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NOTIZIE EST #106 - JUGOSLAVIA
8 novembre 1998


ALTRE CRONACHE DALLA SERBIA DEL DOPO HOLBROOKE

STUDENTI CONDANNATI
Con una sentenza del giudice civile Zeljko Munjiz, gli studenti Teodora Tabacki, Marina Glisic, Dragana Milenkovic e Nikola Vasiljevic sono stati condannati a dieci giorni di prigione per minacce all'ordine e alla pace pubblica. Dopo la procedura per direttissima sono stati immediatamente incarcerati. Gli studenti hanno età comprese tra i 19 e i 22 anni. Secondo il loro avvocato difensore, la loro condanna è stata la più dura possibile "tenendo conto dei tempi rapidissimi con la quale è stata applicata, prima ancora del diritto a presentare ricorso".

Gli studenti sono accusati di avere tracciato scritte su un muro con una vernice spray e la sentenza dice inoltre che la loro reclusione è dovuta anche ad "atti di resistenza civile contro le attuali autorità". Il portavoce della Gioventù socialdemocratica, della quale facevano parte Tabacki e Glisic, ha detto che i quattro non hanno subito maltrattamenti fisici durante il fermo, ma sono stati provocati verbalmente e non è stato loro concesso di dormire. "Non è assolutamente chiaro perché abbiano avuto una pena identica, visto che i due nostri membri hanno scritto slogan politici, mentre gli altri due arrestati hanno disegnato un pugno chiuso, il simbolo dell'organizzazione "Otpor" ("Resistenza").

Negli ultimi giorni sono state numerose le speculazioni riguardo a questa organizzazione. Uno dei suoi attivisti ci ha detto che l'organizzazione si limita a imbastire azioni sotto lo slogan "resistenza", ma il suo nome non è chiaramente definito. Alla domanda su quali saranno le loro prossime azioni, ha risposto affermando: "Stamperemo volantini e manifesti e organizzeremo altre azioni. La nostra organizzazione non è gerarchicamente strutturata, non ci sono leader e alle riunioni che teniamo ogni giorno si parla di cosa è stato fatto e di cosa si farà prossimamente. Cerchiamo di continuare a lavorare semi-illegalmente, dati i possibili problemi, e siamo riusciti a coinvolgere nelle nostre azioni un centinaio di studenti e di altri cittadini".


NUOVA PROTESTA DEI PENSIONATI
Alcune centinaia di pensionati hanno manifestato il 5 novembre in una piazza centrale di Belgrado, esprimendo la propria rabbia per la pesante situazione in cui si trovano. Il Sindacato indipendente dei pensionati della Serbia ha inviato una lettera alla presidenza della Jugoslavia e a quella serba, nonché ai due relativi governi, chiedendo l'immediato pagamento delle pensioni non corrisposte nel 1994 e nel 1995, nonché delle parti non versate per il periodo dall'agosto 1997 al gennaio 1998. I pensionati chiedono inoltre che venga annullata la decisione di introdurre pesanti aumenti dell'elettricità e che venga garantito un regolare approvvigionamento di medicine nelle farmacie. "Non ci hanno detto nemmeno una parola per dirci perché non arrivano le pensioni. Non fanno che violare grossolanamente la legge e noi siamo costretti a difenderci". Durante la manifestazione molti pensionati hanno bruciato le bollette dell'energia elettrica che non erano in grado di pagare.


ANCHE IL SINDACATO DEL SETTORE SANITARIO SI MOBILITA
Il Comitato serbo del Sindacato del settore sanitario e dell'assistenza sociale ha chiesto al viceministro del governo della Serbia, Bojic, di avviare immediatamente trattative con il Sindacato, se non vuole trovarsi di fronte a una manifestazione di almeno 140.000 lavoratori del settore. Il Sindacato ha deciso di rifiutare la firma del contratto collettivo modificato unilateralmente da parte del governo. Il presidente del Sindacato si è inoltre lamentato del fatto che "in questo paese non è possibile tenere una conferenza stampa, a causa della situazione dei media che tutti conoscono, per potere portare a conoscenza del pubblico tutto questo. Inoltre, è praticamente impossibile organizzare uno sciopero in modo legale e non abbiamo nemmeno il diritto di chiedere le dimissioni del governo. Invitiamo comunque i nostri membri a pagare le bollette dell'elettricità e degli altri servizi solo per i mesi per i quali hanno ricevuto uno stipendio".

Stanchi delle promesse non mantenute dal Governo, come quella data ad agosto di avviare trattative per fissare uno stipendio minimo al più tardi entro la metà di ottobre, i lavoratori del Sindacato chiedono che la disputa in merito ai sei punti del contratto collettivo modificati unilateralmente dal governo venga risolta mediante un arbitrato e, inoltre, che il Governo aumenti gli stipendi fino a 456 dinari al mese.

(tutti i materiali da "Danas", 6 novembre 1998 - traduzione dal serbo di A. Ferrario)