Gli insegnanti del Liceo
classico Evangelista Torricelli di Faenza con
Sezione scientifica annessa esprimono il loro dissenso sulle nuove
norme inserite nella legge finanziaria relativamente a:
1. definizione dell'organico ( art. 17 comma 1): deve essere il
numero delle
classi effettivamente funzionanti e non quello degli studenti
iscritti a
determinare il numero delle cattedre e, di conseguenza, l'organico;
2. sostituzioni temporanee del personale (art. 17 comma 6): l'organizzazione
prevista è di impossibile gestione, perché richiederebbe
una ridefinizione
quotidiana degli orari di lezione che renderebbe estremamente
difficoltosa
una programmazione adeguata;
3. esami di stato (art. 17 comma 7): una commissione del tutto
interna è
pedagogicamente deleteria, infatti la presenza di commissari esterni
è di
stimolo allo studente a mobilitare tutte le competenze e le abilità
costruite nel curricolo scolastico.
Esprimono il loro dissenso
sul disegno di riorganizzazione dei cicli
scolastici relativamente a:
1. quadriennalizzazione dei licei e riduzione dell'orario: non
si riesce a
comprendere come possano essere perseguiti gli obiettivi di qualificazione
e
innalzamento del livello qualitativo della scuola; ogni insegnamento,
per
essere valido e determinare un apprendimento significativo, deve
infatti
essere svolto attraverso un orario adeguato alle difficoltà
della materia e
ai tempi di svolgimento delle esercitazioni;
2. eliminazione dell'obbligo scolastico: imporre di scegliere
a 13 anni fra
liceo, formazione e formazione professionale è sbagliato
dal punto di vista
psicologico e, conseguentemente, è un assurdo pedagogico
e un elemento di
grave discriminazione sociale;
3. bonus previsto per coloro che hanno frequentato i tre anni
della scuola
dell'infanzia; esso infatti non può essere considerato
intercambiabile con
l'insegnamento impartito nel ciclo dell'istruzione secondaria
o della
formazione;
4. criteri di valutazione all'inizio e alla fine di ogni biennio
fondati
sulla soluzione di test standard; il test infatti può misurare
solo il
possesso di una nozione, non il processo di apprendimento, e costringe
a
impostare il giudizio sulle svariate forme del sapere secondo
schemi
omologanti;
5. ripristino del voto di condotta attraverso una apposita scheda
configurata in funzione dell'età degli alunni e degli studenti:
essa mira a
valutare comportamenti legati ai ritmi della crescita, che sono
essenzialmente individuali, secondo modelli standardizzati.
Esprimono il loro dissenso
in ordine ai criteri di valutazione della qualità della
scuola elaborati
secondo una logica di tipo aziendalistico: la cultura non può
essere ridotta
a "merce", e studenti e famiglie non sono "clienti".
Anche la proposta di
introdurre un Consiglio di Amministrazione conferma il sostanziale
misconoscimento della specificità della scuola.
Richiedono
che sul progetto di riforma si svolga un'effettiva consultazione
e un
dibattito che coinvolga tutte le componenti della scuola, compresa
quella
dei docenti: i sondaggi danno infatti esiti diversi a seconda
dell'ipotesi
di ricerca che sta alla loro base. Pertanto chiedono la definizione
di un
piano di consultazione che preveda la discussione in ogni scuola
e la
comunicazione dei risultati alle competenti sedi politiche.
(approvato nel collegio
dei docenti del 21 dicembre 2001, con 51 voti a
favore, 6 contrari e 5 astenuti)
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