Venerdì 20 luglio le «forze dell’ordine» hanno assassinato il compagno
Carlo Giuliani.

Lo hanno fatto con la volontà omicida e la furia repressiva che ne
hanno guidato l’azione nei tre giorni di manifestazioni contro il G8.
Lo hanno fatto perché Carlo ha scelto di non accettare passivamente la
violenza e l’arroganza dei padroni del mondo, che hanno blindato una
città, messo in gabbia decine di migliaia di persone, «ripulito» il
centro storico dagli immigrati e che, giorno per giorno nelle
fabbriche, nei quartieri, nei posti di lavoro, nelle carceri, nelle
strade impongono a milioni di oppressi il loro ordine fondato sulla
violenza, lo sfruttamento, il razzismo, la miseria.

Per questi motivi Carlo era e resta un ribelle, la cui azione fa parte
integrante del patrimonio di lotte che facciamo nostro.

Per le stesse ragioni, non abbiamo niente da spartire con quei
politicanti che tentano oggi di strumentalizzare la morte di un
compagno per continuare nella loro opera fatta di subordinazione
cosciente al capitale, al suo stato, alle sue leggi.

Ribadiamo infine che la condanna senza appello di chi ha invocato in
questi giorni una più efficace azione di polizia non significa
disprezzare chi oggi scende in piazza con motivazioni diverse dalle
nostre ma animato da una volontà di mobilitarsi realmente CONTRO
l’operato delle forze repressive nei confronti di TUTTI/E.

COORDINAMENTO ANARCHICO GENOVESE
C.S.O.A. PINELLI
C.S.A. INMENSA
GRUPPO COMUNISTA RIVOLUZIONARIO