Noi e il federalismo
La notizia, veramente agghiacciante, (diffusa da un comunicato LAV) sulle delibere approvate dai comuni di di Serra San Quirico e Sassoferrato (Marche) allo scopo di reintrodurre la soppressione dei cani randagi, in flagrante dispregio non solo della decenza, della morale e dell'umanità ma anche e soprattutto della legge n.281 del 1991, mi ha stimolata a una triste riflessione, che credo possa innescare un proficuo dibattito all'interno del nostro movimento.
Come tutti sappiamo, le notizie più allarmanti e più frequenti sulle mailing list ambientaliste e animaliste riguardano abusi e illegalità perpetrate da amministrazioni locali, dalle regioni che manomettono il calendario venatorio e l'elenco delle specie cacciabili ai comuni che contravvengono alla legge sui canili, per tacere di tutto ciò che riguarda l'inquinamento. Oggi le associazioni e i cittadini hanno l'opportunità di presentare ricorso contro gli enti locali al governo centrale, cosa che viene puntualmente fatta e in genere sortisce buoni risultati, visto che ancora per fortuna esiste in materia una normativa statale che regioni e comuni sono tenuti a rispettare. Ma il giorno in cui una riforma dello stato in senso federalista avrà trasferito definitivamente agli enti locali il potere di legiferare su tutti questi temi, a chi mai sarà possibile appellarsi? Questo per dire che la questione del federalismo, che troppo spesso viene presentata come un problema di rilevanza esclusivamente istituzionale, o al limite economica, rischia di avere ripercussioni pesantissime sui temi che ci stanno più a cuore, e di far fare al nostro paese un passo indietro di decenni. A questo punto mi sembrerebbe opportuno che il movimento ambientalista, l'animalismo, le associazioni e i singoli prendessero posizione in maniera univoca e visibile su questo tema, chiarendo a un'opinione pubblica disinformata e sedotta da slogan e sondaggi le reali implicazioni pratiche di una possibile riforma dello stato in senso federalista, che rischia di trasformare l'Italia in un territorio di caccia dove non vige più nessuna regola e dove i più deboli (gli animali, l'ambiente, i volontari che dedicano tutte le loro energie e risorse a difenderli) non averanno altra scelta che soccombere.
Carmen Dell'Aversano