Imbattibili!!

euromayday 005 - a
    milano da piazza xxiv maggio alle 15.00 il primo maggio : MAYDAY MAYDAY!!
San
	Precario Serpica Naro

L'Uomo
	Invisibile Ricercatoro
	Seduto

Pigerman Quit

Dottor Mida e
	Dottoressa Grandi Opere Periferik

Teatrix Operatore X

Capitan
	Vegan Godafone Flash

Super Gioppino Bandrake

Superflex Charlie Coop &
	Social Angels

Spider Mom Wonderqueer

Robin Book Wonder Bra

The Peer
 
San Precario


Tutto sta in te, non sei solo e questo ti è chiaro, non sei indifeso e questo lo hai visto. Io sono la tua rabbia che si è fatta santa affinché tu non possa ridurti ad un martire; quando domani uscirai riprenditi il tempo che ti appartiene e la strada su cui cammini, non cercarmi! Mi ritroverai nello sguardo dei precari e delle precarie che ti circondano. Loro sono i tuoi fratelli e le tue sorelle.

Maggiori info: San Precario

La sua storia e altri racconti

Confessioni di un precario - capitolo 2
Dalle "confessioni di un precario/ capitolo 2_ l'apparizione del santo"
"Era buio, mi rigirai nelle coperte madido di sudore
L'ansia non se n'andava e le preoccupazioni mi agitavano sempre di più
L'affitto, il lavoro e la banca che non ne voleva sapere:
_ mi dispiace lei è in rosso_ diceva la voce stridula al di là del vetro.
Non sembrava neanche la voce dell'impiegato ma suonava come la cantilena della segreteria telefonica di questa cazzo di città che di me non sa cosa fare
Ebbene sì, sono sempre in ritardo : la mattina sul lavoro, alla fine del mese con l'affitto e le bollette, con le rate del pc che si è impallato e che non so riavviare; e allora ?
Nessuno si preoccupa però del fatto che io sia in ritardo con la mia vita di cui altri dispongono a piacimento e che dimenticano sempre di rendere quando non serve per far profitto
Finalmente dopo questa attacco d'ira sentii il sonno impossessarsi delle mie membra ma proprio quando giunse il tepore e la mia mente si nascose sotto il silenzio del mio pensiero cominciai ad avere delle visioni sempre più nitide.
Lo giuro, come in un film psichedelico, quelli che davano tanto tempo fa; come dal niente sorgevano immagini coloratissime, oceani pacifici di precari e precarie come me ma ognuno diverso dall'altro, che attraversavano la città su carri colorati da suoni gaudenti e un unico grido MAYDAY un urlo che non trasmetteva disperazione ma rabbia e determinazione.
A questo punto la mia testa si riempì di cose indescrivibili: processioni, leoni d'oro alla carriera dei precari; decine anzi centinaia di persone riunite a discutere... quante parole e in quante lingue!
Parlavano di una Europa agitata da noi precari, solidale coi migranti, discutevano di cooperazione nelle metropoli e oltre le metropoli, inneggiavano alla flexsecurity al reddito per tutti/e al di là del lavoro e di tante altre cose che io per la prima volta sentivo ma che comprendevo come se da sempre discutessi di queste cose e poi mi ritrovai fra di loro, che erano i miei fratelli e le mie sorelle, e gridai anch'io le mie idee... poi finì tutto, rimase nel buio una figura che forse era nella mia testa o forse ne era fuori:
San precario.
Mi guardò con occhio interrogativo e all'improvviso disse
_ hai capito ?_
Io risposi:
_ Si ho capito, devo avere fede in te_
ma lui implacabile, scuotendo la testa:
_ ecco vedi non hai capito un cazzo !_
il mio sguardo era già una domanda il suo invece il principio delLa Risposta
_ Tutto sta in te, non sei solo e questo ti è chiaro, non sei indifeso e questo lo hai visto.
Io sono la tua rabbia che si è fatta santa affinché tu non possa ridurti ad un martire;
quando domani uscirai riprenditi il tempo che ti appartiene e la strada su cui cammini, non cercarmi! Mi ritroverai nello sguardo dei precari e delle precarie che ti circondano.
Loro sono i tuoi fratelli e le tue sorelle_"

Confessioni di un precario - capitolo 3
Dalle "confessioni di un precario/ capitolo 3_ l'immacolata appropriazione della vita"
Il rumore sincopato della ruota metallica sulla rotaia cadenza il ritmo dei miei pensieri
Ombre scure si allungano negli interstizi neurotici del mio cervello Non che la mia vita vada male, anzi ; da quella notte, dall'apparizione di sanprecario tante cose sono cambiate. Sorrido ancora quando ripenso al momento in cui lo raccontai ai miei amici :
" oh ma che droga usi" " lo stress ti ha cortocircuitato l'impianto cerebrale ?"
e via cazzate simili a non finire, quasi mi prendevano per pazzo.
Qualcosa però s'era rotto, alla notizia del turno domenicale tutto il call center s'era sollevato.
Prima il picchetto, poi l'occupazione e quel bastardo del capo per la prima volta a testa bassa.
Ci ha odiato, ma è arrivato tardi... noi odiamo lui dal primo giorno di lavoro.
Poi mi hanno assunto. Non rimarrò in quel posto per altri tre mesi però adesso ho le ferie, la malattia e i turni regolare e lo spacca coglioni la testa non l' ha risollevata.
Mi son pure fidanzato, che voglio di più ?. Eppure quest'ansia non mi molla. Ieri sera non sono neanche uscito, m'annoia tutto. Il sabato in centro, il giro nei negozi, il cinema, per non parlare dei locali sempre più cari sempre più uguali. Che palle.
Mi riprendo in un secondo. Ma che minchia di fermata è questa ?
Devo aver saltato la mia : devo scendere !
Da solo ?! Incredibile il solo ad essere sceso dalla metropolitana.
In verità c'è anche quella ragazza, ma da dove è sbucata ?! E che stazione è questa ? E' immensa, contorta meglio chiedere come uscirne se no mi perdo "Ehi, ehi" "ascolta, mi sai dire come faccio ad andare nell'altra banchina che non mi riesco ad orientare" Si gira. Mi guarda E' bellissima. Irradia forza ed energia. Convinzione.
Non riesco a capire se è lei o sono i suoi vestiti ad essere così vivaci. Pare orientale.
Sembra una dea
Ha una cicatrice sotto l'occhio sinistro, il suo sguardo mi ha impallato Sono confuso, stordito; sento le gambe molli e lo stomaco in subbuglio. Infine emetto un flebile suono "ciao, scusami, e che mi sono perso devo prendere il metro per tornare indietro, ho sbagliato a ....." Non mi lascia finire, mi sommerge di parole:
" guarda che per riprendere il controllo della propria vita non basta cavalcare la tigre del lavoro"
Non capisco, ma non faccio in tempo a dirle niente, con decisione continua:
"Esiste un drago nel mio paese che gioca sempre con sé e con i fanciulli e le fanciulle che hanno il coraggio di accarezzarlo. Gira e rigira su se stesso, si colora, danza, s'agita e segue sempre il ritmo dei propri desideri e dei desideri delle persone con cui passa il tempo. Le sue forme sono sinuose, il suo ritmo è travolgente, le linee del suo corpo mutevoli, i suoi occhi proiettano sequenze vitali uniche, irripetibili e sempre sorprendenti. Si narra che il suo lungo corpo fluisca senza assumere mai la stessa posizione. E si racconta poi di come i suoi pensieri nascano sempre dal cuore dei presenti e di come questi poi vengano dipinti dalle cromature sacre delle menti dei puri astanti"
Rimango a bocca aperta, e lei mi scruta sempre più profondamente, lapidaria: " me l'ha detto sanprecario che sei un po' duro di comprendonio, non lasciare che la tua vita venga disegnata da chi non conosci, da chi ti usa per arricchirsi: così non sarai mai te stesso. Ma non essere tanto presuntuoso da pensare di poter essere autosufficiente, unico e particolare.
Diventeresti ben presto come loro, cambieresti semplicemente punto di vista e non di vita.
In te c'è l'artista e lo stilista che cerchi e nei precari e nelle precarie che ti circondano e nel mondo che vi avvolge ci sono le pagine bianche o se preferisci c'è la tela immacolata su cui porre mano.
La vostra mano. Diventa Drago, diventate stilisti della vostra vita"
Sono esterrefatto, non ho capito un cazzo, sento solo il cigolare della vettura che si ferma e il tocco del suo corpo che leggero come un alito di vento mi spinge dentro.
Vorrei dirle qualcosa ma non mi viene niente e mentre la carcassa riparte faccio in tempo solo a leggere il nome della stazione : SERPICA NARO