Ricevo -dal Belgio- un resoconto di una riunione internazionale di studenti medi e universitari, tenuta durante "i giorni di Bruxelles" e tradotto [grazie Marinella per le correzioni] in italiano.
Per una
piattaforma europea.
CONVEGNO
INTERNAZIONALE DI STUDENTI
(Eustudents e D14giovani) durante il vertice a Laeken (Belgio)
Il 14 dicembre alle ore 18.30 si sono riunite varie organizzazioni
di studenti europei per scambiarsi esperienze riguardo alle riforme
nell'insegnamento seguite alla dichiarazione di Bologna e gli
accordi GATS . Si è deciso di creare una rete europea.
Scopo principale affrontare l'attacco, a livello europeo, ai diritti
studenteschi rispondendo con una protesta a livello europeo. In
tutto erano riuniti 150 studenti provenienti da -tra l'altro-
Grecia, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra e Austria.
Si è lanciata la proposta di formulare un testo per una
piattaforma che esprimerà i bisogni degli studenti universitari
e medi; qual tipo di insegnamento serve a loro effettivamente.
La protesta in vari paesi
Sono emersi una serie di esempi sulle difficoltà crescenti
degli studenti d'affrontare gli studi in modo normale, umano.
In parecchi paesi gli studenti hanno difficoltà a pagare
lo studio a causa dell'introduzione di tasse per l'iscrizione
(e anche a causa della cancellazione del salario per lo studio.
E' il caso tra l'altro di Austria, Grecia ed Inghilterra). La
tendenza generale va in direzione della privatizzazione di tutto
il sistema
educativo, di fare dell'educazione un prodotto che renda. In Grecia,
dopo la scuola media, gli studenti sono costretti ad orientarsi
verso una scuola superiore molto specializzata, prevalentemente
tecnica. Grazie ai forti contrasti con il movimento studentesco
il governo greco non riesce -per il momento- ad introdurre il
sistema di bachelor e master. In un paese come l'Inghilterra si
verifica addirittura il caso di insegnanti che non riescono
ad insegnare per la mancanza di attrezzature scolastiche.
Uno studente di Vienna ha raccontato come gli studenti, per la
prima volta, siano stati costretti a pagare per l'iscrizione (fino
a poco tempo fa l' educazione era totalmente gratuita). Le riforme
si succedono, l'una dopo l'altra, con un ritmo frenetico. Osteggiato
da una forte resistenza studentesca il governo sta tentando di
trovare strade nascoste per mirare alla privatizzazione totale.
L'Esib.
C'èstato anche l'intervento di un rappresentante dell'Esib.
Esib collabora ufficialmente con i vari governi, il Consiglio
dei Ministri dell'Educazione e la Commissione Europea. L'Esib
da un giudizio positivo sulla dichiarazione di Bologna, con alcuni
adattamenti. "Vogliamo provare a cambiare il processo di
Bologna dall'interno. La dichiarazione di Bologna è positiva
perché è una "dichiarazione", non un "accordo".
I paesi della Comunità Europea non sono costretti ad implementarla".
Esib s'oppone però all'accordo Gats. La presenza di un
rappresentante dell'Esib è stata giudicata dagli altri
presenti come un dato positivo, però la maggioranza s'oppone
totalmente alla dichiarazione di Bologna. Al contrario dell'Esib
vogliono manifestarsi anche ad un livello internazionale. I vari
presenti hanno raccontato perché.
Sono consapevoli del fatto che il movimento studentesco non è
ancora in grado di fermare nei vari paesi le riforme, che conseguirebbero
alla dichiarazione di Bologna. Ma questo dato è anche la
ragione principale per cui gli studenti presenti hanno voluto
riunirsi, così come vogliono riunire i vari movimenti di
protesta creando un coordinamento.
Conclusioni
Il corso degli avvenimenti dopo Bologna si può riassumere
con due parole: mobilità e qualità. Bologna procura
infatti più mobilità, però soltanto per gli
studenti più ricchi e competivi. La gran parte degli studenti
non vedrà niente di mobilità crescente, anzi. Per
far aumentare proprio la mobilità degli studenti si vuole
che siano gratuite sia l'educazione che il trasporto. Bologna
ci mette sulla strada dell'educazione "made in USA".
Bologna fa crescere le differenze fra gli studenti sfociando in
un educazione di un primo, secondo e terzo livello (cioè
qualità). Bologna rende possibile l'implementazione dell'accordo
Gats. Gats significa l' abolizione di ogni intervento statale
nei servizi. Questa politica neo-liberalista ha soprattutto delle
conseguenze fatali per i paesi del cosiddetto terzo mondo. Ma
anche nei "paesi ricchi" del Nord stanno cambiando i
valori sociali. La fondazione d'investimento Merill Lynch, per
esempio, suppone una privatizzazione totale del sistema educativo
entro dieci anni. Lo sviluppo dovrebbe produrre dei guadagni incredibili.
Il movimento studentesco si trova in un periodo in cui il gioco
si farà duro, ma in cui c'è anche molto da vincere.
La lotta, per il momento, non è unita, né a livello
nazionale né a livello internazionale. Ci sono state grande
proteste ( per esempio a Madrid di 200 mila studenti). Gli studenti
devono però capire che le riforme sono state decise a livello
europeo.
Non si può affrontare tutte le leggi una alla volta. Ci
vogliono una politicizzazione e unificazione delle lotte. Una
Rete Europea potrebbe essere utile per la difesa contro i vari
governi e le aziende multinazionali.
Fra gli studenti europei c'è grande sensibilità
per i movimenti contro lo spirito belliccista europeo. La consapevolezza
. che la guerra è stata decisa a livello europeo può
rafforzare la protesta contro l'Europa attuale.
Abbiamo deciso di non specificare troppo la protesta contro le
riforme nel sistema educativo: ci sono parecchie differenze fra
i vari paesi al riguardo del sistema educativo e della sua riforma.
Ma i vari sviluppi nazionali potrebbero funzionare come avvertimento
per i paesi in cui le riforme sono meno avanzate nel "dopo
Bologna". Gli esempi di privatizzazioni avanzate esistenti
rendono chiaro il fatto che dobbiamo sviluppare le nostre idee
e opinioni per diminuire la nostra dipendenza dalle decisioni
dei vari governi. Dobbiamo dar vita ad una lotta con prospettive
proprie.
Si è formato un gruppo di lavoro che deve formulare il
testo della piattaforma da approvare nei vari paesi. Dovrebbe
essere pronta prima del vertice europeo di Siviglia. Così
potremmo organizzare un fronte unico in occasione di Siviglia.
Ma ci vuole altro, oltre la protesta, ci vuole anche lo sviluppo
di una alternativa, di una offensiva nostra per un altro sistema
di educazione in Europa.
Nel frattempo abbiamo capito che per molti studenti il periodo
del vertice di Siviglia coincide con il periodo di esami. Forse
avrà più senso associarci in iniziative comuni durante
il vertice europeo a Barcellona, a marzo 2002.
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