![]() |
![]() NOTIZIE EST #136 - JUGOSLAVIA/SERBIA
**** COSA STA SUCCEDENDO IN SERBIA? / 4 **** PERCHE' I SOCIALISTI LASCIANO A JUL E RADICALI L'INIZIATIVA POLITICA Sono pochi oggi in Serbia coloro che non sanno che tutto il potere è concentrato nelle mani di una famiglia. Tuttavia, ufficialmente, la Serbia continua a funzionare come un sistema parlamentare multipartitico. Il governo di unità nazionale è formato dai tre principali partiti, il Partito Socialista (SPS), il Partito Radicale (SRS) e la Sinistra Jugoslava Unita (JUL). Tuttavia, sulla scena politica risulta vistosa la marginalizzazione del SPS, mentre le "forze d'urto", ovvero coloro che realizzano ed eseguono tutte le decisioni politiche, sembrano essere esclusivamente il SRS e la JUL, il più delle volte nella persona, rispettivamente, dei vicepresidenti della federazione Seselj e Bojic. In termini di numero di dichiarazioni pubbliche, questi ultimi sono seguiti immediatamente dal vicepresidente del governo serbo Tomislav Nikolic e dal ministro dell'informazione Aleksandar Vucic, entrambi radicali. Il premier della Serbia Mirko Marjanovic, socialista, svolge la sua funzione pressoché esclusivamente in via protocollare e si fa vedere solo in rare occasioni. Ci si domanda se ci troviamo di fronte a una messa all'angolo dei socialisti, oppure a una loro marginalizzazione artificiale, il cui scopo sarebbe quello di conservare l'immagine e l'autorità del maggiore partito di governo, che potrebbe altrimenti risentire dei travolgenti eventi politici che si susseguono in Serbia. Sarà l'ormai proverbiale ermeticità del Partito Socialista, con i cui funzionari è praticamente impossibile comunicare e la cui apertura nei confronti dell'opinione pubblica si limita alle conferenze stampa convocate ogni settimana dal portavoce del partito, Ivica Dacic [...], ma il nome del Partito Socialista Serbo viene ricordato perlopiù nell'ambito di speculazioni giornalistiche relative alle purghe al suo interno, speculazioni che lasciano sottintendere come nel partito esistano due ali, una presumibilmente riformatrice (e che attualmente non gode delle simpatie della coppia di coniugi al potere) e un'altra che è più vicina al nocciolo duro della JUL e del SRS. La sostituzione di Milorad Vucelic, un tempo secondo uomo del partito (dopo Slobodan Milosevic) e che agli occhi del pubblico rappresentava tale ala riformista, con la motivazione che "con il suo comportamento indecoroso ha arrecato danno all'immagine e all'autorità del Partito Socialista", è un evento che tende a confermare la tesi secondo la quale i socialisti sfruttano il broglio di eventi e di circostanze imbarazzanti nei quali vengono a trovarsi i partner di coalizione JUL e SRS per effettuare in pratica una purga tra le proprie fila e dare così in una certa misura una mano di pulizia morale e di rettitudine all'immagine del partito. Il fatto che gli esponenti del SPS, o personalità a esso vicine, si siano tenuti lontani, o abbiano partecipato in misura minima, alle repressioni scatenate contro le università e i media per il mezzo di leggi i cui principali promotori e avvocati sono stati proprio i rappresentanti del SRS e della JUL, è eloquente. [...] I radicali, a quanto pare, sono pienamente soddisfatti del ruolo che Milovan Bojic, vicepresidente del governo serbo, si è assunto diventando praticamente indivisibile da Seselj e simboleggiando in tal modo lo stretto vincolo che lega SRS e JUL. Alcuni vedono in questo ruolo anche la possibilità di un'effettiva marginalizzazione del Partito Socialista, che in questo momento, a un'osservazione superficiale, sembra non governare la Serbia, ma sono molti di più coloro i quali prevedono che nel momento in cui verrà portata a termine l'opera in Kosovo, nei media, nelle Università e negli altri punti dolenti per il proseguimento del regime di Milosevic, la JUL taglierà i rapporti con il SRS e si orienterà nuovamente verso i socialisti. Dal matrimonio con i radicali la JUL potrebbe ricavare vantaggi di fronte al popolo appropriandosi del "pugno duro" e dell'"incrollabile patriottismo" di Seselj e l'unione della Sinistra Unita con il SPS, che questa volta rimarrebbe indenne dal matrimonio compromettente con i radicali, costituirebbe una base rinnovata per una nuova fase del potere di Milosevic. Il ruolo che svolgono Vuk Draskovic e il suo Movimento per il Rinnovamento Serbo (SPO) in tutto questo gioco politico è decisamente complicato. Draskovic, in particolare, in questo momento si trova in una posizione in cui, quando si tratta di trovare una soluzione per il Kosovo, volente o nolente è costretto a "lavorare" per Milosevic, assumendosi il ruolo di nazionalista ragionevole, che si dà da fare per la difesa assoluta della sovranità sul Kosovo e perché esso rimanga in Serbia, ma anche di collaborazione con l'occidente, per l'entrata in Europa e, quel che in questo momento è ancora più sintomatico, con una posizione del tutto benevolente nei confronti dell'America. [...] E' significativo anche che Milosevic abbia garantito a Draskovic una presenza nei media che è di pochissimo inferiore a quella di Seselj. Sembra che Milosevic, a causa degli sviluppi politici che a quanto tutto lascia pensare presto si verificheranno, si voglia tenere aperte due possibilità, per scegliere all'ultimo momento quella che si rivelerà più redditizia. Draskovic ha indirizzato le sue aspre critiche unicamente contro Seselj, che non ha esitato a rispondergli per le rime, ma i due rimangono nei fatti schierati con la politica di Milosevic. Allo stesso tempo, il SPO e il suo leader sfruttano ogni occasione per provocare divergenze tra il SRS e la JUL, da una parte e, dall'altra, il SPS, dandogli l'immagine di partito di persone ragionevoli. Draskovic modificherà l'attuale linea della SPO unicamente nel caso in cui le speculazioni sulla presunta decisione degli USA di "abbattere il regime di Slobodan Milosevic e aiutare l'opzione democratica in Serbia" si dimostreranno effettive e attuabili. Studio B, l'emittente TV che i radicali ritengono sia controllata da Draskovic, è la più attiva negli ultimi giorni nel promuovere la presunta decisione degli americani. In occasione dell'ultima conferenza stampa Draskovic non ha voluto commentare più di tanto i segnali che gli USA stanno inviando, ma ha comunque detto di esserne lieto e ha anche precisato di essere convinto che "l'unica forza democratica in Serbia sia il SPO". (da "Danas", 5-6 dicembre 1998 - traduzione dal serbo di A. Ferrario) |