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![]() LE ELEZIONI PORTANO IL MONTENEGRO IN PRIMO PIANO di Joseph Fitchett I governi occidentali stanno sperando che il cambiamento di leadership in Montenegro faccia del paese una tessera geopolitica più incisiva all'interno dei Balcani di quanto potrebbero lasciare supporre le sue piccole dimensioni, come dicono diplomatici americani ed europei. I loro governi, affermano, hanno sperato fortemente nei risultati elettorali concretizzatisi la scorsa settimana, quando Milo Djukanovic è stato eletto presidente del Montenegro, il piccolo partner della Serbia nella Federazione Jugoslava presieduta da Slobodan Milosevic. I due sono nemici giurati. Djukanovic, 35 anni, è favorevole a una liberalizzazione economica e a una moderazione politica dello stesso tipo predicato dall'Occidente, ma rifiutato da Milosevic. Djukanovic ha cominciato a usare termini come "l'uomo di ieri" per esprimere la sua condanna di Milosevic - e ancora di più di Mirjana Markovic, l'influente consorte di quest'ultimo, che è una marxista ortodossa. Anche se nel curriculum di Djukanovic ci sono poche prove effettive di liberalismo, i governi occidentali lo considerano come il male minore in Montenegro e danno gran peso al fatto che abbia sconfitto Milosevic in un'importante elezione in quello che quest'ultimo considera il proprio cortile di casa. "E' un messaggio inviato a Milosevic, affinché non pensi di ampliare la propria base di potere mettendosi a sedere bello comodo e aspettando che l'Occidente si tiri fuori di torno", ha detto l'altroieri un funzionario di Washington. Altri funzionari occidentali concordano che il nuovo governo [sic - in realtà si tratta delle nuova presidenza della repubblica - n.d.t.] intacca in realtà la posizione di padrone serbo occupata da Milosevic, rendendo chiaro che è incapace di vincere la pace. Rendendo più gravi le divisioni tra i serbi, la vittoria di Djukanovic - e la sconfitta del surrogato locale di Milosevic - potrebbe mandare un messaggio di profondo isolamento ai serbo-bosniaci che seguono la linea dura, soprattutto al regime di Pale in Bosnia. I montenegrini, anche se tenicamente non sono serbi, sono etnicamente e culturalmente legati a loro. Hanno inviato forze a combattere a fianco dei serbi in Bosnia, anche se hanno adoperato la maggior parte delle proprie energie durante il periodo di guerra per violare l'embargo - e ora si dedicano al redditizio contrabbando di sigarette. Con soli 650.000 abitanti, il Montenegro viene di norma ritenuto un'appendice della Serbia, ma attualmente si ritrova a godere di un grande valore potenziale come fattore di disturbo, se il suo leader concretizzerà la sua minaccia di sfidare Belgrado, secondo funzionari americani e tedeschi. In una guerra di nervi con Milosevic, affermano questi ultimi, Djukanovic dispone di numerosi vantaggi: * Il Montenegro occupa una striscia della costa adriatica. Senza un accesso al mare attraverso il Montenegro, i serbi rimangono chiusi da terre ferme. Ciò espone la Serbia a nuove pressioni, perché dovrebbe fare affidamento sulle tradizionali vie di comunicazione su terra attraverso la Croazia. * Milosevic sarà esposto ai rischi rappresentati dalla capacità di Djukanovic di turbare, e addirittura di paralizzare, la presidenza jugoslava, l'incarico che Milosevic si è assunto come propria base di azione politica ora che costituzionalmente non può più candidarsi a capo della Serbia. Nella presidenza jugoslava, Milosevic può contare sui suoi protetti come il presidente serbo, ma la sua autorità ora deve fare i conti con i poteri di veto di Djukanovic - ivi inclusa la minaccia ultima di una secessione. * Ora che Djukanovic è stato eletto, i governi occidentali potranno intervenire, qualora vengano chiamati a proteggere il Montenegro da un attacco delle forze di Milosevic. Preoccupato della sovversione, Djukanovic, ancora quando era leader dell'opposizione, ha adottato misure preventive come quella di creare una rete di telecomunicazioni separata al di fuori del sistema ufficiale ancora controllato da Belgrado. E il nuovo presidente controllerà i mezzi radiotelevisivi locali, che vengono captati anche in Serbia. L'impatto potenziale di questo avvicendamento di poteri in Montenegro, secondo le parole dei diplomatici occidentali, consiste nel fatto che questa nuova spina nel fianco di Milosevic potrebbe aiutare a renderlo più duttile rispetto agli interessi dell'Occidente. Paradossalmente, la poverà del Montenegro potrebbe rivelarsi un vantaggio, affermano i diplomatici, nel senso che il paese potrebbe vedere dei rapidi risultati da eventuali aiuti occidentali forniti a un nuovo governo disposto a collaborare. (da "International Heral Tribune", 23 ottobre 1997) |