Dal Liceo
Scientifico M.Picone alla Moratti
Al Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
e p. c. al Direttore dell'ufficio scolastico regionale per la
Sicilia
e p. c. al Provveditore degli studi di Palermo
e p. c. al Presidente della Regione Sicilia
e p. c. al quotidiano "Giornale di Sicilia"
e p. c. al quotidiano "La repubblica"
e p. c. al quotidiano "Liberazione"
e p. c. al sito internet www.cgilscuola.it
e p. c. al sito internet www.edscuola.com
e p. c. al sito internet www.studenti.it
19 dicembre 2001
Egregio ministro,
ci permettiamo di disturbarla per portare alla sua attenzione
le motivazioni che ci hanno portato alla decisione di bloccare
le nostre attività scolastiche per intraprendere una forma
di protesta con il solo interesse di alzare la nostra voce e far
sentire il nostro dissenso e il nostro distacco da ciò
che in questo momento dal Governo sta per venire approvato.
Noi siamo semplicemente degli studenti, ma in quanto tali dobbiamo
ugualmente essere presi in considerazione. Noi protestiamo, è
una parola che è stata già ripetuta troppe volte,
probabilmente, in questi anni, ce ne rendiamo conto ed è
per questo che purtroppo, ormai, le nostre proteste e le nostre
manifestazioni di dissenso vengono considerate solamente delle
perdite di tempo.
Quest'anno noi, del Liceo Scientifico "M. Picone" e
le sedi associate di Prizzi, Valledolmo, Alia e Vicari, abbiamo
deciso di adottare come forma di protesta un'autogestione coogestita.
Abbiamo passato ore con gli insegnanti nelle classi e con i ragazzi
organizzatori ad approfondire gli argomenti che ci hanno spinto
a tale agitazione, abbiamo studiato la " Finanziaria",
gli statuti e tanti tanti articoli che riportavano notizie scolastiche.
I risultati raggiunti sono stati soddisfacenti, il lavoro è
stato compiuto con meticolosità e questo documento è
il risultato.
Tutti i ragazzi hanno trovato ingiusti gli articoli della finanziaria
che prevedono la divisione dei finanziamenti tra le scuole pubbliche
e le scuole private.
La scuola pubblica (se è ancora lecito chiamarla così)
ha già tanti, troppi problemi che la riguardano e un'ulteriore
impoverimento delle proprie casse la ridurrebbe a livelli davvero
bassi. Non riusciamo a capire perché un Paese civile e
industrializzato come l'Italia che ha le basi proprio nella formazione
culturale e professionale dei propri giovani possa dare così
poca importanza alle scuole nelle quali vengono preparati la maggior
parte degli uomini e delle donne della successiva generazione
sociale.
A nostro dire è sbagliato il modo in cui si vuole praticare
un risparmio all'interno del ministero che più interessa,
al momento, sia a noi che a voi. L'aumento delle ore lavorative
settimanali degli insegnati, ad esempio, porterà un eccessivo
lavoro da parte di quest'ultimi che dovranno ridurre la possibile
disponibilità nei confronti di attività, progetti
e approfondimenti che potrebbero essere svolti. Inoltre verranno
ridotte le assunzioni dei nuovi insegnanti e le supplenze verranno
assegnate allo scattare dei trenta giorni. Parte integrante di
questo risparmio, è comunque, praticato anche all'interno
delle commissioni dell'esame di maturità con i membri interni
anziché esterni. Tutto questo mira certamente sempre più
al risparmio ma in ogni caso i fondi non utilizzati verranno devoluti
alle casse del Ministero del tesoro e riutilizzati magari per
aiutare le industrie. Noi studenti vogliamo invece che quel che
è nostro ci venga dato. I fondi dovrebbero essere riutilizzati
per investimenti come l'edilizia scolastica e migliorie all'interno
di tutti gli istituti pubblici per poter essere paragonati realmente
con dignità agli istituti d'Europa; quel che è della
scuola pubblica deve restare tale non può essere impiegato
come investimento nelle scuole private perché tutti hanno
il diritto all'istruzione e non solo chi può permettersi
di pagare una retta mensile.
Abbiamo alzato la voce contro l'autonomia scolastica, in quanto
dovrebbe essere utilizzata nel modo più corretto possibile.
A poco a poco le nostre scuole si stanno trasformando in vere
e proprie imprese o piccole industrie in ognuna delle quali si
denota un'imponente figura: quella del "Dirigente".
Le scuole non sono dei luoghi da cui escono degli operai specializzati,
anzi sono quei luoghi dove la cultura viene impartita e fatta
propria da coloro che la frequentano. Gli insegnati dovrebbero
continuare ad essere nominati secondo graduatorie ministeriale
ben precise, è inaccettabile che un dirigente debba trovarsi
a giudicare i curriculum degli insegnanti e scegliere in base
ad essi sperando sempre e comunque nell'onesta del dirigente che
non cerchi di facilitare i propri "Amici". Gli insegnanti
dovrebbero, inoltre, essere nominati secondo il reale numero delle
classi e non in bade al numero degli studenti in modo da evitare
spiacevoli abbinamenti tra le classi parallele e problemi di carattere
organizzativo all'interno delle scuole.
Protestiamo contro la riforma dei cicli, secondo la quale un anno
di scuola materna potrebbe determinare un abbassamento degli anni
di frequenza scolastica obbligatoria. Inoltre crediamo che la
creazione di un percorso alternativo e di formazione professionale
parallelo alla normale formazione scolastica culturale sia inutile
in regioni come la nostra dove è bassissima la presenza
di industrie e sbocchi lavorativi. D'altro canto riteniamo eccessivo
l'obbligo scolastico fino a 18 anni, questo comporterebbe un onere
economico eccessivo per quelle famiglie e che non potrebbero investire
i propri soldi nell'acquisto di libri (anche perché, dobbiamo
ricordare, che se parte di libri che potrebbero essere utilizzati
per la distribuzione dei buoni libro delle borse di studio vengono
devolute per le scuole private, le possibilità di queste
famiglie scendono maggiormente) oppure u ragazzi che preferirebbero
lavorare al posto di studiare si troverebbero davanti scelte che
altri hanno fatto per loro.
Siamo contro la revisione degli organi collegiali, vogliamo continuare
ad essere ammessi alle riunioni nelle quali si decide di cose
che riguardano noi; in particolare siamo contro l'istituzione
del "Consiglio di Amministrazione" che prenderà
il posto del "Consiglio d'Istituto". Quest'organo sarà
formato da un massimo di undici membri che ricoprono ruoli diversi.
Potranno essere docenti, personale ATA, componente genitori e
componente alunni. Sarà il dirigente stesso a stabilire
il numero di componenti appartenente alle varie realtà
interne alla scuola e può verificarsi che non venga ammesso
nessuno studente
Siamo preoccupati da quanto ci viene detto
e chiarito da tutti i documenti che in questi giorni abbiamo studiato.
A noi studenti, agli insegnanti, ai cittadini vengono tolti gradualmente
diritti e libertà. In particolare siamo rimasti davvero
increduli davanti ad un articolo che riportava la notizia secondo
la quale (e c'è da fidarsi) è stato istituito un
numero che fa capo all'ex segreteria di Forza Italia, al quale
possono essere denunciati tutti coloro che parlino di politica,
criticando il Governo all'interno delle classi. Una volta qualcuno
ha lottato per ottenere la libertà di stampa, di parola,
di espressione
Abbiamo capito che sta proprio in questi
tre diritti il grado di civiltà raggiunto da ogni Paese
ma adesso sembra che tutti ci stiamo dimenticando di avere queste
grandi armi a nostra disposizione.
Pensiamo che i ragazzi delle scuole debbano essere ascoltati proprio
per le libertà che nel corso degli anni sono state conquistate,
che le loro idee andrebbero lette e prese in considerazione da
parte di tutti colore che hanno il potere di prendere delle decisioni
in merito-
Una volta esisteva la NOSTRA SCUOLA PUBBLICA, è davvero
il caso di organizzare cortei funebri, riflettere e rammaricarsi,
negli anni a venire, per la perdita di una grande libertà
conquistata. I nostri sono semplicemente pensieri di ragazzi,
ma, più in la diverranno certezze di coloro che saranno
operai, insegnanti, ministri, e allora speriamo che i nostri sogni
possano avverarsi, per adesso ci limitiamo a chiedere, proporre
e manifestare unisoni contro tutto ciò che ci sembra ingiusto
e poco consono ai reali bisogni, nella speranza che qualche dirigente
in ascolto si affacci alla finestra del proprio ufficio dicendo:
" La cultura è realmente alla base della formazione
di tutti gli uomini civili, è un diritto che non vi sarà
mai più toccato e voi stessi, parte integrante della realtà
scolastica non sarete più considerati buffoni". Cogliamo
l'occasione per porgervi i migliori e più cordiali saluti
e ringraziamenti per la vostra attenzione .
GLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO M. PICONE