LUCA CASARINI - portavoce centri sociali del Nordest.
In queste ore mi domando se è possibile che esista un paese reale, in carne ed ossa, a fianco di quello virtuale descritto dalle televisioni e dai loro linguaggi. Se ci fosse davvero una moltitudine di donne e di uomini, che potessero prendere la parola ragionando con la loro testa, pesando al loro futuro...
l'evolversi di questa crisi politica è interessante. Mostra inequivocabilmente che temi come le pensioni, la disoccupazione, la sanità, l'orario di lavoro e quindi quello che rimane, per vivere, sono, anzi devono essere all'ordine del giorno per tutti. Non era mica scontato che questi ragionamenti uscissero fuori, visto che lo spazio era occupato da Maastricht, dal 3%, dalle borse, dai mercati finanziari, dalla "stabilità" e dal "risanamento". La crisi determinatasi su questo nella maggioranza di governo non corrisponde all'insorgere di movimenti di massa, di moltitudini che camminano insieme per cercare di conquistarsi i loro diritti. Io credo che a questo una sinistra reale deve pensare. Questo dovrebbe interessare a coloro che dicono di voler difendere i diritti dei più deboli, le pensioni e i salari, e io ci aggiungo anche le pensioni e i salari per coloro che ora hanno vent'anni e non avranno mai un lavoro fisso. Si perché tutti, nei paesi virtuali, dichiarano con grande enfasi di voler difendere i più deboli. Sembra che siano i deboli a non voler difendere se stessi, in questo strano paese. Perché altrimenti saremmo già arrivati alla sostanza delle cose. Questa finanziaria difende realmente i diritti di chi ha meno ? Andiamo a vederla da vicino, decidiamo sul concreto. Dopo il voto contrario alla Camera, Rifondazione ora rilancia la sostanza a tutto il resto dell'Ulivo, in sostanza al Pds: siccome non abbiamo trovato un accordo, ridiscutiamo un programma minimo di percorso, che contenga la riduzione dell'orario, la difesa delle pensioni, della sanità,... Credo che la gente che in queste ore sta discutendo nei posti di lavoro o nelle scuole, oppure nei centri sociali, invece di dire a Bertinotti cosa dovrebbe fare, o di discutere se la crisi bisognava farla ora che la Borsa era in rialzo dovrebbe scendere nelle piazze che no, le pensioni non si possono tagliare ancora. Che no, la sanità deve essere un servizio sociale, non si piò trasformare tutto in clinica privata dove se non hai soldi muori. Che ingiusto, profondamente ingiusto che sia gente che si becca 50 milioni al mese di pensione e gente che deve fare pure lo straordinario a fine di settimana per riuscire a pagare l'affitto. Perché, in questo paese reale, che forse non esiste, e forse è questo lo sbaglio coraggioso del compagno Bertinotti, il credere, come noi, che sia possibile risvegliarlo : gli operai, i pensionati, i giovani disoccupati, sentono di avere dei bisogni, dei desideri, diversi dagli imprenditori, dai mercanti d'armi e di droga, dagli speculatori di Borsa o dai petrolieri. E sentono, sempre nel questo paese reale, che più strappano agli altri, più riescono a migliorare le condizioni della loro vita. Se esistesse, questo paese, imporrebbe l'accordo : poiché convincerebbe e costringerebbe anche il compagno D'Alema ad occuparsi della difesa dei diritti in maniera esplicita e a non fare solo quello che dice il Fondo Monetario o la Banca Mondiale. Chissà se esiste questa moltitudine di donne e di uomini liberi....
Potrebbero suggerire anche a chi si batte contro la disoccupazione al sud come Rifondazione che forse un nuovo carrozzone, una nuova cassa del mezzogiorno, non solo la soluzione. Ma magari il finanziamento diretto, con tutte quelle migliaia di miliardi di cui si è parlato, dei municipi, delle attività territoriali gestite o controllate dal basso, forse invertirebbero la tendenza. Potrebbero dire a tutti che l'orario va ridotto, per legge come ha fatto la Francia, ma va anche calcolato sull'arco dell'intera giornata sociale : poiché ci sono molti lavori per i quali è impossibile calcolarne la quantità effettiva. Se esistesse questo paese, in crisi sarebbe il neoliberismo. Noi pensiamo che si possa svegliare questa moltitudine. Che solo essa possa essere protagonista diretta delle trasformazioni sociali. Se ci sbagliamo, come è possibile, siamo tutti fregati. O almeno fregati quelli che vogliono un mondo più giusto.