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![]() TUTTA COLPA DEI COMUNISTILa rivolta in Albania secondo il "Wall Street Journal"Per il "Wall Street Journal", l'organo della grande finanza internazionale, in questa fine secolo non è cambiato nulla: la colpa di quello che accade in Albania è, come sempre, dei comunisti. E i ribelli albanesi non hanno alcun motivo per rivoltarsi, come ci informa un articolo pubblicato l'11 marzo '97 dal quotidiano americano. "Sono guidati da un'improbabile coalizione di comunisti ortodossi e mafiosi, che rischia di sprofondare il paese in una guerra civile", scrive l'autore dell'articolo, Mark Almond, professore di Storia presso l'Università di Oxford. "A nessuno piace la sospensione del diritto di dimostrare (...), ma la polizia è stata oggetto di gravi violenze. Il presidente Sali Berisha e i suoi sostenitori stanno pagando oggi il prezzo della scomparsa della mano rigida del comunismo". Secondo Almond gli insorti sono per la maggior parte ex-membri della polizia segreta, la Sigurimi. "Contrariamente a quello che sostengono i suoi critici, il governo di Berisha è stato troppo debole nell'imporre la sua autorità, non è stato sufficientemente forte. Lo dimostra il fatto che Valona si sia trasformata in un covo di contrabbandieri", continua Almond. Ovviamente non è neppure sfiorato dal sospetto che ciò sia un segno della contiguità tra il governo di Tirana e le organizzazioni mafiose. "L'intervento del governo per fermare le piramidi ha fatto esplodere la crisi", un intervento del quale l'"autorevole" quotidiano americano si dimentica di ricordare l'assurda e quantomeno sospetta tardività. Ma quello che ha fatto il governo non interessa poi tanto il professore di Oxford, che si preoccupa piuttosto di osservare che "il Partito Socialista ha votato l'eliminazione del marxismo dal proprio programma solo nell'agosto scorso" e che "molti dei membri della base con cui ho parlato non sono d'accordo con tale decisione". D'altra parte, i suoi giudizi si basano su fonti esaurienti e sicure: "La scorsa settimana ho telefonato a uno studente la cui famiglia ha perso tutto il denaro nel crollo delle piramidi. Mi ha detto che ora hanno paura di perdere fino all'ultima cosa se i comunisti dovessero tornare al potere". Nei giorni scorsi anche il New York Times ha pubblicato articoli in cui gli insorti albanesi vengono descritti puramente come dei mafiosi, che si dà per scontato sia necessario reprimere. In effetti, negli ultimi giorni alcune associazioni degli emigrati albanesi negli USA (che sono circa mezzo milione) si sono mobilitate per fare pressioni sul Senato e sulla Casa Bianca perché ritornino a dare a Berisha l'appoggio di cui godeva in passato a Washington e che è stato improvvisamente tolto negli ultimi mesi. Gli USA avevano criticato in primavera il governo albanese per le elezioni truffa, senza tuttavia adottare alcuna misura concreta, ora invece Washington sembra avere completamente abbandonato a se stesso Berisha, a differenza dei paesi europei. (a cura di Andrea Ferrario) |