PRESENTATA AI LINCEI LA RELAZIONE SUI «NUOVI SAPERI»

Berlinguer a Confindustria: analisi sbagliata, i nostri laureati primi in Europa

di Giulio Benedetti, Corriere della Sera, 21 Marzo 1998

Vecchio e un po' confuso articolo cronachistico di Giulio Benedetti, apparso sul Corriere della Sera di sabato 21 marzo 1998, agli esordi cioè della riforma. Sorprendente la battuta finale dell'odierno Ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro, che contrapponendosi alle intenzioni "equilibriste" dell'allora ministro Luigi Berlinguer, in pratica sconfessa il suo futuro operato di continuatore della politica berlingueriana.


ROMA - Gli industriali accusano: siamo il Paese europeo che spende di più per la scuola e che ha i risultati più deludenti. Ma il ministro dell'Istruzione, Luigi Berlinguer, respinge la bocciatura e replica al rapporto presentato l'altro ieri dalla Confindustria: «L'analisi è sbagliata. I nostri diplomati e i nostri laureati primeggiano in Europa, il problema è che si perdono per strada troppe persone perché è stato imposto un modello unificato».
Critiche al «Rapporto» anche dai popolari. Il responsabile scuola, Giovanni Manzini, contesta «l'approccio economistico e funzionale» del documento.
Per Filippo Ottone, della segreteria della Cgil scuola, la Confindustria non ha tenuto conto di molti fattori: «Lo sanno che in Germania non è previsto l'insegnamento della religione e quindi ci sono meno stipendi da pagare? Hanno verificato se negli altri sistemi esiste l'integrazione dei disabili?».

Intanto la scuola del Duemila, quella dei nuovi «saperi», della formazione di base (10 anni) e che dovrebbe portarci con dignità in Europa, ha mosso un altro passo. Un documento, frutto dell'elaborazione del mega-testo dei 44 «saggi», nei prossimi mesi sarà discusso dentro e fuori le scuole. Un saggio delle difficoltà del percorso si è già avuto ieri, durante la presentazione della proposta all'Accademia dei Lincei, con le prime manifestazioni dei vari corporativismi disciplinari, quando latinisti e matematici sono intervenuti ciascuno a sostegno della propria area. «Come si difenderanno i ragazzi da tutte quelle cose che gli vogliono insegnare?», ha osservato ironicamente il presidente dell'Accademia, Edoardo Visentini, tirando le somme della discussione.
«Non ha senso parlare di un sistema scolastico sbilanciato - ha insistito Berlinguer -. Il vero, grande obiettivo comune deve essere quello di un equilibrio dei saperi». Ci riusciranno gli esperti e il ministero? «Non basta indicare i contenuti della scuola del futuro - ha dichiarato Clotilde Pontecorvo, docente di Psicologia dell'educazione a "La Sapienza", uno dei sei redattori del documento - se poi non si chiarisce quali capacità le varie aree disciplinari dovranno sviluppare nei giovani».
Il linguista Tullio De Mauro ha espresso forti riserve sull'eliminazione del latino ai primi anni delle superiori. «Dentro l'italiano c'è il latino e dentro il latino c'è il greco - ha spiegato -. A me sembra difficile che l'educazione linguistica possa fare a meno del latino. Più in generale temo che tutta la riforma possa rivelarsi un libro dei sogni. I programmi non si possono deliberare in via amministrativa».

 

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