ANTIPSICHIATRIA
Giuseppe Bucalo "Dietro ogni scemo c'è un villaggio. Itinerari per fare a meno della psichiatria" pagg. 124 € 5 |
Questo libro è un libro irragionevole. Non dà risposte alle ragionevoli preoccupazioni su come fare per "curare", "controllare" o "normalizzare" le persone che vedono cose che noi non vediamo, ascoltano voci che noi non udiamo, vivono il loro tempo o il loro corpo in un modo che non conosciamo. Paradossalmente non c'é niente di più irragionevole che continuare a definire queste esperienze umane come "sintomi" di malattia, tentando di "curare" persone che andrebbero ascoltate, comprese, accettate in quello che sono ed esprimono. La stragrande maggioranza dei "sintomi" psichiatrici (così come dei problemi interpersonali che abbiamo con chi definiamo "malato di mente") derivano da questo ossessivo, inumano, violento sforzo nel tentare di negare, distruggere, modificare modi di sentire, essere e capire che non comprendiamo (o non condividiamo). Tutto ciò che viene arbitrariamente attribuito alla "malattia mentale", in realtà ha a che fare con la relazione di paura che instauriamo nei confronti di certe esperienze e di chi le vive. Questo libro documenta cosa accade fra e delle persone quando sono "lasciate a se stesse" a gestire la propria esistenza. L'esperienza di autogestione collettiva delle esperienze extra/ordinarie vissuta dal Comitato d'Iniziativa Antipsichiatrica a Furci siculo (Messina) negli anni 1986/1992. |
Giuseppe
Bucalo "Dizionario
antipsichiatrico. pagg. 130 € 5 |
Ricordo che
a un certo punto chiesi a Louise: "Di cosa hai bisogno? Cosa ti può aiutare?"
Louise rispose: "Vorrei essere un bruco e strisciare sul pavimento. Vorrei
che ci fosse qualcuno, ma non vorrei che mi fermasse, mi tirasse su, mi
impedisse di farlo. Vorrei che questo qualcuno stesse lì a guardarmi,
senza intervenire". Ricordo che dissi: "Forse così quel bruco potrebbe
diventare una farfalle !?" Louise mi guardò, sorrise e non disse più nulla.
Cosa occorreva a Louise? Un testimone! Quanto può essere lontano questo
aiuto da ciò che aveva avuto dai suoi terapeuti (e che milioni di altri
individui hanno dagli specialisti della salute mentale). Anche quando
ti lasciano strisciare per terra, non c'é nessuno che ti guarda, che ti
è testimone. L'unica attenzione che puoi sperare è che ti scansino nel
loro via vai quotidiano. Strisciare per terra: terapeutico, quando ti
ci sbattono loro per tenerti fermo e sedarti con una puntura; patologico,
se lo fai tu, per sentirti un bruco, per sparire, per prostrarti o pregare.
Non mi sono mai sperimentato come un bruco, mentre mi è capitato di essere
testimone di meravigliose o inquietanti metamorfosi. Nessuno può stabilire
con certezza se è di un testimone che si ha bisogno in certi momenti,
piuttosto che di una sonora sculacciata o di una dose massiccia di tranquillanti.
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Giuseppe
Bucalo "Sentire le voci - guida all'ascolto" pagg.118 € 5 |
Sentire le
voci non è una malattia ma un modo e una possibilità della percezione
umana. Questa esperienza percettiva, come ogni altra che riguarda i nostri
sensi e la nostra sensibilità, non va curata, né trasformata a priori,
ma compresa e gestita. Occorre dialogare con le voci: non serve fare finta
di niente o cercare di distrarsi. La gestione di questo dialogo nasce
dal riconoscerlo come tale e dal confrontarsi apertamente e chiaramente
con le voci circa la loro identità e le possibili influenze reciproche. Questa guida è un invito a rompere il silenzio, ad organizzarsi e a battere un sentiero comune a chi sente e a chi non sente le voci. Del resto la sapienza buddista ci ricorda che sia che uno guardi, sia che tenga gli occhi chiusi, le cose sono rimangono ciò che sono. Non stiamo su due mondi diversi, quindi, guardiamo e sentiamo il mondo da due angolazioni differenti. L'invisibile aria è essenziale alla nostra vita quanto il cibo visibile che ingoiamo; così come l'inudibile passaggio del sangue attraverso le nostre vene fa parte della realtà come il rumore dell'acqua di un torrente. L'esperienza di dialogo con le voci è un cammino attraverso la realtà, che noi tutti dobbiamo rendere possibile. Ho cercato di mostrare come chi non sente le voci, può aiutare chi li sente e può lasciarsi aiutare da lui a comprendere. |
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