Le foto riproducono i cartelloni prodotti dalle bambine e dai bambini e appesi alla cancellata della scuola elementare "G.Marconi" di Concorezzo (Milano) il 6 ottobre 2001.

"Secondo me quei signori dovrebbero tornare a scuola"

Quella mattina i bambini e le bambine della classe seconda con cui lavoro, sono entrati in aula pieni di ansie e di preoccupazioni. "Marta, hai sentito cosa è successo a New York ?" e uno alla volta mi hanno raccontato dettagliatamente quello che avevano visto alla televisione. Tutte/i avevano colto a fondo la gravità del fatto. "l'aereo ha trapassato il palazzo! Io non ci credevo che era vero"- "Le torri gemelle io ce le ho sul libroguarda come erano alte!!" . "Le persone volavano dalla torre, sembravano degli uccelli!".

Si chiedevano perché. E qualcuno di loro aveva già delle certezze su chi aveva commesso quella strage.

"ma perché non glielo dicono che non sono d'accordo con gli Stati Uniti invece di mandare gli aerei??"

Cerco di trovare delle spiegazioni e non sempre è facile trovare motivi alla follia. Mi vengono in mente le parole che oramai fanno parte della nostra pratica quotidiana: "perché forse ai grandi succede quello che succede anche ai bambini/e . Avete presente quando a scuola qualcuno di voi litiga e alza le mani contro il suo amico/a ? Noi maestre interveniamo e vi chiediamo di trovare un altro modo per dire all'altro o all'altra, la vostra rabbia e come vi sentite in quel momento. Ecco anche ai grandi succede così e quelli più potenti invece di usare le mani, usano le armi"

E anche quel giorno, come in tanti altri, in classe è successo un miracolo.

Bianca dice : " E allora magari possono intervenire i bambini/e questa volta per dirgli di smettere!"

Abbiamo subito chiesto: "In che modo possiamo farlo?". E' nata l'idea dei cartelloni che potete vedere nelle foto e delle cartoline costruite da loro e spedite al Presidente della Repubblica ognuna con una frase diversa (Ciampi, non fare la guerra che così muoiono tante persone innocenti!-- ).

Ma poi alla fine della conversazione già con i pennarelli in mano, Matteo si avvicina, dopo averci pensato un po' su e mi dice: "Secondo me quei signori dovrebbero tornare a scuola!".

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