AZIONE OMOSESSUALE
Federazione Nazionale di Associazioni
Gay e Lesbiche

Azione~in~azione






Comunicato stampa del 14/07/'97
sulle decisioni del Governo Blair.

Azione Omosessuale segue con molto interesse gli sviluppi della decisione del governo inglese di Blair di non interferire sulle votazioni riguardanti una legge che legalizzi a 16 anni i rapporti sessuali tra persone omosessuali.

Secondo il Presidente di Azione Omosessuale Gabriele Baroni "Finalmente in questo modo si è avuta una presa di posizione davvero laica che evita lo sviluppo di una linea partitica che finisca con il regolamentare ulteriormente la sessualità".

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Comunicato stampa del 10/07/'97
sulla delibera del Consiglio di San Marino.

Azione Omosessuale esprime grande soddisfazione in merito alla decisione del Consiglio grande e generale della Repubblica di san Marino di abolire il vergognoso art. 274 che prevedeva prigionia e interdizione dei diritti politici per le persone omosessuali sorprese durante "atti di libidine".

Vogliamo ringraziare le forze politiche (solcialisti e PDS) e tutti i parlamentari che si sono battuti per eliminare queste norme limitanti le libertà dell'individuo.

Questa è una grande vittoria per il movimento omosessuale, e sopratutto una grande affermazione di civiltà in una Repubblica come quella di San Marino dove, purtroppo, si deve fare ancora molto in materia di diritti civili.

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Comunicato stampa del 27/02/'97
in risposta alla presa di posizione della Chiesa
alla mozione PDS sull'orientamento sessuale.

Omosessuali: cittadini di serie A o di serie B?
La mozione del PDS, contro le discriminazioni anche giuridiche verso le persone omosessuali, rappresenta un fatto politico importante perché prende atto che una "Questione omosessuale" in Italia esiste e va affrontata o quantomeno impostata.

Nel nostro paese non vi è, infatti, a tutt'oggi, nessuna legge che protegga le persone omosessuali dalle ingiuste discriminazioni perpetrate ai loro danni, come invece avviene in altre nazioni occidentali (Francia, Norvegia, Quebec canadese, ecc.) e come prescrive La Risoluzione di Strasburgo dell'8 febbraio 19994, vuoto che crea di fatto cittadini di serie A e di serie B.

Non appena diffusasi la notizia, la Chiesa ha alzato gli scudi, e i suoi crociati (Buttiglione, Casini, Maroni, Jervolino ecc.) si sono lanciati in anatemi e minacce di crisi di governo. Gli stessi che da un lato danno battaglia per il riconoscimento della persona giuridica dell'embrione, dall'altro non vogliono riconoscere il diritto di persone adulte e responsabili, di esprimersi ed essere ciò che sono.

Questa Chiesa che si appresta al duemila, chiedendo scusa degli errori commessi (da Galileo a darwin), continua nell'accanimento, invece di pentirsi di aver bruciato migliaia di persone omosessuali nei roghi medievali(il termine finocchio risale proprio a quei tempi, quando le persone ree di atti di sodomia venivano bruciate insieme alla pianta del finocchio, per purificarne l'anima).

Una Chiesa che per secoli ha torturato, bruciato, vilipeso, umiliato ed emarginato milioni di persone omosessuali, potrebbe provare ad usare un pò di quella comprensione cristiana che propone agli altri, per capire il disagio profondo che la discriminazione provoca.

Siamo tutti uguali e diversi nei diritti e nella dignità; diversi nei bisogni e nell'espressione di se stessi.

La "Questione omosessuale" esiste e va posta correttamente alla luce della Risoluzione di Strasburgo dell'8 febbraio 1994, che raccomanda agli statio membri di promuovere l'effettiva eguaglianza tra tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro preferenze sessuali.

Vogliamo entrare in Europa? Un paese come il nostro che ha emanato leggi importanti sulle pari opportunità e che discute per rendere praticabile una politica delle differenze, non può non affrontare una tematica così importante.
Azione Omosessuale sostiene, appoggia e ringrazia il PDS che ha avuto il coraggio di aprire una Questione scomoda ma decisiva per un paese che si vuole civile.

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A proposito del Coordinamento
Gay, Lesbian, Bisexual, Transexual Pride 1997.

In data 9 marzo 1997 si e' tenuto a Roma, presso il centro sociale "Caos", un incontro aperto a tutte le realta' omosessuali italiane, al fine di costituire un coordmamento per l'organizzazione del gay pride '97. Noi di Azione Omosessuale ci siamo molto impegnati nella realizzazione di questo incontro, ma ci teniamo a precisare che a tale incontro hanno partecipato realta' omosessuali di Azione Omosessuale come dell'Arcigay o gruppi autonomi come il gruppo Pesce o i gruppo gay credenti

La proposta di un coordmamento comune e' nata dall'esigenza di far si' che il Gay Pride sia realmente espressione di tutto il movimento omosessuale italiano e perche' non si ripetesse, come avvenuto nel '96, che si autoproclamasse dall'alto un comitato di gestione, indicando il nome della citta', i contenuti e il programma della manifestazione, lasciando agli altri la sola scelta di accettare il pacchetto o di organizzare un altro Gay Pride dove potersi esprimere. Quell'anno Azione Omosessuale, con grande senso di responsabilita', decise, nonostante il sopruso subito, di non rompere l'unita' del movimento e di partecipare ad un Gay Pride sul quale non pote' decidere niente.

Subito dopo la manifestazione di Napoli '96, da varie parti, comunque, si chiese un coordmamento e a tal proposito si svolsero due incontri (Pisa e Roma), a cui parteciparono vari gruppi omosessuali sia di Azione Omosessuale, sia dell'Arcigay, sia autonomi, dai quali emerse chiaramente l'intento di formare un coordinamento comune e permanente per organizzare ogni Gay Pride futuro. Sollecitazione portata anche all'ultimo Congresso dell'Arcigay di Rimini.

In particolare noi di Azione Omosessuale ci siamo impegnati affinche' si arrivasse ad un incontro di tutti. L'unica discriminante che abbiamo da sempre posto e' quella di non escludere a priori nessuna realtà omosessuale. Vanni Piccolo, consigliere del sindaco di Roma, ci propose alcuni mesi fa' un incontro in vista del Gay Pride '97 ristretto ad Azione Omosessuale ed Arcigay. Noi ci dichiarammo disponibili ad un incontro, se si fosse accettato, pero', di non escludere altre realta' omosessuali che vi avessero voluto prendere parte. L'incontro non si svolse perche' l'Arcigay si rifiuto' di prendere parte ad un incontro aperto.

Ormai a ridosso dell'evento, senza nessuna proposta da altre parti, decidemmo di convocare una riunione per la formazione di un coordinamento Gay Pride '97, aperto a tutte le realta' omosessuali italiane e in primo luogo all'Arcigay e all'Arcilesbica nazionali.

A tale incontro hanno partecipato, come dicevamo sopra, realta' omosessuali sia di Azione Omosessuale, sia dell'Arcigay, sia autonome (vedi verbale della riurnione) dando vita al Coordinamento del Gay, Lesbian Bisexual e Transexual Pride 1997. Quel Coordinamento ha deciso, vista la sola candidatura di Roma, di svolgere la giornata dell'orgoglio omosessuale il 28 giugno a Roma. Ribadiamo con l'occasione l'invito a tutte le realta' omosessuali italiane di partecipare al prossimo Coordinamento, che rimane aperto a tutti, al fine di realizare un Gay Pride il piu' possibile rappresentativo di tutto il movimento omosessuale.

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Comunicato stampa del 11 aprile 1997
sulla vicenda della rivista "Il Borghese"

L'OMOFOBIA DEL "IL BORGHESE"
In questi giorni le città italiane sono tappezzate dalla pubblicità del giornale "Il Borghese". Il manifesto pubblicitario riporta una immagine del Gay Pride '94 di Roma, con sotto una didascalia che recita: "loro non leggono Il Borghese".

Un attacco del genere a qualunque altra minoranza - donne, ebrei, immigrati ecc - avrebbe generato un polverone di polemiche.

Constatiamo che invece in questo caso non ci sono state reazioni Il razzismo nei confronti delle persone omosessuali evidentemente non fa tanto scandalo.

Noi di Azione Omosessuale, comunque siamo d'accordo con Il Borghese. Non abbiamo nessuna intenzione di leggerlo e siamo anche orgogliosi che loro non fossero a Roma nel '94 a sfilare con noi e speriamo che i fascisti non ci siano neanche al prossimo Gay Pride Nazionale, il 28 Giugno a Roma.

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Estratto dei documenti relativi alla Risoluzione
del Parlamento Europeo dell'8 febbraio 1994.

Parlamento Europeo - Documenti di seduta - 26 gennaio 1994

Relazione della commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni sulle parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità

Relatrice: on. Claudia Roth

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

sulla parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità

Il Parlamento Europeo, viste le proposte di risoluzione presentate dagli onn.:

a) Blak e Jensen su una discriminazione in relazione alla libera circolazione (B3-00884/92),

b) Bettini e altri sul riconoscimento delle unioni civili per le coppie formate da individui dello stesso sesso (133-1079/92),

c) Lomas sui diritti civili per omosessuali e lesbiche (133-1186/93),

- vista la sua risoluzione del 13 marzo 1984 sulla discriminazione sessuale nel luogo di lavoro (1),

- vista la sua risoluzione del 15 marzo 1991 su un programma di azione nel quadro del programma 1991-1992 "Europa contro l'Aids" (2),

- viste le sue raccomandazioni riguardo alle molestie sessuali sul luogo di lavoro e le relative disposizioni per la protezione degli omosessuali,

- vista la relazione 'Homosexuality, a Community Issue ("omosessualità, un problema comunitario"), presentata dalla Commissione, sulle conseguenze per gli omosessuali della realizzazione del mercato interno europeo,

- vista la sua risoluzione dell'8 luglio 1992 su una Carta europea dei diritti dei bambini (3),

- viste le discriminazioni legali ancora esistenti in taluni Stati membri nei confronti degli omosessuali,

- visto il progetto di direttiva per la lotta contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale nel mondo del lavoro e in altri ambiti giuridici, elaborata dall'associazione tedesca dei gay SVD,

- viste la legge sulla "unione registrata" in Danimarca ed altre leggi contro la discriminazione degli omosessuali,

- visto l'articolo 18 del "Local Covernment Bill" nel Regno Unito,

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

- vista la relazione della commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni,

A. considerando il suo impegno per la parità di trattamento di tutte le cittadine e tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale,

B. considerando la maggiore "visibilità" pubblica delle lesbiche e dei gay e la crescente molteplicità degli stili di vita,

C. considerando che, nonostante tali mutamenti, in molti settori della società gli omosessuali sono tutt'ora esposti, spesso fin dalla prima giovinezza, a derisione, intimidazioni, discriminazioni e perfino a violenze,

D. considerando che in molti Stati membri i mutamenti sociali richiedono un corrispondente adeguamento delle vigenti norme civili, penali e amministrative, affinché possano essere eliminate le discriminazioni dovute all'orientamento sessuale, e che in alcuni Stati membri tali adeguamenti sono stati già realizzati,

E. considerando che l'applicazione da parte degli Stati membri di norme discriminanti in alcuni settori nei quali vige il diritto comunitario comporta una violazione dei principi fondamentali dei trattati comunitari e dell'Atto unico, in particolare per quanto riguarda la libera circolazione ai sensi all'articolo 3 del trattato CEE,

F. considerando la responsabilità della Comunità europea, nell'ambito della sua attività e delle sue competenze, per la parità di trattamento di tutte le cittadine e tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale,

Considerazioni generali

1 . ribadisce la convinzione che tutti i cittadini debbano ricevere lo stesso trattamento indipendentemente dal loro orientamento sessuale;

2. ritiene che la Comunità europea abbia il dovere, in tutte le norme giuridiche già adottate e che verranno adottate in futuro, di dare realizzazione al principio della parità di trattamento delle persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale;

3. è convinto altresì che la tutela dei diritti dell'uomo debba trovare piu efficace espressione nei trattati comunitari ed invita pertanto le istituzioni della Comunità a predisporre, nel quadro della riforma istituzionale prevista per il 1996, la creazione di un organismo europeo che possa garantire l'attuazione della parità di trattamento senza distinzione di nazionalità, convinzioni religiose, colore della pelle, sesso, orientamento sessuale o altre caratteristiche;

4. invita la Commissione e il Consiglio, quale primo passo verso una maggiore tutela dei diritti dell'uomo, a procedere all'adesione della Comunità alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, come previsto dal programma di lavoro della Commissione per il 1990;

Agli Stati membri

5. invita g1i Stati membri ad eliminare tutte le disposizioni di legge che criminalizzano e discriminano i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso;

6. chiede che i limiti d'età stabiliti a fini di salvaguardia siano uguali per i rapporti omosessuali e per quelli eterosessuali;

7. chiede che nelle norme giuridiche e amministrative si eviti la disparita' di trattamento delle persone con orientamento omosessuale;

8. rivolge un appello al Regno Unito affinché abolisca le disposizioni discriminatorie volte ad impedire una presunta propagazione dell'omosessualità, ripristinando quindi la libertà di opinione, di stampa, di informazione e di espressione scientifica e artistica per le cittadine e i cittadini omosessuali e per tutto cio che riguarda il tema "omosessualità"; invita tutti gli Stati membri a rispettare in futuro tali diritti alla libertà di opinione;

10. chiede agli Stati membri di adottare misure e di intraprendere campagne, in cooperazione con le organizzazioni nazionali delle lesbiche e dei gay, contro gli atti di violenza di cui sono vittime in misura crescente gli omosessuali, e di assicurare che gli autori di tali atti di violenza vengano sottoposti a procedimento giudiziario;

11. invita gli Stati membri ad adottare misure e intraprendere campagne, in cooperazione con le organizzazioni nazionali delle lesbiche e dei gay, contro tutte le forme di discriminazione sociale nei confronti degli omosessuali;

12. raccomanda agli Stati membri di prendere misure per assicurare che le organizzazioni sociali e culturali di donne e uomini omosessuali accedano ai fondi nazionali sulla stessa base di altre organizzazioni sociali e culturali, che le loro domande siano valutate secondo gli stessi criteri applicati alle domande di altre organizzazioni e che non risultino penalizzate dal fatto di essere organizzazioni di donne o uomini omosessuali;

Alla Commissione

13. chiede alla Commissione di presentare una proposta di presentare una proposta di raccomandazione sulla parita' di diritti per gli omosessuali


3 febbraio 1994 - emendamento 3 portato dall'on. Van Outrive del gruppo PSE al par. 14:

14. ritiene che la base della raccomandazione debba essere la parità di trattamento per tutti i cittadini comunitari indipendentemente dal loro orientamento sessuale e la fine di ogni forma di discriminazione giuridica fondata sull'orientamento sessuale: invita la Commissione a rpresentere al parlamento, a scadenza quinuennale, una relazione sulla condizioni degli omosessuali di ambo i sessi nella Comunità;

14. la predetta direttiva dovrebbe quanto meno disporre che

- sia garantita la parità di trattamento degli omosessuali e degli eterosessuali nella Comunità,

- per "orientamento sessuale" si intenda, ai sensi della direttiva, l'orientamento sessuale verso il proprio o l'altro sesso,

- per "discriminazione legata all'orientamento sessuale" s'intenda qualsiasi disparità di trattamento, sul piano giuridico, dei singoli individui, comunità o associazioni di omosessuali quali persone giuridiche nei confronti di altri singoli individui, comunità o persone giuridiche, segnatamente:

a) i diversi limiti di età a seconda che l'atto sia compiuto da un omosessuale o da un eterosessuale,

b) lo stile di vita di omosessuali perseguibile quale oltraggio al pubblico pudore o reato contro il buon costume,

c) qualsiasi discriminazione,in sede di diritto del lavoro e di diritto disciplinare pubblico,

d) il licenziamento di omosessuali occupati nelle comunità ecclesiastiche e religiose,

e) qualsiasi discriminazione in sede di diritto penale, civile, contrattuale ed economico, la mancata promozione, per omosessualità, di un soldato o ufficiale di ambo i sessi,

g) la considerazione della "omosessualità" quale fattore di rischio,

h) la registrazione in base di dati dell'orientamento sessuale di un individuo, a sua insaputa e senza il suo accordo, ovvero il non autorizzato inoltro o utilizzo per altri scopi di dette informazioni,

i) un divieto di matrimonio fra individui dello stesso sesso in mancanza di un equivalente istituto giuridico dell'unione registrata per coppie di pari sesso,

j) la mancata ammissione di coppie omosessuali a esistenti istituti giuridici alternativi al matrimonio ovvero l'esclusione delle coppie omosessuali da regimi giuridici positivi per comunità eterosessuali non coniugali,

k) il mancato riconuscimento nel diritto privato internazionale degli Stati membri di matrimoni di stranieri omosessuali ovvero di unioni registrate,

l) il rifiuto del diritto di adozione e di affidamento,

m) il ricovero in istituti psichiatrici ovvero il trattamento terapeutico di giovani omosessuali finalizzato a modificarne l'orientamento sessuale,

n) le restrizioni alla pubblicizzazione delle espressioni culturali e dei modi di vita degli omosessuali di ambo i sessi,

o) il divieto o le riduzioni delle sovvenzioni a istituti sociali e culturali di lesbiche e gay,

- va vietata la repressione delle pratiche omosessuali nei penitenziari oltre che la discriminazione dei detenuti omosessuali in sede di assegnazione a celle comuni ovvero di sospensione condizionale della pena,

- gli omosessuali di ambo i sessi provenienti da Stati terzi, incriminati per omosessualità nei loro paesi di origine, hanno un diritto all'asilo nella Comunità,

- la Commissione presenta al Parlamento, a scadenza quinquennale, una relazioine sulle condizioni degli omosessuali di ambo i sessi nella Comunita',

- gli Stati membri sono tenuti ad emanare, entro e non oltre quattro anni dall'entrata in vigore della direttiva, le modifiche alle disposizioni regolamentari ed amministrative necessarieper adeguarsi alla stessa e che ne debbono informare, senza indugio,

la Commissione,

15. ritiene che la raccomandazione dovrebbe come minimo cercare di porre fine:

- ai diversi e discriminatori limiti di età per il consenso all'atto sessuale a seconda che sia compiuto da un omosessuale o da un eterosessuale.

- alla perseguibilità dell'omosessualità quale oltraggio al pubblico pudore o reato contro il buon costume.

- a qualsiasi forma di discriminazione in sede di diritto del lavoro e della funzione pubblica nonché in sede di diritto penale, civile, contrattuale e commerciale.

- all'archiviazione elettronica di dati concernenti l'orientamento sessuale di un individuo. a sua insaputa e senza il suo accordo, ovvero alla divulgazione non autorizzata o all'uso improprio di tali dati.

- agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni.

- a qualsiasi limitazione del diritto decili omosessuali di essere genitori ovvero di adottare o avere in affidamento dei bambini.

15 bis. invita la Commissione, in linea con il parere del Parlamento del 19 novembre 1993 sulla proposta di regolamento che modifica lo statuto dei funzionari delle Comunità europee nonché il regime applicabile agli altri agenti di tali Comunità in materia di uguaglianza di trattamento tra uomini e donne (1), ad opporsi, nella sua politica del personale, ad ogni discriminazione legiata all'orientamento sessuale;

16. invita il suo Presidente a trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e degli Stati candidati all'adesione.



PROPOSTA DI RISOLUZIONE

presentata dagli onn. BLAK e JENSEN a norma dell'articolo 63 del regolamento su una discriminazione in relazione alla libera circolazione

Il Parlamento europeo,

A. considerando che la legislazione danese consente la cosiddetta "unione registrata" tra persone dello stesso sesso di cui una sia cittadino danese,

B. considerando che anche in Olanda svariate autorità locali hanno iniziato a consentire la registrazione di relazioni tra persone dello stesso sesso, sia donne che uomini,

C. considerando che l'omosessualità continua ad essere perseguibile ai sensi del codice penale di uno Stato membro della Comunità europea,

D. considerando che i codici penali e civili di molti paesi membri continuano a discriminare in larga misura gli omosessuali di ambo i sessi,

1. è dell'avviso che anche dopo il 1992 le disparità esistenti fra i diritti penali e civili dei vari Stati membri limiteranno per una minoranza non indifferente di cittadini comunitari il diritto a muoversi liberamente all'interno della Comunità europea;

2. esorta la propria commissione competente in materia ad effettuare un'indagine e a riferire in merito alla portata di questa discriminazione contro i cittadini omosessuali, sia donne che uomini;

3. esorta la Commissione ad adottare le misure del caso per garantire ai cittadini omosessuali comunitari di ambo i sessi la libertà di movimento e pari possibilità.



PROPOSTA DI RISOLUZIONE

presentata dagli onn. BETTINI, TARADASH, PANNELLA, ROTH, AGLIETTA, BONTEMPI, VECCHI, FREMION e MELANDRI a norma dell'articolo 63 del regolamento sul riconoscimento delle unioni civili per le coppie formate da individui dello stesso sesso

Il Parlamento europeo,

considerando

A. che in molti paesi comunitari si e posto il problema del riconoscimento legale delle coppie omosessuali e eterosessuali di fatto: in Danimarca, in Olanda, in Francia, in Germania,

B. che in Italia è stata celebrata il 28.6.92 una pubblica cerimonia di "unione civile" tra dieci coppie omosessuali, riaprendo cosi il dibattito politico sulla necessità di riconoscere il diritto alle coppie omosesuali di unirsi in matrimonio secondo il rito civile e alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali il diritto di accedere ai diritti e doveri della famiglia di diritto;

C. che si pone anche un problema di certezza del diritto in materia di successione e di regimi patrimoniali,

chiede

1. che venga riconosciuto il diritto agli omosessuali di unirsi in matrimonio;

2. che, come previsto dal programma di lavoro della Commissione per il 1990, la Comunità diventi parte contraente della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo del 1956 e che in quella sede la Comunità si adoperi per un'interpretazione estensiva del concetto di famiglia affinche vengano equiparate espressamente, nei diritti e nei doveri, le unioni di fatto eterosessuali e omosessuali alle famiglie di diritto.



PROPOSTA DI RISOLUZIONE

presentata dall'on. LOMAS a norma dell'articolo 63 del regolamento sui diritti civile per omosessuali e lesbiche

Il Parlamento europeo,

A. considerando le sue precedenti risoluzioni concernenti omosessuali e lesbiche,

B. deplorando che è stata fatta ben poca strada in materia di diritti civili per queste persone,

1. invita gli Stati membri a elaborare legislazioni volte a:

i) introdurre e attuare normative per porre fine alle molestie sul luogo di lavoro e a licenziamenti iniqui,

ii) riconoscere i diritti delle coppie, affinche le coppie di omosessuali e di lesbiche abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate,

iii) garantire che omosessuali e lesbiche che prestano servizio presso le forze armate non siano soggetti a molestie e discriminazioni,

iv) introdurre per i partner di omosessuali e lesbiche diritti d'immigrazione analoghi a quelli in vigore per le coppie eterosessuali.

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Note:

(1) GU C 104 del 16.4.1984, pag. 46
(2) GU C 158 del 17.6.1991, pag. 54
(3) GU C 241 del 21.9.1992, pag. 38

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Cronaca di un 25 aprile:
ANCORA E SEMPRE CONTRO OGNI FASCISMO!

A Roma c'eravamo dati appuntamento per il corteo autonomo del 25 aprile 1997 davanti al monumento per le vittime dell’olocausto, a Porta San Paolo, voluto e finanziato nel 1995 dai Centri sociali romani insieme a Rifondazione e al Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”.

La giornata era magnifica ed estiva, il cielo azzurro e l’aria pulita. Arrivati sulla piazza, abbiamo constatato che alcuni operai stavano volontariamente ripulendo con delle scale, le lapidi commemorative dei fatti di Piazzale dei Partigiani, imbrattate durante la notte con vernice nera, così come quelle alle Fosse Ardeatine.

Abbiamo poi visto che anche l’iscrizione del “nostro” monumento era stata sporcata (sfregiata) con vernice rossa (un compagno del CSOA Pirateria è andato a prendere un prodotto e ha ripulito accuratamente il bronzo della lapide).

Mentre aspettavamo la partenza di quello che sarebbe stato un bellissimo, affollato e pacifico corteo (visibile a migliaia di romani e turisti presenti nell’aerea Colosseo/Fori Imperiali) abbiamo distribuito olantini di Azione Omosessuale con un commento sul 25 Aprile e sull'iniziativa del
Comitato per il Diritto all’Orientamento sessuale in Europa; molti contatti, e almeno venti di questi in maniera approfondita.

Così, mentre alcuni pensano al 25 Aprile come ad una celebrazione inattuale, a cui non vale più la pena partecipare, al contrario, questa data resta fondamentale per riaffermare la memoria che si vorrebbe cancellare a colpi di revisionismo.

Si vorrebbe cancellare il valore della resistenza, la libertà che ci è stata data, per negare che essa venne tolta. Cancellando così anche le responsabilità del fascismo di ieri, e tutto questo per attenuare le responsabilità di quello d’oggi, che a Verona, grazie al consiglio comunale, ha ottenuto nel 1995 il suo riconoscimento ufficiale.

AZIONE OMOSESSUALE significa agire: agire insieme!

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Azione Omosessuale aderisce al Comitato per il diritto all'orientamento sessuale in Europa

Il 19 aprile 1997 si è svolta presso il CSOA BRANCALEONE di Roma la prima riunione nazionale di questo nuovo comitato, a cui hanno partecipato i gruppi dell’area COBAGAL (Verona, Firenze, Catania e Sassari), l’Arcigay Nazionale, l’Arcigay/Arcilesbica di Roma, Azione Omosessuale, il Collettivo Omosessuale di Latina, oltre a singoli partecipanti a titolo personale.

Promotore dell’incontro è stato il Comitato veronese “ALZIAMO LA TESTA”, che si è costituto nell’estate del 1995 per organizzare la protesta contro la delibera approvata dal consiglio comunale, e posta dal gruppo consigliare di Alleanza Nazionale, per la non applicazione delle normative suggerite dal Parlamento Europeo agli stati membri tramite la Risoluzione di Strasburgo del’ 8 febbraio 1994, sulle parità di diritti per gli omosessuali nella comunità europea, qualora lo Stato italiano vi aderisca.

Il circolo veronese sganciandosi dalla presidenza nazionale, molto timorosa delle reazioni del PDS nei riguardi di una protesta pubblica, dovette farsi interamente carico dell’organizzazione di una tale ed importante iniziativa costituendo quindi il comitato "Alziamo la Testa".

Sperimentare direttamente come cittadino, la discriminazione omofoba istituzionalizzata, attuata costituendo un precedente per ora solo “orientativo” ma che possa divenire un giorno applicabile in altre parti o nell’intero paese, sentire che la stessa istituzione che si dice democratica colpisce direttamente nei diritti i suoi cittadini, ha particolarmente sensibilizzato i militanti veronesi.

Da un confronto con altre realtà militanti italiane ed europee, si è poi notato di come l’esigenza di estendere i trattati relativi all’unione europea debba porre, oltre gli accordi sugli interessi meramente economici, la richiesta di inclusione di una carta dei diritti fondamentali di tutti i cittadini (diritto al lavoro, alla casa, alla libera circolazione). Tali diritti devono essere garantiti senza discriminazione di razza, religione, sesso e ancora, su proposizione del comitato “Alziamo la Testa”, senza discriminazione per l’orientamento sessuale; questo è il manifesto a cui aderiamo:

MANIFESTO PER IL DIRITTO ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE NELL’UNIONE EUROPEA.

L’Unione Europea si e' consolidata finora attorno ai grandi interessi economici; ma esiste anche un'Europa che fonda i propri principi sui diritti di ogni uomo e di ogni donna.
Il trattato di Maastricht prevede il concetto di cittadinanza ma non una definizione dei diritti fondamentali che ne conseguono.
La storia dell'Europa ha insegnato che solo il rispetto di ogni individuo può garantire la pace e la libertà.
Il riconoscimento delle pari dignità e dei pari diritti di tutti/e e' quindi garanzia necessaria per un'Unione Europea volta alla pace e non alla guerra, volta alla coabitazione delle differenze e delle diversità e non alla loro negazione.
Dopo la vicenda nazista solo l'ammissione dello sterminio subito dagli ebrei e dagli zingari ha permesso di riconoscere e controllare forme di violenza e razzismo pericolose per la pace in Europa.
Lo stesso nazismo ha colpito molti individui sulla base della loro omosessualità, sterminio - questo - mai riconosciuto ufficialmente e le cui vittime, cancellate dalla storia non sono state risarcite.

Nonostante la Risoluzione del Parlamento Europeo dell ' 8 febbraio 1994, le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali sono tuttora presenti nei paesi dell'Unione Europea.
I tentativi del Parlamento Europeo di ridurre la conflittualità sociale attraverso risoluzioni, come quella per le pari opportunità per le persone omosessuali, vengono vanificati dalla mancanza di una carta dei diritti fondamentali dei/delle cittadini/e europei/e, il cui inserimento nel Trattato di Maastricht viene da più parti richiesto.

E' essenziale che tale carta contenga un articolo che vieti ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale, riconoscendo un tema la cui rimozione é pericolosa per tutti e per tutte.

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Nei mesi successivi le iniziative a favore della campagna sono state:
- conferenza stampa di presentazione tenutasi a Roma il 6 maggio 1997
- incontro con il Presidente ed il Vicepresidente della Commissione Esteri della Federazione Verdi, del 29 maggio 1997 a Roma

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N.B. Per gli sviluppi successivi allo scioglimento di Azione Omosessuale e sull'attuale stato di avanzamento dei lavori contattare:

CIRCOLO PINK
Centro di Cultura e Iniziativa Gay e Lesbica Verona
pinkverona@tiscalinet.it - bricioli@tin.it

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Comitato "Alziamo la testa"
del Circolo Arcigay/Arcilesbica Pink di Verona

Questo Comitato si è costituto nell’estate del 1995 per organizzare la protesta contro l'approvazione il 14 luglio della mozione n° 336 del consiglio comunale veronese, proposta dal consigliere Francesco Spiazzi (PPI), per la non applicazione delle normative suggerite dal Parlamento Europeo agli stati membri tramite la Risoluzione di Strasburgo del’ 8 febbraio 1994, sulle parità di diritti per gli omosessuali nella comunità europea, qualora lo Stato italiano vi aderisca.

Il circolo veronese sganciandosi dalla presidenza nazionale, molto timorosa delle reazioni del PDS nei riguardi di una protesta pubblica, dovette farsi interamente carico dell’organizzazione di una tale ed importante iniziativa costituendo quindi il comitato "Alziamo la Testa".

Sperimentare direttamente come cittadino, la discriminazione omofoba istituzionalizzata, attuata costituendo un precedente per ora solo “orientativo” ma che possa divenire un giorno applicabile in altre parti o nell’intero paese, sentire che la stessa istituzione che si dice democratica colpisce direttamente nei diritti i suoi cittadini, ha particolarmente sensibilizzato i militanti veronesi.

Il 12 luglio scorso, il Circolo Pink ha presentato durante una conferenza stampa tenutasi a Verona, la citazione in giudizio per i consiglieri comunali Romano Bertozzo (Lega Nord) e Elmo Padovani, e per Palmarino Zoccatelli, presidente dell'associazione cattolica integralista "Famiglia e Civiltà".

Questo è il testo del Circolo Pink:

Alla conferenza stampa sono stati presenti rappresentanti e delegazioni di:


Ecco il testo della mozione n° 336:

MOZIONE

IL CONSIGLIO COMUNALE DI VERONA

Considerato che in data 8 febbraio 1994 il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione A3-0028/94 nella quale - tra l'altro - si invitano gli Stati dell'Unione Europea:

Considerato che, a prescindere dalle singole convinzioni morali e religiose, l'omosessualità contraddice la stessa legge naturale e l'applicazione della succitata risoluzione avrebbe, tra l'altro, effetti fortemente negativi sulla formazione psicologica e umana dei giovani i quali, nella promisquità tra famiglie omosessuali e eterosessuali, vedrebbero cadere uno dei fondamenti minimali dell'ordine famigliare, ossia un'unione stabile tra uomo e donna.

RESPINGE

nel rispetto di un elementare principio naturale, il contenuto della risoluzione A3-0028/94 approvata l'8 febbraio 1994 dal Parlamento Europeo;

IMPEGNA

l'Amministrazione comunale a non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelle delle famiglie "naturali" costituite da uomo e donna.

Verona, 27 aprile 1995

(seguono firme di consiglieri di Lega Nord, PPI e altri gruppi).


Hanno espresso la loro solidarietà alle iniziative del Comitato Alziamo la testa, e disapprovato l'operato del Consiglio comunale di Verona:

COMUNE DI FIRENZE
COMUNE DI TORINO
COMUNE DI VENEZIA
PROVINCIA DI ANCONA
COMUNE DI HONE, VALLE D'AOSTA
COMUNE DI BOLOGNA
ARCIGAY/ARCILESBICA- FIRENZE
AZIONE OMOSESSUALE
CIRCOLO DI CULTURA OMOSESSUALE "MARIO MIELI"CIRCOLO IL CASSERO
ARCIGAY NAZIONALE
FEDERAZIONE VERDI
COORDINAMENTO OMOSESSUALE DEL PDS
CAMERA DEI DEPUTATI

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