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![]() NOTIZIE EST #61 - JUGOSLAVIA/KOSOVO LA NATO SI PREPARA, L'OPPOSIZIONE SERBA SI ORGANIZZA Mentre proseguono i preparativi della NATO per un intervento rispetto al Kosovo, gli americani hanno precisato ieri alcune loro posizioni. Allo stesso tempo in Serbia si sta abbozzando la formazione di una nuova coalizione dell'opposizione. Il quotidiano di Belgrado "Nasa Borba" ha pubblicato ieri alcune interessanti notizie: "A Washington è stato pronunciato un serio ammonimento nei confronti degli estremisti albanesi del Kosovo, che sono stati diffidati dal realizzare l'offensiva annunciata in questi giorni, perché ciò 'non farebbe che peggiorare la situazione e darebbe al presidente Milosevic un pretesto per uccidere albanesi innocenti'. 'Gli Stati Uniti non prendono in considerazione un'ipotesi di indipendenza, ma solo un rafforzamento dell'autonomia del Kosovo all'interno della Federazione Jugoslava', ha ripetuto il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin, invitando gli albanesi a non illudersi con il sogno della creazione di uno stato indipendente. Rubin ha allo stesso tempo chiesto a Milosevic di non peggiorare una situazione già cattiva e di presentare senza indugi un piano concreto per il rafforzamento dell'autonomia del Kosovo - un piano che possa in seguito essere definitivamente discusso nell'ambito di trattative con i rappresentanti albanesi di Pristina. Secondo Washington, il rifiuto da parte di Milosevic di restituire agli albanesi i diritti loro tolti non farebbe che intensificare la radicalizzazione della popolazione albanese del Kosovo e aprirebbe spazi per il coinvolgimento nel conflitto di singoli elementi estremisti provenienti dall'estero. 'Questi gruppi radicali estremisti sono interessati a prestare aiuto agli estremisti albanesi del Kosovo', ha dichiarato Rubin, constatando allo stesso tempo che Milosevic, con il suo rifiuto di creare le condizioni per il raggiungimento di un accordo di pace, crea il contesto ideale per l'intervento di quei gruppi radicali islamici 'che non hanno potuto mettere radici in Bosnia'. Il leader degli albanesi del Kosovo Ibrahim Rugova ha dichiarato ieri che l'organizzazione illegale UCK (Esercito di Liberazione del Kosovo) deve essere messa sotto il controllo delle 'forze politiche albanesi'. 'L'UCK è composta soprattutto da normali cittadini che cercano di difendere le loro case e noi dobbiamo fare in modo che questi gruppi siano sotto controllo', ha affermato. Si tratta della prima volta che Rugova, il quale fino a oggi ha sostenuto di non sapere nulla dell'esistenza dell'UCK, nomina questa organizzazione. Rugova ha infine ripetuto che 'la migliore soluzione è quella di un Kosovo indipendente e neutrale, con tutte le garanzie per i serbi che vi abitano e un protettorato internazionale come soluzione transitoria'." In un altro articolo, "Nasa Borba" riferisce da Bruxelles: "Il Patto Atlantico chiede che le forze speciali serbe vengano ritirate dal Kosovo, ma ritiene che 'vi siano buoni motivi per credere' a quello che il presidente Milosevic ha promesso a Mosca, perché vi è il sostegno della firma di Boris Eltsin. I rappresentanti NATO hanno lasciato intendere che i piani dell'Alleanza per un eventuale intervento militare sul territorio del Kosovo saranno portati a termine entro la settimana prossima. Le opzioni includono in particolare l'effettuazione di raid aerei, con l'utilizzo in parte anche di truppe di terra, e sarebbero coinvolte anche forze navali come quelle già dispiegate per l'applicazione dell'embargo alla Jugoslavia. I portavoce della NATO hanno segnalato che le azioni delle forze speciali e della polizia jugoslava sono 'in una certa misura diminuite', precisando tuttavia che è in atto un nuovo concentramento di forze nella regione. Un funzionario di Bruxelles ha precisato che la NATO prenderà in considerazione anche l'uso della forza militare contro l'UCK, nel caso in cui quest'ultima cerchi di sfruttare per i propri fini un miglioramento della situazione in seguito all'eventuale ritiro delle forze speciali jugoslave e all'apertura di trattative effettive sull'autonomia del Kosovo. La NATO adotterà tali misure anche nel caso in cui l'UCK dovesse cercare di utilizzare a proprio vantaggio eventuali azioni militari del Patto Atlantico sul territorio del Kosovo." Intanto, si terrà oggi nella città di Nis, nella Serbia meridionale, un'importante convenzione che riunirà tutti i principali gruppi e le personalità più note dell'opposizione a Milosevic nella Federazione Jugoslava, e non solo. L'intento dichiarato della convenzione è quello di dare vita a un blocco dell'opposizione sufficientemente forte da scalzare Milosevic dal potere. L'intenzione è ambiziosa, perché i suoi organizzatori vogliono giungere alla firma comune di una dichiarazione programmatica vincolante, viste le cattive esperienze passate con coalizioni puramente 'tecniche' (Zajedno). L'iniziativa è stata promossa dall'Alleanza per il Cambiamento del miliardario serbo-americano Milan Panic e vi presenzieranno tutti gli esponenti più in vista dell'opposizione a Milosevic in Jugoslavia: da Panic stesso, che ne sarà il presidente, all'economista Avramovic, al patriarca ortodosso Artemije, al leader serbo del Kosovo Momcilo Trajkovic, ai principali esponenti politici della Vojvodina. Si prevede che alla convenzione parteciperà anche il neoeletto presidente montenegrino Milo Djukanovic e una delegazione di 'alto livello' dalla Repubblica Serba di Bosnia, forse con la presenza dello stesso Milorad Dodik. Alla conferenza sono stati invitati anche esponenti albanesi del Kosovo (in particolare giornalisti del quotidiano 'Koha Ditore', finanziato dalla Fondazione Soros), che hanno tuttavia declinato l'invito. Gli organizzatori della convenzione si sono pronunciati sul problema del Kosovo, affermando che esso 'è la conseguenza del potere autoritario di Belgrado, anche se la comunità albanese del Kosovo ha adottato delle posizioni massimaliste'. Panic è stato particolarmente attivo in merito al Kosovo, di recente, appoggiando la richiesta americana di una maggiore autonomia della regione all'interno della Serbia e condannando le azioni dei 'terroristi albanesi'. Il miliardario serbo-americano si è in particolare recato negli Stati Uniti più volte con il patriarca ortodosso Artemije e il leader serbo del Kosovo Momcilo Trajkovic, che è stato accolto a Washington con particolare favore. Trajkovic è su posizioni nazionaliste e apertamente scioviniste nei confronti degli albanesi (si veda il suo sito Web, http://www.kosovo.com), ma si oppone fortemente a Milosevic da posizioni virulentemente anticomuniste. (fonte: "Nasa Borba", 20 giugno 1998 - selezione e traduzione dal serbo di A. Ferrario) |