La Repubblica 30 ottobre 2000

 

Una piccola scuola diventata "modello"
A Carcare fusione tra materna, elementare e media

dal nostro inviato GIUSEPPE FILETTO

CARCARE (Savona) - Nella mensa della scuola di Carcare alle 12.30 si mangia pasta gratinata e formaggio. Mangiano tutti: gli alunni della materna, quelli della elementare e della media. E i bambini neppure si accorgono di frequentare un Istituto Comprensivo, una scuola unica dai tre ai 13 anni. Neppure sanno di esportare modelli didattici in tutta Italia. In questa "isola tra i monti", a 400 metri di altitudine, da sempre appesa tra la Liguria e il Piemonte, da quasi vent'anni si sperimentano i nuovi cicli che il ministro Tullio De Mauro vuole far approvare, per mandarli in vigore dal prossimo anno scolastico. "E' iniziato tutto per caso nell'82, pensando a come si sarebbe potuto superare il distacco dei bambini dalle loro scuole e il passaggio traumatico dalla materna alla elementare e da questa poi alla media - racconta il direttore Elio Raviolo - soprattutto il territorio ci ha costretti a inventare una strada diversa: sette comuni del comprensorio, Altare, Bormida, Cosseria, Mallare e Pallare, più Carcare; appena 10 mila abitanti disseminati in 100 chilometri quadrati di montagne e vallate. E' nata quella che adesso tutti chiamano Scuola di Continuità: un ciclo di studi senza interruzioni, con passaggi soft da una classe all'altra e scambi di esperienze e conoscenze. Dove un bambino della materna interagisce e studia con un altro della elementare".
Dopo la prima verifica, dall'87 si è passati anche all'integrazione con la media. A Carcare sperimentavano senza saperlo, dal Provveditorato agli Studi di Savona spedivano relazioni a Roma e il Ministero copiava, per preparare la riforma del terzo millennio. E' nata prima la "verticalizzazione", oggi applicata in tanti comuni italiani: le tre scuole dell'ordine primario guidate dallo stesso dirigente. Poi la Scuola di Continuità, unica in Italia, tanto che l'Istituto Comprensivo della Valbormida è stato "legalizzato" dal primo settembre scorso con un unico preside-direttore e una stessa segreteria, un medesimo corpo docente (110 tra maestri e professori). E' stato preso a modello: una scuola materna, una elementare e una media tutte vicine tra loro, con un'unica mensa, la stessa palestra, i medesimi campi da gioco e lo stesso palazzetto dello sport per 914 alunni; con classi miste di allievi provenienti da tutti i tre ordini di scuole che lavorano negli identici laboratori. Il polo scolastico, in parte di prefabbricati e senza troppe pretese, è nella fredda periferia di Carcare, sulla vecchia statale che da Savona porta a Torino: sparsa di piccole e ricche industrie artigiane (la new economy) che hanno dato lavoro ai licenziati dell'Acna di Cengio e della Ferrania. Il plesso è sorto sui resti dell'antica "Scuola Pia", fondata nel 1623 dai Padri Scolopi: era l'unico centro scolastico della vallata e assolveva al preciso compito di insegnare a leggere, scrivere, fare di conto. Era gratuito e riservato ai poveri.
"Qui c'è sempre stata vivacità culturale", giurano con un pizzico di orgoglio gli abitanti. Il miracolo scolastico del Duemila piace ai maestri e anche ai genitori. "Non c'è un sovraccarico di studio - assicura Roberto Araldo - e i miei figli neppure si accorgono di passare otto ore in classe". Tanto che a Carcare arrivano alunni perfino dalle frazioni di Millesimo e di Cairo Montenotte, che hanno le loro scuole statali. "La novità piace un po' meno ai professori della media, sebbene un nutrito gruppo ci lavori già e abbia scoperto l'importanza di stare insieme agli insegnanti della elementare - spiega Valentina Cinelli, una delle maestre che per due milioni e 200 mila lire al mese (lo stipendio attuale) da 20 anni dedica al progetto più delle 25 ore settimanali di lezioni - Nessuno di noi ha mai fatto i conti". "Il modello è quello di formare dei gruppi di bambini misti - aggiunge Nicoletta Vignolo, referente per il programmi - questi vengono costituiti all'inizio dell'anno scolastico e così rimangono fino al termine. In particolare, gli alunni delle classi terminali della materna vengono messi insieme a quelli della prima elementare; quelli della quinta lavorano con i ragazzini della prima media. Si va avanti così, i gruppi svolgono le attività congiuntamente per tre volte la settimana, seguiti da uno o più insegnanti. Capita così che una maestra della materna si dedichi ai bambini della elementare, o che una professoressa di scuola media, di materie artistiche o scientifiche, si trovi a insegnare agli alunni della quinta elementare". Come timone didattico si sceglie un filone. L'orario settimanale delle lezioni è simile a quello delle altre scuole tradizionali: si può scegliere il tempo prolungato o quello normale. Ma qui la dispersione scolastica è zero. La scuola di Carcare è così diventata il laboratorio del ministero della Pubblica Istruzione: qui vengono gli ispettori a "studiare", qui la scuola italiana sta sperimentando un altro progetto, "Alice", riguardante la materna e seguìto da un referente scientifico dell'Università di Pavia.

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