"Problematicità e problematica dell''educazione in età adulta - Ambivalenza e conflitti degli operatori nelle pratiche educative",

di Giovanni Russillo, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari 2001, pp.14-16.

"La dinamica sociale in cui siamo immersi è una dinamica di falsa coscienza che si caratterizza per una tendenza a dissociare, a far esplodere gli insiemi significativi in parti separate e senza significato e correlativamente per una tendenza ad irrigidire temporaneamente questi insiemi disgiunti, in modo da impedirgli ogni possibilità di ristrutturazione, di rinnovamento...

Privati del potere di una visione autentica del mondo, la maggior parte dei soggetti è costretta ad adoperare i discorsi esplicativi del tecnocrate e ad adattarsi al ritmo del cambiamento tecnologico [facendo emergere] una concezione educativa di tipo adattivo che lascia intatto e anzi lo rinforza, il potere di quella minoranza creatrice del sapere e padrona delle sue applicazioni.

Nell'assegnare attraverso la violenza - simbolica - una funzione utilitaristica all'educazione, il potere tecnocratico perpetua l'apparire della falsa coscienza (formazione professionale disgiunta dall'educazione totale, mirante all'adattamento a cambiamenti esteriori) e favorisce così il mantenimento di una struttura sociale immutabile e funzionale allo stesso potere.

Che fare di fronte a tale tendenza della nostra realtà?
Rassegnarci di fronte all'ineluttabile o, come suggeriva A. Touraine, creare un movimento di cultura popolare come movimento di riappropriazione collettiva della conoscenza.

La lotta deve essere organizzata, ma sotto quale forma?
Contro questa 'occupazione' come ha scritto Jean Le Veugle, noi dobbiamo auspicare di veder nascere una 'resistenza' con una sua rete e i suoi partigiani, le sue azioni dirette... che saranno un'azione intellettuale combattiva, una volontà di intervento incessante e dappertutto, contro tutti i compromessi e i conformismi.

In quale contesto?
E' intorno ai luoghi dell'educazione, scuole, organismi di educazione degli adulti che deve e può essere costituita.

Con quali forze?
Tutti gli educatori devono considerarsi mobilitati sul campo contro l'invasione. Cosa importa che i resistenti siano in pochi: sono sempre minoranze risolute e ben organizzate che, in tutte le epoche, hanno promosso le guerre di liberazione. Sono state le minoranze che, di secolo in secolo, hanno salvato l'umanità. Ciò legittima le nostre speranze nel richiamare le responsabilità presenti degli educatori..."

G. Russillo

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