Istruzione

dalle "Pillole" dell'Annuario statistico italiano 2000 dell'ISTAT

 

Le scuole italiane, per effetto del calo demografico, sono sempre meno affollate: nell'anno scolastico 1998-99 gli alunni delle scuole materne, elementari, medie e superiori sono stati complessivamente 8.755.834, in diminuzione rispetto ai 9.072.054 dell'anno scolastico 1994-95. Ma il miglioramento della situazione economica ha determinato un aumento del livello di scolarizzazione dei giovani. Il tasso di scolarità, vicino al 100% nella scuola materna ed elementare, risulta in costante ascesa anche nelle scuole secondarie superiori, passando negli ultimi cinque anni dal 75,3 all'82,2%. Gli istituti tecnici accolgono il maggior numero di studenti (il 40,1% del totale), seguiti dai licei (29%) e dagli istituti professionali (19,4%). Nell'anno accademico 1998-99 l'università registra un numero di immatricolati pari a 310.044 unità, con una diminuzione complessiva, rispetto al precedente anno, del 3,1%. La maggior parte delle nuove iscrizioni è da attribuire ai tradizionali corsi di laurea: per ogni 100 giovani che si immatricolano ad un corso universitario, infatti, soltanto 11,2 risultano iscritti a corsi di diploma e scuole dirette a fini speciali. Però è il numero di neo-iscritti ai corsi di laurea a diminuire rispetto all'anno precedente (-4,9%), mentre i corsi di diploma universitario registrano una aumento delle immatricolazioni del 13,2%. Nello stesso anno i laureati sono stati 129.169, con una prevalenza delle donne (55,3%). Su 100 laureati, ben 88,4 risultano fuori corso; la percentuale scende al 48,1% nel caso dei diplomi di laurea. Il numero maggiore di laureati si registra nel gruppo economico-statistico (24.564), in quello giuridico (19.450) e in ingegneria (14.491), quello di diplomati nel gruppo medico (3.724), in educazione fisica (2.307) e in ingegneria (1.979). Riguardo l'inserimento lavorativo dei giovani, le indagini condotte mostrano che la probabilità di trovare lavoro aumenta all'aumentare dell'investimento formativo. A poco più di tre anni dal conseguimento del titolo, infatti, lavora il 71,6% dei laureati rispetto al 44,9% dei maturi. Ma bisogna considerare che molti giovani che terminano la scuola superiore proseguono gli studi scegliendo di iscriversi all'università. Per esempio, a tre anni dalla conclusione del liceo circa il 60% dei giovani risulta nella condizione di studente e soltanto il 18,6% è occupato.

 

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