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![]() NOTIZIE EST #16 - JUGOSLAVIA/KOSOVO/ALBANIA L'ENEL E IL KOSOVO L'espansione economica dell'Italia verso i Balcani meridionali viene ulteriormente messa in luce da una notizia pubblicata dal quotidiano di Belgrado "Nasa Borba" lo scorso 29 gennaio relativamente a una conferenza stampa indetta dall'assemblea sindacale della EPS, la società statale jugoslava per l'energia elettrica, in merito alle imminenti privatizzazioni. Il presidente dell'assemblea sindacale, Radovan Perovic, ha affermato che sono in corso negoziati segreti per la privatizzazione del settore serbo dell'energia elettrica, ma ci ha tenuto tuttavia a sottolineare che in virtù degli accordi firmati con il governo riguardo alla privatizzazione "i sindacati dovranno essere informati di ogni contratto prima della firma e avranno il tempo di reagire", aggiungendo che "in tal modo, l'EPS non verrà sicuramente venduta - il sindacato ha già in passato, prima della vendita della 'Telecom', impedito con le proprie lotte sindacali che la EPS venisse venduta". Il sindacalista ha continuato affermando che l'Organizzazione sindacale mondiale ha fatto pervenire ai propri colleghi di Belgrado un elenco delle società estere che sarebbero interessate a comprare la EPS. Di fronte alle pressanti domande dei giornalisti, Perovic ha affermato che "si tratta di società greche, italiane, francesi e svedesi. L'italiana ENEL, in particolare è interessata agli impianti che la EPS possiede nel Kosovo e a tale proposito va notato che di recente sono stati raggiunti accordi per un cavo sottomarino tra la Grecia e l'Italia, attraverso il quale sarebbe possibile trasportare in Italia energia elettrica anche dalla Serbia". Secondo Perovic, la stima del valore dell'EPS (da 18 a 20 miliardi di dollari) ai fini della vendita è troppo bassa, perché si basa esclusivamente sui libri contabili, sui quali gravano i recenti passivi e il debito estero, mentre andrebbe invece applicato un metodo più redditizio che tenga conto delle reali potenzialità della società. Le mire dell'italiana ENEL sono in conflitto con quelle dei tedeschi, che secondo Perovic, si starebbero interessando anche loro alla EPS per il tramite della ceca Skoda, controllata dalla Volkswagen. Gli impianti dell'EPS nel Kosovo hanno una grande importanza strategica, nel contesto balcanico, perché producono praticamente tutta l'elettricità che viene utilizzata non solo dalla Serbia, e quindi dal Kosovo stesso, ma anche dalla Macedonia. In un articolo pubblicato nello stesso giorno, "Nasa Borba" riporta informazioni pubblicate dal "Financial Times", secondo le quali il governo di Belgrado starebbe per prendere la decisione di vendere la quota di controllo della Telecom serba ancora in suo possesso, a causa delle difficoltà finanziarie nelle quali si trova. La Telecom serba, infatti, è a corto di fondi, tanto che ha dovuto chiedere in prestito 63 milioni di marchi da due dei suoi azionisti, la Telecom italiana e la greca OTE, che di recente avevano acquistato il 49% delle azioni della società telefonica serba. Con questi crediti nei confronti dell'azionista serbo, i greci e gli italiani si trovano in una posizione ideale per acquistare la quota che consegnerebbe loro il controllo definitivo delle telecomunicazioni jugoslave. Se questi progetti si dovessero realizzare, l'economia del Kosovo si troverebbe completamente sotto il controllo dei capitali stranieri. Il settore energetico, del quale la EPS attualmente possiede il monopolio, insieme a quello minerario-metallurgico, è il principale settore economico del Kosovo, e quello minerario-metallurgico è incentrato sull'enorme complesso di Trepca (con tutto il suo indotto) che è stato recentemente concesso in uso a una società greca, la quale occupa quindi una posizione privilegiata in vista dell'imminente privatizzazione di questo complesso. Se a questo aggiungiamo un possibile controllo italiano e/o greco della Telecom serba, che in Kosovo controlla sia le comunicazioni telefoniche che le poste e i telegrafi, avremo una consegna pressoché completa dell'economia della regione ai capitali occidentali e in particolar modo italiani e greci. (fonte: "Nasa Borba") **** TIRANA A SECCO, L'ACQUA DEGLI ALBANESI ALL'ITALIA L'agenzia di stampa albanese ATA ha segnalato il 6 gennaio scorso in un breve dispaccio la preoccupazione del sindaco di Tirana, Brojka, per il perdurare della carenza d'acqua che lascia a secco per numerose ore molti quartieri della capitale albanese, come del resto accade in tante altre città dell'Albania. Una notizia che fa a pugni con un altro dispaccio diffuso negli stessi giorni dalla ATA, che informa della firma di un contratto tra il Ministero dei Trasporti e degli Affari Pubblici albanese e un consorzio italo-albanese, le cui capofila sono le italiane IRI ed ENI, insieme alla EUROPITE, per la costruzione di un quadruplo acquedotto che, attraversando l'adriatico, porterà acqua dalla regione albanese di Bistrice alla Puglia. Il monumentale progetto avrà nel suo complesso un valore di più di 2.000 miliardi di lire. (fonte: ATA) |