La Repubblica 30 ottobre 2000
ROMA - "Se vinceremo le elezioni, annulleremo tutto, perchè i cicli scolastici così come sono oggi non vanno toccati. Semmai, è sugli ordinamenti che occorre lavorare. Che senso ha rivoluzionare, ad esempio, una scuola elementare come quella italiana ritenuta, a livello internazionale, la migliore d' Europa?". L'attuale ministro della Pubblica istruzione, Tullio De Mauro, è avvisato: il piano di attuazione della riforma dei cicli avrà in Parlamento una opposizione durissima da parte del centrodestra. La "minaccia" arriva dall'ex ministro della Pubblica istruzione del governo berlusconiano, il senatore cristiano-democratico Francesco D'Onofrio.
Senatore D'Onofrio, che farà il Polo sul piano di attuazione della riforma dei cicli scolastici?
"Si opporrà con tutte le sue forze in Parlamento ed in tutte le sedi istituzionali".
Perchè tanta avversione?
"La nostra contrarietà non è una novità di oggi. Il Polo votò contro già quando lo scorso gennaio fu approvata la legge sui cicli presentata dall'allora ministro Berlinguer. Ora, lo siamo ancora di più sul piano di attuazione, ma non per una mera questione ideologica o di opposizione. Contestiamo la riforma dei cicli per una diversa lettura scientifica dei processi educativi. Secondo la maggioranza, gli studi scientifici della psicologia e della età evolutiva inducono a ritenere che è giusto varare una articolazioni che porta a un ciclo di base di 7 anni e a una scuola superiore di 5, per un totale di un ciclo complessivo dell'obbligo di 12 anni, e non di 13. Scelta, insiste la maggioranza, giustificata anche dal fatto che in Europa le superiori terminano a 18 anni, anzichè a 19 come ora è in Italia. Su questa noi del Polo non siamo per niente d'accordo".
Può spiegare il motivo?
"Come Polo abbiamo contrastato questa impostazione dei cicli con una diversa lettura scientifica. Per noi il problema non è, ad esempio, quello della riduzione a un ciclo di base degli attuali cicli elementari e medie, ma è la modifica degli ordinamenti della scuola materna, della scuola elementare, della scuola media e della scuola superiore conservando l'attuale ripartizione e creando un nuovo sistema di comunicazione tra un segmento scolastico e l'altro. Già nel '94 avevo investito l'Accademia dei Lincei di questo specifico problema: cioè il varo di una riforma con cui attuare una continuità tra materne ed elementari, tra elementari e medie, e tra medie e superiori, continutà che finora non c'è, salvo qualche rara eccezione".
Quindi il Polo contesta solo il contenuto della riforma?
"No, contestiamo sia il contenuto che la riduzione degli anni dei cicli dagli 8 anni di elementari e medie, ai futuri sette anni. Per noi occorre mantenere i due cicli e lavorare sugli ordinamenti: non ha senso riformare una scuola elementare riformata appena 10 anni fa e ritenuta la migliore in tutta Europa".
E ora il Polo cosa farà?
"Ci opporremo in Parlamento. Ma se vinceremo le elezioni, una delle nostre prime leggi sarà l'annullamento dell'attuale riforma dei cicli voluta dall'Ulivo. Del resto, un disegno di legge su questa materia lo abbiamo già approntato e lo presenteremo nel pacchetto delle proposte con cui il Polo si presenterà alla campagna elettorale".