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31 marzo 1997
  • "Si sono suicidati" - Il portavoce del Capo di Stato Maggiore della Marina ha apportato questa sera una decisiva modifica alla linea adottata dalla Marina italiana rispetto alla strage del Canale d'Otranto. Non si sarebbe trattato di un incidente, come in precedenza aveva affermato la Marina, ma di una deliberata manovra dell'imbarcazione albanese, che si sarebbe buttata contro la nave italiana (le cui dimensioni, va notato, erano più di 4 volte superiori rispetto a quella albanese). Il portavoce ha addirittura ventilato la possibilità di un "malore attivo" di chi guidava l'imbarcazione albanese, o di una sua improvvisa follia, affermando poi con dispetto che si dà ascolto alle versioni rilasciate dagli albanesi e non si crede ai marinai italiani (da "Radio Popolare di Milano"). Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Venturoni, in riferimento a quanto avvenuto venerdì scorso nel Canale d'Otranto e alle successive reazioni degli albanesi ha affermato in serata che "è dovere dell'Albania creare le condizioni per essere aiutata", minacciando che "altrimenti sarà difficile dare corso agli aiuti come era stato preventivato". Le testimonianze dei profughi che hanno perso mogli e figli nella strage sarebbero inattendibili, secondo Venturoni, perché "tra i naufraghi ci sono gli organizzatori del viaggio che danno versioni a loro utili" (da "Televideo"). La rete televisiva Raidue ha mostrato alle 20.30 immagini dell'ambasciata italiana a Oslo, in Norvegia, coperta di scritte come "Assassini" e "Ammazzate i profughi". Secondo quanto riportato da Raidue l'ambasciata è stata anche "oggetto di un lancio di sassi a opera di teppisti". Infine, il Papa ha espresso oggi il suo sostegno all'intervento militare straniero in Albania, dichiarando la propria "solidarietà a chi porta aiuto e contribuisce a ristabilire l'ordine e la stabilità sociale".
  • La rabbia di Valona - "Consiglio ai soldati italiani di non venire a Valona, altrimenti verranno uccisi" ha affermato Aida, una donna di 35 anni che ha preso la parola durante una manifestazione in memoria delle vittime della strage del Canale d'Otranto, svoltasi ieri nella citta' sull'Adriatico. Molte delle vittime provenivano proprio da Valona. "Se un giorno arriverà a Valona un traghetto italiano ci prenderemo la nostra vendetta", ha affermato Kranar, un ragazzo di 27 anni, durante la stessa manifestazione. Il Comitato di Salvezza Pubblica di Valona ha chiesto all'Italia di risarcire le famiglie delle vittime e ha dichiarato: "Accusiamo il governo italiano di avere fatto intenzionalmente affondare l'imbarcazione albanese e lo definiamo un omicida irresponsabile", aggiungendo che un tribunale internazionale dovrà "emettere una sentenza in merito e punire i colpevoli". Negli ambienti diplomatici si sta gia' spargendo la voce che il controllo di Valona verrà affidato a truppe non italiane, nel corso dell'ormai imminente intervento militare. E' stato tra l'altro rilevato che a Valona non esiste alcun deposito per immagazzinare gli aiuti e questo complicherà ulteriormente le cose, poiché bisognera' organizzare la protezione anche dei convogli che dal porto andranno a un magazzino fuori città. A Valona, secondo le voci che correvano prima della strage dell'Adriatico, sarebbero dovuti sbarcare i "prestigiosi maro'" del battaglione San Marco. Il Presidente del Consiglio Prodi ha intanto affermato: "Spero che la missione possa partire immediatamente, perché noi siamo pronti gia' dal 17 di marzo".La forza di occupazione dovrà controllare l'aeroporto internazionale di Tirana, i porti di Durazzo e Valona, oltre ai convogli internazionali che trasporteranno gli aiuti.
    Nella coalizione governativa di Tirana pero' stanno emergendo gravi tensioni, dovute al fatto che alcuni leader dei partiti che ne fanno parte (ivi inclusi alcuni socialisti) si sono incontrati con i leader dell'insurrezione a Valona, unendosi alle loro richieste di dimissioni di Berisha. Secondo fonti diplomatiche, un eventuale crollo della coalizione prima delle elezioni previste per giugno potrebbe lasciare le forze militari straniere in un pericoloso e instabile "limbo" politico.
    Le organizzazioni che già si occupano di aiuti alla popolazione albanese temono che un eccessivo invio di aiuti possa intasare il sistema di distribuzione. Esponenti della Croce Rossa hanno espresso la loro contrarieta' per l'intervento militare. Un camion dell'organizzazione internazionale ha già consegnato aiuti nel sud del paese, questa settimana, senza incidenti. "La nostra operazione si e' svolta senza alcun problema," ha dichiarato Darcy Christen, capo della missione. "Non sarei contento di avere una forza di intervento militare al nostro fianco". (Fonti: Reuter, AP, AFP)
30 marzo 1997
  • Stragi, sequestri e sciacalli - A 48 ore di distanza dalla strage compiuta nel Canale d'Otranto si ha ormai la certezza che le vittime della "caccia all'albanese" nel mare Adriatico sono 83, per la maggior parte donne e bambini: l'elenco dettagliato dei nominativi dei dispersi è stato infatti consegnato oggi dall'ambasciatore albanese a Roma alle autorità italiane, smentendo le affermazioni ripetute ostinatamente per due giorni dal capitano della nave italiana, nonostante le testimonianze unanimi dei superstiti albanesi, secondo cui sull'imbarcazione non potevano esserci più di 40 persone in tutto. Nel frattempo, i 34 superstiti sono stati "sequestrati" per 48 ore dagli italiani in una caserma nel centro di Brindisi - le autorità di polizia hanno impedito loro ogni contatto con i giornalisti e, secondo quanto affermano gli stessi superstiti, hanno ostacolato le richieste di questi ultimi di mettersi in contatto con i propri famigliari in Albania. In particolare, ai superstiti è stato consentito di esprimersi unicamente in italiano durante le telefonate in Albania. Il presidente Scalfaro ha ricevuto oggi il Capo di Stato Maggiore Venturoni e il generale della Marina Mariani, mentre il Ministro degli Esteri Dini ha affermato che ora è ancora più necessario l'intervento italiano, per "fermare l'esodo ed evitare simili tragedie". Ultimo tra gli sciacalli è stato Silvio Berlusconi. Il leader del Polo, fino a ieri acerrimo sostenitore della chiusura delle frontiere e della scacciata dall'Italia di ogni albanese, si è recato in visita presso i superstiti della strage, giungendo perfino a fingere uno scoppio di pianto. I Verdi e Rifondazione Comunista hanno criticato il governo, senza tuttavia mettere in questione il loro appoggio all'esecutivo di Prodi. Le testimonianze dei superstiti sono tutte identiche: la loro imbarcazione è stata prima inseguita e poi speronata due volte dalla nave della Marina italiana. Una donna ha dichiarato alla BBC che l'imbarcazione albanese era stata in un primo tempo inseguita da un'altra nave militare italiana, alla quale era riuscita a sfuggire, ma era stata poi raggiunta da una seconda nave. Il doppio speronamento "non è certamente stato un incidente", ha affermato la donna. A Valona, intanto, durante le quotidiane manifestazioni che si tengono nella piazza della città, sono stati pronunciati numerosi interventi di accusa all'Esercito italiano. Secondo un dispaccio della France Presse, numerosi abitanti di Valona hanno dichiarato che "gli italiani avranno dei problemi se si faranno vedere qui", riferendosi all'ormai imminente intervento militare sotto la guida dell'Italia. (Fonti: Radio Popolare Milano, Raiuno, AFP)
  • Kosovo indipendente o federazione balcanica? - Il presidente dell'autoproclamata Republica del Kosovo, l'albanese Ibrahim Rugova, si è dichiarato completamente contrario al progetto di creazione di una federazione balcanica (la "Balcania") a partire da un nucleo costituito da Kosovo, Serbia e Montenegro. Il progetto era stato illustrato alcuni giorni fa su un quotidiano dell'opposizione serba, "Nasa Borba" (finanziato dal miliardario Soros, vicino all'amministrazione americana), da Adem Demaci, il principale oppositore di Rugova tra i leader degli albanei del Kosovo. Il progetto è stato avanzato da Demaci nell'imminenza della tavola rotonda sul Kosovo, che si terrà a New York dal 7 al 9 aprile prossimo e alla quale parteciperanno albanesi e serbi. Demaci aveva in un primo tempo annunciato la sua intenzione di non partecipare all'iniziativa, cambiando tuttavia idea alcuni giorni fa. (Fonte: Kosova Daily Report)
26 marzo 1997
  • La Russia teme un contagio "albanese" - Grande agitazione negli ambienti governativi russi alla vigilia della giornata nazionale di azione contro la politica economica del governo, indetta dai sindacati indipendenti russi per il 27 marzo. Eltsin ha chiesto al premier Chernomyrdin di preparagli un rapporto personale sull'ammontare complessivo, nel paese, degli stipendi arretrati non corrisposti, chiedendogli inoltre di adottare misure per aiutare le persone che hanno perso i loro risparmi investiti in finanziarie "piramidali". Impaurito dalla situazione albanese, Eltsin ha inoltre chiesto al governo di redigere una bozza di legge per aumentare la protezione degli investitori. Secondo dati del Ministero degli Interni di Mosca, il numero dei russi che hanno perso denaro in fondi di investimento non trasparenti è compreso tra 17 e 20 milioni. (Fonte: OMRI).
  • Solana a Skopje, manovre militari in Macedonia - Il segretario della NATO Solana ha effettuato il 24 e 25 marzo una visita in Macedonia, ai fini di esaminare l'evoluzione dei rapporti tra il paese balcanico (membro della "Partnership per la Pace", l'organizzazione NATO allargata ai paesi dell'Est) e l'Alleanza Atlantica, nonché l'adeguamento dell'esercito macedone agli standard NATO. Nel corso della visita Solana si è incontrato con il presidente Gligorov. Una settimana prima era giunta a Skopje una delegazione del Comitato Militare della NATO per "discutere della situazione nei Balcani meridionali", come riferisce l'agenzia macedone MILS. La stessa agenzia informa che in maggio si terranno a Krivolak, in Macedonia, delle "ampie manovre nell'ambito del programma NATO "Partnership per la Pace", sotto un comando congiunto macedone-americano, e alle quali parteciperanno USA, Italia, Grecia, Turchia, Slovenia, Romania e Bulgaria. Era prevista anche la partecipazione dell'Albania, che è stata annullata.
  • La 6a flotta americana a Tirana - Il 25 marzo si è svolto a Tirana un incontro tra il Ministero della Difesa albanese Vukaj e il Capo di Stato Maggiore dell'esercito albanese Copani, da una parte, e il comandante della 6a Flotta degli Stati Uniti, viceammiraglio Abbot, insieme all'ambasciatrice americana a Tirana Marisa Lino, dall'altra. Vukaj ha dichiarato che l'Albania è pronta a riprendere e a sviluppare ulteriormente la collaborazione militare con gli USA. Abbot ha espresso l'apprezzamento del governo americano rispetto agli sforzi del nuovo governo per riportare la stabilità nel paese. Vukaj ha infine consegnato ad Abbot una lettera per il Segretario della Difesa americano. (Fonte: ATA).
  • La Romania appoggia Berisha - Un inviato speciale del presidente romeno Costantinescu si è recato il 25 marzo in visita presso il presidente albanese Sali Berisha. L'inviato ha comunicato a Berisha "il completo supporto e la solidarietà del presidente Costantinescu", sottolineando che la Romania dà il proprio appoggio alle istituzioni di Tirana. (Fonte: ATA)
  • La Gran Bretagna ha paura dei soviet - L'ambasciatore britannico a Tirana, Andrew Tresoriere, si è recato in vista presso il segretario del Partito Democratico di Albania (il partito di Berisha), Tritan Shehu, per comunicargli un invito a visitare la Gran Bretagna da parte di una fondazione del paese. Durante l'incontro, l'ambasciatore Tresoriere ha affermato che "i sedicenti 'comitati di salvezza' non possono che riportare alla mente i soviet del 1917". (Fonte: ATA)
  • Tirana smentisce i missili - Il Ministero della Difesa albanese ha smentito, con alcuni giorni di ritardo, la notizia secondo la quale il 20 marzo scorso un AC-130 dell'esercito americano è stato fatto oggetto di un lancio di missili terra-aria vicino al porto di Durazzo. Il Ministero afferma che durante tutto il periodo dello stato di emergenza nessun missile è stato sottratto al controllo dell'esercito albanese. (Fonte: ATA)
24 marzo 1997
  • Attivismo della Grecia - Il governo greco sta mettendo in atto una frenetica attività di viaggi diplomatici nell'area balcanica. Il Primo Ministro Simitis si è recato in Romania e successivamente in Jugoslavia, mentre il Ministro degli Esteri di Atene Pangalos, ha effettuato un inaspettato viaggio in Macedonia, dove si è incontrato con il presidente macedone Gligorov. Il viaggio di Pangalos dovrebbe fare da preludio a una visita ufficiale del Primo Ministro greco ed è stata la prima visita di un alto esponente del governo greco in Macedonia da quando quest'ultima esiste. Tra la Grecia e la Macedonia è in atto da anni una disputa diplomatica relativa al nome della repubblica macedone. La Grecia sembra essere particolarmente attiva anche nell'Albania del sud, dove esiste un'ampia minoranza di nazionalità greca: oltre al viceministro degli Esteri Kranidiotis, nei giorni scorsi ha avuto contatti diretti con i capi della rivolta anche il leader del principale partito greco di opposizione, Nuova Democrazia, il quale ha espresso il suo pieno appoggio per la politica del governo di Simitis. Infine, il 21 marzo si è svolto a Salonicco un incontro tra il viceministro degli Esteri greco e il leader del Partito Socialista Albanese, Fatos Nano, uscito di recente dal carcere.
  • Berisha telefona a Demirel - Il 20 marzo scorso Sali Berisha ha telefonato al presidente turco Demirel, garantendogli che in Albania sarà presto riportato l'ordine.
  • Un greco di origine albanese a capo della CIA - Il più favorito tra i candidati al posto di direttore della Cia, vale a dire l'ex-vicedirettore dell'organizzazione, Tenet, la cui età è di 44 anni, e figlio di immigrati di etnia greca provenienti da Himara, nel sud dell'Albania.
  • La Francia prende posizione - Il 20 marzo l'ambasciatore albanese a Parigi, Besnik Mustafaj, si è incontrato con il Ministro degli Esteri francese, Herve de Charette, per discutere degli avvenimenti in Albania. Charette ha confermato a Mustafaj che la Francia "riconosce solo le istituzioni legali dell'Albania" alle quali la Francia è pronta a fornire aiuti finanziari, umanitari e militari.
  • Gli USA su Albania e Macedonia - Il portavoce della Casa Bianca, Nicholas Burn, ha espresso a chiare lettere, in occasione della conferenza stampa del 22 marzo scorso, l'appoggio degli USA per il governo albanese guidato da Fino, i cui sforzi per "ristabilire l'autorità del governo e la stabilità" verranno pienamente appoggiati da Washington. Riguardo alle tensioni in Macedonia, dove esiste un'ampia minoranza albanese, Burns ha dichiarato l'apprezzamento della Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani e civili da parte del governo di Skopje e ha nettamente condannato "l'istituzione di strutture parallele e la creazione di un federalismo su base etnica", un chiaro riferimento ai tentativi degli albanesi di Macedonia di aprire un'Università albanese a Tetovo, città dove due anni fa vi erano stati violenti scontri a base etnica, e di creare una provincia autonoma in quella regione, a maggioranza albanese.
    (Fonti: varie agenzie balcaniche)
22 marzo 1997
  • I primi aiuti italiani sono per la polizia - L'agenzia di stato albanese ATA informa che all'aeroporto Rinas è atterrato ieri, 21 marzo, un aereo militare italiano con un primo invio di aiuti dal governo italiano alla polizia albanese. Questi aiuti, per i quali ha mediato l'ambasciata italiana a Tirana, consistono in uniformi e giubbotti antiproiettile per le forze speciali e sono stati consegnati direttamente al Ministero degli Interni. Il governo albanese ha chiesto all'Italia di fornire anche mezzi corazzati. Grecia e Italia si stanno dividendo il compito di ristrutturare le forze di repressione di cui dispone il governo albanese: gli italiani si prenderanno carico del riordino delle forze di polizia, mentre i greci si occuperanno delle forze armate. "Gli aiuti alla polizia hanno la priorità addirittura anche su quelli umanitari", ha dichiarato il neoeletto premier Fino, per il quale uno degli obiettivi primari da attuare nell'immediato futuro è quello di riaprire le carceri.
  • La Albright voleva l'intervento della NATO - Mentre erano in corso le operazione di sgombero dei cittadini americani a Tirana, la settimana scorsa, il Segretario di Stato americano Albright ha proposto di chiedere l'intervento di una forza NATO allargata, ma ha incontrato il rifiuto del Dipartimento della Difesa, secondo quanto riferisce il "New York Times". Il giornale americano ritiene che ciò si un'indice dell'atteggiamento che il nuovo responsabile della politica estera americana intende adottare in situazioni di crisi. La Albright, più in particolare, ha chiesto che truppe NATO occupassero l'aeroporto di Tirana e il porto di Durazzo per proteggere l'operazione americana e questo dopo che gli elicotteri della U.S. Air Force erano stati fatti oggetto di un lancio di missili.
21 marzo 1997
  • Turchia pronta all'intervento - Il Ministro degli Esteri turco Tansu Csiller si è dichiarato favorevole all'invio in Albania di truppe turche, nell'ambito di una forza internazionale di pace, aggiungendo che la Turchia non può rimanere in silenzio di fronte a quanto accade in Albania. "La Turchia è pronta a prendere il suo posto in una forza internazionale. Continuiamo a seguire attentamente la situazione, insieme alla NATO e all'OSCE. Gli errori compiuti in Bosnia non vanno ripetuti in Albania", ha affermato Ciller durante una conferenza stampa (Fonte: "Hurriyet").
  • Accuse al FMI - Il Kosova Information Center, portavoce del governo albanese del Kosovo, ha diffuso un articolo in cui si accusa il Fondo Monetario Internazionale di essere l'unico responsabile della crisi generata dalle cosiddette piramidi, sollevando il regime di Berisha da ogni responsabilità. Secondo l'organo ufficiale del governo albanese del Kosovo, il FMI avrebbe adottato una politica intesa a smantellare ogni controllo sulle finanziarie, allo scopo di portare la gente a manifestare per le strade "sotto la bandiera rossa, accusando la banca centrale di complottare con il capitale occidentale per sfruttare e distruggere il popolo". Nell'articolo si descrive come il governo albanese, di concerto con il FMI, abbia approvato nel 1994 una legge che limitava le normative sui fallimenti delle banche, consentendo anche a quelle insolventi di continuare le loro attività. Nel febbraio del 1996 il parlamento controllato dal Partito Democratico di Berisha ha approvato un'altra legge nella quale si smantellavano i già scarsi poteri di controllo della banca centrale albanese sulle società finanziarie. Secondo il Kosovo Information Center, tuttavia, i parlamentari di Berisha avrebbero approvato la legge "senza capirla, a causa dei suoi tecnicismi arcani" e non avrebbero quindi alcuna colpa. (Fonte: "Kosova Information Center", 19.3.97).
20 marzo 1997
  • Macedonia - "Ci aspettiamo un dialogo più diretto con gli albanesi, ora che Tirana non si trova più nella posizione di intercedere a favore della causa degli albanesi nei Balcani", ha dichiarato alla Reuter il Ministro degli Esteri macedone Ljubomir Frckovski. I leader degli albanesi di Macedonia hanno invece negato che gli eventi in Albania possano avere delle ripercussioni sulla loro lotta. "Siamo stati isolati per 50 anni e abbiamo imparato a prenderci cura di noi stessi", ha detto Arben Dzaferi, presidente del PDPA, il maggiore partito albanese del paese, che fa parte della coalizione governativa. Il leader del PDPA ha affermato che la strategia del suo partito "è quella di creare una crisi politica al fine di costringere il governo macedone ad affrontare i problemi esistenti", ma funzionari macedoni hanno espresso l'opinione che con la crisi in Albania il partito dovrà rinunciare a questi obiettivi. Il Ministro Frckovski ha tuttavia usato a questo proposito parole molto nette: "Per ora il nostro governo non fa nulla, ma non appena ci accorgeremo di una qualsiasi azione da parte degli albanesi reagiremo al fine di prevenirla in maniera radicale". Intanto la situazione al confine tra Macedonia e Albania, dove alcuni giorni fa vi era stato uno scambio di colpi di armi da fuoco tra albanesi che volevano entrare in Macedonia e polizia macedone, è più calma, anche se i posti di confine albanesi sono sempre nelle mani dei ribelli. Un cittadino albanese della zona di confine ha detto che "è finito il periodo degli spari in aria ed è cominciato quello in cui le armi vengono sotterrate per nasconderle". A Skopje, capitale della Macedonia, continuano intanto le proteste degli studenti contro l'apertura di corsi in lingua albanese presso la Facoltà di Pedagogia, mentre gli scioperi della fame cominciati due settimane fa sono stati sospesi ieri dopo il ricovero in ospedale di sei studenti, uno dei quali in gravi condizioni. Il partito nazionalista macedone VMRO (che ha sostenuto le lotte degli studenti) ha infine annunciato una grande manifestazione contro il governo per il 27 marzo prossimo. (Fonti: MIC, "Dnevnik")
  • Imprenditori italiani -Gli imprenditori italiani che operavano in Albania si sono riuniti in un coordinamento, guidato da Luigi Fabri, il quale si sta muovendo in vista di una richiesta agli albanesi del rimborso dei danni subiti. Fabri ha inoltre dichiarato che gli industriali sono disposti a tornare a Tirana, ma sotto la protezione militare italiana. (Fonti: "Televideo", "Corriere della Sera").
  • Banca di Roma -Il "Corriere della Sera", in un interessante articolo di Vittorio Malagutti, scrive della Banca Italo-Albanese, una joint-venture tra la Banca di Roma, la Bers (la banca di investimento dell'UE) e la Banca Nazionale Commerciale di Tirana, controllata dal governo albanese. L'apertura delle operazioni in Albania era presentata "come un pegno di amicizia dell'Italia nei confronti della sua 'ventunesima regione'", scrive Malagutti. Nel solo 1996 la Banca ha realizzato un utile di mezzo miliardo. L'autore parla anche del misterioso suicidio di un ex-direttore italiano della banca, che sarebbe stato conoscente dell'agente del Sismi Ferraro, il quale, secondo indiscrezioni, aveva indagato su un traffico di titoli tra Italia e Albania.
  • Greci e Sud -Il governo greco ha mandato un suo rappresentante, Yanno Kranidiotis, segretario di stato per gli affari esteri, a prendere contatto con gli insorti del sud dell'Albania, suscitando le proteste del governo di Tirana.
  • La Germania chiude ai profughi -Il Ministro degli Interni tedesco Kanther ha invitato la polizia di frontiera del suo paese ad aumentare i livelli di guardia contro gli albanesi in fuga dal loro paese. Secondo il Ministro non vi è motivo di concedere agli albanesi l'asilo politico, "perché la situazione in Albania non è caratterizzata da persecuzioni politiche".
  • Le milizie di Berisha minacciano -Il Comitato di Salvezza Pan-Nazionale (che sostiene il governo Berisha ed è formato in massima parte dalle sue milizie) ha emesso ieri un comunicato, definendosi "un'organizzazione militare con affiliati in tutte le provincie del nord e del centro dell'Albania, di cui fanno parte intellettuali, cittadini e patrioti". Nel comunicato si afferma il sostegno al governo di Tirana, fino al momento in cui non considererà gli insorti del sud una parte con cui trattare. Il Comitato esprime in particolare il suo appoggio "al presidente Berisha, al parlamento e alle autorità locali democraticamente elette", esprimendo la sua preoccupazione per la ricomparsa del Forum per la Democrazia (la coalizione dei partiti che si sono opposti a Berisha), definito come "istigatore della catastrofe nazionale". Il comunicato si chiude con un appello agli USA e all'UE a "denunciare l'ultimatum dei comunisti per le dimissioni di Sali Berisha", un atto che avrebbe conseguenze disastroese per il paese e per l'intera regione. (Fonte: ATA)
18 marzo 1997
  • Il delirio di Formentini - Riportiamo, senza commenti, un collage delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Milano, Formentini, al Corriere della Sera:
    "I nuovi albanesi verrebbero a ingrossare le file di quelli che sono già qui, a Milano. C'è bisogno di dirlo? Fanno di tutto fuorché dare un contributo alla convivenza civile".
    "Salvo poche eccezioni, gli albanesi vengono qui per delinquere. Sono violenti, non lavorano, mettono in crisi la sicurezza pubblica, entrano nel mercato della droga e delle prostituzione...".
    "[lo stato italiano] dovrebbe tenere gli albanesi sotto controllo".
    "Lo Stato non è in grado di proteggere i confini: quando un popolo perde il controllo sul territorio è condannato all'estinzione...".
    "Scommetto che il ministro Livia Turco sta preparando un bel progetto per dare la cittadinanza italiana ai nuovi arrivati... Altro che integrazione europea".
    "Gli altri stati prenderanno misure contro di noi. Ci puniranno".
    "I partiti stanno perdendo consenso e allora si vogliono rifare con la massa dei nuovi arrivati. Non hanno già concesso il voto alle amministrative?".
    "Le famiglie chiudono le porte a chiave perché temono gli svaligiatori, non vedo perché i sindaci dovrebbero aprire le loro città..."
17 marzo 1997
  • Assedio alla Coca-Cola - La CNN riferisce che l'impianto di imbottigliamento della Coca-Cola che si trova alla periferia di Tirana è oggetto di continui attacchi armati, respinti fino a oggi da venti guardie armate. Il direttore italiano della fabbrica, Francesco de Candia ha affermato che l'impianto sopravviverà senza subire danni, perché "tutti difenderanno la Coca-Cola, dato che in Albania costituisce un simbolo: il simbolo della libertà". L'impianto produce 80 milioni di bottiglie all'anno (pari a 33 bottiglie per ogni albanese, vecchi e lattanti compresi) ed è proprietà di una joint venture creata tra il Gruppo Busi e la Coca-Cola. I dipendenti sono 150 e hanno stipendi di numerose volte inferiori a quelli italiani.
  • Reclutamento di veterani - Secondo la France Presse il governo albanese sta reclutando numerosi veterani del passato regime, insieme a ufficiali che Berisha aveva sollevato dal loro incarico con il suo arrivo al potere nel 1992. Lo stipendio offerto dal governo è di 400 dollari, di numerose volte superiore a quello medio del paese. Molti dei veterani hanno tuttavia affermato di non avere deciso di rispondere alla chiamata per motivi di denaro, ma in reazione al ventilato intervento militare da parte dei paesi occidentali. "Non abbiamo bisogno degli stranieri per difenderci", ha affermato Delo Isufi, un ex-ufficiale dell'aviazione albanese.
  • Albania-USA - L'agenzia di stato albanese ATA riferisce che sabato 15 marzo il Ministro della Difesa albanese Vukaj si è incontrato con l'attaché militare americano a Tirana, Colonnello Fox. Al termine del colloquio l'ufficiale americano ha dichiarato che "è nell'interesse degli Stati Uniti che l'Albania rimanga un paese democratico, sotto il controllo di politici civili e che la pace e la stabilità vengano reinstaurate nel più breve tempo possibile. In presenza di tali condizioni, sarà possibile fornire aiuti e assistenza in tutti i campi, ivi incluso quello della difesa".
  • Soldi tedeschi per la polizia di Berisha - Sempre l'agenzia di stato ATA informa che il 21 febbraio il Ministro degli Interni di Berisha, Halit Shamata, si è recato in visita ufficiale in Germania, dove ha firmato con il Ministero degli Interni tedesco un accordo in base al quale quest'ultimo ha donato alla polizia albanese aiuti per 1 milione di DM.