solo il 39,5% degli ospedali assicura la presenza di
personale non obiettore disponibile per ogni turno (secondo Aogoi,
l'associazione ostetrici ginecologi ospedalieri).
Questo dato, tra l'altro, evidenzia un principio cardine
dell'ordine: un medico obiettore ha l'obbligo di prestare assistenza
sanitaria se manca un sostituto, pena la radiazione dall'albo
professionale, il licenziamento e il risarcimento del danno. Nella
realtà, invece, avviene spesso che siano i pazienti a girovagare
alla ricerca di un ospedale che lo accolga (come avvenuto, ad esempio,
nel caso Englaro). L'obiezione che garantisce denaro e carriera non
riguarda soltanto i medici.
Da anni la CEI punta all'obiezione di farmacisti. Il monarca vaticano
ha ribadito più volte di non vendere alcuni farmaci, soprattutto
riguardanti anticoncezionali come la pillola del giorno dopo o
preservativi, appellandosi a "comportamenti purissimi". Imponendo con
gli appelli e con le leggi, che lo stato italiano è sempre lieto
di avallare unanime, le persone vengono abbandonate a loro stesse e a
volte sono vittime di complicazioni, spesso mortali.
Secondo da FIGO (International Federation Gynecology and Obstetrix),
nel mondo, ogni minuto una donna muore per cause correlate alla
gravidanza, 110 sono vittime di complicazioni legate alla stessa, tra
le quali un feticidio "femminile", quasi 6 donne sono infettate
dall'HIV e 650 da una malattia sessualmente trasmissibile.
Ogni due minuti una donna muore per cancro alla cervice, e ogni otto
per complicanze correlate ad aborti compiuti in condizioni di non
sicurezza.
Mentre è emerso che il 90% delle donne in Italia possiede
informazioni insufficienti su questi temi, solo nel 45% delle strutture
è previsto un monitoraggio delle mamme a rischio, e il tempo di
informazione prima della dismissione post-partum è inadeguato
per il 72% dei ginecologi. Il dott. Riccardo Poli, presidente del
Centro di Bioetica Santa Gianna Beretta Molla, finanziato dalla
Facoltà Teologica dell'Italia centrale e dalla Conferenza
Episcopale Toscana, insieme al prof. G. Noia, responsabile del Centro
di Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli di Roma, hanno
pensato bene, invece, di spiegare ed esaltare il ruolo dell'AIGOC in
difesa dell'obiezione di coscienza coniugata con una formazione
bioetica manovrata dall'ideologia cattolica come spiegato e sostenuto
dai Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ignoranza e
obbedienza, è il motto di chi sulla vita delle persone ci
gestisce denaro e potere.
'Gnazio