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NOTIZIE EST #108 - MACEDONIA
13 novembre 1998


**** SPECIALE ELEZIONI IN MACEDONIA / 6 ****


LJUBCO GEORGIEVSKI: PROFILO POLITICO DEL PROBABILE FUTURO PREMIER MACEDONE
di Saso Colakovski

[Mentre in Macedonia sono ancora in corso le trattative per la formazione di un nuovo governo, pubblichiamo un ritratto politico di Georgievski, leader della VMRO-DPMNE, il partito di destra che ha appena vinto in maniera schiacciante le elezioni - a.f.]

L'entrata nelle alte sfere della politica macedone da parte di Ljupco Georgievski coincide temporalmente con il periodo in cui ha inizio la dissoluzione della ex federazione socialista jugoslava. Con tale entrata egli diventa il più giovane tra i leader dei partiti politici sulla scena pluralista del paese.

Ljubco Georgievski è nato il 17 gennaio 1966 a Stip, da genitori macedoni. Si è diplomato alla facoltà di filosofia dell'Università Cirillo e Metodio di Skopje, presso la cattedra di Letteratura generale e comparata. Nei suoi tentativi letterari, si è presentato come autore di due raccolte di versi e di una raccolta di racconti. [...]

Agli inizi della sua attività politica, per un periodo brevissimo - sei mesi - Georgievski è stato membro della Lega dei Comunisti della Macedonia. La sua carriera politica fa un passo avanti con la partecipazione attiva alla creazione e alla formazione del secondo partito che prende vita sulla scena multipartitica del paese (subito dopo il Partito Popolare Democratico di Tetovo, guidato da Ilijaz Halimi): il Movimento per l'Azione Pan-Macedone, MAAK, guidato da Gane Todorovski (febbraio 1990). Insieme ad alcuni collaboratori che risiedevano nel paese, ma anche insieme ad altri facenti parte dell'emigrazione politica, soprattutto in Europa Occidentale e più in particolare a Monaco, è tra i fondatori della Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone - Partito Democratico per l'Unità Nazionale Macedone (VMRO-DPMNE), della quale è diventato il primo, e finora l'unico, presidente. In occasione delle prime elezioni multipartitiche svoltesi in Macedonia l'11 novembre 1990, soprattutto in seguito al drastico cambiamento di umori di parte dell'elettorato macedone e alla protesta di massa organizzata a Skopje tra i due turni di voto dalla VMRO-DPMNE contro la "kosovizzazione" delle aree occidentali della Macedonia, con la quale è stata giocata la carta interetnica e delle emozioni dei macedoni, tale partito ha ottenuto il maggior numero di deputati nel primo parlamento eletto.

Indubbiamente, oltre che come una delle figure politiche più carismatiche, il Georgievski di tale periodo verrà ricordato anche per le sue dichiarazioni a favore della creazione di un esercito macedone, di una squadra nazionale di calcio, di una moneta propria... In un momento in cui l'opinione pubblica internazionale guardava con un'enorme dose di preoccupazione a quanto stava accadendo intorno alla dissoluzione della Jugoslavia socialista e ai suoi esiti armati, Georgievski era a favore di un tale scenario anche nel caso macedone, come dimostrano le sue dichiarazioni con cui si chiedeva il blocco e la conquista delle caserme della JNA [l'Esercito Popolare Jugoslavo - N.d.T.]. Il leader della VMRO-DPMNE si era allora pronunciato anche contro il referendum per una Macedonia indipendente e sovrana, chiedendo invece che fosse il Parlamento a pronunciarsi per una separazione [qui "Nova Makedonija" è ambigua: va precisato che il referendum era sì per una "Macedonia indipendente e sovrana", ma nella Federazione Jugoslava, mentre Georgievski era a favore di un'indipendenza al di fuori della Federazione - N.d.T.]

A causa di disaccordi politici con il leader, nel gennaio 1991 è stato espulso dalla VMRO-DPMNE il vicepresidente e stratega del partito Vladimir Golubovski, mentre successivamente è stato emarginato anche l'ispiratore spirituale del partito, Dragan Bogdanovski. Dopo un accordo segreto tra i deputati del Parlamento e la conseguente elezione di Kiro Gligorov a presidente della repubblica, Ljubco Georgievski è stato eletto alla carica di vicepresidente della repubblica. Dopo essere rimasto in tale carica per un periodo molto breve, tra le altre cose anche in conseguenza di forti pressioni da parte dei comitati della VMRO-DPMNE all'estero (che lo accusavano di non fare così altro che il portaborse di Gligorov), Georgievski ha dato le dimissioni dal posto di vicepresidente. In pratica, da allora e fino a oggi, Ljubco Georgievski e la VMRO-DPMNE sono rimasti all'opposizione, un'opposizione che per due anni è stata parlamentare e che dopo le elezioni del 1994 è diventata extraparlamentare.

Il partito di Georgievski ha organizzato a Skopje manifestazioni contro l'accettazione all'ONU della Macedonia con la denominazione FYROM, dichiarando pubblicamente l'insoddisfazione del partito e criticando il governo e il presidente Gligorov.

Dopo i risultati delle elezioni parlamentari del 1994, che per molti si sono rivelati una delusione, Georgievski ha organizzato il boicottaggio del secondo turno di voto, ritenendo che le elezioni fossero state falsificate da quella che allora si chiamava l'Unione per la Macedonia [coalizione tra la SDSM di Gligorov e altre forze minori - N.d.T.]. Ciò ha portato la VMRO-DPMNE a un isolamento al di fuori del Parlamento durato quattro anni. In seguito, lo stesso Georgievski ha definito un errore questa decisione presa senza riflettere.

Riguardo ai rapporti interetnici in Macedonia, Georgievski (così come l'intero suo partito) ha avuto in svariate occasioni e ha ancora posizioni estreme e critiche e ha accusato il governo del premier Branko Crvenkovski di arrendevolezza, nonché di comportamenti antimacedoni e antinazionali. Inoltre, egli ha definito "non produttiva" la convivenza come formula per rapporti interetnici stabili. In tale contesto, più di recente, Georgievski si è pronunciato contro alcuni progetti di legge che toccano questa sfera, come, per esempio, la Legge sull'impiego delle bandiere delle nazionalità, oppure la Legge per l'impiego delle lingue delle nazionalità presso la Facoltà di Pedagogia di Skopje, contro la quale sono state organizzate a Skopje nel 1997 delle manifestazioni studentesche durate molti giorni, durante le quali sono stati pronunciati slogan semplicemente mostruosi ["camere a gas per gli albanesi" era il più scandito - N.d.T.] ed è stato bruciato pubblicamente un giornale.

[...]

In occasione del congresso del partito svoltosi a Kicevo nel maggio 1995, Georgievski ha dichiarato l'abbandono dei principi rivoluzionari del partito e l'adesione a una linea di pragmatismo politico e di avvicinamento programmatico e ideologico ai partiti conservatori europei. Nel frattempo, si sono avute delle vere e proprie purghe all'interno del partito. Quella più dura si è avuta nel settembre 1997, quando è stata messa in causa l'autorità di Georgievski. Cinquantaquattro membri del Comitato centrale della VMRO-DPMNE, per la maggior parte appartenenti al gruppo Unione delle giovani forze, hanno chiesto con una petizione la sostituzione del vicepresidente Dosta Dimovska, accusandola di essere una supremista filobulgara [il "supremismo" è la corrente politica macedone che, storicamente, mira ad assoggettare il paese alla Bulgaria - N.d.T.], chiedendo allo stesso tempo una chiara presa di distanza del partito nel suo complesso dal "supremismo". Questo documento non ha mai visto la luce del giorno, ma nonostante questo la maggior parte dei partecipanti all'iniziativa contro il "supremismo", tra i quali il segretario generale Boris Zmejkovski, il presidente della sezione giovanile Zoran Petrevski, uno dei maggiori finanziatori del partito, come Cedo Radomirovic e altri, è stata espulsa e si sono in seguito avute epurazioni anche in un grande numero di comitati locali. Molti affermano che con tali epurazioni la posizione di Georgievski nel partito si è decisamente rafforzata.

Per quanto riguarda la politica della Macedonia nei confronti dei paesi confinanti, Georgievski ha criticato duramente la decisione del governo e del presidente Gligorov di mantenere un'equidistanza. La ricetta di Georgievski è sempre stata in passato quella della reciprocità. Ma con l'avvicinarsi della campagna preelettorale per le terze elezioni parlamentari, il leader della VMRO-DPMNE ha promosso un nuovo concetto, quello dell'energia positiva.

Per il pubblico più ampio, rimarranno sempre poco chiari i motivi per i quali Georgievski non ha formato per le ultime elezioni una coalizione con i liberaldemocratici di Petar Gosev, nonostante le trattative avviate da lungo tempo. Dall'altro lato, rimarranno altrettanto poco chiare le circostanze che hanno portato in maniera così rapida a un accordo di coalizione elettorale con l'Alternativa Democratica di Vasil Tupurkovski.

Georgievski viene accusato di non essersi mai pronunciato apertamente riguardo alla costantemente ribadita posizione ufficiale (grande)bulgara di Sofia nei confronti della Macedonia, secondo la quale il popolo, lo stato, la lingua e la storia macedone sono non autentici, bensì artificiali, essendo un prodotto unicamente del titoismo e del serbocomunismo. Allo stesso tempo, egli viene criticato per avere promosso la pacificazione nazionale tra i macedoni, mettendo sullo stesso piano la resistenza jugoslava e la linea di esponenti "supremisti" come Ivan Mihajlov e Todor Aleskandrov [esponenti della VMRO, un movimento terrorista macedone filobulgaro e filofascista d'anteguerra. Il primo dei due, Mihajlov, è stato anche collaboratore dei nazisti e dell'ustasa Ante Pavelic - N.d.T.]. [...] Al settimanale Puls, Georgievski ha dichiarato che il vero combattente per una Macedonia indipendente è stato Ivan Mihajlov e che l'obiettivo massimo di Goce Delcev [esponente di sinistra del movimento rivoluzionario macedone a cavallo tra i due secoli - N.d.T.] non andava oltre l'autonomia della Macedonia. In un'altra intervista rilasciata allo stesso settimanale tre anni fa, il leader della VMRO-DPMNE ha invitato pubblicamente gli storici macedoni a dargli anche solo una prova del fatto che i rivoluzionari e i riformatori del passato avevano una coscienza e sentimenti nazionali macedoni.

L'alleanza con l'Alternativa Democratica di Tupurkovski costringerà la VMRO-DPMNE di Georgievski, come ha dichiarato quest'ultimo, a cercare di ottenere una legittimazione civile. D'altro lato, sembrano del tutto innaturali i segnali che parlano di una possibile futura coalizione di governo nella quale Georgievski accetterebbe il leader radicale albanese Arben Xhaferri e il suo PDPA-NDP. Xhaferri sottolinea che da una tale eventuale coalizione si aspetterebbe la realizzazione della propria piattaforma - la legalizzazione della parauniversità di Mala Recica (Tetovo), la liberazione dei prigionieri politici e perfino il raggiungimento degli obiettivi più radicali del PDPA-NDP. Alcune indicazioni in questo senso - le definizione di uno statuto per la parauniversità e la sua possibile legalizzazione - sono state date da Tupurkovski e da un vicino collaboratore di Georgievski, Boris Trajkovski. Le posizioni di Georgievski e Xhaferri coincidono anche riguardo ai prigionieri politici arrestati in seguito ai disordini scoppiati il 9 luglio 1997 a Gostivar, in particolare per quanto riguarda il sindaco della città Rufi Osmani: entrambi ritengono che si sia trattato di processi politicamente montati. [...]

(da "Nova Makedonija", 30 ottobre 1998 - selezione e traduzione dal macedone di A. Ferrario)