Trattamenti farmacologici nella dipendenza da Eroina
METADONE:
il metadone è un farmaco agonista oppiaceo, perciò sopprime la crisi d’astineza da eroina e, se somministrato a dosaggi corretti (in media fra i 60 e i 120mg, ma il dosaggio può essere anche molto più alto, se necessario, senza alcun pericolo per il paziente) elimina anche il cosiddetto “craving”, ovvero la voglia compulsiva di eroina…
Il metadone può essere somministrato a scalare (a dosaggi decrecenti) o a mantenimento (a dosaggi sempre uguali x anni, una volta trovato il dosaggio ideale). Il mantenimento però è il tipo di cura che solitamente presenta maggiori possibilità di ottenere risultati positivi, visto che il problema nella tossicodipendenza da eroina non è tanto la dipendenza fisica quanto l’alta possibilità di ricaduta, e il metadone a mantenimento al giusto dosaggio aiuta a eliminare proprio il rischio di ricaduta; inoltre il metadone eliminando il craving aiuta i pazienti a non abusare oltre che di eroina, anche di altre sostanze quali cocaina, benzodiazepine (tranquillanti—minias,tavor,valium…), o alcool…
Il metadone, anche se usato ad alti dosaggi per anni non è tossico ne per il fegato, i reni o altri organi e non impedisce la guida di veicoli motorizzati o il lavoro normale; difatti una persona in mantenimento metadonico, alla vista, è assolutamente indistinguibile da una persona che non abbia mai fatto uso di eroina e di metadone.
Il metadone può essere usato anche per la riduzione del danno in pazienti che non vogliono cessare l’uso di eroina; in questo caso ci si limiterà a un dosaggio ridotto utile solo a prevenire i sinomi astinenziali ma non a ridurre il craving, al fine di permettere al paziente di usare eroina e continuare a sentirne gli effetti.
Il metadone ha pochi effetti collaterali solitamente non molto fastidiosi, che possono comprendere solitamente (qui menziono solo i più comuni): stitichezza, sudorazione e sensazione di calore.
BUPRENORFINA:
La buprenorfina è un farmaco agonista-antagonista oppiaceo, perciò sopprime la crisi d’astinenza da eroina e, a dosi opportune aiuta a eliminare o diminuire il craving, ma no permette all’utente di somministrarsi eroina, in auanto essendo anche un farmaco parzialmente antagonista, con una somministrazione di eroina il paziente si provocherebbe una crisi d’astinenza.
La buprenorfina può essere ustata a scalare o a mantenimento, anche se la sommnistrazione a mantenimento clinicamente da più risultati positivi (per risultato positivo si intende la cessazione stabile di uso di eroina senza ricadute, nemmeno dopo anni).
La buprenorfina al contrario del metadone è meno anti-ansia, quindi è meno indicata per pazienti ansiosi; inoltre con la buprenorfina è più facileche il craving non venga del tuto soppreso e che quindi il paziente, non potendo usare eroina, cominci a usare altre sostanze anche più dannose (cocaina in vena, benzodiazepine in vena, forte abuso di alcool…).
NALTREXONE:
il naltrexone è una molecola antagonista oppiaceo, perciò non sopprime la crisi d’astinenza da eroina (anzi se somministrata a una persona dipendente procura crisi d’astinenza prolungata) ma impedisce solamente, se il paziente usa eroina, che ne percepisca gli effetti.
Non elimina il craving, quindi il paziente può tentare di utilizzare altre sostanze più dannose (cocaina in vena, benzodiazepine in vena, abuso di alcool…)o addirittura di iniettarsi grandissime dosi di erina nello spasmodico tentativo di sentirla, mandandosi in overdose letale.
Il naltrexone anche a dosi terapeutiche spesso produce danni al fegato e inoltre nessuno studio testimonia la sua efficacia a lungo termine nel impedire ricadute del paziente.
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by
Anguill@_____________
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