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![]() NOTIZIE EST #31 - GRECIA/JUGOSLAVIA/KOSOVO METALLURGIA ORTODOSSA Anche il capitale greco, come quello italiano, punta in alto in tutta l'area balcanica, soprattutto ora che sono in corso di avvio importanti processi di privatizzazione in Jugoslavia, Macedonia e Bulgaria. Il seguente articolo descrive la corsa alla conquista di un monopolio sulle materie prime serbe da parte della holding greca Mitilineos, un progetto che coinvolge anche l'economia e lo sviluppo generale del Kosovo. Sembra che la holding greca Mitilineos, una delle più fiorenti del suo tipo nel paese, sia fortemente interessata all'economia serba. In occasione di un recente congresso tenutosi a Belgrado e che ha visto la partecipazione di molti funzionari serbo-jugoslavi e greci, un suo rappresentante ha firmato un accordo con il bacino minerario RTB Bor. L'operazione, nota con il nome di accordo di cooperazione generale, contiene sei capitoli separati che determinano e regolano le relazioni tra le due parti per un periodo di sette anni. Le fonti affermano che questo accordo porterà a un giro d'affari complessivo di un miliardo di dollari. La Mitilineos ha da anni rapporti d'affari con Trepca [Trepca è l'enorme complesso minerario metallurgico che costituisce l'asse portante dell'economia del Kosovo ed è una fondamentale fonte di materie prime per la Serbia e gli altri paesi dell'ex-Jugoslavia - n.d.t.]. L'anno scorso, la società greca e il maggiore produttore europeo di piombo d'Europa hanno firmato un contratto dal valore di 517 milioni di dollari. Alcuni funzionari affermano che la Mitilineos e la Banca Nazionale di Grecia daranno vita a un consorzio al fine di puntare all'acquisto del 90 per cento delle azioni possedute dalla banca Slavija di Belgrado. La società greca è interessata all'acquisto di alcune altre imprese jugoslave, come il produttore di cavi Jagodina. Evangelos Mitilineos, comproprietario e amministratore delegato dell'azienda, è personalmente responsabile della conduzione dei negoziati. Egli ha parlato numerose volte alla televisione per conto della società di telecomunicazioni greca OTE [la OTE ha acquistato l'estate scorsa, insieme alla Telecom italiana, un'importante quota della Telecom jugoslava, e punta ora ad acquisti simili anche in Macedonia e Bulgaria - n.d.t.] e questo ha portato numerosi giornali a pensare che egli fosse uno dei dirigenti della OTE. L'afflusso di capitale straniero per l'acquisto di un monopolio sullo sfruttamento delle risorse naturali è una notizia sensazionale per qualsiasi paese in normali circostanze. I "giganti" industriali jugoslavi, sommersi dai debiti, si sono assunti impegni che difficilmente riusciranno a soddisfare. Trepca è in debito di oltre 20 milioni di marchi per le forniture di acqua ed elettricità, nonché per il pagamento di imposte, ed è già in ritardo con le consegne al suo partner greco. I suoi contratti con la Mitilineos includono una clausola nella quale si afferma che la parte greca ha il diritto di prima opzione per l'acquisto dell'azienda in caso di privatizzazione e che prevede la possibilità per i greci di ottenere azioni della Trepca in cambio del debito di quest'ultima. E' ancora incerto se la stessa clausola varrà per la RTB Bor, perché i particolari relativi al contratto non sono ancora stati resi pubblici. E' tuttavia difficile immaginare che un'azienda come la Mitilineos si accontenti di qualcosa di meno di ciò, soprattutto in un paese come la Serbia. La parte greca non può possedere le miniere (può solo avere un diritto limitato nel tempo al suo sfruttamento), ma può acquistare il complesso minerario di Bor e quello di Trepca. Oltre alle miniere vere e proprie, le due società jugoslave possiedono impianti minerari, macchine per la lavorazione delle materie prime, stabilimenti, istituti e altri beni. Lo sfruttamento di queste risorse non potrà in futuro che andare a vantaggio dei proprietari di Bor e Trepca, indipendentemente da chi essi siano. [...] Il mercato mondiale del rame ha subito una forte flessione, i prezzi scendono in maniera consistente dall'estate scorsa. Gli sviluppi sfavorevoli sul mercato borsistico di Hong Kong hanno spinto la Cina, il più grande acquirente mondiale di rame, a ridurre la sua domanda di metallo rosso. Molti impianti mondiali per la produzione di rame hanno pertanto dovuto tagliare la loro produzione. Gli esperti mondiali prevedono un aumento temporaneo del prezzo del rame, quest'anno, che dovrebbe passare da 1.700 a 2.000 dollari la tonnellata. Si prevede tuttavia che il prezzo scenderà alla fine a 1.400 dollari la tonnellata. Un ricupero definitivo del mercato del rame è previsto per l'anno 2001, cioè proprio per quando il complesso per la produzione di rame della RTB Bor, modernizzato e ampliato, comincerà a essere operativo. Ora che il prezzo dello sfruttamento dei giacimenti è basso e continua a scendere, è possibile acquistare un'importante fetta della torta che darà i suoi abbondanti frutti a partire dal 2001. La RTB Bor dovrebbe cominciare a rimborsare i suoi debiti nell'anno 2.000, per terminare entro l'anno 2005. Tuttavia, l'amministratore delegato della società, Ninoslav Cvetanovic, ha affermato alla firma del contratto che la RTB Bor comincerà a rimborsare il credito anticipatamente, esportando 1.600 tonnellate di rame al mese! Questa quantità di rame costa almeno due milioni di dollari anche ai prezzi attualmente prevalenti sui mercati mondiali e ciò significa che la RTB Bor potrà fornire alla Mitilineos 48 milioni di dollari nei due anni per i quali nessun rimborso di debiti è stato stipulato. Questa soluzione metterebbe a disposizione dei greci anche oro, argento, prodotti derivati dallo sfruttamento dei giacimenti di rame, mentre i greci investirebbero solo un totale di 55 milioni di dollari nello stesso periodo. La RTB Bor dovrà in tal caso ugualmente rimborsare l'intero debito in base ai termini stabiliti a partire dall'anno 2000. Ma la RTB Bor attualmente non è comunque in grado di produrre la quantità di rame stipulata. L'azienda è uno dei cinque maggiori esportatori della Jugoslavia e il suo secondo importatore, posizione quest'ultima dovuta al fatto che essa importa estratto di rame per svolgere servizi di lavorazione. L'estratto contiene circa il 26 per cento di rame e una produzione pianificata di 32.000 tonnellate all'anno corrisponderebbe a un aumento produttivo del 50%. Per potere mantenere la sua promessa, Cvetanovic dovrà in qualche modo riuscire a portare la produzione annuale di estratto di rame della RTB Bor a 70.000 tonnellate. Il consiglio di amministrazione ha rifiutato di descrivere esattamente quali sono gli impegni assunti dall'azienda, ma è più che certo che Bor subirà lo stesso destino di Trepca, se non si riuscirà a rispettarli. Il contratto firmato nel maggio scorso dal complesso di Trepca è il terzo con la Mitilineos. Il primo è stato firmato nel dicembre 1995 e in base a esso nell'autunno del 1997 Trepca aveva già fornito in esportazione ai greci merci per 51 milioni di dollari. Verso la metà del 1996 è stato firmato un altro contratto da 136 milioni di dollari, ma rimane ancora sconosciuto a che punto è la sua realizzazione. Nell'ultimo contratto, quello del maggio scorso, si prevede che Trepca debba esportare prodotti per 350 milioni di dollari nei prossimi cinque anni e lavorare 150 milioni di dollari di estratto di piombo sempre nel corso dello stesso periodo. Trepca, tuttavia, non sembra essere all'altezza degli impegni presi. L'anno scorso il quotidiano Vecernje Novosti ha pubblicato una serie di articoli nei quali si afferma che i partner greci hanno atteso in vano il loro piombo e il loro zinco. Anche se l'amministratore delegato di Trepca, Novak Bjelic, afferma che l'azienda è in grado di produrre tre volte la quantità convenuta con i greci, la verità è che il suo conto è stato bloccato per sette anni a causa degli enormi debiti, e quindi tutte le attività vengono svolte attraverso il conto di un altra azienda, la Fagar di Podujevo. Le perdite del 1996 sono state stimate a 39 milioni di dollari. La produzione dell'azienda nel 1986 era stata di 600.000 tonnellate di zinco, mentre nel 1994 la produzione è stata di appena 30.000 tonnellate. Trepca arriverà a 35 milioni di tonnellate se riuscirà a fare fronte ai contratti che i suoi amministratori hanno firmato con i greci, ma ha bisogno di una produzione addirittura doppia di questa per risanare la situazione venutasi a creare con il drastico calo produttivo. La situazione è pertanto disperata, soprattutto di fronte a una potenziale escalation degli scontri in Kosovo, che avrebbe effetti deleteri sulla produzione. Nonostante le condizioni, Trepca ha una fortissima carenza di manodopera, perché i lavoratori di etnia albanese sono stati licenziati molto tempo fa, mentre quelli serbi se ne sono andati. Sia Trepca che la RTB Bor sono sulla lista delle aziende da privatizzare stilata dal governo. Lo stesso vale per la Jagodina, che produce cavi, e lo stabilimento per la produzione di alluminio e rame di Sevojno, entrambi oggetto delle mire della Mitilineos. Se si tiene presente che Trepca e la Mitilineos hanno firmato un contratto per la produzione di batterie, si può dare per scontato che i greci apriranno trattative anche con i produttori di acido solforico. Il caso vuole che questi produttori facciano parte dell'impresa RTB Bor, perché l'anidride solforosa, un'altra materia prima necessaria per la produzione delle batterie, è anch'esso un prodotto collaterale dello sfruttamento del rame. Succede così che i greci venderanno ai loro partner della RTB Bor zinco fatto a Trepca e ai loro partner del complesso di Trepca acido solforico prodotto dalla RTB Bor. Dopo avere avviato un'attività riguardante l'acido solforico, il signor Mitilineos prima o poi busserà alla porta dell'impianto chimico di Prahovo, costruito innanzitutto per sfruttare l'acido solforico di Bor. Anche l'impianto di Prahovo si trova nella lista del governo delle aziende da privatizzare. Dopo avere fatto tanti investimenti nel paese, il sig. Mitilineos avrà sicuramente bisogno anche di una banca locale. La banca Slavija sembra essere quella che più gli interessa e difatti le trattative con la sua dirigenza sono già a buon punto. Il principale mediatore di queste trattative non è altro che Borka Vucic, il presidente del gruppo bancario di Belgrado di cui fa parte la Slavija. Evangelos Mitilineos, presidente di una società greca un tempo del tutto sconosciuta e le cui attività sono cresciute in maniera inesplicabile, fino a raggiungere altezze mai viste dopo lo scoppio della crisi jugoslava all'inizio degli anni novanta, e Borka Vucic, direttore della filiale di Cipro della Beobanka, si sono incontrati il 9 dicembre dell'anno scorso a una celebrazione per il festeggiamento del 70° anniversario di Trepca. Si tratta di un fatto molto romantico, perché il nome latino del rame, cuprum, viene da Cipro, dove la produzione e lo sfruttamento del rame sono iniziati già nel secondo millennio avanti cristo, ponendo così in pratica fine all'età della pietra. Lasciamo quindi che termini anche la storia del rame serbo. Ma la Serbia, in realtà, non ha bisogno di rame, perché si sta dirigendo direttamente verso l'età della pietra. (fonte: "Vreme", 7 marzo 1998 - traduzione di A.Ferrario) |