RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

GIUGNO 2001

Spagna. Accessi riservati per il personale precario. Se qualcuno pensava che le cosiddette sanatorie fossero un caso solo italiano, farebbe bene a ricredersi. Dopo la Francia, che ancora ultimamente con la legge Sapin ha messo in moto una sorta di canale riservato per l'immissione in ruolo dei precari, adesso è la volta della Spagna. La Commissione del Personale della Conferenza dei Consiglieri dell'Educazione (che riunisce i diversi assessorati regionali spagnoli ai quali è da alcuni anni demandata la gran parte della gestione scolastica) sta lavorando per un decreto che modifichi il sistema di accesso alla funzione pubblica docente regolato finora dal Rd 850/93, al posto del quale sarà promulgata una norma che definisca l'accesso e la mobilità del personale docente, l'acquisizione di nuove specializzazioni, la condizione dei cattedratici e l'accesso alla funzione ispettiva.
Per quel che riguarda l'accesso si parla di una revisione delle prove, della soppressione di una prova nella fase d'esame, del fatto che la prova pratica dovrà consistere nella programmazione di una unità didattica, dell'inaugurazione di un sistema specifico di prove per l'istruzione artistica.
Ciò tuttavia non cambia la sostanza selettiva dei concorsi. I sindacati Stes, Ela, Csif e Fete-Ugt presenteranno perciò ai responsabili del Ministero dell'educazione una proposta unitaria basata sul vincolo delle prove alla pratica docente, sulla semplificazione delle prove attuali, sulla non selettività delle prove per il personale precario, su una valutazione del servizio prestato per almeno il 45% del voto, su un doppio canale di reclutamento (uno per i docenti senza esperienza e uno per i precari).

Spagna. Calendario scolastico. Quanto dura in Spagna un anno scolastico? Quanti giorni si lavora? L'attività dei docenti inizierà il 3 settembre 2001 e terminerà il 28 giugno 2002. I periodi di vacanza previsti sono solo quelli di Natale dal 22 dicembre al è gennaio e di Pasqua dal 28 marzo al 7 aprile. Sono giorni festivi il 12 ottobre, il 1 novembre, il è dicembre e il 7 di ottobre oltre a quelli determinati a livello regionale. Sono previsti altri due giorni di feste locali e due a livello di scuola.
Per gli alunni la scuola inizia il 13 settembre 2001 e termina il 20 giugno 2002 nella scuola dell'infanzia e nella primaria, inizia invece il 18 settembre nella secondaria, il 1 ottobre nelle scuole superiori di disegno, nei conservatori e nell'educazione degli adulti.


Brasile. Primo Forum Mondiale dell'Educazione. Il primo forum mondiale dell'educazione si è tenuto a Porto Alegre dal 24 al 27 maggio sul tema "L'educazione nel mondo globalizzato". Organizzato da associazioni, ricercatori, sindacati ha costituito una riflessione sul diritto all'educazione, gli apporti della tecnologia e le diversità culturali.


Camerun. Scuole con finanziamenti giapponesi. 300 milioni di franchi sono stati messi a disposizione del Camerun da parte del governo giapponese per la costruzione di scuole elementari. Questo finanziamento non rimborsabile si aggiunge a una prima operazione che ha permesso di costruire in Camerun tra il 1997 e il 2000 trecentoquarantadue aule scolastiche in grado di accogliere 20.000 alunni, in ragione di 60 per classe. Il sistema educativo camerunese arriva a mettere insieme 120 alunni per classe.


Mali. Agghiaccianti previsioni. Il 10% degli insegnanti africani morirà di Aids nei prossimi cinque anni. E' l'agghiacciante previsione degli esperti riuniti a Bamako nel Mali il 3 maggio scorso. Il 20% dei bambini in età scolare saranno orfani di fatto della malattia. Allo stesso modo gli esperti riuniti per tirare un bilancio del forum di Dakar dello scorso anno hanno stimato che numerosi paesi africani non raggiungeranno l'obiettivo dell'educazione per tutti nel 2015: 113 milioni di bambini di cui il 60% di cui il 60% non va a scuola a causa della mancanza di mezzi finanziari dello stato e dei loro genitori.


Francia. Agitazioni diffuse. Non sono ancora terminate le agitazioni dei docenti di lingua straniera e dei precari dell'educazione degli adulti, che oltralpe iniziano quelle degli psicologi dell'educazione nazionale, chiamati in duecento a raccolta a Parigi il 10 maggio da parte della Fsu e delle associazioni professionali. Domandano il riconoscimento delle loro funzioni, l'aumento dei posti, la copertura del 10% dei posti oggi scoperto, la copertura del turn over, coperto solo per un terzo, un servizio nazionale di psicologia scolastica con un proprio reclutamento e uno stato giuridico che unifichi gli psicologi della primaria e i consiglieri psicologici della secondaria.
Il 31 maggio invece sono scesi in piazza i docenti del Segpa, settore delle classi "differenziali" per i ragazzi che al termine dell'elementare non raggiungono i livelli minimi per passare alla secondaria. Si teme che il Ministero voglia togliere docenti al settore e si chiede l'orario di 18 ore, contro le 26 attuali. Lo sciopero è stato organizzato unitariamente da Snuipp-Fsu, Se-Unsa e Sgen-Cfdt.
Il 10 maggio a Parigi avevano manifestato gli aiuto-educatori con lo slogan "Nessun aiuto-educatore deve ritrovarsi disoccupato". La mobilitazione era organizzata da Snuipp e Snes. La mobilitazione è continuata il 14 giugno in diverse sedi, mentre si prevede uno sciopero nazionale per la prima settimana di settembre.
Un'altra agitazione abbastanza estesa aveva avuto luogo nei mesi scorsi nel dipartimento d'oltremare della Guyana Francese.


Stati Uniti. Nuovo scivolone di Bush al Senato sul buono scuola. E' stata fatale anche in tema di politica scolastica la defezione del senatore repubblicano passato con i democratici. La proposta del buono scuola di Bush è stata sonoramente battuta al Senato. Artefice della vittoria del fronte anti-vaucher (con i democratici hanno votato contro anche tredici senatori repubblicani) il senatore democratico Ted Kennedy, oppositore intransigente del buono scuola. La campagna dei democratici, sostenuta anche dai sindacati degli insegnanti americani, in particolare da parte dell'Aft, che paventano come il buono scuola significherebbe sottrazione di fondi alle scuole pubbliche sta trascinando Bush in un pantano politico. Dopo le sconfitte nei referendum della California e del Michigan sembrava che il presidente dovesse addivenire a più miti sentimenti, ma probabilmente deve pagare il conto all'integralismo cattolico e conservatore su cui ha basato la sua elezione. E' inutile sottolineare le evidenti analogie col caso italiano, ma il caso americano mette in luce l'importanza del controllo di una delle camere da parte dell'opposizione. E' di lì che passano o, meglio, non passano le politiche finanziarie, compresa quella che dovrebbe servire per lo scudo spaziale.

Stati Uniti. Ricerca di insegnanti all'estero: molti i chiamati, pochi gli eletti. Che negli Stati Uniti mancassero gli insegnanti lo abbiamo già detto. Che questo spingesse alla ricerca di insegnanti all'estero, Italia compresa, lo si è visto dalle offerte di lavoro apparse anche su alcuni quotidiani italiani. La massiccia operazione di ricerca va dalla Russia alle Filippine, passando per l'Unione europea e il nostro paese: contratti di un anno prorogabili fino a tre, stipendi variabili tra i 28.000 e i 38.000 annui dollari (gli stessi che fanno si che i laureati americani non accettino, in un mercato del lavoro che sembra offrire di meglio), e il visto di immigrazione gratuito. Ma se i candidati sono molti, i prescelti sono pochi. Al Visiting International Faculty Program, una delle agenzie a cui è stato appaltato il reclutamento, solo il 10% degli aspiranti ha superato la selezione. Il Vif esige che siano laureati, abilitati all'insegnamento, abbiano almeno tre anni di esperienza e parlino un inglese scorrevole, ma secondo i dirigenti dell'agenzia il vero scoglio è saper coniugare all'adattamento al sistema statunitense un ruolo da "ambasciatore culturale" del paese di provenienza.
I primi sintomi della mancanza di docenti cominciarono ad apparire all'inizio degli anni novanta, quando a confronto con gli stipendi del mercato del lavoro statunitense, fare l'insegnante equivaleva quasi a fare voto di povertà. Adesso a ciò si sommano i pensionamenti dei baby-boomers, ormai cinquantacinquenni, e l'afflusso degli immigrati, che ha fatto lievitare gli alunni delle grandi città. Perciò la tendenza alla penuria di insegnanti promette di non essere un fenomeno passeggero. Non esistono stime nazionali ufficiali, perché la scuola è di competenza dei singoli stati, ma secondo il Ministero dell'educazione per i prossimi anni saranno necessari 240.000 nuovi insegnanti all'anno e se la maggior parte saranno reclutati negli "States" è presumibile che questi riusciranno a coprire solo il 90% degli organici e che il 10% si dovrà continuare a reperire all'estero.

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