  |
|
Tempi
duri per il fast food

|
E soprattutto per la sua icona nel mondo: McDonald's.
Le difficoltà sono emerse quest'estate, quando il colosso della
ristorazione è stato portato in tribunale
per aver inflitto obesità e cardiopatia ai suoi clienti. |
Caesar Barber 113kg ben portati dal Bronx ha fatto causa a McD,
Wendy's, KFC per le ragioni di cui sopra. E' stata la ciliegina
sulla McCrisi in corso. McDonald's si vede le vendite diminuire
e il suo titolo in Borsa è passato in due mesi da 30$ a meno di
22. I vertici dell'azienda stanno
varando a Vegas un piano d'azione, con "rivoluzioni nei locali e
nuovi prezzi scontati" afferma il direttore generale Michael Roberts.
Anche i concorrenti --Wendy's, Yum!
e Burger King-- risentono della congiuntura,
ma resistono meglio e si mangiano la quota di mercato di McD. Yum!
è il nome della ex Tricon, la potenza schiacciatutto di KFC,
TacoBell, PizzaHut.
Burger King intanto è stata ceduta dagli inglesi della Diageo alla
finanziaria Texas Pacific Group. Il mito della ristorazione veloce
era già stato incrinato dalla denuncia sociale di Fast Food Nation
di Eric Schlosser, che aveva esposto il lato nero di McD e soci:
il cocktail di sfruttamento del lavoro,
danni ambientali, alimenti deleteri alla salute, speculazione immobiliare.
Ora ci si mettono il ministro yankee dell'agricoltura e quello della
sanità a dire che McD deve cambiare
menu, più frutta e verdura e meno grassi animali: un quarto
degli americani è diventato obeso e si tratta soprattutto degli
strati urbani poveri. Le vendite fuori dagli USA non
coprono la McCrisi, perché se è vero che i 2/3 delle vendite
si fanno nei 15000 e passa fastfood giallorossi in Asia ed Europa,
il 60% dei profitti si fa con i 13000 punti bigMc in America, di
cui 75% in franchising.

Thanx to Manfo
|