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![]() Il precedente albanesedi Richard K. Moore[Questo testo è stato originariamente inviato a "World Systems Network" - wsn@csf.colorado.edu, e ci è pervenuto attraverso la interessante mailing list inglese WNR, che dedica ampio spazio all'Europa Orientale e in particolare all'Albania. Per abbonarsi a WNR contattare heiko@easynet.co.uk] Lo scenario albanese sembra prendere la forma di un precedente di importanza storica, che si proietta nel futuro. Anche se gli articoli dei giornali si proietteranno sul quello che accade in Albania - e si potrebbe trattare di eventi davvero drammatici - è il precedente che è più importante a lungo termine, poiché stabilisce il tono sul quale si muoverà il nuovo stile di euroimperialismo che sembra destinato a caratterizzare il sistema globalista in rapida consolidazione.
Per comprendere pienamente il significato degli eventi albanesi si possono raffrontare le analogie e le differenze con due precedenti episodi: Tempesta nel deserto e Bosnia. In Albania stiamo probabilmente assistendo a svariati importanti sviluppi che stabiliscono nuove tendenze - presumendo che i ribelli non si ripieghino semplicemente di fronte all'intervento, ma diventino invece più determinati e motivati, guadagnandosi l'appoggio popolare. In questo caso assisteremo:
Ma in Albania vediamo l'Italia e la Grecia svolgere dei ruoli molto simili alla tradizione del colonialismo classico: hanno delle relazioni storiche ed etniche immediate con l'Albania e l'intervento dà loro l'opportunità di riconfigurare la situazione politica albanese, indirizzandola a ciò che ritengono andrà a loro beneficio, così come hanno fatto spessissimo le potenze imperialiste in passato: rettificando gli equilibri di potere, guadagnando opportunità di investimento o mercati, promuovendo forze a loro favorevoli, ecc.
E' molto significativa la base volontaria sulla quale i paesi hanno scelto di intervenire: chi vuole entrare in gioco (nella banda europea) può farlo e può scegliere liberamente quante pedine (truppe) disporre sul tavolo. Ciò potrà far sì che partecipino alcuni attori che si occuperanno prevalentemente di aiuti umanitari e di supporto, ma il risultato principale di tale politica sarà quello di facilitare i membri della banda europea a conseguire con la forza i loro interessi geopolitici imperialisti. Sembra quindi che il precedente di Tempesta nel deserto (legalizzazione di un intervento decisivo in uno stato che si suppone indipendente) venga ora utilizzato per autorizzare una generica attività imperialista delle grandi potenze, dandoci una dimostrazione del paradigma di gestione globale che caratterizzerà probabilmente l'era globalista. Avremo probabilmente una forza militare globale integrata, con le sue potenti divisioni, ma allo stesso tempo anche un'euro-banda (comprendente gli USA) di prepotenti, che salperà sotto la bandiera dell'ONU ogni volta che vedrà la necessità di effettuare un intervento di rettifica a livello geopolitico. Ci saranno liti tra i membri della banda - come tra Italia e Grecia su chi sbarcherà per primo in determinati posti. Ma verranno risolte pacificamente, come le liti trai giocatori in una partita di calcio. E le principali forze in campo (cioè quelle che hanno un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza e una posizione influente nella NATO) garantiranno sempre che i loro interessi vengano sempre protetti e portino una coerenza strategica al modello complessivo e ai tempi delle attività di intervento e repressione. E' questa la differenza tra il vecchio imperialismo e la sua nuova versione globalista. C'è ancora la banda europea che opprime il resto del mondo, ma ora tutto avviene su una base sistematicamente collaborativa, evitando una competizione reciprocamente svantaggiosa. Questo tipo di sviluppo fornisce un modello flessibile per il mantenimento dell'"ordine" globale e fornisce la componente di sicurezza critica che è necessaria per il progetto di Nuovo Ordine Mondiale. L'Albania sembra essere l'occasione storica per sottoporre a una prima completa prova sul campo questa componente di sicurezza, in modo pienamente operativo e senza la presenza dello zio Sam e della sua guida fattuale.
Uno dei problemi che sorgeranno sarà quello dell'esigenza di generare un entusiasmo delle opinioni pubbliche nazionali in appoggio dell'ampio coinvolgimento militare che si potrebbe rendere necessario in uno scenario instabile come quello albanese. Vi è una formula diretta che verrà con ogni probabilità impiegata per risolvere questo problema. Gli sviluppi in Albania devono essere quindi tenuti attentamente sotto osservazione, cercando in particolare di leggere tra le righe. Mentre noi guardiamo, il progetto della banda europea per un'egemonia globale viene messo alla prova, per individuarne gli eventuali difetti, eliminandoli e aggiungendo così un altro mattone al muro dell'edificio del Nuovo Ordine Mondiale. Richard K. Moore, rkmoore@iol.ie, PO Box 26, Wexford, Irlanda |