«Noi rivendichiamo il fatto di decidere
del nostro territorio e lo facciamo con grande serietà. Abbiamo ottenuto grandi risultati e ci siamo fatti ascoltare: non a caso è stata accolta la nostra richiesta di ragionare sullammodernamento della linea attuale. E tutto ciò, senza ricorrere alla violenza». (Luciano Frigieri, presidente comunità montana) |
Al Lupo! Al Lupo! È questa pentola in ebollizione che gli ambientalisti e i gruppi politici tentano di tenere ben tappata, incanalando la protesta entro gli ambiti angusti del compromesso, per poterla poi capitalizzare a proprio favore. E parte la strategia del recupero. In primo luogo i protagonisti di questa strategia sono i Verdi e Rifondazione Comunista, che rappresentano lala parlamentare più estrema. Poi i Comuni, anchessi in buona parte schierati contro il passaggio del treno. Una strategia organizzata su due livelli: uno che punta alla confusione teorica ed un altro alla dissuasione pratica. Vediamoli. Quando parlano del problema dellAlta velocità, questi "oppositori" separano il progetto del treno dal contesto in cui nasce e si sviluppa e lo criticano come se fosse un elemento isolato. Il ventaglio delle loro posizioni va dalla semplice richiesta di far passare le nuove linee in altre valli a quella che individua il nuovo treno come lo strumento di un progresso malato. In mezzo passano tutte le richieste volte ad alleggerire gli inconvenienti dati dal passaggio del treno, come la creazione di migliori barriere antirumore o di modifiche del tracciato, quelle che mirano a un ripensamento di alcune caratteristiche tecniche della linea e quelle che tendono a fare del treno una merce di scambio per ottenere vantaggi da parte delle ferrovie. |
DOCUMENTO N. 2 «La lotta delle istituzioni valsusine rispetto alla questione dellalta velocità non puó che essere condotta, come sempre è stato fatto, con luso di tutti gli strumenti democratici, e non con gesti inconsulti di qualsiasi tipo». (Luigi
Massa, |
Il quadro in cui intervengono questo genere di oppositori è sempre quello del capitale ed è allinterno di questo che ricercano una serie di aggiustamenti. La loro posizione più estrema è indicativa: criticando il progresso malato, tentano di propagandare un ipotetico progresso sano, nel quale gli interessi dellindustria e della finanza verranno a coincidere con quelli delle popolazioni; spostando lattenzione della lotta su questi propositi improbabili, limitano la possibilità che questa si allarghi e si radicalizzi. In più, di fronte ad una situazione nella quale lo Stato e gli inclusi cominciano ad essere individuati come nemici, la propaganda dei Verdi e dei Rifondatori li ripropone, nel migliore dei casi, come la controparte con la quale trattare. E come potranno mai trattare le popolazioni con lo Stato? Ma naturalmente solo tramite loro i partiti inseriti nella lotta ed i comitati invasi dai politici , che raggranelleranno sempre maggiore influenza. |
«Gesti come quello di Mompantero sono assolutamente contrari ai nostri metodi e fra noi non esistono "frange estreme", il nostro obiettivo è una civile presa di coscienza dei dati e dei problemi. E questo con le bombe è del tutto inconcepibile». (Mario Cavargna, Presidente Pro Natura Valsusa) |
Nel caso valsusino, però, lintervento di controllo dei partiti e degli ambientalisti ha funzionato solo in parte. Cè chi, in Valle, rifiuta di essere rappresentato e non intende trattare, anzi. Qualcuno comincia a sabotare i lavori di sondaggio che precedono lapertura dei cantieri. Senza grandi mezzi, senza nessuna preparazione "militare", dimostra che è possibile ostacolare il passaggio del Tav direttamente a dispetto degli scettici e degli efficienti realisti della sovversione, che si limitano a dissertare al più di una improbabile e rassicurante soluzione finale (il popolo che scende compatto in piazza?) da attendere armati di tanta pazienza. Lesempio si diffonde e gli attacchi si moltiplicano a macchia dolio, diventando uno degli strumenti di una lotta che comincia ad allargare lo spettro dei propri nemici. Vengono colpiti, non solo il progetto del treno ad alta velocità, ma lEnel, lOmnitel, la Sitaf (società che gestisce la locale autostrada), la Telecom, la Rai, la Mediaset e perfino la Chiesa. Ciò che ne emerge è il percorso della lotta di una parte degli sfruttati valsusini che progressivamente prendono coscienza della propria situazione e cominciano a ribellarsi, ciascuno per proprio conto, senza delegare a nessuno e senza accettare mediatori. |
«Io escludo che anche le componenti
più estremistiche dei comitati possano aver fatto una
cosa del genere. Non escludo invece che possa essere
stato qualcuno che non sta nellopposizione
organizzata, ma che è esasperato davanti ad un atto come
quello di Alpe-tunnel, che disprezza il confronto». (Claudio Giorno, esponente di Habitat) |
Chi,
fino a quel momento, aveva tentato di imbrigliare la
protesta, si vede scavalcato e si fa prendere dal panico:
lunica strada che gli rimane è negare che i
sabotaggi siano opera di oppositori al Tav. E così
comincia a sostenere che si tratta di un complotto
mirante a criminalizzare la loro lotta e a dividere
lopposizione. Rifondazione Comunista indica come
mandanti le "lobbies politico-affaristiche
interessate alla realizzazione del Tav e alle connesse
speculazioni mafiose"; i Verdi cominceranno a
parlare sempre più apertamente del coinvolgimento dei
Servizi segreti. Per quanti sforzi facciano, però, non riescono ad ottenere una grande attenzione da parte della popolazione, che diserterà la manifestazione indetta per protestare contro i sabotaggi. Per riprendere in mano la situazione, i controllori sociali dovranno affidarsi allintervento delle forze dellordine. |
«Sospettiamo che gli attentati siano
una montatura messa in piedi da chi aveva collaborato con
Franco Fuschi, lagente dei servizi segreti che ha
operato in valle di Susa e che si è autoaccusato
dellattentato al traliccio del Super-phenix di cui
furono incolpati gli ambientalisti». (Mario Cavargna e Piercarlo Cotterchio, segr. Legambiente) |
'"No
agli attentati, no alla violenza", ma a gridarlo
idealmente, cerano solo gli addetti ai lavori della
politica, amministratori comunali ed esponenti di
partito. Pochi invece i cittadini che hanno risposto
allappello lanciato dalla comunità montana bassa
valle, partecipando alla manifestazione di sabato mattina
a Bussoleno contro gli attentati che da un anno e mezzo
prendono di mira la Val di Susa. Anche Renato Montabone, consigliere regionale del Partito popolare europeo, non appare preoccupato dalla mancanza di adesione da parte della gente: "Oggi questo problema è sentito in particolare dagli amministratori"'. (da Luna Nuova, 2/12/97) 'Alcuni, esasperati dal rischio di un progetto che non rispetti limpatto ambientale, si lasciano andare ad affermazioni che sembrano quasi "difendere" i "lupi grigi". Come *** che distinto afferma: "Sicuramente il loro è un gesto estremo, eppure non mi sento di condannarli del tutto, perché almeno attirano lattenzione sulla volontà di noi valsusini di non rovinare ulteriormente la zona con i treni veloci" (...) "I Lupi Grigi? Meno male che ci sono. Alcuni politici continuano a raggirarci sulla convenienza della nuova linea ferroviaria che favorirebbe loccupazione. Ebbene, anche le esplosioni danno da lavorare a qualcuno"'. (La Stampa del 6/11/97) |