Nel West Midlands i volantini "What's wrong with McDonald's" sono stati usati dagli attivisti anche per incartare e distribuire hamburger vegetariani. Nel cuore del McWorld, l'americanissima America,  hanno aderito alla protesta anche personaggi dello spettacolo, come Paul McCartney e George Harrison, i quali hanno tra l'altro devoluto una somma consistente di denaro alla campagna per il processo McLibel. Coreografica anche la protesta norvegese, ove, a Oslo e a Trondheim, sono stati contraffatti McPalloncini e distribuiti ai bambini, oltre all'immancabile volantinaggio. A Parigi, un picchetto ha animato per tre ore gli Champs Elysees, con cartelloni, bandiere antiMc, controinformazione. La Giornata Mondiale anti McDonald's si svolge ogni anno in concomitanza con la Giornata Mondiale per l'Alimentazione indetta dalle Nazioni Unite ed è promossa dal sito www.mcspotlight.org . Alla scorsa edizione ci furono 425 proteste-picchetti in 345 città in 23 paesi, dall'Australia al Brasile, dall'Europa dell'Est all'est asiatico. Ultime azioni riportate dai media sono state da una parte l'azione contro le condizioni degli animali allevati in batteria, in Inghilterra, organizzata dalla PETA ed altre associazioni animaliste, che hanno distribuito "unhappy meal" fuori da McDonald's, cioè confezioni del tutto simili a quelle dell'happy meal, ma coperte da immagini di animali sgozzati e contenente una bambolina insanguinata; dall'altra l'azione semidistruttiva nei confronti del McDonald's nella centralissima piazza Venceslao di Praga, che in quel giorno di manifestazione globale contro la globalizzazione economica  ha ritrovato in parte la sua primavera.
E questo nonostante un generale silenzio di giornali e televisioni; questi sembrano infatti preferire un altro genere di Mc Protesta, più anonimo e singolare, come ad esempio il sequestro di molti Ronald McDonald, i megapupazzi plasticati che kitschiano ulteriormente molti ingressi dei fast food. E' il caso del Coriere della Sera del 16 aprile 1998, che ci informa "
(…)due esemplari di Ronald McDonald, il clown in fibra di vetro alto due metri e mezzo che troneggia nei fast food McDonald's di tutto il mondo, che con un'azione di 'terrorismo demenziale' è stato sottratto alcuni giorni fa dai ristoranti di Boussy-Saint-Antoine (Essonne) e di Brie-Comte-Robert (Seine-Marne). Un operazione di sabotaggio che ora rischia di estendersi in tutta Europa (…)Ma le difficoltà per la più grande catena di fast food mondiale non si limitano alla Francia. Negli Stati Uniti è cominciato il primo sciopero della storia dei dipendenti McDonald's: a Macedonia, nell' Ohio, sei giovani attuano un picchetto davanti al locale. Innalzano cartelli con le scritte "Sciopero" e "Suonate il clacson" per denunciare la durezza delle condizioni di lavoro."  Anche in Italia, e in modo ancor più divertente, si è attuata questa strategia; E' il mensile Terre di mezzo (Marzo 1999) a raccontarcelo: "In Italia gli eco-terroristi anti-hamburger sono entrati in azione il 27 febbraio a Milano, in uno dei 30 McDonald's della città. A firmare è stato il sedicente gruppo "Eco-warriors Italia". I rapitori hanno agito con tutti i crismi dell'anonima sequestri: comunicati stampa inviati ai giornali, un orecchio (di plastica!) depositato all'Ansa in una busta con la minaccia "facciamo sul serio!" e le condizioni dettate per la liberazione di Ronald.(…) Il pupazzo è stato rilasciato sano e salvo il 5 febbraio, dopo una settimana di prigionia, davanti al McDonald's di piazza Duomo; la faccia dipinta di nero e una lattuga in mano."  Altra azione, questa da guinness dei primati, è stata l'occupazione per 552 giorni, ventiquattr'ore al giorno, di un pub destinato a trasformarsi in un McDonald's, a Hinchley Wood, Inghilterra. Tutto iniziò il 13 dicembre 1998, quando molti  residenti occuparono il parcheggio del loro amato pub, The Hinkley Wood, con roulotte e caravan. Il motivo? Il loro luogo di ritrovo doveva essere trasformato in un McDonald's. Dopo 18 mesi di controversie e una determinata opposizione dei residenti, che si costituirono in Residents Against McDonald's (RAM), la multinazionale piegò il capo e restituì il pub ai proprietari precedenti. Per chi volesse una prosa più ampia sulla lieta e storica vicenda, si rimanda alla solita fonte,

www.mcspotlight.com .


Nell'era digitale, estese manifestazioni di dissenso possono avvenire anche in modo virtuale; lasciando perdere hackeraggi e cose simili, di cui tra l'altro non abbiamo alcuna competenza in merito, esistono dei modi abbastanza semplici per farsi sentire.       12   pag. seguente >