     |
|
Collocamento televisivo
Due concorrenti si disputano in diretta
un premio abbastanza insolito: un posto di lavoro. E' Recursos Humanos,
la trasmissione simbolo della crisi argentina.
 |
C'è un posto di lavoro in palio e sono rimasti
due candidati per la selezione finale. Ognuno racconterà la
sua storia, parlerà delle sua difficoltà economiche, presenterà
la sua famiglia e svelerà le sue ambizioni.
C'è un posto di lavoro in palio, uno solo, e nella parte finale
del programma i telespettatori decideranno
chi dei due dovrà ottenere il lavoro e chi, invece rimarrà disoccupato.
|
Non è una trama di un film futurista sulla televisione: è un gioco
a premi che si chiama Recursosos Humanos
(Risorse Umane) che va in onda dal lunedì al venerdì alle 17 in
Argentina, unpaese in cui, secondo stime ufficiali, il 45% della
popolazione attiva è disoccupata o sottoccupata. Recursos Humanos
è trasmesso da Canal 13, una delle reti più seguite del paese. Ha
una media - buona, ma non eccezionale di sette punti di share.
La struttura del programma è sempre la stessa: il presentatore Nèstor
Ibarra intervista i concorrenti dal vivo. Prima della messa in onda
i concorrenti e le loro famiglie sono intervistati nelle loro case.
Ibarra descrive brevemente le caratteristiche dell'azienda e l'offerta
di lavoro. Seduti in studio, i familiari e gli amici rispondono
alle domande del presentatore e alla fine festeggiano ilvincitore
o consolano lo sconfitto. Davanti alle testimonianze
dei loro cari, i concorrenti si commuovono sempre fino alle lacrime.
A ogni interruzione vengono comunicati i numeri di telefono ai quali
i telespettatori dovranno chiamare per esprimere la loro preferenza.
Chi perde riceve come premio di consolazione un premio di assistenza
medica gratuita per sei mesi.
Alcune puntate hanno un lieto fine: a volte, dopo che il pubblico
ha scelto il suo favorito, l'imprenditore comunica che ha deciso
di assumere entrambi. Quando un'impresa offre un posto di lavoro
tramite Recursos Humanos, si impegna a garantirlo per sei mesi.
Di solito è facile indovinare chi otterrà il posto. In una puntata,
per esempio, c'erano due candidati
per un posto di panettiere. Uno dei due aveva delle figlie di vent'anni;
l'altro delle bambine con le quali giocava con i burattini prima
di andare a letto. Ha vinto quello con le figlie più piccole. In
un'altra puntata, per un posto di commesso in un supermercato, concorrevano
un giovane con tre figli a carico e un altro che viveva con la madre,
che sosteneva che la mancanza di lavoro lo faceva sentire inutile
e raccontava che suo padre era morto in una rapina.
La presenza in studio dei bambini è stata determinante per la vittoria
del primo. Per un posto di cassiere nello stesso supermercato si
sono scontrati una ragazza che viveva con la madre e un ragazzo
emozionato per la gravidanza della sua fidanzata, che prometteva
di lavorare anche ventiquattro ore al giorno per non fare mancare
neinte a suo figlio. Inutile dire chi ha vinto. Nestor Ibarra critica
quellic he mettono in discussione il sistema di scelta del programma:
"sono deglis ciocchi. Se a scegliere fosse l'azienda, il criterio
sarebbe quello dell'utilità. L'aziende sceglierebbe chi ha meno
figli, per pagare meno sussidi familiari, chi abita più vicino,
chi sembra avere meno problemi. Il pubblico invece sceglie quello
che ha più bisognod i lavorare. Quali dei due criteri è più corretto?"
.
Su una popolazione attiva di 13 milioni di persone, secondo i dati
ufficiali più recenti, in Argentina ci sono circa 6 milioni di persone
senza lavoro o sottoccupati. Il numero di disoccupati
comprende soltanto quelli che cercano lavoro e che non lo trovano:
non chi ha perso ogni speranza di trovarlo e chi ha smesso di cercarlo,
né chi mendica per strada o chi ha lasciato il paese. L'esistenza
di un programma come RH pone senz'altro dilemmi etici difficili
da risolvere, ma una cosa è certa: se ci facciamo al senso letterale
dell'espressione "reality show" allora RH - non il grande fratello
e simili - è il vero reality show del momento più triste della storia
argentina.
Thanx to Internazionale
|