La Repubblica 30 ottobre 2000

 

I prof: no alla nuova scuola
"Cancella le elementari, taglia cinquantamila docenti"

ROMA (ma.re.) - La riforma dei cicli? Dai sindacati della scuola si leva un coro di critiche. Dalla bocciatura senza mezzi termini dei Cobas "Distrugge la scuola elementare", ai giudizi drasticamente negativi della Cisl e dello Snals, "Fortemente critici sul metodo, non ci fidiamo del ministro quando annuncia che non si perderanno posti di lavoro". Più sfumata, ma non positiva, la posizione della Uil: "La mancata consultazione dei docenti è poco tranquillizzante. Rischia di essere più esplosivo del braccio di ferro sugli aumenti". E la Cgil: "È una riforma di grande rilievo, ma occorre discuterla nel dettaglio".
Insomma, per il ministro De Mauro, la strada appare tutta in salita. A guidare la rivolta sono i Cobas: "Il nostro giudizio è radicalmente negativo perchè la riforma cancella una scuola elementare considerata da tutti una delle migliori del mondo - commenta Piero Bernocchi dell'Esecutivo nazionale - e la accorpa in maniera farraginosa e con programmi confusi alla media, tagliando un anno e riducendo invece che allungare la scolarità. Lungi dall' elevare l'obbligo scolastico a 18 anni non lo porta neanche a 16 e di fatto invita, attraverso l'obbligo formativo, ad abbandonare la scuola a 15 anni andando a svolgere l'apprendistato nelle aziende. Rimane poi misteriosa la sorte di quel settimo di insegnanti che con la riduzione di anno perderà il posto di lavoro".
In attesa del via libera definitivo del Governo, previsto per il prossimo venerdì, la Cisl conferma la sua contrarietà al riordino dei cicli: "Siamo fortemente critici sul metodo - spiega la segretaria nazionale Daniela Colturani - il progetto è un contenitore vuoto, passato con la blindatura della maggioranza, mai discusso nelle scuole. Siamo convinti che sia necessario un reale dibattito in tutto il Paese, con gli insegnanti che sono gli agenti del cambiamento e le famiglie. L'abbiamo sempre detto: con la riduzione di un anno della scuola di base si perderanno 50 mila posti di lavoro. Non ci bastano le rassicurazioni del ministro". Sulla stessa linea lo Snals: "Siamo inquieti perchè il metodo scelto dal Governo non è tranquillizzante - afferma la vicesegretaria Daniela Silvestri - nessuno ha chiesto il nostro parere sul testo definitivo della riforma. Non possiamo venire esclusi dai molteplici problemi che presenta la riforma: la mobilità, l'edilizia, la formazione, i tempi e i mezzi finanziari che il Governo vuole investire. Gli insegnanti sono l' asse essenziale di qualsiasi cambiamento, quindi serve la concertazione". Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola, giudica il riordino dei cicli "una riforma di grande rilievo, ma deve coinvolgere i docenti, il Paese, mentre occorre che il Governo investa risorse adeguate".

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