La Repubblica 3 novembre 2000

"Abrogheremo la riforma De Mauro"
Berlusconi all'attacco sulla scuola. Oggi il via ai nuovi cicli
"Sarà uno dei nostri primi atti di governo". I ds: il Cavaliere invita l'esecutivo a smentire il Parlamento

di MARINA CAVALLIERI

ROMA - La scuola torna terreno di scontro, campo di battaglia, questa volta si schiera il leader del Polo che promette guerra totale contro la riforma dei cicli scolastici. Berlusconi invita il governo a non attuare il provvedimento, propone in alternativa una commissione ristretta che elabori una nuova proposta, minaccia l'ostruzionismo, vuole l'abrogazione: "Se dal governo non dovesse giungere una disponibilità ad accogliere queste nostre indicazioni, la nostra opposizione a questa riforma, in parlamento e nel paese, sarebbe assoluta e comunque, come abbiamo già annunciato, se saremo investiti di responsabilità di governo, uno dei nostri primi atti sarebbe quello di abrogare questa cattiva riforma". E Fini rincara: "La Casa delle libertà contrasterà la riforma sui cicli scolastici in Parlamento e la "cancellerà" se dovesse avere la maggioranza nella prossima legislatura". Per il leader di An "è una riforma ideologica".
La dichiarazione di guerra però non sembra preoccupare il ministro De Mauro e la maggioranza, è una critica tardiva, dicono i ds, forse Berlusconi non si è accorto ma "la riforma è già stata approvata". Oggi al consiglio dei ministri viene solo presentato il programma di attuazione. "Ci sorprende che Berlusconi a parecchi mesi di distanza dall'approvazione della riforma dei cicli scolastici, dopo un lungo e serrato confronto fra tutte le forze politiche, inviti il governo a disattendere al mandato del parlamento", afferma Fabrizio Bracco, capogruppo ds in commissione Cultura della Camera. Il governo non può abolire leggi del parlamento, ricorda Graziella Pagano sempre dei Ds: "La riforma non deve essere approvata dal consiglio dei ministri perché, dal 23 febbraio 2000 è legge dello Stato. La n. 30 per l'esattezza".
La riforma dei cicli, dopo l'autonomia, è la riforma che trasforma radicalmente la scuola italiana. Cambia il percorso di studi, sono previsti tre cicli (scuola dell'infanzia, scuola di base, scuola secondaria), le elementari e le medie si integrano in un unico ciclo di sette anni. Al termine dei sette anni di base inizierà un biennio con il quale i ragazzi concluderanno la scuola dell'obbligo, chi vorrà continuare fino a diciotto anni potrà scegliere fra quattro indirizzi di studi superiori. La scuola secondaria infatti perde la storica divisione tra licei, per chi vuole proseguire gli studi universitari, e istituti che indirizzano al mondo del lavoro, ci sarà un liceo unico suddiviso in quattro aree: tecnica-tecnologica, scientifica, umanistica, artistica- musicale.
"La legge sul riordino è stata approvata sette mesi fa", replica Franco Ciliberti del Ppi, "la sortita dell'onorevole Berlusconi, in un terreno che non gli è congeniale, è solo strumentale".
Ma la guerriglia continua. Contro la riforma scende in campo anche Casini che invita Rutelli a "prendere posizione". Contro anche radicali e Rifondazione comunista. Ma al ministero della Pubblica istruzione sono tranquilli e fanno sapere: "La riforma è già legge".

 

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