
Home
Notizie in breve
Approfondimenti
Documenti
Link
I Balcani
La Nato a Est
Guerre&Pace
Scriveteci
|
|

Notizie in breve
28 giugno 1997
- I ribelli: "Berisha via con il voto o con i fucili" - Il leader del comitato di salvezza di Valona, Luftar Petoshati, ha affermato giovedì che i ribelli inizieranno una rivolta armata per costringere Berisha a rinunciare al potere, nel caso in cui dovesse vincere le elezioni. Albert Shyti, un altro leadr dei ribelli, che si è candidato per il Partito Socialdemocratico, ha affermato "La gente andrà a votare e manderà via Berisha", aggiungendo, tuttavia, "Se non lo manderà via con i voti, prenderà i fucili e lo manderà via con i fucili". A chi gli domandava cosa succederà se Berisha vincerà, Petoshati ha detto "Non penso che accadrà, ma se dovesse succedere, tutto è già pronto sulle Montagne di Laberia. Chiederemo ai corpi diplomatici di abbandonare il paese, perché sarà una battaglia a risolvere il problema". Il leader dei ribelli ha affermato poi che i comitati non hanno impedito lo svolgimento della campagna di alcuna forza politica, ivi incluso il Partito Democratico, "con l'eccezione delle persone incriminate del partito, come Sali Berisha, Pjeter Arbnori, Ali Spahia, Tritan Shehu e Aleksander Meksi". Petoshati ha poi accusato le bande che appoggiano il presidente Berisha di essere la causa dello stato di semiguerra che regna a Valona. "A Valona ci sono due bande armate, guidate da Mulosmani (il capo della polizia)", ha detto Petoshati, aggiungendo che il comitato ha catturato tre membri delle bande, che hanno confessato che il loro scopo era quello di seminare il panico nella città. "Hanno confessato che i loro capi hanno dato l'ordine di sparare a raffica e gettare granate a casaccio prima e dopo le elezioni", ha dichiarato ai giornalisti Petroshati. (Fonte: Albanian Daily News)
- I repubblicani americani a sostegno di Berisha - L'ex-deputato americano Jozef Dioguardi, esponente importante del partito repubblicano, presidente della Lega Civica Albano-Americana e massimo esponente della lobby albanese a Washington, è giunto il 26 giugno a Tirana come osservatore alle prossime elezioni. Dioguardi è un personaggio di primo piano della corrente del senatore Bob Dole, già candidato alle presidenziali, ed è il politico americano che più si è impegnato per la causa del Kosovo indipendente. A Tirana, Dioguardi si è incontrato con Berisha e con il presidente della Commissione Elettorale Centrale, Kristaq Kume. La sua qualità di osservartore alle elezioni, non gli ha impedito di partecipare il 17 giugno insieme a Sali Berisha e ai suoi più stretti collaboratori, al comizio di chiusura della campagna elettorale del Partito Democratico a Scutari, roccaforte del presidente albanese, durante il quale ha anche preso la parola. (Fonti: ATA, New Yorker, A. Pipa, "The Albanian Stalinism")
- "Le elezioni non saranno una soluzione" - In un servizio da Tirana, l'agenzia Reuter afferma che difficilmente le elezioni contribuiranno in maniera essenziale a risolvere i problemi dell'Albania. Oltre al problema delle armi in circolazione (nessun piano è stato messo a punto in merito), rimane insoluto anche quello delle finanziarie piramidali ancora in vita (e non sono poche), che tutte le varianti di risanamento economico prevedono di chiudere. "Ma questo scatenerà una nuova ondata di violenza", afferma il giornalista americano Steve Pagani. Nel suo servizio, si osserva anche che l'OSCE non ha preso in considerazione un altro aspetto relativo alla legittimità delle elezioni, a parte quello della loro poco probabile correttezza: le elezioni, si domanda Pagani, potranno essere considerate legittime se, per fare un esempio, solo il 30 per cento degli aventi diritto andrà a votare? I registri elettorali, molti dei quali andati distrutti durante l'insurrezione, potranno inoltre essere messi in dubbio da ogni parte in causa. Un altro problema, infine, saranno il conteggio e la conservazione in luoghi sicuri delle schede. (Fonte: Reuter)
- Le piramidi scottano ancora - Il Ministro delle finanze Malaj ha rifiutato il 25 giugno di controfirmare un decreto presidenziale per regolare le finanziarie piramidali. L'esponente del governo, mebro del PS, ha affermato che nel redarre il testo, Berisha ha alterato numerosi aspetti chiave di una precedente bozza preparata dal governo multipartitico. Malaj ha aggiunto che non vi sono più speranze di risolvere il problema prima delle elezioni del 29 giugno. Secondo il quotidiano "Dita Informacion" Berisha ha emesso il decreto appena prima del voto per distrarre l'attenzione dalle dispute politiche relative alle elezioni e per fare in modo che il governo non avesse tempo di riesaminare le modifiche. L'incidente ha portato a un virulento scambio di accuse tra il Primo Ministro Fino e il Presidente albanese. Va anche notato che in una conferenza stampa relativa al problema delle piramidi, il Ministro delle Finanze Malaj ha dovuto ammettere di avere lavorato come consulente per due finanziarie, sostenendo tuttavia di averlo fatto "come professionista indipendente". (Fonti: RFE/RL, ATA).
- Patto militare con la Turchia - La situazione di caos preelettorale non impedisce alle forze armate di prendere importanti decisioni. Il 27 giugno è stato firmato a Tirana un Protocollo di assistenza e di cooperazione tra lo Stato Maggiore dell'esercito albanese e quello dell'esercito turco, che riguarda "le necessità di ristrutturazione dell'Esercito albanese e le attività nell'ambito della Partnership per la Pace". (Fonte: ATA)
- I giornali albanesi del 28 giugno - Con il titolo "La vita e la vittoria vengono da Dio", Rilindja Demokratike (organo del PD) riporta in prima pagina il discorso di Sali Berisha in occasione del comizio di chiusura di ieri a Tirana. Il giornale riferisce anche della conferenza stampa del segretario generale del PD, Genc Pollo, con il titolo "Unità per la Democrazia (la coalizione del Pd) governerà l'Albania". Il giornale copre anche i comizi di Berisha a Scutari e Durazzo. Lo stesso quotidiano afferma che il "Partito Socialista riporta una sconfitta in piazza Scanderbeg", riferendosi alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale del PS a Tirana.
Zeri i popullit (organo del PS) riferisce del comizio del Partito Socialista a Tirana con il titolo "Il popolo sconfiggerà il dittatore Berisha". Il giornale copre anche la conferenza stampa dei leader del PS, del Partito Socialdemocratico e di Alleanza Democratica, dopo la firma di un patto di governo, con il titolo "Governeremo insieme". Il giornale riporta in sesta pagina un richiamo del Partito Socialista alla sua fede negli Stati Uniti.
Republika (organo del PR, ex-alleato di Berisha) riporta una dichiarazione del leader repubblicano su un futuro governo, nella quale si dice "Non governeremo né con il PS né con il PD). Il quotidiano riporta due interviste in quarta e in quinta pagina con il leader del Partito Repubblicano Fatmir Medio e il Ministro delle Finanze Arben Malaj, rispettivametne.
Con il titolo "Elezioni, corrette e pacifiche", il giornale kosovaro Rilindja riporta l'appello dei ministri dell'Unione Europea sull'Albania. Il quotidiano riporta la conferenza stampa della Lega Democratica del Kosovo, al posto di un editoriale, con il titolo "Elezioni - l'inizio di una nuova fase per l'Albania".
Il quotidiano Koha Jone, finanziato da fondazioni vicine al governo americano, scrive "Roma: rivelato il piano per proteggere il voto". Il giornale riporta l'editoriale "Sicurezza del voto albanese". Riguardo ai comizi dei socialisti e dei democratici svoltisi il giorno prima, il giornale afferma "Il PS sconfigge il PD nel centro di Tirana" .
Dita scrive "Il monitoraggio dell'OSCE solo per metà dei voti" e, inoltre, "Prosegue la tensione a Valona, il giorno prima delle elezioni". Il suo editoriale è intitolato "Tour civil-militare". Riguardo al patto firmato giovedì tra PS, PSD e PAD per un governo post-elettorale, il giornale scrive "Berisha dovrà rinunciare, governo di coalizione".
Indipendent riporta l'editoriale "Tirana abbandona il PD". E inoltre: "Malaj (il Ministro delle Finanze) stabilisce un armistizio a Valona". Riferendosi al comizio del PS a Tirana, il giornale scrive "Tirana non abbandona Valona".
Il quotidiano Tribuna copre i comizi del presidente Berisha a Tirana, Scutari e Durazzo, con il titolo "Sì a Berisha, sì al PD, no alla ribellione. Il giornale riporta un editoriale intitolato "Perché il PD vuole vincere", e, infine, un resoconto della conferenza stampa di Fatos Nano, intitolato "Nano dice che accetterà la sconfitta".
Il quotidiano Albania, foglio scandalistico sostenitore di Berisha, titola "100 mila persone celebrano la vittoria del Partito Democratico a Tirana", e, più sotto, "PD: la terza vittoria". Il giornale afferma che la finanziaria Gjallica ha dato 550 mila dollari al Partito Socialista a gennaio, prima di fallire e pubblica una fotocopia della fattura (sic).
Riguardo alla decisione della Corte Costituzionale sulla chiusura delle urne, il quotidiano Gazeta Shqiptare, di proprietà dell'italiana Gazzetta del Mezzogiorno, scrive "Bisogna votare prima del tramonto". Nella colonna della cronaca, il giornale scrive "Le faide all'origine di un altro massacro a Cerrik". (Fonte: ATA)
25 giugno 1997
- Soldati della guardia di Berisha disertano in massa - Secondo il quotidiano di Tirana "Dita Informacion", 130 soldati della guardia presidenziale hanno disertato negli ultimi giorni. Il giornale afferma che le diserzioni sono venute in seguito alle sparatorie verificatesi in occasione della manifestazione del PD a Elbasan il 12 giugno e la maggior parte dei disertori proviene dalla cittadina settentrionale di Mirdita.
- La Grecia si mobilita per le elezioni... - Il ministro degli esteri greco Pangalos ha ricevuto il 18 giugno una delegazione di esponenti di primo piano del partito "Omonia", che rappresenta la minoranza greca in Albania. I rappresentanti di "Omonia" hanno espresso la loro preoccupazione per le imminenti lezioni e hanno chiesto al ministro di garantire ai cittadini albanesi che vivono in Grecia un trasporto sicuro nella loro patria in occasione delle prossime elezioni, ricevendo assicurazione da Pangalos che tutti gli albanesi residenti nel paese saranno in grado di tornare "legalmente" nel loro paese. Per garantire la presenza di cittadini albanesi il giorno delle elezioni, il consolato greco ad Argirocastro e l'ambasciata greca a Tirana non concedono più visti da un po' di tempo. (Fonte: Macedonian Press)
- ...e l'"élite" albanese apprezza i greci - Secondo l'agenzia di stampa greca Macedonian Press, da un'indagine condotta dall'Istituto per gli Studi Mediterranei su un campione di 115 parlamentari e funzionari del governo albanese (i parlamentari sono ancora al 90% del PD di Berisha - n.d.t.) risulta che la Grecia viene considerata dal 33,1% come il migliore partner economico, seguita dalla Turchia con il 22,4%, dalla Bulgaria con il 16,7% e dalla Croazia con il 9%. La stessa percentuale considera come prioritarie l'adesione all'UE e l'accelerazione delle riforme economiche. (Fonte: Macedonian Press)
- Rispunta Hoxha - Il quotidiano albanese Indipendent segnala che all'entrata della città di Cerrik (cioè la città in cui alcuni giorni fa sono state uccise quattro guardie presidenziali che tentavano con le armi di aprire la strada a un comizio di Berisha) sono state poste due grandi foto dell'ex-segretario del Partito del Lavoro Albanese Enver Hoxha. Secondo quanto scrive il giornale, le foto sono ornate di fiori e le persone di passaggio, note come sostenitori del Partito Democratico, sono costrette a inginocchiarsi e a baciare l'immagine di Hoxha. (Fonte: ATA)
- Intanto, nei Balcani... - MACEDONIA: Il presidente Gligorov, in visita a Washington, ha chiesto un nuovo prolungamento del mandato dell'UNPREDEP, la forza ONU di stanza in Macedonia e costituita in maggioranza da militari americani. Gligorov ha suscitato scalpore, però, soprattutto per altre due offerte fatte a Clinton. La prima è quella di ospitare in Macedonia i soldati della forza SFOR (truppe NATO) attualmente di stanza in Bosnia, per un periodo indefinito dopo la scadenza del loro mandato il 30 giugno dell'anno prossimo. L'offerta è stata declinata con un certo imbarazzo dalla Casa Bianca, che tuttavia ha accettato con entusiasmo la proposta di affidare in uso la base di Krivolak, nella Macedonia centrale, alla NATO, che vi condurrà esercitazioni. Da tempo si parlava dell'interesse della NATO, che dopo gli accordi di Dayton aveva perso interesse per l'Albania, puntando maggiormente sulla Macedonia, per la base militare di Krivolak in posizione più centrale rispetto all'intera area dei Balcani meridionali. La proposta, appoggiata dal SDSM (ex-comunisti), il partito di Gligorov, è stata fortemente criticata dal partito nazionalista VMRO-DPNE e dai Liberaldemocratici. Questi ultimi hanno in particolare accusato Gligorov di avere già commesso un atto incostituzionale chiedendo con un'iniziativa personale, come presidente, l'intervento dell'UNPREDEP, mentre la Costituzione esige che tali interventi vengano richiesti dal parlamento. Intanto, Fadil Sulejmani, ha affermato che le municipalità delle città di Tetovo, Gostivar e Debar (governate da partiti albanesi) finanzieranno con il loro bilancio l'Università di Tetovo, l'iniziativa dichiarata illegale dal governo di Skopje e fonte di cruenti scontro anni fa, quando le autorità macedoni ne hanno effettuato la chiusura forzata. Sulejmani, tornato da un viaggio in Croazia e Slovenia, ha affermato che i due stati intendono anch'essi finanziare l'università, ricevendo tuttavia una secca smentita da Ljubliana e da Zagabria. Sul piano economico vi è infine da segnalare che dopo lunghi mesi sembra che ormai sia stato raggiunto un accordo tra il governo macedone e la società tedesca AUDI per aprire in Macedonia un'intera linea di produzione (modello AUDI A3)della casa automobilistica. (Fonte: MILS, Dnevnik)
CROAZIA: a proposito della rielezione di Tudjman a presidente croato (ampiamente commentata sui giornali) va citato un dato da non trascurare, e cioè che alle elezioni ha partecipato solo il 57% degli aventi diritto al voto, rispetto al 75% delle elezioni presidenziali del 1992, un calo che gli osservatori attribuiscono alla "noia" per una campagna elettorale soporifera, ma le cui cause vanno probabilmente cercate altrove, vista la coincidenza di questi dati con quelli di moltissime altre recenti tornate elettorali nei Balcani. (Fonte: RFE/RL).
ROMANIA: I minatori in sciopero hanno ottenuto tutto quello che richiedevano, aumenti compresi, facendo così compiere al primo ministro Ciorbea un primo passo indietro nel suo programma di riforme liberiste. Tutte le relative informazioni potete trovarle presso il sito Romania On Strike, interamente dedicato agli scioperi
BULGARIA: Il nuovo governo di destra opta per l'esercito professionale: il capo di stato maggiore Mihov ha annunciato il 19 giugno che la Bulgaria sostituirà progressivamente i suoi soldati di leva con militari professionali, comunicando allo stesso tempo che il numero dei dipendenti dell'Esercito verrà diminuito del 10% nei prossimi mesi. Intanto, il presidente Stojanov ha salutato con particolare entusiasmo la nomina di Yilmaz a nuovo capo del governo turco. Il partito di Yilmaz aveva sostenuto, anche materialmente, il partito di Stojanov durante la campagna elettorale dell'autunno scorso. Stojanov ha anche chiesto ufficialmente il 23 giugno al presidente turco Demirel di farsi promotore dell'ammissione della Bulgaria nella NATO. Demirel gli ha garantito che farà tutto il possibile per giungere all'entrata nel Patto Atlantico "di Bulgaria e Romania, un passo naturale per rafforzare il fianco sud della NATO". Lo stesso giorno, il premier Kostov ha presentato in parlamento un nuovo programma di austerità e di privatizzazioni e la legge con cui a partire dal 1 luglio enterà in funzione il Comitato Valutario, un organismo con enormi poteri economici, controllato dal FMI. (Fonti: RFE/RL, Kontinent)
|
|