L'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE FISICA IN EUROPA
di Pino Patroncini

 

"Chi non sa fare niente insegna. Chi non sa insegnare niente insegna educazione fisica" questa battuta di Woody Allen in uno dei suoi film, deve essere sembrata un po' meno comica ai docenti di educazione fisica italiani dopo che, in relazione all'introduzione della cosiddetta riforma Bertagna, è stata ventilata la trasformazione di alcuni insegnamenti, tra cui quello dell'educazione fisica, da obbligatori in facoltativi, con addirittura la possibilità di una loro esternalizzazione, qualora famiglie ed alunni decidano di avvalersi di agenzie diverse dalla scuola.
In questo Ministero della non-più-pubblica istruzione i pregiudizi sociali sui ragazzi predestinati agli studi e i predestinati al lavoro sembrano accompagnarsi al risorgere di malcelati pregiudizi su discipline di seria A e discipline di serie B e di conseguenza anche sugli insegnanti che le insegnano. L'educazione fisica c'è abituata: per anni è stata comunemente indicata col termine di "ginnastica", una definizione che richiama alla mente alunni in grembiulino nero a braccia allargate e bambine in posa plastica che maneggiano cerchi. A proposito, in tempi di revival "cardiaco-deamicisiani" non sarebbe male ripescare quell'"Amore e Ginnastica" da cui fu tratto anche un film, che almeno ci darebbe un esempio della scuola pregentiliana e di come l'attenzione al corpo e ai suoi movimenti fosse un patrimonio della pedagogia positivista prima di essere repressa dalla convergenza tra cattolicesimo (alle elementari) e neoidealismo (nella secondaria) , alla faccia della retorica virile fascista.
E non è neppure la prima volta che si avanza l'ipotesi di una trasformazione dell'educazione fisica in materia opzionale, e si era anche temuto l'avvio di un processo che avrebbe portato ad una sua esternalizzazione a favore CONI, ma finora non si era mai giunti a mettere cose simili nero su bianco in un'ipotesi di riforma.
E' invece è abbastanza logico, ad onta di tanti pregiudizi, che la materia sia considerata fondamentale e come tale obbligatoria. Non è un caso che in tutti i paesi l'educazione fisica figuri fra le materie obbligatorie nei primi anni di scuola e che per lo più conservi questa caratteristica fino agli studi superiori. Questo vale anche per i 15 paesi che compongono l'Unione Europea, come si può vedere dalla tabella che segue.

L'INSEGNAMENTO OBLIGATORIO DELL'EDUCAZIONE FISICA
NELL'UNIONE EUROPEA
Paese Scuola Primaria Scuola Secondaria Inferiore Scuola Secondaria Superiore
Austria 2/3 4/3 Si
Belgio Si Si
Danimarca Si Si
Finlandia 2 3
Francia 6/5 3 2
Grecia Si Si Si
Irlanda Si Si ?
Italia 2 2 2
Lussemburgo Si Si
Paesi Bassi Si Si
Portogallo Si Si
Regno Unito Si Si ?
Germania Si Si Si
Spagna 4/3 2 1
Svezia 2/3 2
Elaborazione da dati BDP

 

 

 

 

L'educazione fisica nell'insegnamento primario.

Normalmente nell'insegnamento primario di tutta Europa, come del resto in Italia, la distinzione tra le diverse discipline non è netta come nei cicli successivi: si preferisce in genere parlare di aree o di attività e ciò riguarda anche l'educazione fisica, la quale a volte sfuma in educazione motoria o alla salute oppure più nettamente in sport o attività sportive: educazione motoria in Italia, insegnata insieme a sport e ad educazione artistica in Francia, dove però ha ben 6 ore settimanali nel primo biennio e 5 negli altri due, insieme ad educazione sportiva in Danimarca, sport sans phrase in Germania e in Lussemburgo, "sviluppo della capacità motoria, teatro, arte e musica" in Portogallo, insieme a educazione alla salute in Svezia.
Questa vaghezza si accentua laddove l'approssimazione sembra informare tutto il sistema educativo: è il caso soprattutto di Irlanda e Regno Unito.
L'Irlanda non ha una vera e propria scuola pubblica. Ancorché gratuito grazie al finanziamento pubblico, l'insegnamento obbligatorio è impartito da scuole parrocchiali ( solo 13 scuole elementari su 3.300 sono multiconfessionali) e circa la metà hanno meno di 100 alunni. Il che vuol dire non più di tre o quattro insegnanti per scuola anche con classi formate spesso da alunni di età diverse. In una simile situazione l'istruzione si basa più sui bisogni dei singoli alunni che su un'articolazione in discipline. Nondimeno secondo il curriculum nazionale previsto l'educazione fisica è considerata tra le materie fondamentali.
Nel Regno Unito il sistema è reso poco chiaro dalla pluralità di soggetti che garantiscono l'istruzione primaria: tre sistemi (Inghilterra e Galles, Scozia e Irlanda del Nord), diverse istituzioni scolastiche (infant school, junior school), diverse denominazioni dei corsi (pre-preparatory e preparatory schools). Si preferisce ragionare sui gradi definiti dal National Curriculum: Key Stage 1 (5-7 anni) e Key Stage 2 (7-11 anni), in quest'ultimo la distinzione in materie è più chiara e in alcune scuole vi sono anche specifici insegnanti di educazione fisica. Il National Curriculum comunque prevede fin dai primi anni l'educazione fisica come insegnamento fondamentale.
Anche in Belgio la situazione risulta un po' differenziata a causa della pluralità dei soggetti gestori: tre comunità linguistico-territoriali e scuole dipendenti da queste ( o da queste finanziate),dalle province, dai comuni oppure libere. Si insegna insieme all'educazione sanitaria, tranne che nella piccola comunità germanofona, dove è a parte.
In Austria viene insegnata per 2 ore in prima e seconda elementare e per 3 ore in terza e quarta.
In Finlandia non c'è un orario settimanale prefissato, ma è stabilito che nei sei anni del ciclo polivalente inferiore sia impartita per 12 ore settimanali complessive, il che fa una media di due ore settimanali in ogni anno.
Orari cumulativi sono previsti anche in Svezia, per un minimo di 460 ore nei nove anni del lungo ciclo primario, che vuol dire circa un'ora e mezza a settimana in media, ed in Spagna, dove le ore annue sono 140 in prima e seconda e 105 in terza, quarta, quinta e sesta ovvero rispettivamente 4 e 3 settimanali in media.
Nei Paesi Bassi, dove si va in prima a 4 anni (ma la prima è facoltativa) e il maestro per le altre discipline è unico, sono previsti per l'educazione fisica insegnanti specifici. Specifico lo è anche in Spagna e in Germania, dove però l'elementare prevede più insegnanti divisi per disciplina o gruppi di discipline.

 

 

 

 

L'insegnamento nella scuola media.

NUMERO MINIMO DI ORE ANNUE DI
EDUCAZIONE FISICA PER ALUNNI
DI 13 ANNI NEL 1995/96
Paese Numero minimo di ore annue a 13 anni
Austria 90
Belgio fr. 91
Belgio ger. 61
Belgio fiam. 60
Danimarca 60
Finlandia 57
Francia 102
Grecia 79
Italia 63
Lussemburgo 60
Paesi Bassi 100
Portogallo 58
Germania 71
Spagna 64
Svezia 71
Fonte: Euridyce

Bisogna premettere che il ciclo medio o secondario inferiore non è previsto in nove dei diciannove sistemi scolastici dell'unione: Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo prevedono un unico ciclo secondario, mentre Portogallo e paesi scandinavi, al contrario, prevedono un ciclo primario lungo fino ai 14 o ai 16 anni. Tuttavia in alcuni di questi paesi (Portogallo, Finlandia e Belgio ad esempio) il ciclo si articola in un sottociclo specifico che copre l'età compresa grosso modo tra gli 11 e i 16 anni. In questo grado di scuola in alcuni sistemi scolastici comincia ad apparire la distinzione tra insegnamenti opzionali ed insegnamenti obbligatori: è significativo che anche in questi casi l'educazione fisica sia compresa tra le discipline obbligatorie, come nel caso del caso del Belgio ( tranne l'area fiamminga dove però tutte le discipline hanno un margine di opzionalità). In Portogallo ad un insegnamento di educazione fisica obbligatorio si aggiungono corsi di sport complementari e facoltativi.
In Irlanda, dove il sistema è molto frammentato tra Secondary schools (60% degli alunni), Vocational Schools (30%) Comprehensive Schools (2%) e Community Schools (6%), l'educazione fisica fa parte del curricolo ma non delle materie attitudinali su cui si basa l'orientamento e la valutazione, elaborata su punteggi ponderati, del secondo anno. Qualcosa di simile avviene anche in Scozia, mentre nel resto del Regno Unito è materia fondamentale a tutti gli effetti del Key Stage 3 (11-14 anni) e del Key Stage 4 (14-16 anni).
In Finlandia ed in Spagna, come nel ciclo primario, l'orario è calcolato su base cumulativa. In Finlandia sono 6 ore settimanali cumulative nel triennio superiore del ciclo primario, pari a 2 ore medie, in Spagna 70 ore annue, pari a due ore alla settimana. In Francia sono 3 ore settimanali in tutti e quattro gli anni del college. In Austria sono 4 ore settimanali in prima e seconda nella Hauptschule (scuola media unica frequentata dal 70% dell'utenza) e 3 ore in terza ed in quarta, nella AHS-unterstufe ( sorta di ginnasio frequentato dal 30% dell'utenza) invece le ore sono 4 in prima seconda e terza e 3 in quarta.

 

 

 

 

L'insegnamento nella secondaria superiore.

NUMERO MINIMO DI ORE ANNUE DI
EDUCAZIONE FISICA PER ALUNNI
DI 16 ANNI NEL 1995/96
(istruzione generale scientifica)
Paese Numero minimo di ore annue a 16 anni
Austria 60
Belgio fr. 61
Belgio ger. 61
Belgio fiam. 61
Danimarca 60
Francia 66
Grecia 37
Italia 62
Lussemburgo 60
Paesi Bassi 33
Portogallo 53
Spagna 64
Fonte: Euridyce

Nella scuola secondaria superiore l'insegnamento dell'educazione fisica si riduce sensibilmente nella maggior parte dei paesi (almeno un'ora a settimana). Fanno eccezione Danimarca, Italia e Lussemburgo. Va detto tuttavia che questi paesi non avevano un numero di ore molto alto neppure nei cicli precedenti. L'effetto è una uniformazione degli orari nella maggior parte dei paesi intorno alle 60 ore annue, calcolabili sui vari calendari scolastici in circa 2 ore a settimana.
Contraddice a questa diminuzione la Finlandia dove le ore settimanali minime passano a 3. Anche la Svezia ha un numero alto di ore minime obbligatorie: 80 ore annue di sport e salute. Nel bachillerato spagnolo le ore annue sono 35 pari a una a settimana.
In questo ciclo scolastico gli alunni belgi, francesi, spagnoli, olandesi, portoghesi, finlandesi e svedesi hanno la possibilità di scegliere un numero variabile di materie facoltative all'interno dell'orario minimo obbligatorio. Ma in nessuno di questi casi l'educazione fisica è tra queste. Solo in Francia in aggiunta alle 2 ore settimanali obbligatorie possono esserci fino a due ore e mezza facoltative e opzionali di educazione fisica e sport. In Francia va notato anche che l'insegnamento dipende non dal Ministero dell'educazione nazionale, ma da quello della gioventù e dello sport, al punto che i docenti hanno un contratto separato dal resto e anche sindacati propri, coerentemente col modello di sindacalismo professionale francese ( tra l'altro è il settore dove più forte è la sindacalizzazione scolastica con oltre il 70% di adesioni allo Snep-Fsu nelle ultime elezioni professionali).
Dove invece l'insegnamento resta indeterminato è nel Regno Unito e in Irlanda: qui l'estrema flessibilità del sistema basato sul binomio corsi-certificazioni non prevede di necessità l'insegnamento dell'educazione fisica e delle attività sportive. Al contrario nei Paesi Bassi dove la secondaria superiore ha una struttura altrettanto libera, simile, per intenderci, all'università, con libere frequenze e moduli aperti, l'educazione fisica resta l'unica materia per la quale è obbligatoria la frequenza.

 

 

 

 

Un caso a parte: la Grecia

Sarà perché la Grecia è la patria delle Olimpiadi, ma questo paese merita una considerazione a parte per via del fatto che prevede fin dalla secondaria inferiore un dipartimento specifico per lo sport. L'educazione fisica infatti viene insegnata, come negli altri paesi dell'Unione, come disciplina obbligatoria fin dalla scuola primaria. Ma accanto a questo insegnamento normale che riguarda tutte le scuole, a partire dal 1988 sono state istituite in 80 scuole medie (gymnasia) i Dipartimenti sportivi. In questi dipartimenti le lezioni di educazione fisica sono sostituite da due ore al giorno di allenamento sportivo, impartito da un insegnante specializzato in una determinata disciplina sportiva. Tutte le altre materie vengono insegnate come nelle scuole normali. In ogni dipartimento si seguono da due a cinque discipline sportive. Gli alunni vengono selezionati con prove speciali per ogni sport.
Nella scuola secondaria superiore l'attività degli studenti avviati al dipartimento prosegue nei dipartimenti sportivi dei licei, dove oltre alle canoniche due ore al giorno di allenamento si segue il curriculum liceale. Accedono ai dipartimenti dei licei, oltre a gli alunni provenienti dal dipartimento sportivo del gymnasio, anche gli alunni selezionati tra i membri delle squadre nazionali e dei gruppi che si allenano per accedervi e tra gli atleti dei club sportivi locali.

 

L'educazione fisica nella formazione professionale.

Sicuramente il punto più delicato per l'insegnamento dell'educazione fisica in Europa riguarda l'istruzione e la formazione professionale. Quando si parla di scuola professionale in Europa si oscilla tra fenomeni che, per intenderci, vanno dai nostri contratti di apprendistato, con al massimo qualche corso teorico, ai nostri istituti tecnici. E' evidente che dentro a simili fenomeni l'educazione fisica abbia collocazioni diverse.
Essa è esclusa quasi sempre dai corsi in alternanza quanto più si avvicinano all'apprendistato. Ma spesso non è contemplata neppure nei corsi totalmente scolastici, a differenza di quanto avviene da noi nell'istruzione professionale. Fanno eccezione i licei professionali francesi, l'istruzione professionale finlandese e le scuole pedagogiche austriache per la preparazione degli operatori dei giardini di infanzia e dei kinderheim.
Tuttavia quando si parla di queste cose la pietra di paragone va sempre a parare sul modello tedesco, col suo sistema duale. E anche lo stesso ministro Moratti per difendere il progetto Bertagna non ha mancato di evocare l'ispirazione di quel modello. Il modello tedesco di scuola professionale prevede una scuola a tempo pieno e una scuola a tempo parziale, dove ci si alterna tra scuola e lavoro. Nella scuola a tempo pieno l'educazione fisica è parte integrante delle materie obbligatorie praticamente in tutte le diverse versioni esistenti, un po' come lo è da noi nella istruzione professionale di stato. Ma forse per noi l'esperienza più interessante è quella del modello in alternanza. Questo prevede un formazione suddivisa in aspetti professionali, che si sviluppano soprattutto presso le aziende, e aspetti scolastici, assommanti ad un minimo di 12 lezioni settimanali presso le Berufschule. Di queste un terzo è costituito da materie generali, tra cui figurano anche le attività sportive.

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