RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

GENNAIO 2001

 

Germania. Penuria di professori e regionalismo. Avevamo già segnalato i problemi che crea la mancanza di professori in Germania. Questa autentica penuria persiste ad onta degli stipendi, per noi lauti, dei docenti tedeschi: tre milioni e mezzo iniziali in lire italiane per 24 ore di lezione (di 45 minuti). Ne mancano per ora almeno 30.000 e si prevede tra il 2004 e il 2008 un calo di domande di lavoro nella scuola pari a circa il 60%. Questo fa già del corpo docente tedesco uno dei più vecchi d'Europa: l'età media dei docenti tedeschi è attualmente di 52 anni.
Di fronte a questa situazione i laender, da cui dipende l'amministrazione scolastica, si ingegnano come possono e se in molte scuole si è ridotto fino al 10% l'orario scolastico o si sono fatte classi che possono arrivare fino a 34 alunni, alcuni laender hanno provato ad incentivare la scelta della professione: Amburgo ha deciso di pagare a chi sceglie di insegnare nella città anseatica il trasloco e l'affitto, l'Assia ha aggiunto un assegno pari a circa 500.000 lire. Ma se l'autonomia regionalista alla tedesca incentiva la soluzione dei problemi ne determina anche altri: il Brandemburgo, regione povera dell'ex Ddr, rischia di restare senza docenti perché tutti stanno chiedendo in massa il trasferimento a Berlino, dove lo stipendio è del 18% più alto che in Brandemburgo.


Paesi Bassi. Polemica sulle scuole ghetto. La scelta non è avvenuta deliberatamente, ma la localizzazione degli immigrati in quartieri pressochè omogenei fa si che nei Paesi bassi siano presenti ed aumentino in questi anni le cosiddette "scuole nere". Il termine non ha una connotazione razzista, ma indubbiamente queste scuole hanno una qualità bassa e studenti problematici. Si tratta di scuole in cui almeno il 70% degli alunni sono stranieri. In queste scuole secondo alcuni test i ragazzi di dieci anni possiedono un livello linguistico in olandese pari a quello di un bambino olandese di otto anni. Per questo motivo alcuni genitori ed alcune organizzazioni hanno ottenuto la chiusura di queste scuole e l'integrazione dei bambini in scuole dove la presenza di bambini olandesi è maggiore: la amministrazioni comunali sono state costrette in questo caso a pagare le spese di trasporto.


Francia. Piano per il turn over dei docenti. Il Ministro dell'educazione nazionale francese Jack Lang ha annunciato che da qui al 2008 almeno 385.000 docenti, pari a circa il 40% dell'organico, dovranno andare in pensione e che il ministero dovrà quindi prepararsi a gestire un forte turn over. A cui si aggiunge l'impegno di incrementare di 33.000 posti l'organico stesso. Un primo banco di prova sarà il turn-over di 100.000 docenti previsto entro il 2002. A questo scopo le spese nel bilancio statale per il 2001 sono state incrementate del 2,7%, una cifra che per ora consente solo il nuovo anno mentre per il resto bisogna accontentarsi di promesse. E' comunque già un buon segnale il fatto che comunque per la scuola Jospin sia stato indotto a infrangere il congelamento della spesa nel pubblico impiego.

Francia. Una e-mail per ogni alunno. 12 milioni di studenti e quasi un milione di docenti avranno una casella di posta elettronica gratuita in seguito ad un accordo tra Ministero dell'educazione e Servizio postale. Voci critiche si sono levate circa l'opportunità di mettere in contatto elettronico persone che già si incontrano quasi tutti giorni, ma tant'è che la scelte del Ministero coglie nel segno di due delle categorie che più sono interessate alla comunicazione elettronica e allo sviluppo del settore. Solito problema: chi pagherà?

Francia. Successi Fsu nelle elezioni professionali degli aiuto-educatori e dei tirocinanti. Si sono svolte nei giorni scorsi le elezioni professionali per due piccoli settori della scuola francese: gli "aide educateurs", 70.000 neodiplomati animatori e vigilantes a contratto biennale, inventati dall'ex ministro Allègre, coniugando il fabbisogno scolastico alle politiche di occupazione giovanile, e gli Iufm, sigla che indica gli istituti universitari di formazione magistrale, in altre parole i docenti tirocinanti. Tra gli aiuto-educatori sono risultati vincenti le liste dei due sindacati Fsu Snes-Snuipp col 43,4% , seguite dalla Fen con il 30% , da Sgen-Cfdt con il 6,8%, da Fo con l'11,4% e dalla Cgt 4,52%. Un risultato che la Fsu ha subito utilizzato perchiedere l'apertura di negoziati sulla trasformazione di questo impiego in un vero impiego pubblico.
Tra i tirocinanti la maggioranza assoluta è andata alla Fsu con il 50,6% seguito dal Se-Fen col 9,5%e dallo Sgen-Cfdt con il 3,8%. Risultato tanto più significativo per la Fsu perché per la prima volta l'elettorato che normalmente si attestava intorno al 25% ha superato il 50%.

Francia. Gli scioperi italiani e il sindacalismo francese. Grande risonanza continua ad avere lo sciopero della scuola italiana del 9 ottobre. Oltre a Le Monde de l'Education, trafiletti sono comparsi sui giornali sindacali dell'Usmag, dello Snes e l'Einsegnant, della Fen. In tutti tre i casi è stata sottolineata la perfetta riuscita dello sciopero e la sua importanza. Pour, giornale della Fsu, ha invece parlato dello sciopero del 7 dicembre.

Francia. Al via il congresso della Fsu. Si svolgerà a La Rochelle dal 22 al 26 gennaio il congresso della Federation Syndicale Unitaire, che ormai si configura come il principale sindacato francese della scuola dell'università della cultura e della ricerca. Dei suoi 180.000 iscritti quasi 43.000 hanno partecipato alla votazione dei documenti e dei delegati. La di maggioranza è stata riconfermata alla mozione Unité et Action col 68,4% mentre alle aree di minoranza Ecole emancipée, Autrement pour la Fsu, Front unique e Pour la reconquiste de un syndicat indépendant sono andati rispettivamente il 15%, il 13,7%, il 2,5% e il 3,1%. In 17 dei 18 sindacati che compongono la federazione la maggioranza si è riconfermata, solo nello Snetaa, sindacato degli insegnanti tecnici dei licei professionali, è prevalsa la lista Autrement pour la Fsu. Lo Snetaa per altro è in una fase di "auto-sospensione" dalla Fsu. Lo Snetaa con oltre 14.000 iscritti sarebbe il terzo sindacato della federazione dopo lo Snes (secondaria)che ne conta più di 77.000 e lo Snuipp (elementari) che ne conta oltre 54.000. Seguono per importanza lo Snep (educazione fisica) con oltre 10.000 iscritti, lo Snesup (università) con oltre 5.000 e lo Snetap (agrari) e l'Unatos (ata) con oltre 4.000.

Francia. Verso lo sciopero generale del pubblico impiego. La seconda sessione delle negoziazioni salariali del 20 dicembre non ha prodotto nulla di concreto se non l'impegno a rivedersi il 18 gennaio. La Fsu sta intensificando i contatti con gli altri sindacati del pubblico impiego per uno sciopero nazionale unitario. E l'Ensegnant, organo del Se-Fen, minaccia "18 gennaio: risultati o sciopero". Si tratta degli aumenti per il 2000, 2001 e 2002, ma il nodo è il 2000, dato che il governo ritiene di avere già dato quanto doveva.

Francia. La Fen diventa Unsa. Al congresso recentemente chiusosi a Pau la Fen è diventata Unsa (Unione nazionale dei sindacati autonomi) - Education. Al di là del semplice cambiamento di nome questa decisone segna una tappa importante del sindacalismo francese. La scelta vuole essere quella del sindacalismo interprofessionale contro il corporativismo di mestiere in cui il sindacalismo scolastico e pubblico sarebbe stato confinato da una malintesa autonomia conseguente alla scissione della Cgt nel 1948.


Stati Uniti. Pagare meglio gli insegnanti. Lo dice il supplemento Educational della rivista amricana Time: è il risultato di un'inchiesta fatta in tutto il Paese da un'equipe di ricercatori ingaggiati dal Ministero dell'istruzione. I risultati degli allievi infatti migliorano allorchè gli insegnanti sono pagati meglio. Gli autori segnalano anche che i risultati degli alunni aumentano quando aumentano le spese per alunno.

Stati Uniti. Il rilievo della spesa per la scuola. Secondo il New York Times alla fine dei mandati parlamentari l'educazione è apparsa come una delle principali preoccupazioni dei parlamentari sia democratici che repubblicani. Il suo budget federale di 107,6 miliardi di dollari è il più importante tra quelli votati dal Congresso. E i sondaggi mostrano che l'educazione è una preoccupazione costante per gli americani, insieme alla sanità.


Regno Unito. Crisi nel reclutamento. Il Ministero dell'educazione ha confermato la gravità del problema della mancanza di insegnanti e l'ampiezza della crisi del reclutamento. In Inghilterra e Galles circa l'8% delle classi contano più di 30 alunni. L'anno scorso circa 13.000 docenti hanno lasciato il settore e il numero tende a crescere soprattutto nella primaria.


Irlanda. Sciopero per il salario. Autunno caldo nelle scuole non solo in Italia e in Francia: anche in Irlanda gli insegnanti hanno deciso di scioperare per rivendicare un aumento salariale del 30%. I membri dell'Association of Secondary Teachers of Ireland hanno votato al 90% per questa azione in un referenduma che ha registrato il 70% di partecipazione. Sono previste anche altre forme di agitazione come il blocco della sorveglianza nei corsi ricreativi. Lo sciopero si è svolto con successo nei giorni 14, 29 e 30 novembre.


Mali. Sciopero per i salari. Uno sciopero di 72 ore dichiarato l'8 ottobre dai sindacati degli insegnanti ha turbato il settore dell'istruzione. Il movimento riguarda tutti i settori dell'istruzione (di base, secondario e superiore) Lo Snec (sindacato nazionale educazione e cultura) e la Fen (federazione dell'educazione nazionale) rivendicano una "bonifica" dell'inquadramento retributivo" e attribuiscono al rottura delle trattative alla cattiva volontà del governo.


Spagna. La controriforma del Pp. E' difficile non avere l'impressione che il terzo ministero dell'educazione nazionale espresso dal Partido Popular di Aznar sia seriamente impegnato nello smantellamento delle riforme scolastiche del decennio socialista, prendendo spunto dalle loro disfunzioni. Si va dalla leggi sull'università, dove si introdurrà "il distretto aperto" ovvero la liberalizzazione delle iscrizioni a qualsiasi università del paese, fino alla Formazione professionale, dove, all'insegna dell'omologazione con la situazione europea, in realtà si va verso il cosiddetto Sistema Nazionale della Fp e delle Qualifiche, che aprirà la possibilità di titoli basati esclusivamente sull'esperienza lavorativa. Mentre per la secondaria si prevedono modifiche alle materie "nazionali" ( una parte del curriculum in Spagna è lasciato alle comunità regionali): un ora in più di matematica e di lingua in prima e seconda Eso (la scuola media spagnola), un'ora in meno di arte e di musica, oltre a due ore in più di filosofia nel secondo anno della secondaria superiore.
Ma il centro dell'attacco è alle tre leggi Lode (diritto allo studio), Lopeg (partecipazione e governo degli istituti) e soprattutto Logse ( sistema scolastico). Qui il Governo vuole differenziare i due anni finali della Eso (età 14-16 anni) in tre livelli per coloro che continueranno nella secondaria superiore, per coloro che andranno nella Fp e per coloro che non proseguiranno gli studi. Ogni analogia con cose sentite, dette e anche fatte in Italia, è puramente casuale. Inoltre si vuole eliminare la promozione pressochè garantita attualmente vigente, compensandola con un aumento delle possibili ripetizioni di classe.
Come contropartita per questa offensiva la ministra Pilar del Castillo ha ottenuto la fine della franchigia che il Psoe, principale partito di opposizione, sembrava averle finora concesso. Alle misure si oppongono anche Izquierda Unida e tutte le correnti del nazionalismo catalano e basco.

 

stampa

home