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14 maggio 1997
  • Incidenti al confine albanese-macedone - Secondo un comunicato stampa del Ministero degli Interni macedone, il 13 maggio una pattuglia dell'esercito macedone ha intercettato un cittadino albanese presso il villaggio di Sterzimir, circa 10 km. all'interno del territorio macedone. L'albanese, secondo i soldati, avrebbe cominciato a sparare con il suo mitra, ferendo due militari macedoni e riuscendo a scappare. Oltre a questo episodio, viene segnalato che la polizia macedone ha respinto un folto gruppo di albanesi armati che tentavano di penetrare nel paese. Anche in questo caso i poliziotti sostengono che siano stati gli albanesi a sparare per primi; ne è seguito uno scontro a fuoco in seguito al quale è morto un cittadino albanese, mentre altri 80 sono stati arrestati. (Fonte: MILS)
  • Berisha 1: "Sempre con la NATO" - "Continuo a essere profondamente impegnato per l'integrazione dell'Albania nella NATO. L'Albania è stata ed è sempre pronta a offrire tutte le proprie strutture portuali e aeree, in maniera stabile o temporanea, al Patto Atlantico e all'Unione Europea Occidentale", ha dichiarato Berisha nel corso della sua conferenza stampa del 12 maggio. (Fonte: ATA)
  • Berisha 2: "I comitati sono dei Tupac Amaru" - "I comitati hanno imposto una situazione medievale nei distretti di Valona, Tepelene, Saranda e Argirocastro", ha affermato poi Berisha durante la conferenza stampa. "E' compito delle forze politiche che hanno organizzato e sostenuto questa miscela di Tupac Amaru, fatta di enveristi, trafficanti, mafiosi e altri, di dissolverli aprendo la strada al processo elettorale". Berisha ha inoltre provocativamente dichiarato che si recherà a Valona, senza tuttavia precisare come e quando. (Fonte: ATA)
  • Albright: sostegno a Fino - Il Segretario di Stato americano Albright ha dichiarato al premier albanese Fino, in visita ufficiale a Washington, che "qualsiasi forza politica che blocchi il consenso raggiunto nell'Accordo del 9 marzo sarà responsabile di ogni conseguenza interna negativa e in particolare del blocco degli aiuti internazionali all'Albania". Albright ha continuato dichiarando che gli USA hanno congelato, a partire da febbraio, la propria assistenza all'Albania, ma in occasione della visita di Fino a Washington consegneranno 12 milioni di dollari sotto forma di aiuti per l'amministrazione pubblica. Il Segretario di Stato americano ha poi aggiunto che gli Stati Uniti si impegnano per rendere possibile una cooperazione dell'Albania con le organizzazioni economiche e finanziarie internazionali che consenta di creare un contesto macroeconomico tale da integrare l'Albania nell'economia internazionale. Parlando del Kosovo, Albright ha dichiarato a Fino che gli USA condannano vigorosamente la repressione attuata dai serbi e che non la consentiranno. Allo stesso tempo, il Segretaro di Stato si è detto a favore del dialogo e ha apprezzato la saggia decisione di Rugova di non indire in questo momento le elezioni parallele e di non consentire che la situazione sfugga al controllo. "E' nostra speranza", ha detto, "che il governo albanese incoraggi la moderazione". Fino ha infine invitato Albright a visitare l'Albania. (Fonte: ATA)
  • Andreatta a Tirana - Il Ministro della Difesa Andreatta è giunto il 10 maggio in visita ufficiale a Tirana. "La sua visita coincide con il raggiungimento tra i dieci partiti politici di un accordo sulle elezioni di giugno", ha dichiarato il Ministro della Difesa albanese Vukaj, il quale ha espresso la necessità di un aiuto e di sostegno da parte dell'Italia nell'ambito della NATO, per un normale sviluppo delle attività programmate nel contesto del programma della Partnership per la Pace, l'organismo della NATO allargato ai paesi dell'Est. Andreatta ha dichiarato che la forza multinazionale garantirà la protezione degli osservatori in occasione delle prossime elezioni. Interrogato riguardo alla sua recente affermazione che "nel caso in cui il governo Fino cada senza che sia stata fissata una data per le elezioni, chiederò il ritiro della forza multinazionale" ha risposto: "Siamo qui per aiutare in un processo di ricostruzione dello stato albanese e non per aiutare un processo politico interminabile che porterebbe a un confronto sul terreno. Mi sembra quindi di avere parlato chiaramente". Ha poi aggiunto: "L'ONU e i paesi che partecipano a questa missione non vogliono che questa missione abbia le caratterristiche di un'operazione di polizia. Pertanto stiamo aiutando la polizia albanese, a livello sia multilaterale che bilaterale, con equipaggiamenti e addestramento". Andreatto ha informato del fatto che il primo contingente della polizia di stato italiana, agenti della Finanza e della Polizia, è giunto a Tirana a tale fine. (Fonte: ATA)
  • Intanto, nei Balcani... - CROAZIA: Gli ambasciatori dei paesi del Gruppo di Contatto hanno ammonito il 12 maggio il Ministro degli Esteri croato Granic esortandolo a rafforzare i legami tra il suo paese e la Bosnia-Erzegovina. In precedenza, l'ambasciatore americano in Croazia aveva fatto pervenire a Tudjman una lettera di Bill Clinton in cui si intimava al presidente croato di migliorare le proprie relazioni con Sarajevo e Belgrado. Il presidente USA ha chiesto a Tudjman anche di collaborare pienamente con il tribunale dell'Aja, promettendo alla Croazia aiuti nel caso si adegui a queste richieste. "Se non lo farà, Washington bloccherà le relazioni della Croazia con il FMI", ha scritto Clinton.
    MONTENEGRO: Il premier montenegrino Djukanovic ha affermato il 12 maggio a Podgorica che diplomatici jugoslavi stanno cercando di ostacolare ad Atene il pagamento dei crediti recentemente concessi dal governo greco al Montenegro (e rifiutati invece alla Serbia). Questa dichiarazione ha causato un'ulteriore aumento delle tensioni tra Djukanovic e il presidente serbo Milosevic.
    MACEDONIA: 1.000 soldati di nove paesi hanno cominciato l'11 maggio un'esercitazione militare sponsorizzata dalla NATO nella Macedonia centrale. Alle manovre partecipano: Italia, Grecia, Turchia e Stati Uniti, come membri NATO, e Albania, Bulgaria, Slovenia, Romania e Macedonia, come membri della Partnership per la Pace. In qualità di osservatori partecipano i tre paesi che verranno a breve invitati ad aderire alla NATO.
    ROMANIA: L'inviato della Banca Mondiale in Romania, Wolfensohn, ha lodato la politica del nuovo governo di Bucarest, concedendogli un prestito di 625 milioni di dollari, "un prestito considerevolmente maggiore del previsto", ha sottolineato il premier romeno Ciorbea. Il governo romeno è impegnato in un drastico programma di privatizzazione e taglio alle spese sociali, che ha ulteriormente peggiorato le già difficilissime condizioni della popolazione. La visita di Wolfensohn è la prima visita di un'esponente della Banca Mondiale in Romania negli ultimi 20 anni. In occasione dell'ultima visita la banca aveva avviato un piano di prestiti al regime di Ceausescu, il quale aveva regolarmente restituito la somma principale e gli interessi, riducendo il popolo romeno alla miseria. (Fonte: OMRI)
13 maggio 1997
  • Scontri a fuoco tra civili e polizia a Gramsh - Le forze speciali del Ministero dell'Interno che l'8 maggio scorso si sono recate a Gramsh per togliere le armi ai civili, sono stati attaccate da gruppi di persone armate, che le hanno costrette a ritirarsi. Il confronto, che è stata secondo i testimoni una vera e propria azione di guerra, ha visto 100 civili armati, molti dei quali membri dei comitati, usare mitragliatori, ma anche bombe e altri tipi di armi pesanti. A nulla è servito l'intervento di rinforzi dalla città di Elbasan. La situazione a Gramsh rimane ancora tesa.
  • Al sud non vogliono i giornali di Berisha - Il 9 maggio scorso gruppi di persone armate hanno aggredito un rivenditore di giornali, bruciandogli le copie di Albania e Rilindja Demokratike (giornale scandalistico vicino a Berisha il primo, organo del Partito Democratico il secondo). Da mesi, secondo l'agenzia statale ATA, i ribelli del sud impediscono la distribuzione dei giornali favorevoli al presidente. (Fonte: ATA)
  • La stampa albanese sull'accordo elettorale - Dai quotidiani albanesi del 10 maggio: "Raggiunto il consenso tra le forze democratiche", - scrive Rilindja Demokratike, il quotidiano del Partito Democratico di Berisha, sotto il titolo "Le elezioni dopo la dissoluzione dei comitati". "I sei ponti dell'accordo tra le 10 forze politiche con la mediazione dell'inviato speciale dell'OSCE Vranitzky, vengono considerati da quest'ultimo come uno sviluppo nella politica albanese che è stato raggiunto grazie ai cambiamenti politici nel paese e sulla scena internazionale", scrive il giornale.
    "I membri della destra: fermare insieme il ritorno dei comunisti al potere", è un altro articolo pubblicato dal giornale. "Il Partito Socialista tradisce i comitati", scrive il giornale in terza pagina. "Il Partito Socialista, almeno formalmente, ha dichiarato venerdì il divorzio pubblico dalla sua ala armata, ma rimane ancora da verificare se questa presa di distanza diventerà realtà. Scrive il giornale.
    Le forze anticomuniste in Albania sperano che la presenza e l'impegno degli USA per la soluzione della crisi prendano una concreta forma istituzionale", scrive ancora RD sotto il titolo: "USA: le persone che destabilizzano l'Albania non devono essere tollerate". "Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti esprime il suo compiacimento per l'accordo raggiunto tra le forze politiche in Albania", riporta il giornale.
    "Il contratto politico - successo di Vranitzky in Albania", scrive Zeri i popullit (organo del Partito Socialista), sotto il titolo "Le elezioni prima della fine di giugno".
    Il giornale riporta una dichiarazione del leader socialista Fatos Nano, rilasciata dopo la firma dell'accordo. Sulla seconda pagina il giornale pubblica un'intervista con il viceportavoce socialista del Parlamento, Gjani, con il titolo "Sforzi di manipolazione". "Nei distretti del sud funziona ancora il governo locale, che ha il ruolo principale nell'organizzazione delle elezioni", sottolinea l'intervistato.
    "Giugno, elezioni per contratto", scrive Koha Jone. Il giornale intitoli il suo editoriale: "Il contratto Vranitzky". "I partiti politici che partecipano alla tavola rotonda hanno fatto un altro passo sulla difficile strada verso la normalizzazione della situazione locale", afferma l'editoriale. "Le conseguenze della tragedia albanese rese pubbliche per la prima volta", scrive in un altro articolo il giornale, sottolineando che il prezzo delle proteste contro Berisha è stato di 1200 uccisi e di 6000 feriti.
    Il giornale riporta le dichiarazioni del Ministro degli Interni Celo e del Segretario di Stato Lush Perpali, con il titolo "I comitati di salvezza". "Una grave minaccia", li definisce Celo e una "grave macchinazione", secondo le parole usate da Perpali.
    "La nostra miseria diventa sempre più a buon mercato", è il titolo di un editoriale di Dita. "Vranitzky: alle elezioni alle nostre condizioni", scrive il giornale riguardo alla firma del contratto politico tra i partiti.
    "La capitale ieri nel terrore delle bombe", scrive Dita, riferendosi all'esplosione che ha distrutto gli uffici della Fondazione Soros.
    Tutti i giornali hanno dato ampio risalto alle notizie relative agli scontri tra forze speciali del Ministero degli Interni e civili armati a Gramsh.
  • Intervento militare: più esteso e più a lungo - "Le forze multinazionali in Albania sono pronte a distribuirsi in tutto il paese, ha affermato il comandante dell'operazione Alba, Gen. Luigi Forlani. "Siamo pronti ad andare a Scutari e più oltre nel Nord, mentre le truppe romene si sono installate ad Argirocastro e si stanno espandendo ulteriormente a Sud. Intanto, il 12 maggio il sottosegretario agli Esteri italiano Fassino ha dichiarato in un'intervista alla televisione: "Rimarremo in Albania fino alle elezioni e poi valuteremo che cosa è necessario fare", senza escludere un prolungamento della missione militare italiana. (Fonti: ATA, "Corriere della Sera")
  • Prodi: mandato più elastico per Alba, Piano Marshall prima delle elezioni - In un colloquio con il Primo Ministro albanese Fino, in viaggio verso l'America, Romano Prodi si è detto d'accordo con l'opinione del suo ospite, secondo cui il mandato della Risoluzione 1101 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla partecipazione delle forze multinazionali alla supervisione delle prossime elezioni in Albania, deve essere "interpretato in maniera ampia". Le elezioni, ha detto Prodi, saranno inoltre precedute da una Conferenza internazionale di Ministri che metterà a punto una sorta di Piano Marshall, che avrà il supporto degli USA e delle istituzioni finanziarie internazionali
  • Andreatta in Macedonia - Il 9 maggio scorso il Ministro della Difesa Andreatta si è recato in visita ufficiale a Skopje, capitale della Macedonia, dove ha avuto colloqui con il Presidente Gligorov, il Primo Ministro Crvenkovski e il Ministro della Difesa Handzhiski. Andreatta ha firmato un accordo "molto elaborato di cooperazione tra Italia e Macedonia nel campo della difesa". (Fonte: MILS)
11 maggio 1997
  • La patata bollente dei comitati (due articoli da Koha Jone) - Mentre ieri tutti i partiti politici albanesi hanno raggiunto un accordo in merito alle elezioni da tenersi a fine giugno e allo scioglimento in tempi brevissimi dei comitati degli insorti nel sud del paese, può essere utile leggere cosa ha scritto negli ultimi giorni in merito ai comitati uno dei principali giornali albanesi:

    "Opposizione, perderai Valona!" di Frrok Cupi, da Koha Jone del 4 maggio 1997
    Si potrebbe dire che l'opposizione politica è morta due volte. La prima volta è morta di mano sua, quando si lamentava affermando: "Berisha ci reprime e il popolo non se ne accorge". Questa morte è stata interrotta nel momento in cui in Albania si sono verificati i grandi eventi di Valona. Valona ha fatto resuscitare l'opposizione politica albanese. Ha fatto resuscitare anche la civiltà albanese, stimolandola a passare da una condizione tribale a quella di uno stato vero e proprio. Sotto questo aspetto, Valona rappresenta l'intera Albania. L'opposizione sta morendo una seconda volta, in questo caso in maniera certa e definitiva, perché volta le spalle a Valona. Tutto è avvenuto nel momento in cui l'opposizione ha deciso di partecipare al tavolo di discussione con Berisha il 9 marzo scorso, trasformandosi da opposizione in governo senza autorità. Quel giorno, l'opposizione ha avuto la possibilità di scegliere se stare dalla parte di Valona e dell'intera Albania oppure sedersi al tavolo lucido e splendente di Berisha e ha scelto la seconda soluzione. La vita in Albania si trova attualmente in uno stato allarmante ed è esposta a una minaccia fatale, perché si è venuto a creare un grande golfo, dominato da Berisha, tra il fenomeno di Valona e l'opposizione politica. Berisha minaccia da una parte Valona, cercando di fare sì che la città rinunci al suo spirito civile e albanese, mentre dall'altra adotta una politica della carota e del bastone verso l'opposizione, incoraggiandola ad abbandonare Valona. L'opposizione, oggetto degli attacchi continui di Berisha, da una parte giura sul cielo e sulla terra di non essere in alcun modo collegata a Valona, mentre dall'altra giura a Valona: "Vi vogliamo bene. Siamo con voi nella gioia e nel dolore e visitiamo anche la vostra spiaggia". Vi sono tuttavia due fatti sicuri oggi nella vita politica. In primo luogo, Valona è in realtà l'intera Albania e non solo una sua sezione isolata. Tutti i cittadini dell'Albania sono egualmente insoddisfatti del governo di Berisha e non lo vogliono più vedere sul suo trono. Il secondo fatto è che senza Valona non ci può essere alcuno spirito di protesta, o di coraggio civile, o stato, o governo, e di conseguenza non ci può essere opposizione. Perché l'opposizione ha voltato le spalle a Valona? Il motivo più semplice è che l'opposizione vuole concludere un affare. Valona e l'Albania vogliono una soluzione e il progresso. Gli affari si concludono in angolini scuri, mentre il progresso richiede la chiara luce del giorno. Un altro motivo è che l'opposizione, impaurita e intimidita, non è nella posizione di effettuare un'operazione di salvataggio su grande scala, ma solo di operare su aspetti del governo di Berisha sotto un'anestesia locale. Il terzo motivo per cui l'opposizione ha paura di Valona, e di conseguenza dell'Albania, è che non ha ricevuto il permesso dai diplomatici stranieri. Secondo questo ragionamento, Berisha avrebbe ricevuto dall'estero il permesso di rubare dal popolo e di reprimerlo. Significa anche che i diplomatici stranieri hanno con ogni probabilità deciso che Valona ha il suo posto nel sud e va dal mare a Uji e Ftohte, vale a dire che l'opposizione sta aspettando un'altra Albania come regalo della diplomazia. Un altro più meschino motivo è che ci sono esponenti dell'opposizione che baciano Valona di giorno, ma abbracciano Berisha la notte. Ma è ormai molto vicino il giorno in cui l'opposizione avrà bisogno di Valona. In quel giorno, l'opposizione cercherà di tirare Valona fuori dalla tomba in cui è stata dimenticata e lasciata in stato di rigor mortis. Lo scenario è pronto: Berisha si sta preparando a consegnare il comando del paese al suo esercito illegale. Si sta preparando a dividere l'Albania e a governare una tribù settentrionale. Quando questo giorno verrà, l'opposizione, senza porsi molte domande sul destino della gente, cercherà un approdo sicuro e protetto. Ma sarà troppo tardi. Rimane solo da sperare che l'opposizione non debba vagare tanto a lungo quanto gli ebrei per trovare Valona.
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    "I comitati fanno il gioco di Berisha" di Gavrosh Levonja, da Koha Jone del 6 maggio 1997
    Una volta stipulato l'accordo per tenere le elezioni il 29 giugno, o all'incirca in tale periodo, Berisha, nei suo rari contatti con rappresentanti della comunità internazionale, ha cominciato a giocare la carta del pericolo rappresentato dai comitati di cittadini creati nel sud del paese. E' noto a tutti che tali comitati sono stati creati quando era completamente svanita anche la minima traccia di autorità locale. Le persone che si sono impegnate per creare e partecipare a tali comitati erano spinte dal proposito di non lasciare peggiorare la situazione e di prevenire ulteriori tragiche conseguenze. Questi comitati, però, non hanno potuto mancare di esprimere la voce del gran numero di persone che hanno perso i loro risparmi nel crollo delle finanziarie piramidali. Queste persone hanno costituito la maggioranza di coloro che hanno partecipato alla rivolta e, pertanto, la richiesta cruciale sarà sempre quella delle dimissioni di Berisha. E' questo il motivo della tensione che si è venuta a creare tra Berisha e i comitati. Ma più la situazione si fa calma e più diventa remota la possibilità di vedere Berisha dimettersi prima delle elezioni. In queste condizioni, nonostante i comitati abbiano in una certa misura frenato le richieste di dimissioni di Berisha, Berisha non ha mai attenuato i suoi attacchi contro i comitati. Berisha e i suoi seguaci continuano a lamentarsi del fatto che le "elezioni vengono messe in pericolo dall'esistenza dei comitati", che "i partiti di destra non possono condurre la loro campagna elettorale al sud", che "la stampa di destra non riesce ad arrivare nella regione" e così via. La verità è che sono solo Berisha e il suo partito, non i partiti di destra, a non potere andare nel sud a fare campagna elettorale, e che solo il giornale di Berisha, che ha sistematicamente insultato coloro che protestavano nelle città del sud, non viene né letto né distribuito nella regione. D'altro canto, gli stessi comitati non hanno mai impedito a nessuno, di sinistra o di destra che fosse, di recarsi al sud. La visita del re Leka Zog a Valona e in altre città del sud è la più chiara smentita delle affermazioni di Berisha. Trovandosi nei pasticci, Berisha preferisce parlare a nome della destra, quando invece la destra non ha alcun bisogno di un tale avvocato. Berisha giustifica il fatto di non essere riuscito a recarsi al sud con la presenza dei comitati, ma nessuno sa se Berisha si recherà al sud nel caso in cui i comitati vengano effettivamente sciolti. E' difficile trovare chi sia tanto ottimista da riuscire anche solo a immaginarsi Berisha che va a incontrare la gente di Valona o di altre città del sud. E' un fatto noto a tutti che Berisha non si è mosso da Tirana dalla fine di febbraio, nemmeno per andare a incitare i suoi due bastioni nei rimanenti due terzi del paese. I comitati aiutano così senza volerlo Berisha a giustificare la sua tesi secondo cui non è possibile tenere le elezioni nel prossimo futuro. Potrebbe succedere che i comitati dichiarino il proprio scioglimento o depongano le armi (anche se nulla consente di stabilire con esattezza quante armi sono state prelevate) per poi dire a Berisha: "Ecco fatto, vieni se vuoi!". Ma poiché si sa che Berisha non può recarsi al sud anche in assenza dei comitati, nessuno è in grado di dire quale pretesto troverebbe in sostituzione di quello dei comitati.
  • Voltafaccia in Kosovo: niente elezioni - L'8 maggio il presidente dello stato-ombra kosovaro, Ibrahim Rugova, ha annunciato a Prishtina che le elezioni parlamentari si terranno solo a fine dicembre (cioè in contemporanea con le elezioni presidenziali serbe), smentendo la decisione presa solo alcuni giorni prima. I partiti albanesi del Kosovo avevano deciso all'unanimità, la settimana scorsa, di tenere le elezioni questa settimana, di comune accordo con il presidente. Rugova ha contemporaneamente esteso per decreto di sei mesi il mandato dell'attuale legislatura, scaduto l'anno scorso e già prorogato per decreto di un anno. La sua decisione è stata preso in seguito alla pressioni di Washington affinché le elezioni non si tenessero. Diplomatici americani e di altri paesi hanno detto ai kosovari di dimenticare l'indipendenza e di prendere invece parte "al processo di democratizzazione della politica serba". Vari politici kosovari mostrano un'insofferenza sempre maggiore nei confronti del dominio dello stato-ombra da parte di Rugova e della sua Lega Democratica del Kosovo. (Da RFE/RL, 9 maggio 1997)
  • Macedonia: finanziarie, minoranze etniche e crisi politica - Sono passati alla resistenza passiva i comitati dei clienti della finanziaria macedone TAT, che è crollata negli ultimi mesi lasciando più di 9000 famiglie senza i risparmi accumulati per anni. In occasione di una manifestazione tenutasi la settimana scorsa nella città di Bitola, il portavoce dei risparmatori truffati, Ilija Nevenovski, dopo avere annunciato l'introduzione di forme di protesta passiva, come il rifiuto di pagare le tasse e i servizi comunali, ha chiesto che vengano fatti i nomi dei rappresentanti del governo che sarebbero dietro la finanziaria e che vengano restituiti ai clienti della finanziaria tutti i soldi persi, compresi gli interessi (per un totale di 100 miliardi di lire). Nevenovski ha inoltre dichiarato che i risparmatori sono "pronti a fare della questione un problema internazionale". Alla manifestazione hanno partecipato anche molti disoccupati e lavoratori licenziati di recente. Intanto, il Ministero degli Interni macedone ha aperto un'inchiesta nei confronti dei sindaci di Tetovo e di Gostivar, i due maggiori centri delle regioni a maggioranza albanese, dove nelle ultime elezioni locali hanno vinto i partiti di opposizione albanesi. I due sindaci hanno ordinato a uffici e scuole, in occasione delle feste statali del 25 aprile e del 1 maggio, di esporre, accanto alla bandiera macedone, anche quelle albanese e turca. I due sindaci hanno di recente chiesto lo statuto di regione autonoma per i distretti che governano. Problemi anche con la Bulgaria: il Consiglio Nazionale Macedone ha chiesto al presidente bulgaro Stojanov "di riconoscere la minoranza di due milioni di macedoni che vivono in Bulgaria", mentre contemporaneamente la polizia bulgara ha arrestato, come avviene ogni anno, alcuni esponenti dell'organizzazione nazionalista macedone (proibita dallo stato bulgaro) OMO-Ilinden per avere "turbato le manifestazioni di commemorazione" del patriota Goce Delcev (bulgaro e macedone al tempo stesso).
    Ljubco Georgievski, leader del principale partito di opposizione macedone, VMRO-DPNE, ha annunciato che si terrà a Skopje il 15 maggio prossimo la manifestazione di protesta contro l'attuale governo, prevista originariamente a fine marzo e rimandata per dare tempo all'esecutivo di porre correttivi alla propria politica. La manifestazione chiederà le dimissioni dell'attuale governo, la creazione di un governo tecnico e la firma di una dichiarazione di riconciliazione nazionale. Parallelamente, Georgievski ha avuto un colloquio con il premier Crvenkovski che avrebbe aperto spiragli alla possibilità di tenere in tempi non lunghi elezioni anticipate. Il VMRO-DPNE aveva di recente sostenuto le manifestazioni antialbanesi degli studenti di Skopje, che avevano avuto grande risonanza nel paese (Fonti: MILS, MIC, RFE/RL)
4 maggio 1997
  • Basi militari e liti USA-Berisha - E' sorta una polemica in seguito alle notizie riportate dal giornale "Albania" (un quotidiano scandalistico schierato con Berisha) e da altre fonti europee, secondo cui gli USA avrebbero tolto il loro supporto a Berisha (fino a un anno fa circa pressoché totale) per il rifiuto di quest'ultimo di concedere le isole Sazan agli americani, che intendevano utilizzarle come basi militari. Secondo accuse non meglio precisate di "Albania", gli americani tenevano nell'Albania settentrionale 1600 uomini. Il giornale di Tirana lamenta poi il fatto che a un altro quotidiano albanese, Koha Jone, unico tra tutti gli organi di stampa albanesi, siano giunti l'anno scorso 200.000 dollari di finanziamento dalla Fondazione Soros (ufficialmente un'organizzazione non governativa, ma direttamente legata all'amministrazione americana), con l'intermediazione dell'ambasciata americana. Il portavoce della Casa Bianca Burns, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi il 3 aprile scorso che il governo americano stanzierà 27 milioni di dollari per le organizzazioni non governative albanesi. (Fonte: ATA)
  • Dalla stampa albanese del 3 maggio - "Fino, minaccia di meno e lavora di più" è il titolo dell'editoriale di Rilindja Demokratike (organo del Partito Democratico). "Quando Fino minaccia di dimettersi, dovrebbe sapere di non essere l'essenza dell'accordo politico raggiunto, ma solo un suo strumento", afferma l'editoriale: Sotto il titolo "Il Consiglio d'Europa farà da osservatore per le elezioni albanesi", il giornale riporta che il presidente albanese Sali Berisha ha ricevuto una lettera dal Presidente del Consiglio d'Europa, Leni Fischer.
    Sotto il titolo "La legge e l'accordo del 9 marzo vengono gravemente violati", il giornale riporta una dichiarazione del Partito Democratico. "Il crimine continua a colpire i distretti del sud dell'Albania", scrive il giornale sotto il titolo "Omicidi e saccheggi a Valona".
    "Non rimangono ormai che le ultime possibilità per approvare la legge sulle nuove elezioni parlamentari", afferma l'editoriale di Zeri i popullit sotto il titolo "Le ultime possibilità". Sotto il titolo "Attraverso i labirinti dei segreti presidenziali", il giornale pubblica l'articolo "Berisha scapperà...". "Dopo avere portato via i suoi figli e parte delle sue guardie personali, si sta preparando a scappare lui stesso. Tutto è cambiato dopo la creazione del Governo di Riconciliazione Nazionale", sottolinea il giornale.
    Nella sua quarta pagina il giornale riporta le opinioni del leader del Partito dell'Alleanza Democratica, Neritan Ceka e di quello del Partito Socialdemocratico, Skender Gjinusjhi sotto i titoli "Entrambe le ali del partito di Berisha sono armate" e "La gente ha preso le armi per impedire a Berisha di mantenere il potere con le armi". Nella pagina economica il giornale pubblica l'articolo "I cittadini stano ancora aspettando per la trasparenza delle 'piramidi'".
    "L'ala destra del contro impara la lezione dei movimenti di base" è l'editoriale di Republika (organo del partito repubblicano, ex-alleato di Berisha). "E' chiaro ora a molti albanesi che i cosiddetti partitit maggiori, PD e PS, stanno tentando di presentare la questione del potere in Albania come un loro problema famigliare", scrive il giornale nell'editoriale.
    "Accuse a Zhulali (l'ex-Ministro della Difesa di Berisha - n.d.t.): ha venduto Sazan", riorta il giornale nella seconda pagina. "Secondo un alto funzionario, Safet Zhulali ha presentato svariate volte a Berihsa la richiesta di concedere l'isola di Sazan agli americani, ma Berisha ha sempre chiesto di vedere una richiesta scritta degli americani", scrive il giornale. Il giornale pubblica un intervista con il leader repubblicano Sabri Godo con il titolo "Una legge elettorale per impedire il governo di un solo partito".
    Rilindja riferisce della conferenza stampa del presidente kosovaro Rugova, con il titolo "La nostra posizione è; non rimanere in Serbia".
    "Gli albanesi chiedono più 'Alba'" è un altro articolo pubblicato dal quotidiano del Partito Democraticonella quarta pagina. "Il governo albanese punta a chiedere l'ampliamento del mandato della forza multinazionale, per consertirle di proteggere i depositi di munizioni e i confini albanesi" scrive il giornale citando il premier Fino.
    Koha Jone pubblica l'editoriale "Una stretta di mano", riguardo all'invito fatto al premier Fino dal governo USA a compiere un viaggio ufficiale negli Stati Uniti. Rispetto al colloquio telefonico tra Prodi e Fino, il giornale segnala che il primo avrebbe detto che "Le vittime di Otranto verranno ricuperate lunedì". Il giornale pubblica poi l'articolo. "Come sono scomparsi quelli della SHIK (la polizia segreta)" Il giornale Dita pubblica l'editoriale "La violenza simbolica" riguardo alle violenze esercitate sui tre giocatori di calcio del Valona a Tirana. Il giornale riporta anche un'intervista con il premier Fino, con il titolo "Le elezioni a giugno, con ogni mezzo", nella quale si afferma che "i partiti politici sabotano il lavoro del Governo di riconciliazione nazionale". Riguardo all'invito a visitare gli USA rivolto ufficialmente a Fino, il giornale pubblica l'articolo "I socialisti trovano l'America".
    Il quotidiano "Gazeta Shqiptare" (di proprietà italiana) pubblica l'editoriale: "La legge elettorale: il pericoloso gioco dei politici". Il giornale segnala che il premier Fino ha chiesto l'aiuto dei soldati della forza multinazionale per pattugliare le dogane ai confini e i depositi di armi. Il giornale riporta anche il falso allarme-bomba nella capitale.
  • Elezioni-lampo in Kosovo - All'unanimità, le forze politiche albanesi del Kosovo hanno deciso il 26 aprile di tenere le elezioni parlamentari nel giro di una settimana. La fretta precipitosa (che non consentirà alcuna reale discussione democratica per rinnovare un parlamento che, tra l'altro, non si è mai riunito in passato) viene in un momento di particolare incertezza riguardo al futuro delle politiche della leadership albanese. Gli americani hanno più volte sottolineato negli ultimi tempi che non appoggiano un progetto di indipendenza del Kosovo (in particolare lo ha fatto il Sottosegretario di Stato Kornblun), ma solo una sua autonomia all'interno della Serbia, suscitando le proteste di numerosi politici albanesi, ma riuscendo anche a creare divisioni al loro interno. Il direttore del centro culturale americano USIS a Prishtina, McLellan [che svolge le funzioni di "ambasciatore-ombra" degli USA nella capitale del Kosovo) sta girando le città del Kosovo per spiegare la posizione americana agli abitanti albanesi, che d'altra parte i leader kosovari tengono in genere all'oscuro del reale supporto di cui gode l'opzione indipendentista a livello internazionale. Rugova, il presidente dell'autoproclamata repubblica albanese del Kosovo, si è tuttavia rifiutato di criticare l'ingerenza americana nelle imminenti elezioni, limitandosi a ribadire che "è molto importante che vi sia qui a Prishtina la presenza di Mr. McLellan e degli americani". (Fonte: Kosova Daily Report)
  • Milosevic accetterebbe l'indipendenza del Kosovo per salvare la poltrona? - Secondo il giornale di Belgrado "Dnevni Telegraf" il presidente serbo Milosevic e quello montenegrino Bulatovic avrebbero raggiunto un accordo per modificare la costituzione jugoslava, per garantire al Kosovo lo status di repubblica con pari diritti nella federazione. Questo passo verrebbe adottato per venire incontro alle richieste occidentali, e in particolare degli USA, di risolvere la questione albanese in Serbia. Secondo quanto riporta il "Dnevni Telegraf" questa concessione verrebbe ripagata a livello internazionale con un supporto ai due presidenti nelle lotte politiche interne ai loro paesi. (Fonte: ATA)
  • "Le armi rubate vengono esportate" - Le armi rubate vengono esportate dall'Albania in massa, ha affermato il Segretario alla difesa albanese Vukaj. Secondo l'agenzia macedone "Makfax" parte di queste armi vengono rivendute anche in Macedonia. Anche le autorità doganali montenegrine hanno intercettato numerose persone che cercavano di portare armi dall'Albania in Montenegro. (Fonte: MILS)
  • "Grazie Prodi, grazie Forza Italia" - Berisha, in occasione di un incontro ufficiale con una delegazione del Parlamento Europeo, composta da deputati italiani, ha ringraziato le autorità europee per l'aiuto dato all'Albania, esprimendo in particolare la propria gratitudine al governo italiano e a "Forza Italia" per il loro sostegno continuo. (Fonte: ATA)