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![]() Rapporto sugli albanesi di Macedoniaa cura del Greek Helsinki MonitorAlcuni brani dal Rapporto all'OSCE: Missione esplorativa dell'International Helsinki Federation for Human Rights (IHF) in Macedonia, 10-14 aprile 1997 - [N.d.T.: è necessario tenere presente che del Consiglio direttivo dell'IHF fanno parte numerosi ex-esponenti dell'amministrazione americana, o vicini a essa, come l'onnipresente miliardario Soros][...]
1. Le questioni relative all'istruzione superiore e ai diritti delle minoranze. Tuttavia, siamo profondamente preoccupati dalla proposta di una nuova legge sull'educazione supeiore che escluderebbe l'insegnamento in queste lingue perfino presso le università private, una proposta che non risulta coerente con una prospettiva di diritti umani e dà l'impressione di uno sforzo per manipolare lo sviluppo delle istituzioni intellettuali per fini politici e con l'obiettivo cultural-egemonico di rompere il legame tra lingua e nazionalità. La proposta è legittimata da un'interpretazione da era comunista dell'Articolo 48 della Costituzione che, pur non garantendo un'educazione superiore nelle lingue della minoranza, non la proibisce nemmeno. Gli albanesi di Macedonia ora hanno la possibilità di ricevere un'istruzione in lingua albanese presso l'Accademia Pedagogica. Questo programma ha dato luogo ha una serie di violente dimostrazioni a Skopje. Ma andrebbe tenuto presente che gli albanesi di Macedonia avevano negli anni '80 la possibilità di frequentare l'Università in lingua albanese di Prishtina e l'Accademia Pedagogica a Skopje. L'attuale mancanza di tali possibilità (che vale anche per tutte le altre minoranze dei Balcani) viene percepita dagli albanesi come un'inaccettabile deterioramento del loro status, e pertando rende la domanda di istituti di istruzione superiore nella loro lingua ancora più legittima. In queste circostanze, la legge proposta, che si presenta come mirata all'"integrazione" e alla "stabilità", avrebbe invece l'effetto opposto, e manderebbe il messaggio che la Repubblica di Macedonia esiste come lo stato nazionale del popolo macedone, piuttosto che come uno "stato civico" di tutte le persone che vi vivono. Siamo convinti che il miglioramento dei diritti umani e della situazione interetnica in Macedonia dipendano dall'effettuazione da parte del governo di passi positivi per risolvere il problema dell'istruzione superiore, così come di maggiori sforzi da parte degli elementi della comunità albanese per confermare un impegno a lavorare nell'ambito di un sistema multietnico, sociale e politico unificato. I leader politici e intellettuali moderati della comunità albanese sono contro ogni programma che preveda la conservazione o la creazione di un sistema di apartheid etnico, linguistico o culturale in Macedonia. I leader moderati della comunità etnica macedone che hanno denunciato gli slogan sciovinisti e razzisti di coloro che hanno dimostrato contro l'apertura di corsi in albanese presso la Facoltà di Pedagogia, hanno dato prova di coraggio morale e civile nel farlo. Anche i leader del partito VMRO, che nonostante la sua reputazione di partito del nazionalismo macedone si definisce come un partito di "centro-destra" del tipo dei democristiani tedeschi e austriaci, asseriscono che il partito non si opporrebbe all'esistenza di università private che offrano istruzione in lingua albanese, a condizione che esse funzionino nell'ambito della legge. Ma le posizioni dei moderati di entrambe le comunità etniche verranno messe seriamente in discussione dalla legge proposta che proibisce l'istruzione superiore nelle lingue delle minoranze presso le università private. Con ogni probabilità, la coalizione politica dalla quale dipende l'attuale stabilità della Macedonia verrebbe distrutta dall'approvazione di una tale legge: in tali circostanze il PDP [il partito albanese moderato - n.d.t.] abbandonerebbe il governo. L'IHF non approva alcun atto illegale commesso da rappresentani dell'Università di Tetovo [l'Università "parallela" albanese, proibità dalle autorità macedoni - n.d.t.] o di qualsiasi altra istituzione della Macedonia. L'IHF è un'organizzazione che si occupa di diritti umani e non ha quindi la competenza per giudicare la qualità di un'università. Allo stesso tempo, andrebbe notato che tra i membri della delegazione dell'IHF vi erano numerosi ex-professori e amministratori universitari che sono rimasti sorpresi dal fatto che due dei più alti funzionari dell'Università di Tetovo non disponessero di documenti sui nomi e le qualifiche della facoltà, sui programmi e i corsi offerti, nonché sulla composizione e la qualità intellettuale del corpo degli studenti. In realtà, differentemente da quanto affermato da una dichiarazione pubblicata che descriveva la visita, non tutte le nostre domande hanno ricevuto risposte dettagliate. Stiamo ancora aspettando informazioni scritte. Inoltre, abbiamo detto con chiarezza che i piani previsti per "costringere le autorità macedoni" a dare impiego ai diplomati dell'Università di Tetovo nonostante l'istituzione manchi di un'autorizzazione regolare porterebbe con ogni probabilità a un confronto politico distruttivo, senza avere nello stesso tempo la sicurezza che ciò potrebbe servire a fornire ai giovani albanesi un'istruzione nella loro lingua. Abbiamo detto che il piano molto probabilmente non funzionerebbe e avrebbe come conseguenza solo l'esistenza di un vasto numero di giovani istruiti, ma che non potranno essere assunti legalmente e rimarranno quindi delle potenziali vittime di una manipolazione politica. I funzionari dell'Università di Tetovo negano la creazione di un'"istituzione parallela" e affermano che l'istituzione è bilingue sia di principio che in pratica, ma parlano allo stesso tempo di educare studenti che si dedicheranno a delle professioni (legge, medicina ecc.) come membri della comunità specificamente albanese. La continuazione dell'istituzione di fronte agli ostacoli è stata definita una "via santa", mentre sulla parete dell'ufficio del Decano campeggia una mappa che descrive la "Grande Albania". L'IHF raccomanda che le autorità macedoni aderiscano ai principi e alle raccomandazioni specifiche messe a punto nel Programma di Riforma Legislativa dell'Istruzione Superiore del Consiglio di Europa. Richiamiamo in particolare l'attenzione sull'opinione del Consiglio d'Europa in merito all'aspetto della clausola sulla lingua contenuta nella proposta di legge sull'educazione superiore: "Gli esperti della delegazione si sono astenuti dal giudicare dal punti di vista legale se la lingua può costituire un elemento nel concedere o negare l'autorizzazione a un'università privata che opera sul territorio del paese. Si suggerisce, tuttavia, che la lingua di istruzione non venga utilizzata come criterio di autorizzazione.
2. Diritti politici; l'abuso dell'autorità statale Il PDPA afferma di essere sotto la costante sorveglianza della polizia. I suoi membri sostengono di essere "demonizzati" dal governo; che il programma del partito non prevede la costituzione di istituzioni parallele, ma piuttosto lo sviluppo e l'eguaglianza regionale, nonché la promozione dell'"idea Europea" di "decentralizzazione". Considerano le detenzioni delle "provocazioni" del governo, che dovrebbero spingerli ad agire illegalmente. Il PDPA sostiene di essere "disponibile al dialogo". Allo stesso tempo, l'immagine di cui gode il partito tra le forze politiche moderate è molto differente: la sua retorica costituirebbe chiaramente un'importante fattore della dinamica negativa delle relazioni interetniche.
3. I problemi riguardanti la lingua e la costituzione L'Articolo VI, che proclama il macedone come "lingua ufficiale" della Repubblica, viene spesso applicato in modo talmente assurdo che i parlamentari di etnia albanese che desiderano fare stampre i loro biglietti da visita anche in albanese, non li possono fare stampare gratuitamente in Parlamento come i rimanenti loro colleghi.
4. Libertà di informazione |