Scuole pubbliche e private: punteggio unico per i precari

Il consiglio dei ministri oggi vara la rivoluzione Moratti.
Supplenti scelti dai presidi. Insorgono i sindacati

di Mario Reggio, La Repubblica, 28 giugno 2001


ROMA - Punteggi uguali tra docenti della scuola pubblica e di quella privata per l'immissione in ruolo, ma a partire dal 2002. E dal primo settembre del 2001 saranno i capi d'istituto a scegliere i docenti per le supplenze annuali. Infine verranno unificate le ultime due fasce, la terza e la quarta, delle graduatorie dei precari. Questi i punti del decreto legge, oggi in Consiglio dei ministri, che la responsabile della Pubblica Istruzione Letizia Moratti ha illustrato ai sindacati della scuola.

Per quanto riguarda l'equiparazione del punteggio tra precari della scuola statale e non statale, questa la soluzione prospettata nel decreto: la parità di punteggio tra gli insegnanti precari della scuola statale e della scuola paritaria si riconoscerà solo a partire dal 2002 e per il servizio maturato dall'anno 2000 in poi.

Il decreto contiene anche un'altra novità: dal primo settembre 2001, infatti, passa alle singole scuole la competenza per l'assegnazione delle supplenze annuali. I capi di istituto, a questo proposito, dovranno però rispettare le graduatorie provinciali e non quelle del singolo istituto. Prevista anche la conferma dell'organico di istituto con una stabilizzazione dello stesso: ciò significa che, a fronte di una diminuzione degli alunni e quindi delle classi, i docenti in ruolo non perdono posto, come accadeva fino ad oggi, per essere utilizzati in altro modo o in altra sede e l'organico viene mantenuto.

Il decreto che verrà approvato dal Consiglio dei ministri di oggi contiene una scelta politica pesante e che non condividiamo: l'eguale valutazione del servizio prestato nelle scuole pubbliche e paritarie. E' duro il giudizio del segretario generale della Cgil Scuola Enrico Panini sul decreto per risolvere la questione delle graduatorie dei precari.

Secondo Panini, è una forzatura che non trova alcuna giustificazione nella legge sulla parità, che scarica sullo Stato la discrezionalità delle assunzioni effettuate nelle scuole private a detrimento di quanti lavorano come precari nella scuola pubblica. Nel merito del decreto, ha aggiunto, abbiamo sostenuto la necessità di un provvedimento leggero nei contenuti che salvaguardasse le attuali fasce di precariato in modo da garantire un regolare avvio dell'anno scolastico. Vediamo con forte preoccupazione - ha concluso Panini - l'attribuzione del conferimento delle supplenze annue ai dirigenti scolastici, perché rischia di allungare in modo preoccupante i tempi di avvio dell'anno scolastico e di aumentare il contenzioso. Intanto, il caso degli 80.000 precari che occupano cattedre vacanti arriva sul tavolo della Corte Costituzionale. E se l'alta Corte dovesse pronunciarsi positivamente, la conseguenza sarebbe quella dell'assunzione di questi docenti con un contratto a tempo indeterminato.

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