![]() |
![]() NOTIZIE EST #350 - ALBANIA 1 ottobre 2000 VIGILIA DI TENSIONE PER LE AMMINISTRATIVE IN ALBANIA [Purtroppo la grande mole di avvenimenti da seguire ha portato negli ultimi mesi "Notizie Est" a trascurare quasi completamente l'Albania. Oggi nel paese si terranno delicate elezioni amministrative, il primo voto dopo quello immediatamente successivo alla rivolta del '97. A livello puramente di "brevi appunti", riportiamo un lancio della AFP e alcuni passi di un articolo del quotidiano di Tirana "Shekulli"] TIMORI DI VIOLENZE MENTRE L'ALBANIA VA ALLE URNE (AFP, 30 settembre 2000) TIRANA, 20 settembre - Le elezioni amministrative che si terranno domenica in Albania verranno osservate con attenzione dalla comunità internazionale, che ha speso più di un milione di dollari per un programma mirato a prevenire le violenze che hanno turbato le precedenti elezioni. I paesi occidentali e le organizzazioni internazionali hanno speso più di un milione di dollari al fine di garantire che le elezioni di domenica saranno corrette, con l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) nel ruolo di osservatore chiave e di soggetto preposto ad aiutare nei preparativi. L'OSCE ha aiutato ad adottare una nuova legge per rendere più facile la strada verso elezioni senza brogli, dispiegando 200 osservatori e supervisionando la distribuzione per la prima volta di certificati elettorali alla popolazione. Essa ha inoltre chiesto ai candidati - il Partito Democratico (PD) dell'ex presidente Berisha, all'opposizione, e il Partito Socialista (PS) al governo guidato dal premier Ilir Meta - di accettare i risultati delle elezioni, che in passato sono sempre stati violentemente contestati dal partito perdente. "Siamo fiduciosi che le elezioni amministrative rappresenteranno un punto di svolta nella storia di un'Albania contrassegnata da confronti, e un importante passo verso la democratizzazione e il progresso economico del paese", ha affermato l'OSCE. "La vera sfida non sarà quella di vincere, bensì quella di organizzare un voto corretto e trasparente", ha detto il premier Ilir Meta. Ma il leader dell'opposizione Berisha, il cui PD aveva ottenuto la maggioranza nelle elezioni locali del 1996 ed è in minoranza in parlamento, ha già dichiarato che non riconoscerà i risultati se "la banda di ladri al potere manipolerà i voti". Egli ha inoltre accusato il partito al governo di non avere registrato circa 200.000 sostenitori del PD. L'OSCE ha tuttavia negato le affermazioni di Berisha, afferamndo che ogni elettore ha avuto la possibilità di registrarsi. Il Dipartimento di Stato degli USA ha dato il proprio sostegno all'OSCE, avvertendo i candidati di "evitare tutte le controversie che possono aumentare la tensione". Gli Stati Uniti hanno inviato svariati "osservatori esperti" alle elezioni di domenica, ivi incluso l'inviato speciale per i Balcani Robert Frowick. Ma la tensione sembra inevitabile e il Partito Democratico ha affermato che chiederà elezioni generali se vincerà il voto. "Se il PD vince le elezioni, il governo può fare le valige il giorno seguente", ha detto Berisha. Berisha ha anche chiesto ai suoi sostenitori di riunirsi nella piazza Skanderbeg, nel centro di Tirana, due ore dopo la chiusura dei seggi, al fine di esercitare pressione sul governo. La posta più alta in gioco è quella di Tirana, dove vive il venti per cento del totale degli elettori. Il candidato sindaco dei Democratici a Tirana, Besnik Mustafaj, ha detto all'AFP di non condividere i toni aggressivi della campagna elettorale di Berisha, ma rimane comunque saldamente schierato con il leader del suo partito. "Chiederemo le dimissioni del governo con manifestazioni pacifiche", ha detto Mustafaj, aggiungendo tuttavia che il suo partito "potrebbe non riuscire a controllare la folla se la situazione sfuggirà di mano". Il governo ha rafforzato le misure di sicurezza, nel corso della settimana passata, schierando l'esercito a guardia di tutte le proprietà statali prima e durante le elezioni. Venerdì il partito al governo ha avuto le lodi dell'OSCE per avere accettato di posporre l'ultimo comizio elettorale dopo che Berisha aveva annunciato una manifestazione simultanea nello stesso posto. META GIOCA DURO (da "Shekulli", così come riportato in traduzione inglese da "Albanian Daily News", 29 settembre 2000) L'attuale comportamento del premier Meta nel corso della campagna elettorale è impostato a uno stile che non si era mai visto prima tra le forze della sinistra, e ciò coincide con una pericolosa svolta nella campagna per il voto. Dopo avere preso le distanze dal vocabolario fatto di odio e populismo utilizzato dal leader democratico Sali Berisha come arma nella presente campagna elettorale, il premier Meta ha ormai preso atto del fatto che queste elezioni devono essere messe su un altro binario, mai stato usato in precedenza dai partiti al governo. La tradizione elettorale albanese ha sempre portato più voti a chi utilizza i toni più aspri e gli attacchi denigranti contro gli avversari, rispetto a chi utilizza argomenti concreti. E, come è noto, la persona che ha usato questo metodo nelle campagne elettorali è sempre stato l'ex presidente Sali Berisha. L'estremismo della campagna per le elezioni locali sta dando tutti i segni di una strategia rilevante dell'opposizione a soli alcuni giorni dalle elezioni. La materializzazione di questa strategia potrebbe essere uno scontro nella piazza Skanderbeg il 29 settembre, che si sta già delineando. Non vi è bisogno di essere molto intelligenti per capire che il PD si sta preparando a uno scontro senza riflettere più di tanto su quali potrebbero essere le sue pericolose conseguenze sul processo elettorale. In queste circostanze, Meta si è assunto il ruolo di uomo forte per conseguire un equilibrio delle forze, più o meno in favore del populismo. Per questi motivi è stato lui, e non il presidente del PS Fatos Nano, a mostrarsi come il nemico più pericoloso di Berisha, naturalmente ricevendo in cambio le maledizioni di quest'ultimo. La campagna ha fatto sorprendentemente un'"inversione a U", con il leader dell'opposizione all'apice della sua campagna elettorale carismatica, e il giovane premier che, inaspettatamente, si è messo a combattere Berisha con le sue stesse armi. Così, il capo dell'esecutivo sta investendo nel suo futuro di leader che afferma di conoscere tutte le regole del gioco politico in Albania, attaccando non solo i suoi avversari diretti, ma anche i rivali all'interno del suo stesso partito. Nel giro di poche ore, Meta è riuscito a emergere in primo piano come l'uomo che sa come condurre la sinistra verso una difficile vittoria. Nel momento più intenso della propria prima competizione elettorale ciò rappresenta un investimento politico molto prezioso, che dimostra come Meta stia giocando non solo per le elezioni locali del 1 ottobre, ma anche per le elezioni generali, la cui data non è ancora stata fissata. |