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SBARCO IN ALBANIA

editoriale di "Guerre&Pace" n. 39-40, maggio/giugno 1997

L'avventura della missione "a guida italiana" in Albania è dunque cominciata.

Una spesa di 120 miliardi in tre mesi (molto più degli altri paesi europei) per portare in prima battuta 4 miliardi di aiuti: ecco un primo motivo per pensare che le vere ragioni della Operazione Alba siano altre rispetto al conclamato fine umanitario. E tali ragioni diventano più chiare leggendo un recente odg con cui il senato si impegna a valutare "i danni subiti dalle imprese italiane in Albania" al fine di "tenerne conto in via prioritaria nell'ambito dell'intervento internazionale per la ricostruzione economica dell'Albania", al fine cioè di garantire agli imprenditori italiani i proventi derivanti dallo sfruttamento selvaggio della mano d'opera locale.

Tutelare gli "interessi" del capitale italiano nell'area e al tempo stesso dare una immagine dell'Italia che le consenta di "farsi valere" anche in vista di altre spartizioni: è questa la logica dell'Operazione Alba, in continuità con la precedente Operazione Pellicano e con la politica colonialista da sempre perseguita dai governi italiani nei rapporti con l'Albania, ma soprattutto in armonia col Nuovo Modello di Difesa, che si propone appunto di usare l'apparato militare, debitamente riformato e professionalizzato, in funzione di "difesa degli interessi nazionali".

Questo intervento è tanto più odioso in quanto viene portato a prova di sensibilità "umanitaria" proprio da parte di coloro che rimpatriano forzatamente i profughi o li annegano nel canale di Otranto; e viene giustificato con la esigenza di riportare "ordine" e "demorazia" proprio da parte di quelle potenze occidentali che hanno largamento concorso a creare l'attuale situzione economica e politica.

Sono questi i temi affrontati nell'inserto, nel tentativo di fornire dati e chiavi di lettura diverse da quelle della propaganda ufficiale, pur senza la pretesa di esaurire il problema. Due problemi in particolare restano fuori da queste pagine centrate sull'Albania di oggi : una riflessione critica sul rapporto fra l'Albania di oggi e l'Albania di ieri, cioè la Repubblica popolare albanese; e una indagine sulla possibile Albania di domani, cioè suii Comitati degli insorti e sulla società civile. Sia al primo argomento, toccato solo incidentalmente e con posizioni diverse o contrastanti da alcuni interventi; sia al secondo, che richiede un supplemento di informazione rispetto a quello di cui oggi disponiamo, ci proponiamo di dedicare ampio spazio sui prossimi numeri.