Il Manifesto, 31 ottobre 2000

 

"Un buon lavoro"
ALBA SASSO. La presidente del Cidi difende l'impianto della riforma

di Cosimo Rossi

 

"Io attribuisco un valore molto positivo al lavoro della commissione: ha coinvolto molte persone, in poco tempo, con grande sobrietà e senza fughe in avanti". Alba Sasso, presidente del Cidi che ha fatto parte della commissione di saggi sul cui lavoro si basa il documento di De Mauro, non condivide molte delle polemiche che si stanno sollevando intorno alle proposte sul riordino dei cicli. Anche se non nasconde che "i nodi da sciogliere rimangono molti".

Quali sono i problemi principali che restano sul tappeto?
Il primo è l'individuazione del progetto culturale: come si andrà alla costruzione dei saperi essenziali che costruiranno l'ossatura dei curricola. Eppoi gli insegnanti sono spaventanti dalla futura collocazione: dove andranno a finire, cosa faranno, come andranno a interagire con altre scuole.

La scuola elementare è uno dei nodi più controversi. I contestatori dicono che la riforma annulla un patrimonio.
Intanto noto con piacere che quelli che sono stati i più fieri nemici della riforma delle elementari adesso la difendono: la destra diceva che era cattocomunista. Io comunque non credo che i cicli azzerino le esperienze nella scuola: le mettono a valore. Una riforma si fa per il paese. Anche la secondaria cambia: capiamo cosa significa passare da 187 indirizzi a quattro aree con non più di una quindicina di indirizzi?

Anche i sindacati come la Cisl contestano il ciclo di base unitario...
Unificare il primo ciclo significa unificare un percorso in cui c'erano anche dispersioni. Abbassre di un anno la durata significa anche ridurre il tempo enorme che i ragazzi passano nella scuola. L'idea è di andare a curricola verticali, essenziali, di poche cose fatte bene che permettano di imparare. Non devi dare tutto a scuola, devi dare i presupposti.

A questo proposito 30 ore settimanali paiono troppe se sono tutte di lezione e poche se devono comprendere anche tutte le altre attività.
Non sono tutte di lezione: se vai verso la flessibilità e le classi aperte, non sono tutte di lezione.

A proposito di riforma del ciclo secondario, invece: il biennio obbligatorio in una secondaria che si liceizza non rischia di essere monco e inutile per chi non prosegue?
Questi due anni intanto possono essere il rafforzamento di competenze di base necessarie anche a chi non continua. Ma il riordino dei cicli deve potenziare la capacità del sistema di portare tutti al diploma. Resta piuttosto il problema grande come una casa di riformare la formazione professionale in modo serio rispetto al percorso di serie B che è adesso.

 

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