DOCUMENTO DI ANALISI E CRITICA DEL RAPPORTO BERTAGNA FORMULATO DAGLI STUDENTI.
Il presente documento è il risultato di un'analisi, di un dibattito e di una critica relativi al rapporto finale del GRL a cura di G.Bertagna. Tale rapporto si propone come documento ispiratore della Riforma del Ministro Moratti, svolgendo una complessiva riflessione sull'intero sistema di istruzione e fornendo concreti riscontri (pag. 5), i quali sono invece inconcludenti e in contraddizione con il significato stesso del rapporto.
Appare evidente che misure quali il taglio delle ore di lezione, il taglio del numero degli insegnanti, l'abolizione dell'ultimo anno nella scuola secondaria di II grado, siano volte più ad ovviare a necessità economiche che a costituire un valido sistema educativo; allo stesso tempo però la proposta prevede nuove cariche lavorative, quali esperti in ambito educativo, tecnico, gestionale e della valutazione, che costituirebbero un onere per lo stato. Nel presente documento sono analizzate e criticate, appunto, queste ed altre contraddizioni.
Riteniamo che sia indegno che vengano resi pubblici i risultati di verifiche predisposte ed elaborate statisticamente dal Servizio Nazionale per la Qualità del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, poiché, sebbene giustificati per la libertà di scelta educativa delle famiglie (pag. 35), altresì evidenziano e producono un'improduttiva frattura e un'inevitabile classificazione degli istituti.
Individuiamo un consistente aumento delle spese scolastiche per quelle famiglie che per esigenze lavorative sono costrette ad avvalersi del tempo pieno (oggi circa il 30% degli alunni delle scuole elementari); infatti, escluse le 825 ore annuali obbligatorie e le 300 ore massime che gli istituti scolastici possono mettere loro a disposizione per il percorso formativo facoltativo, rimangono 195 ore che le famiglie dovrebbero pagare per garantire ai propri figli le 8 ore di lezione dell'attuale tempo pieno. Tale proposta va contro la stessa Costituzione italiana, che dichiara nell'articolo 31 che la Repubblica protegge la maternità, l'infanzia e le gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo, tra i quali sentiamo di dover inserire il tempo pieno gratuito.
Con l'abolizione del tempo pieno alla scuola primaria e la riduzione a 25 ore settimanali di lezioni obbligatorie, il primo approccio con materie quali la storia e la geografia verrebbe cominciato al primo anno del 3 biennio (l'attuale 5 elementare) con gravi ripercussioni sui percorsi di studio successivi. Non approviamo inoltre le scelte di proporre l'insegnante unico per tutte le materie nel 1 biennio di scuola primaria, al quale verrebbero successivamente affiancati altri docenti (scienze, matematica e religione), che comporterebbe la nascita di categorie tra docenti, relative anche alla retribuzione degli stessi.
Pag. 44 " Nel gioco i bambini contemporaneamente, pensano, imparano, sentono, esprimono, producono, agiscono, progettano, si relazionano con gli altri, diventano autonomi, pregano".
Non ci è chiaro come la preghiera possa contribuire alla formazione di tutti i bambini, considerando la forte presenza di diverse confessioni religiose e il crescente ateismo; questo, infatti, provocherebbe una continua spaccatura tra gli alunni della scuola dell'infanzia. Pur rispettando il Concordato, riteniamo che il riferimento alla preghiera leda all'articolo 13 della Costituzione italiana " La libertà personale è inviolabile".
Per quanto riguarda le ore extrascolastiche a pagamento, si afferma che nel sistema educativo di formazione gli istituti possono esaltare la propria imprenditorialità vendendo formazione al mondo delle imprese (pag. 43). Tale affermazione è in contrasto con l'articolo 34 della Costituzione italiana che garantisce a tutti gli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Non approviamo la riduzione di un anno della scuola secondaria di II grado, in quanto quattro anni non sono sufficienti ad un approfondito e totale svolgimento dei programmi.
Dal rapporto emerge che i ragazzi che hanno frequentato la scuola d'infanzia possano beneficiare di un credito che consenta loro di saltare un anno nella scuola secondaria di II grado. Riteniamo che il salto di un anno scolastico non possa garantire un adeguato grado di istruzione in quanto esso non è attribuito né in base al rendimento scolastico né in base al possesso di globali e consolidate conoscenze.
Per quanto riguarda la formazione secondaria di II grado (ex scuole professionali) la proposta di riforma prevede la scelta fra un percorso di istruzione tradizionale, cioè eseguito attraverso lezioni in aula, e un percorso di formazione secondaria con alternanza scuola/lavoro. Quest'ultimo percorso darebbe la possibilità agli studenti, a partire dal 2anno, di scegliere di avvalersi di esperienze lavorative retribuite in base ad accordi con l'azienda. Questo potrebbe portare alla formazione di una manodopera sottopagata, nel caso in cui gli studenti "apprendisti" non fossero tutelati da leggi relative ai salari a da organi sindacali. C'è poi il rischio che le aziende chiedano finanziamenti statali, in quanto le stesse si fanno carico della formazione degli alunni. D'altra parte la stessa Confindustria ha già dichiarato di non ritenere produttivo per le aziende il lavoro di studenti inesperti di età inferiore ai 16-17 anni. Senza contare che i modelli professionali definiti dal rapporto non coincidono con le figure professionali richieste dal mercato.
E' scritto nel rapporto che si distinguono materie obbligatorie (per un totale di 25 ore settimanali, di cui 5 a quota locale) da materie facoltative. Critichiamo fermamente la proposta di rendere facoltative materie quali ad esempio la chimica, la biologia, lingue straniere e storia dell'arte al liceo classico e il latino allo scientifico, in quanto necessarie e fondamentali per la formazione dello studente. In pratica i ragazzi che vogliono seguire lezioni di latino o fisica ecc. avranno fino 300 ore di lezione gratuite, ma questa opportunità sarà vincolata alle disponibilità economiche dell'istituto. Vogliamo proporre un esempio: prendiamo in esame un liceo classico che si trovi in una zona rurale e mal collegata, che metta a disposizione ore facoltative esclusivamente di educazione fisica e musicale; se uno studente desiderasse avvalersi dell'insegnamento della biologia, sarebbe costretto a recarsi in un altro istituto e ciò implicherebbe una spesa per lo spostamento dello studente. Non è precisato nel documento chi dovrebbe garantire questa eventuale spesa per dare allo studente la piena libertà e la possibilità di frequentare le lezioni della suddetta materia.
A pag. 57 è scritto: si potrebbe immaginare la disponibilità di professori abilitati ad insegnare, oltre alla religione cattolica prevista dal Concordato, altre materie. E' inconcepibile che un insegnante di religione cattolica nominato dal Vicariato, e quindi esentato dal normale itinerario definito dallo stato per l'abilitazione all'insegnamento di tutte le altre materie, possa ottenere una cattedra di discipline quali lingua e letteratura italiana, storia, filosofia, matematica, scienze, latino, greco, diritto, a seconda dei diversi indirizzi degli istituti.
Esame di Stato:
E' stata recentemente approvata dal Parlamento la proposta di svolgere gli Esami di Stato sotto la valutazione di una commissione interna con un solo commissario esterno (il presidente). E' necessario sottolineare che tale proposta di legge è passata come appendice alla finanziaria: questa si dimostra un'ulteriore conferma che gran parte del rapporto Bertagna è subordinato al fine di un ampio risparmio nel campo dell'istruzione pubblica a scapito degli stessi studenti, docenti e famiglie. In questo modo, inoltre, si perderebbe il valore dell'Esame di Stato in grado di garantire un margine di obiettività, che può essere assicurato solamente dalla presenza di membri esterni nella commissione. Inoltre, l'Esame di Stato rappresenta la prova finale di un percorso svolto in 5 anni di istruzione; riteniamo che con tale modifica si tolga allo studente la possibilità di diventare più autonomo e più responsabile nel suo metodo di studio e nelle sue capacità organizzative, riducendo l'esame ad un ulteriore ed inutile valutazione. Infatti i docenti della commissione esaminatrice sono gli stessi che poche settimane prima hanno valutato ogni studente e che inoltre per tre anni hanno sviluppato un giudizio sui loro alunni.
Riforma degli organi collegiali:
Per quanto riguarda la creazione di un Consiglio d'Amministrazione (che teoricamente dovrebbe sostituire l'attuale Consiglio d'Istituto), riteniamo assolutamente ingiusto e antidemocratico che sia ridotto il numero dei rappresentanti dei professori, dei genitori e degli alunni rispetto alla loro attuale rappresentanza all'interno del Consiglio d'Istituto: infatti su un totale di undici membri, fra i quali il Dirigente Scolastico, un rappresentante dell'ente che è tenuto per legge a fornire i locali della scuola ed esperti in ambito educativo, tecnico e gestionale in numero massimo di tre, si deve dipartire la rappresentanza di docenti, genitori e studenti in un numero massimo di 8 e minimo di 6 persone. Inoltre da tale Consiglio d'Amministrazione potrebbe essere antidemocraticamente esclusa (a discrezione di ogni singolo istituto) la rappresentanza del personale A.T.A.
Per quanto riguarda la creazione di un Organo di Valutazione degli Alunni (che in linea teorica dovrebbe sostituire l'attuale consiglio di classe), strutturato in modo da essere composto solo dai docenti delle singole classi e da avere l'esclusivo compito di valutazione degli alunni, riteniamo estremamente dannoso che sia in tal modo eliminato il momento in cui i docenti si confrontano con i rappresentanti di classe; infatti non vi sarebbe più un'occasione formale di dialogo fra gli alunni e i loro professori.
Infine, dopo aver attentamente analizzato il "documento Bertagna", critichiamo il linguaggio utilizzato nel testo, ritenendolo confuso, poco chiaro e talvolta impreciso, anzi, in alcuni punti addirittura contraddittorio. E' troppo retorico e ripetitivo: non si comprende chiaramente la proposta di riforma in tutte le sue componenti.
Roma, lì 19-12-2001
Gli studenti.
P. S.: Le pagine citate in questo documento appartengono alla parte prima del "rapporto Bertagna"